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Al Teatro Olimpico la musica immortale dei Pink Floyd

Galvanica Bruni

pink.jpgIl Teatro Olimpico di piazza Gentile da Fabriano ospiterà sabato 27 settembre, con inizio alle ore 21, il concerto “Atom Heart Mother 2014”, un mega-show in cui sono coinvolti più di cento artisti e nel corso del quale verrà eseguita integralmente la suite “Atom Heart Mother” e saranno riproposti molti dei brani più celebri dei Pink Floyd.

IL CONCERTO

Una cover band impeccabile, una sezione fiati di tutto rispetto, tre-cori-tre, una virtuosa del violoncello e un direttore d’orchestra prestigioso: non prendete impegni per l’ultimo sabato di settembre perché al Teatro Olimpico vi aspetta una serata all’insegna dei Pink Floyd che si preannuncia suggestiva, intensa e ricca di effetti speciali.

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Nel corso di questo evento troverà spazio l’esecuzione integrale della suite “Atom Heart Mother”, il poema sinfonico che sul finire del 1970 marcò una svolta fondamentale nella discografia floydiana, traghettando il gruppo dalla psichedelia di “Ummagumma” verso un progressive-rock decisamente più maturo e consapevole.

La parte corale ed orchestrale di “Atom Heart Mother” fu scritta e diretta dal compositore sperimentale Ron Geesin (di cui vi riproponiamo più avanti la nostra intervista di due anni fa) e la suite, che richiede quasi ventiquattro minuti per la sua esecuzione, si articola in sei parti tra di loro collegate senza soluzione di continuità.

Oltre a questa rarissima esecuzione, nel programma della serata sarà inclusa un’ampia selezione del materiale dei Pink Floyd che più s’addice agli arrangiamenti sinfonici e alla partecipazione dei cori.

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Infine, com’è consuetudine di tutti gli spettacoli dei Pink Floyd Legend – che al Teatro Olimpico saranno affiancati dagli Ottoni d’Autore, dal Coro Diapente, dal Coro Arché, dalla Corale Polifonica Città di Anzio e dalla violoncellista Federica Vecchio, tutti diretti dal maestro Giovanni Cernicchiaro – “Atom Heart Mother 2014” avrà anche una sua connotazione visiva importante, dato che verranno utilizzati retro-proiezioni su schermo circolare, laser show, costumi ed effetti speciali, come il maiale volante di “Animals”.

I biglietti, che costano fra i 23 e i 33 euro, possono essere acquistati sul sito internet del Teatro Olimpico e presso le prevendite autorizzate.

A COLLOQUIO CON RON GEESIN

Compositore geniale ed innovativo, Ron Geesin, 70 anni compiuti lo scorso dicembre, ha contribuito in modo determinante alla fisionomia ed al successo di “Atom Heart Mother”, scrivendone da solo la partitura per orchestra e coro.

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Signor Geesin,”Atom Heart Mother” può essere considerata come una sinfonia del XX secolo? Forse “sinfonia” è una parola troppo importante: “poema sinfonico” potrebbe essere una definizione migliore e, poi, perché non chiamarla semplicemente suite? Fondamentalmente, “Atom Heart Mother” è un dialogo tra stili musicali differenti che talvolta collidono e si contrappongono, e talvolta si fondono insieme. La suite potrebbe persino essere concepita come se si stesse assistendo ad un balletto o ad una piece teatrale.

Senza entrare troppo nei dettagli tecnici, qual è la struttura musicale dei sei movimenti di cui questa suite si compone? Innanzitutto, la verità è che i sei “movimenti” sono una creazione artificiale resa necessaria dalla circostanza che il produttore (Pink Floyd Music Publishers) voleva ricavare il più possibile dai diritti d’autore in America (ndr: in quel periodo si percepivano le royalties in base al numero di tracce presenti sul disco e con questo sistema i brani dell’intero album risultarono dodici e non cinque, considerato che anche “Alan’s Psychedelic Breakfast”, a sua volta, venne suddivisa in tre parti).

Quando analizzai (spezzettai) il rough-mix (ndr: il missaggio di massima) dell’accompagnamento ascoltando il nastro originale che i Pink Floyd mi avevano dato cosicché mi facessi un’idea del lavoro, identificai sedici sezioni (contrassegnandole dalla A alla Q, escludendo la O).

Sì, è una struttura molto semplice! C’è un’introduzione definita (dissonante); il primo tema (quasi grandioso); il secondo tema (dichiarazioni liriche dalla chitarra e poi dal violoncello); la ripetizione del primo tema; la prima sezione in cui interviene il coro (Osservazione dal Cielo!!!); “funky” rock e la seconda sezione in cui interviene il coro (Osservazione dalla Terra!!!); un’escursione nell’elettronica (Osservazione dal Sottosuolo!!!); il ritorno al secondo tema (dichiarazioni liriche, etc.); la variazione finale sul primo tema (stessi accordi ma melodia completamente differente) e il finale (accenno di discordanza, poi fine!). E’ davvero una struttura molto semplice!

Quanto è stato importante il suo ruolo in questo lavoro dei Pink Floyd? Secondo me, si è trattato di una vera e propria collaborazione tra me ed i Pink Floyd: il gruppo mi ha fornito il contesto di base attraverso un nastro d’accompagnamento ed io ho scritto e vi ho inserito tutte le melodie e gli arrangiamenti per gli ottoni, il coro ed il violoncello. Dunque, a livello compositivo, i ruoli sono stati paritari, mentre, da un punto di vista commerciale, nel senso della diffusione planetaria della suite, il ruolo dei Pink Floyd è equivalente al 100%.

Cosa significò questo disco per lei e per i Pink Floyd? I commenti critici e qualche volta chiaramente sprezzanti di ciascun membro dei Pink Floyd sono ampiamente documentati, qualche volta mal riportati da alcuni giornalisti che si occupano di musica popolare in modo dilettantesco, qualche volta provenienti direttamente da ciascun componente del gruppo e documentati nei libri e nei video: ma resta il fatto che “Atom Heart Mother” è sempre il lato 1 del loro primo disco d’oro nel Regno Unito!

Io ho sempre considerato il mio contributo come un buon esempio di “crafting” (letteralmente: costruzione, ndr), ossia l’arte di aggiungere e di innestare nuovo materiale su una struttura esistente allo scopo di realizzare una forma completamente nuova.

A causa della scelta da parte del sistema educativo francese di studiare questo lavoro per il Baccalauréat (ndr: il Baccalaureato del Conservatorio di Parigi) e per i crescenti inviti provenienti da tutta Europa, è solo di recente che ho raggiunto il risultato di poter ragionare sulla struttura della suite e, quindi, di essere in grado di rispondere alla sua seconda domanda.

Giovanni Berti

riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

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