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Abbondano i portoghesi a Prima Porta

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prip240.jpgGente che va, gente che viene. Di ogni età e di ogni lingua. Nell’ora di punta, alle otto del mattino, alla stazione di Prima Porta c’è un cosmo intero. Però qualcosa accomuna tanti di loro: il salto del tornello. Ogni minuto c’è qualcuno che lo fa. Li abbiamo contati e fotografati.

“Portoghesi”? No, italiani, romeni, polacchi, adulti e giovani. Non siamo più nel XVIII secolo quando l’ambasciatore del Portogallo presso lo Stato Pontificio invitò i portoghesi residenti a Roma ad assistere gratuitamente a uno spettacolo al teatro Argentina. Bastava dichiarare la propria nazionalità portoghese e si entrava.
Molti romani se ne approfittarono spacciandosi per portoghesi da cui l’avvertimento “non fare il portoghese”per intendere appunto l’uso di un servizio senza pagarlo.

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Ma non siamo a teatro e di secoli ne sono passati; siamo alla stazione della Ferrovia Roma Nord di Prima Porta dove ogni mattina ci sono decine e decine di “portoghesi” che saltano i tornelli, entrano di straforo, si accodano agli altri.

Nella sola mattinata di giovedì 27 novembre, dalle 7.30 alle 8.30 ne abbiamo contati 65, una media di uno al minuto.

Nessun controllo, anche perché i tornelli in questione sono quelli per l’uscita dalla stazione, non per l’entrata dove invece – seppur non sempre presenti – ci sono gli addetti alla biglietteria predisposti anche al controllo dell’entrata.

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A onor di cronaca, durante una breve assenza del controllore, in tre sono passati al tornello di entrata; un ragazzo ha vidimato e altri due si sono accodati. Bé, almeno loro sono ” passati” dall’entrata.

Eppure i cartelli ci sono, ben posizionati e ben visibili; non si può fare confusione. L’entrata e l’uscita sono ben segnalate.
Ma perché non entrare dall’uscita quando basta fare un piccolo salto o semplicemente forzare un poco il tornello che all’ennesima botta, si apre tranquillamente?

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Gruppi di famiglie straniere, non portoghesi ma romeni o polacchi, signori distinti, ragazze italiane, giovani di colore; insomma, persone di tutti i tipi entrano dall’uscita. Alla faccia di chi paga il biglietto e di chi ancora crede e si batte per la legalità.

La ragazza nella foto, distinta e tranquilla, è probabilmente un tipo sportivo; ha semplicemente scavalcato il tornello, senza forzarlo e senza saltare.

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Più difficile, ma non impossibile far passare un passeggino; ma tra una botta e l’altra, il povero tornello cede e così passa proprio tutta la famiglia, dal più piccolo al più grande.

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Ma non sono mancati neanche i maratoneti; un gruppo di circa 18 persone, scese dall’autobus mentre arrivava il treno che dovevano prendere, di corsa, tutti insieme, hanno fatto un vero e proprio salto all’ostacolo. Uno dietro l’altro, un balzo e via di corsa a raggiungere il treno.

Addirittura abbiamo trovato un vero gentiluomo. Ci aveva notati fermi ai tornelli di uscita – mentre eravamo attenti a controllare – e pensando che in realtà volessimo entrare da lì anche noi, ci si è avvicinato chiedendo se avessimo bisogno di “soccorso”

” E’ facile – ci ha detto – basta forzare un poco, vi aiuto”. Di fronte a tanta gentilezza, abbiamo risposto un cortese ” no grazie, siamo qui per altro, non dobbiamo entrare”. Uomini d’altri tempi, chissà forse davvero del XVIII secolo!!

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Certo, bisogna dirlo; c’è chi i soldi non li ha neanche per il biglietto del treno, ma è pur vero che chi non ha soldi per vivere, non prende il treno alle 7.30 per andare a lavorare perché il lavoro non lo ha.

E’ questione di senso civico. Ce lo ha ricordato anche un controllore che, informato da noi che le persone entrano anche dall’uscita, è venuto a verificare. ” La gente è maleducata, non ha rispetto, questo è furto; i tornelli si rompono a furia di forzarli e se la gente salta, allora il tornello è inutile. Noi controlliamo l’entrata, l’uscita in teoria non dovrebbe avere controlli”. E invece così non è.

Valentina Ciaccio

© riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

 

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6 COMMENTI

  1. Buongiorno purtroppo questa segnalazione, rappresenta una vecchia situazione molto grave per chi viaggia sia in treno che in autobus, la mattina dalla Stazione di Prima Porta, il concetto di salire su i mezzi senza biglietto diventa normale anche sulla linea 200, stamani alle ore 06.29 il 70% delle persone era sprovvisto del titolo di viaggio, i controlli sono veramente “fantasma”, torniamo sempre sullo stesso concetto di perdita nelle casse dell’Atac, se questa azienda continua su questa strada come farà ad incrementare le proprie entrate, che le consentirebbero di fornire mezzi migliori, (il treno di Prima Porta sia urbano che extraurbano, fa veramente schifo da quanto e sporco), diminuire i prezzi degli abbonamenti ecc. ecc,. Anche sulle linee COTRAL la situazione di chi non paga purtroppo e all’ordine del giorno. Chi paga in questo Paese e solo il cittadino onesto che per levare il costo dell’abbonamento fa un enorme sacrificio, poi nel vedere queste cose ti vengono i nervi a fior di pelle, la cosa peggiore e che se ti permetti di dire qualcosa, ti riferiscono che non puoi fare lo “sceriffo”. La Dirigenza dell’Atac se ne frega della Sicurezza, non sanno neanche, dove sta di casa.

  2. E’ vero che i “portoghesi” sono molti e che quanto descritto a Prima Porta succede in molte altre stazioni. Vorrei, però, sapere da chi ha così ben documentato il fenomeno se ha chiesto i documenti alle persone che scavalcavano. Come avete fatto ad identificare italiani, rumeni e polacchi? Sicuri che non ci fossero anche ucraini, bulgari, moldavi o apolidi? Ma insomma, smettetela di appiccicare etichette e soprattutto nazionalità a persone delle quali non sapete niente. Non basta dire semplicemente che 65 persone in un’ora hanno saltato i tornelli e non hanno pagato il biglietto? Qual’è il bisogno che vi spinge a specificare (senza averne nessuna prova) che sono italiani, rumeni e polacchi?

  3. Chi a scritto l’articolo non voleva far distinzioni di razza, sesso o religione, voleva solo portare alla luce una dura realtà, che si identifica nella stragrande maggioranza in una situazione insostenibile e ingiusta, chi effettua questi ingressi viola delle norme e dei regolamenti che danneggiano chi paga, ma soprattutto recano un danno a delle infrastrutture che dopo devono essere riparate, tali costi purtroppo dopo cadranno sul contribuente pagante. Valentina Ciaccio non voleva far distinzioni ma portare alla luce un problema reale e ben visibile, del resto gentilissimo Sig. Aldo credo che a lei non piaccia se qualcuno deturpa o danneggia qualcosa che dopo andrebbe a pesare sulle sue tasche, le posso dire che gli aumenti delle tariffe su i trasporti pubblici della Capitale sono frutto anche di chi non paga ciò che sarebbe giusto. Magari tra un po dovremmo anche aprire le porte delle nostre casa, ci sentiremo dire che tutta questa povera gente non sa dove vivere, oppure non ha i soldi per pagare un titolo di viaggio, se guardiamo alcuni in maniera dettagliata magari sono vestiti meglio di noi, vanno al bar e consumano quello che qualcuno non può permettersi. Ringrazio Valentina per aver portato alla luce questo esempio di poca civiltà e poca correttezza dei soliti furbetti che vengono da ogni parte del Mondo poichè questo nostro Paese permette a tutti di fare come li pare.

  4. Al solito, c’è gente che ancora crede che le tariffe aumentate ed i servizi scadenti sono causati ANCHE dal comportamento antisociale e, diciamolo, delinquenziale, dei soliti furbetti. I furbetti veri sono altri, sono quelli dell’ultima retata, l’operazione mondo di mezzo, non leggete i giornali, non guardate i tg ? Come mai non ci sono mai soldi per migliorare infrastrutture, servizi, sanità, verde pubblico, manutenzione stradale? Non ci sono perchè se li fregano quelli lì, i 37 arrestati e i 100 e più indagati. I campi rom e altri rendono molto più della droga, ha detto uno degli arrestati. Allora, come la mettiamo adesso con gli zingari “brutti, sporchi e ladri” ?
    SVEGLIATEVI

  5. Lei Sig. Aldo ha ragione nell’affermare che ci sono delle altre circostanze, ma quà stiamo parlando di un’altra cosa, condivido con Lei che in questo Paese le cose non vanno e continuando così, non andranno mai avanti nel verso giusto, mi creda che qualcosa vediamo, forse vediamo più di quello che lei pensa, i soldi di cui parla ci sono, ma ogni argomento è curato per settore, quà si parlava di un’altra cosa, forse dovremmo cercare di analizzare dei piccoli problemi e risolverli per diminuire il grosso problema di questo Paese.

  6. Qui a Baldo degli Ubaldi vedo regolarmente entrare dall’uscita impiegati di attività della zona (extracomunitari e non: per chi ha fatto l’ennesimo commento buonista all’italiana, sappia che non ci vuole una laurea in antropologia per distinguere un cileno da un indiano da un rom e credo che la differenza di nazionalità sia stata specificata al solo fine statistico, perchè siamo tutti civilmente responsabili alla stessa maniera) come dai ragazzini romani che entrano abbracciati due a due e chi più ne ha più ne metta.
    Se da una parte mi sento vittima di un’ingiustizia perchè la mia educazione mi porta a pagare regolarmente, dall’altra penso che non sia nemmen compito mio fare “lo sceriffo”.
    Per mesi il cancelletto dell’uscita di sicurezza è RIMASTO APERTO permettendo il viavai continuo di gente.
    Non si contano nemmeno le volte che trovo il tornello d’ingresso più grande (per invalidi e biciclette) APERTO (?!?), tanto che per comodità pure gli abbonati passano da lì senza star a tirar fuori la tessera.
    Lo vedo fare anche a Re di Roma, valle Aurelia e, seppur con meno frequenza, anche a Spagna e Flaminio.
    Il personale ATAC nei box c’è sempre, ma evidentemente se ne lavano le mani perchè non è compito loro sorvegliare gli ingressi.
    Il fatto che non ci siano controlliperò non significa nemmeno che sia giusto non pagare un servizio.

    Inoltre vorrei segnalare a Valentina Ciaccio che non serve “forzare” il tornello: il genio che li ha inventati ha messo una fotocellula nelle colonnine che adeguatamente oscurata (i più alti lo fanno direttamente con le mani, ma vedo usare con estrema maestria anche buste della spesa e ombrelli) permette di fare ruotare liberamente il tornello scatenando vere e prorie “reazioni a catena” dove ogni “portoghese” permette a quello dietro di lui di entrare.

    Dice bene la Ciaccio: possibile che tutti i santi giorni il commesso del supermercato (come moltri altri impiegati) faccia il pendolare a scrocco quando anche con uno stipendio esiguo potrebbe permettersi i 35 euro di abbonamento mensile o 21 euro al mese di abbonamento annuale? L’abbonamento per disoccupati costa 16 euro, meno di un caffè al giorno.
    Le singole corse costano, in effetti, un’esagerazione rispetto alle distanze effettive che la metro percorre, ma qui non parliamo di quello che salta il tornello una tantum.

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