Home ATTUALITÀ Ghera-Mori (FI): “Da oggi campi rom senza controllo, chi garantirà sicurezza?”

Ghera-Mori (FI): “Da oggi campi rom senza controllo, chi garantirà sicurezza?”

Galvanica Bruni

“La chiusura del servizio di vigilanza sui campi rom attualmente in carico a Risorse per Roma lascia inquietanti prospettive per la sicurezza cittadina della Capitale”. A sostenerlo sono il Capogruppo di Fratelli d’Italia in Campidoglio, Fabrizio Ghera, e il membro dell’Assemblea Nazionale FDI, Giorgio Mori.

In una nota spiegano infatti che da questa mattina “Non sarà piú garantito il servizio di monitoraggio e controllo dei campi, in quanto i dipendenti sono stati esonerati dall’attivitá. A loro noi non possiamo che rinnovare la nostra solidarietà nell’auspicio che il Sindaco trovi le risorse per confermare l’affidamento da cui dipendono anche i loro posti di lavoro”.

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“A questo punto – continuano i due esponenti FDI – ci chiediamo anche chi si assumerà la responsabilità per l’eventuale mancato controllo delle aree, sia a tutela dei residenti del campo che dei tanti cittadini abitanti nelle prossimità dei campi. Chi garantirà la sicurezza degli accessi nei campi, chi impedirà situazioni di reale pericolo in seguito ad eventuali criticità nei campi e chi impedirà che i campi non tornino ad essere polveriere incontrollate a causa di conflitti etnici e del prevedibile aumento di presenze abusive?”

“Anche per questa ragione – concludono – abbiamo comunque deciso di lavorare su una bozza per creare un nuovo “Regolamento comunale dei campi nomadi” che presenteremo nel prossimo settembre.”

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11 COMMENTI

  1. Primi effetti della scelta folle della giunta Marino di non proseguire la copertura del progetto di vigilanza dentro i campi nomadi.
    Giovedì i Vigili del XV Gruppo hanno effettuato una serie di multe a causa della sosta abusiva dei mezzi appartenenti alle famiglie nomadi che non potevano entrare al Campo Roman River di Via Tenuta Piccirilli.
    Da venerdì mattina non ci sono più pali di divieto di sosta nella seconda parte della Via.
    E i vigili confermano di non poter, allo stato, elevare più multe.
    Questi fatti non erano mai avvenuti proprio perchè il gabbiotto della vigilanza poteva effettuare un controllo continuo su questi fatti.
    E’ come se adesso ci fosse la consapevolezza che è “terra di nessuno”.
    Esprimo tutta la mia solidarietà ai residenti di Via Tenuta Piccirilli.
    G.Mori – FDI ROMA XV

  2. Come chiaramente riportato in più studi e rapporti gli otto Campi Rom (Lombroso (anno 2000), Candoni (anno 2000), Gordiani (anno 2002), Cesarina (anno 2003), Camping River (anno 2005), Castel Romano (anno 2005), Salone (anno 2006), La Barbuta (anno 2012) sono caratterizzati da un isolamento fisico e relazionale, da una precaria condizione igienico-sanitaria, da spazi inadeguati e asfittici, da servizi interni insufficienti, da unità abitative in stato di grave deterioramento e risultano al di sotto dei requisiti minimi previsti dagli standard internazionali in materia di alloggio adeguato.
    E soprattutto costano tanto senza risolvere il problema. Anche per quel che riguarda la sicurezza.
    Nel 2013, le spese sostenute dal Comune di Roma per la gestione dei soli 8 «villaggi della solidarietà», dei 3 “centri di raccolta Rom” e per le 54 azioni di sgombero forzato sono risultate superiori ai 24.000.000 euro, un fiume incontrollato e difficilmente rintracciabile di denaro pubblico che confluisce senza regole nel “sistema campi” romano. Dal momento che si continua a ribadire la volontà di abbracciare e attuare la Strategia Nazionale di Inclusione dei Rom, risulta ancor più difficile comprendere quale sia il criterio che orienta questo enorme flusso di risorse verso un sistema che produce esclusione sociale, discriminazione e violazioni dei diritti.
    Il superamento dei “campi Rom” è necessario e urgente e potrebbe trovare un suo paragone nella chiusura degli ospedali psichiatrici. Esso è possibile attraverso una vasta gamma di opzioni che la Strategia Nazionale per l’Inclusione dei Rom presentata dal Governo italiano nel febbraio 2012 ha indicato: abitazioni ordinarie, pubbliche e private, da affittare o da acquistare, micro aree attrezzate in funzione residenziale, utilizzo di fabbricati in disuso, autocostruzioni.

  3. Scusi Pira ma … come si fa a pensare realisticamente che persone che non accettano l’idea di legalità (divieto di sosta in luoghi non consentiti) possano pensare di “autocostruirsi” responsabilmente “abitazioni ordinarie”… ?
    Inoltre molti di noi non condividono la ” volontà di abbracciare e attuare la Strategia Nazionale di Inclusione dei Rom”.
    Credo che sia un’idea assolutamente razzista che sottende la discriminazione con altre minoranze, oltre naturalmente a incidere sul delicato “principio dell’autodeterminazione dei popoli”.
    Io credo che si dovrebbe pensare ad una semplice “strategia della chiusura dei campi” nel medio termine e basta.
    Interessante la sua analogia tra campi rom e ospedali psichiatrici, Pira …
    Ne possiamo parlare.
    G.Mori

  4. @Mori, lei mi insegna che le responsabilità individuali non possono essere fatte ricadere a un intero popolo. Come purtroppo spesso succede (ultimi casi tra Israele e Palestina dove a pagare con la vita sono giovani indifesi). L’educazione alla legalità non riguarda solo i Rom ma tutta la società (vogliamo parlare di quel che è successo alla Camilluccia e di quello che ruota introno a tanta criminalità organizzata anche a Roma Nord ?). Risposte strategiche (che hanno bisogno di tempo medio lungo) passano proprio nel delicato equilibrio di trasformazioni necessarie a livello culturale senza imposizioni che non rispettano di diritti fondamentali di libertà e autodeterminazione. Tra le libertà individuali e di comunità e quelle sociali e globali. Non credo che l’assistenzialismo (come succede da 40 anni con i Rom a Roma ) sia un obbligo che deve durare per l’eternità. E neanche credo che la soluzione sia cacciare i Rom o riproporre nuove edizioni del Porrajmos (il nazismo che voleva l’annientamento di questi popoli). Occorre coraggio e lungimiranza ma rompere con interessi che niente hanno a che vedere con i diritti dei Rom potrebbe essere il primo passo.

  5. Sempre a socializzare le responchsabilità, Pira. Tipico della sinistra.
    Tanto siamo tutti uguali … Ma non è così. Non siamo tutti uguali.
    Abbiamo gli stessi diritti e non è la stessa cosa.
    Sono modi di affrontare la società radicalmente diversi i nostri. Non solo linguaggio. E io non condivido minimamente la sua posizione.
    Dice “Risposte strategiche (che hanno bisogno di tempo medio lungo) passano proprio nel delicato equilibrio di trasformazioni necessarie a livello culturale senza imposizioni che non rispettano di diritti fondamentali di libertà e autodeterminazione.”
    E’ quel “senza imposizioni” che non ha alcun senso all’interno di una discussione che lei correttamente riferisce a “educazione alla legalità” che però prevede per definizione norma positiva e sanzione.
    E ancora: ” Tra le libertà individuali e di comunità e quelle sociali e globali. ”
    Non sapevo che la Costituzione Italiana mettesse sullo stesso piano libertà individuali con quelle di comunità, sociali e globali.
    La nostra comunità non mette il “principio di legalità” sul piatto della bilancia con qualche strana identità. E’ un cardine della nostra civiltà.
    Non si può comparare quello che è successo a Camilluccia che è certamente un gravissimo reato. Ma ogni analogia è fuori luogo.
    Ma poi … che è successo alla Camilluccia scusi … ?
    Non è che ora costruiremo l’ennesimo teorema politico … ?
    Vogliamo parlarne … ? se lei è in grado di farlo, io l’ascolto.
    G.Mori

  6. C’è un fatto oggettivo su cui riflettere e riguarda il campo River.

    Probabilmente la maggior parte dei cittadini pensando a un campo nomadi ha la fotografia di baracche, degrado, sporcizia, fumi tossici.
    Al campo River non è così.
    Non solo perché c’è chi abita nei bungalow di quello che era un ex campeggio “convertito” in campo nomadi. Ma perché I moduli abitativi sono ordinati, gli spazi esterni puliti.
    Tutto grazie al gran lavoro fatto dagli operatori sociali del campo, dalla guardiania, dalle stesse famiglie, che pur di etnie diverse convivono pacificamente e collaborano nella gestione del campo.

    Un paradiso? No, i problemi, i disagi ci sono. Ma non è lo stereotipo che di solito si ha dei campi nomadi.
    E’ un caso isolato? Forse, ma potrebbe essere un modello per gli altri campi, finché ci saranno.
    Rischiare di farlo diventare terra di nessuno, sinceramente è illogico, irrazionale, inopportuno, miope sotto diversi punti di vita.

    Ai tutti, primi fra tutti ai politici e ai cittadini socialmente impegnati, l’invito davanti a temi sociali è conoscerli, abitarli, avvicinarvisi: cadrebbero barriere, ne guadagneremmo in umanità e accoglienza, ci conosceremmo a vicenda, si affronterebbero e risolverebbero prima e meglio i problemi.

  7. Che io e lei avessimo opinioni diverse non è una novità. Appunto io sono di sinistra e lei è di destra. E io credo che culturalmente e politicamente questi concetti indichino una diversità politica che in tanti danno per superata ma che io invece ritengo attuale. Forse rileggere il libro di Norberto Bobbio (Destra e sinistra – Donzelli editore) sarebbe utile. Ognuno ha i riferimenti culturali che crede più adeguati . Io per esempio mi rifaccio a questo articolo : “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.” (è la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo del 1948…) . Oppure a questo :

    Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. (articolo 3 della nostra Costituzione). Volevo dire che il non rispetto delle leggi non coinvolge solo immigrati e Rom ma che è un problema un po’ più vasto e complesso. Nessun teorema , ma basta leggere la cronaca per sapere chi era Silvio Fanella e dove e perché i magistrati stanno indagando.
    esempio : http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/07/05/news/agguato_alla_camilluccia_convalidato_il_fermo_per_il_presunto_killer-90751294/

  8. Sempre le stesse banalità ; prima “la tifoseria che si ispira a ideologie di destra” e poi “i fatti della balduina” come se la sub-cultura degli stadi o la criminalità comune (a cui appartengono personaggi cone “Jenny la carogna”, “Gastone” De Santis o Fanella) possano avere un qualche collegamento con una corrente di pensiero che ha generato principi come questi: “Non vi sono privilegi se non quello di compiere per primi il proprio dovere….avere fede, credere fermamente nella virtù del dovere, volere il bene ed operarlo in silenzio……accostarsi agli umili con intelletto d’amore……sdegnare le vicende mediocri, credere fermamente nel bene…..).
    Ha ragione Pira quando dice che la Costituzione impone alla Repubblica di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale”: bene, rimuoviamoli SUBITO! Cominciando a sequestrare il patrimonio economico e immobiliare di partiti e sindacati, a togliere il finanziamento pubblico ai partiti, ad eliminare scorte e auto blu, a sciogliere le fondazioni, a sopprimere ogni privilegio di tipo economico, a sequestare le case degli Enti acquistate ad 1/3 del loro valore, ad azzerare ogni privilegio per parlamentari, senatori, sindaci, assessori, consiglieri, ad abolire ogni tipo di immunità.
    Mandiamo i politici a fare nei campi ROM 2/300 ore di volontariato all’anno e poi vedrete come si realizzerà “l’eguaglianza dei cittadini”!

  9. Emanuela, grazie per la descrizione accurata che ha fatto del campo che io peraltro condivido.
    Abbiamo fatto un incontro qualche giorno or sono coi residenti proprio nel campo e molte delle cose che lei dice sono vere.
    Il problema è un altro però, pensavo che fosse chiaro.
    Si tratta del fatto che la sospensione della copertura economica del servizio di vigilanza lascia preoccupanti scenari sulla convivenza tra ospiti del campo e residenti della via e il link che le hanno segnalato sopra è abbastanza significativo.
    Il fatto del taglio del cartello di divieto di sosta è gravissimo e segnala il pericolo che Via Tenuta Piccirilli oggi sia considerata “terra di nessuno”.
    Colgo naturalmente il suo invito sui temi sociali a ” conoscerli, abitarli, avvicinarvisi”, anche se stavolta, forse, abbiamo dimostrato di averlo fatto abbastanza.
    Noi scegliemmo proprio il campo anche come sede del confronto in tema di integrazione rom:
    https://www.vignaclarablog.it/2013121126010/torquati-ottavi-vs-calendino-mori-confronto-tema-integrazione/
    Peccato però che loro non siano venuti …
    G.Mori – FDI ROMA XV

  10. Sono un’abitante di Via tenuta Piccirilli e gentile sig.ra Emanuela Le ricordo che i bungalow sono stati portati appositamente dal comune per L’alloggio dei rom! Non perché era già presenti…il campo nell’interno Ė pulito ma all’esterno nei dintorni sulla via Ė circondata da rifiuti specialmente vicino ai cassonetti…vogliamo parlare della velocità con cui percorrono la via???? Sembra di essere ad un autodromo!!!! Abbiamo timore ad uscire fuori dei nostri cancellii soprattutto per i nostri bambini …di frequente passano i carabinieri proprio per gestire la situazione di etnie diverse visto che il servizio di vigilanza Ė stato sospeso per opera del comune…
    Le consiglio a lei e al sig . Pira di trascorrere qualche giorno qui .

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