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Il XV Municipio e il marketing territoriale

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mktg.jpgSi è tenuta ieri, nel Liceo Farnesina, la conferenza urbanistica del XV Municipio. L’assessore capitolino all’urbanistica Giovanni Caudo, assieme alla sua collega del XV Elisa Paris e al presidente del Municipio Daniele Torquati, hanno presentato le linee guida del “futuro del territorio della nostra città e delle opportunità che la rigenerazione urbana offre nella costruzione di un nuovo modello di città”.

Da Vincenzo Pira, coordinatore PD del XV Municipio, riceviamo e pubblichiamo le sue considerazioni in merito.

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“Un importante obiettivo che chi vive e amministra il XV Municipio deve assumere è quello di valorizzare il territorio, le sue ricchezze, le sue potenzialità sociali, economiche e culturali. La Carta dei Valori che ci si propone di elaborare nella Conferenza Urbanistica Municipale deve recuperare come passo fondamentale il senso di appartenenza dei cittadini al proprio territorio. Devono sentire il XV Municipio (Cassia Flaminia) come la loro città e promuoverne l’identità e l’immagine.
Questo è possibile con un progetto di marketing territoriale.”

“Il Marketing territoriale – spiega Pira – si pone come strumento di promozione del territorio e di stimolo allo sviluppo sostenibile locale. Saper comunicare è saper guidare lo sviluppo del territorio in modo coerente con le professionalità locali, in modo da valorizzare i carismi e le vocazioni del territorio, incentivandone l’imprenditorialità locale.
Le sfide della globalizzazione hanno conferito un nuovo ruolo al territorio: un prodotto e, in quanto tale, va opportunamente promosso e pubblicizzato, adeguando il linguaggio e gli strumenti a seconda del destinatario (target) che s’intende raggiungere.”

Secondo Vincenzo Pira “Una buona strategia di marketing consente di valorizzare al massimo le caratteristiche socio-economico-ambientali di un territorio, stimolando e incentivando iniziative imprenditoriali e investimenti e opportunità di crescita della qualità della vita dei suoi abitanti. La costruzione di un piano di Marketing Territoriale si organizza secondo una sequenza di momenti operativi che si susseguono in modo consequenziale e logico.
Il piano presuppone lo sviluppo di marketing analitico e decisionale; per marketing analitico s’intende una fase di studio, vero e proprio momento propedeutico all’azione operativa, che conduce alla definizione di due attività: in primo luogo si opera la segmentazione del mercato, per decidere, in base a ciò che si vuole promuovere, quale soggetto s’intende raggiungere con la propria azione; in secondo luogo, la stima della domanda, per descrivere il numero di soggetti – tra quelli selezionati con la segmentazione che possono essere considerati destinatari dell’azione di marketing.”

“Il marketing gioca un ruolo di prim’ordine nelle politiche di sviluppo locale, molto più della tecnologia, in quanto la tecnologia è un fatto di costi, laddove il marketing è un fatto di idee. Il progetto nasce dalla volontà di realizzare un’idea: s’intende promuovere il territorio, mantenere e attirare investimenti valorizzando le vocazioni produttive locali.”

“Vi sono nel territorio del XV Municipio potenzialità poco valorizzate” sostiene Pira nel sottolineare quali: “la RAI, il policlinico nell’Ospedale Sant’Andrea, l’ENEA, il Centro di formazione della Provincia in via Cassia, i numerosi Centri sportivi, la Biblioteca Comunale a Labaro, la ricchezza archeologica e, infine ma non per importanza, il Parco di Vejo.
Il Piano Regolatore generale approvato dal Comune di Roma prevedeva che Saxa Rubra e la Piana di Labaro diventassero un “Centralità Urbana” per riqualificare e valorizzare un territorio che per quasi il 70 percento si sviluppa attraverso una rete ecologica (lungo il Tevere) e circondato da ricchezze archeologiche da tanto tempo abbandonate e in situazione di estremo degrado.
Basti citare la Villa di Livia, il ponte romano a Labaro, la Tomba del gladiatore, il mausoleo di La Celsa, l’antica via Flaminia, una potenzialità per nulla valorizzata per promuovere la crescita e lo sviluppo umano dell’area.”

“Anni fa si era concordato con il Comune che la Rai concedesse 30 ettari di sua proprietà per la realizzazione di un parco che doveva contenere i vecchi manufatti dell’area, tra i quali le vecchie fornaci Mariani. Lo studio Ridolfi, anni fa propose un suo progetto per la riqualificazione delle vecchie fornaci.
Si propose di far nascere la “Cittadella dell’Arte”, che prevedeva la presenza di spazi espositivi e di laboratori artigianali e artistici di vario genere, inseriti in un complesso che, sfruttando anche le pertinenze dell’edificio, fosse in grado di ospitare anche attività commerciali e ricreative.”

“Perché non riprendere la proposta di organizzare un Campus Universitario sulla formazione nel campo della comunicazione, sulle nuove tecnologie informatiche applicate ai nuovi mezzi di comunicazione di massa ? L’Istituto di statistica europeo “Eurostat” pubblica da anni rapporti statistici sulla consistenza economica del settore culturale in Europa, considerando tutte quelle attività che gli stati membri definiscono come cultura: in estrema sintesi gestione del patrimonio culturale, editoria, archivi, arti visive, architettura.
In Europa, ci dice Eurostat, lavorano oggi in questo campo quasi 5 milioni di persone, ovvero il 2,4% della forza lavoro attiva nei 28 paesi richiamando il valore e le specificità dell’economia immateriale.
Le statistiche sembrano confermare una correlazione molto netta fra le dinamiche del settore culturale e la capacità competitiva delle economie nazionali: stando ai numeri, i paesi meglio posizionati per quanto riguarda l’innovazione sono anche quelli in cui produzione e fruizione culturali sono più consistenti. Chi investe in ricerca scientifica e in formazione avanzata si ritrova con un settore culturale più robusto. E questo vale sia per la città di Roma sia per il XV Municipio.”

“Altro aspetto – continua Pira avviandosi a conclusione – è la promozione delle attività produttive. Da oltre dieci anni si è proposta la nascita del Distretto Artigianale sulla via Flamina, spostando i laboratori di via Sanpierdarena. Promesse mai mantenute.
Chiedere l’approvazione del Piano d’assetto del Parco di Vejo (si aspetta ciò da 20 anni) per dare certezze al sistema produttivo dell’agricoltura sostenibile, della valorizzazione della produzione locale del cibo, non solo come alimento ma anche come importante tratto dell’identità culturale del territorio.”

“Questi – si domanda Pira concludendo – possono essere obiettivi da proporre durante la Conferenza Urbanistica e far sì che diventino risultati attesi in tempi definiti?”

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7 COMMENTI

  1. L’incontro al Farnesina è stao interessante ma, probabilmente per mei limiti, pieno di belle parole e principi lodevolissimi ma di assai poche informazioni pratiche. Si è visto come la città si stia quasi spopolando, a vantaggio di una cintura prossima, e come siano gli immigrati (anche italiani) a far sì che non si tratti di una vera fuga di massa. Abbiamo visto un duagramma che evidenziava il calo di compravendite e affitti delle case (mentre le tasse sulla casa continuano ad aumentare).
    Abbiamo sentito poi parlare di edilizia “sociale” dedicata a quella fascia (consostente) della popolazione che non è in grado di accedere all’acquisto dell’abitazione e che potrebbe invece accedere ad un’edilizia a costi “politici”. Ottimo in teoria… mi domando come si possa poi evitare il losco traffico degli alloggi di edilizia sovvenzionata che abbiamo visto sino ad oggi.

  2. Dopo il primo appuntamento si avvierà un’attività laboratoriale, della durata di due mesi e aperta al contributo di associazioni e comitati presenti sul territorio. L’attività del laboratorio è finalizzata alla costruzione di una “carta dei valori” di ciascun Municipio, nella quale sono evidenziate le qualità territoriali che devono essere conservate e messe in valore, gli obiettivi pubblici che si intendono perseguire e le priorità relative all’attuazione degli interventi. In parallelo si procederà ad una raccolta e schedatura delle proposte già esistenti riguardanti servizi, attrezzature, viabilità, piste ciclabili, parchi, giardini e simili. Da venerdì sarà possibile iscriversi ai tavoli di lavoro laboratoriale nel sito del XV Municipio che coordinerà il lavoro.

  3. Mi chiedo sempre cosa nasconda l’uso di parole e frasi incomprensibili alla maggior parte delle persone come welfare, spending-review, jobs-act, marketing analitico, segmentazione del mercato, sequenza di momenti operativi che si susseguono in modo consequenziale e logico…..forse la volontà di non far capire di cosa si tratta.
    L’uso di un linguaggio ermetico, complesso e di difficile comprensione nasconde sempre idee e progetti inconsistenti.
    Posso immaginare ai cittadini alle prese con la TASI (dopo aver pagato IRPEF, addizionale regionale, addizionale comunale, IMU, tassa sui rifiuti, bollo auto, tiket per le medicine, bolli su ogni documento……) quanto possa fregare del “marketing territoriale” e dei “tavoli di lavoro laboratoriale”.

  4. Concordo con Strix che spesso l’uso di parole inglesi è strumentale alla comunicazione. Sembra, utilizzando queste parole straniere di essere moderni, innovativi, in passo con il futuro. Spesso dietro tali parole vi sono le stanche pratiche di sempre, tanta retorica e pochi fatti e risultati concreti. A volte si usano parole condivise in ambiti specialistici e che capiscono solo gli iniziati del settore. Capita spesso anche in politica e ritengo ciò un difetto da correggere. Occorre farsi capire e occorre fare uno sforzo per non banalizzare concetti complessi che vanno spiegati adeguatamente a tutti. Ed è un compito educativo, formativo e informativo importante anche per elevare culturalmente il confronto. E’ innegabile che in tanti campi l’elaborazione innovativa di nuovi concetti e di nuovi modelli (paradigmi) di riferimento nascono a livello internazionale in lingua inglese e non è sempre facile tradurli in altre lingue senza perdere di senso e di sinteticità. Venendo invece alla riflessione sulla necessità di promuovere quanto di positivo vi è nel territorio e dare opportunità di partecipazione democratica , come proposto nella Conferenza Urbanistica, non sarà una priorità come l’elenco fatto da Strix, ma personalmente ritengo sia un opportunità da valorizzare. Produrre frutti positivi dipenderà dalla qualità della partecipazione e dalla coerenza delle istituzioni nel fare quanto promesso. Sarà poco ma preferisco sempre chi accende una candela a chi sa solo maledire sempre il buio.

  5. Ai cittadini del municipio probabilmente gli basterebbe che fossero funzionali e ben tenute le risorse già presenti, più che progettarne di nuove mentre camminano tra i rifiuti della ciclabile e dei giardini, o sostano davanti a cancelli chiusi dei parchi o portano i figli in scuole fatiscenti..

  6. @ Ivana Perina, credo che una buona manutenzione dell’esistente non sia in contraddizione con la possibilità di investire su nuove attività (spesso con pochi costi) per valorizzare il territorio, creare nuova occupazione e favorire un miglioramento di tanti servizi che sono in tante parti del Municipio del tutto carenti (asili nido, mobilità, attività culturali, raccolta rifiuti, sicurezza stradale, decoro urbano, per citarne alcuni)

  7. Certo che non sono in contraddizione, se tutto poi divenisse funzionale e docoroso e non nuove cattedrali nel deserto, che nel giro di un anno o due tornano alla foresta…

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