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Coppa Italia, spari a Tor di Quinto: arrestato ultrà romanista

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Galvanica Bruni

ferito2.jpgArrestato un ultrà romanista di 48 anni con l’accusa di tentato omicidio. In viale Tor di Quinto sarebbe stato lui a provocare i tifosi napoletani che sfilavano verso l’Olimpico e poi, dopo la loro reazione violenta, a sparare quei colpi di pistola uno dei quali ha ridotto in fin di vita un trentenne.

Si chiama Daniele De Santis, anche lui è stato ricoverato al San Pietro con una gamba rotta ma nel corso della serata è stato trasferito in un altro ospedale dove gli è stato notificato il mandato d’arresto. L’uomo ha precedenti penali.

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il fatto in viale Tor di Quinto

La pista più accreditata dagli investigatori della polizia vedrebbe il De Santis lanciare dei petardi, da oltre la rete del civico 57B di viale Tor di Quinto, contro i tifosi napoletani che avrebbero reagito violentemente inseguendolo e pestandolo all’interno dei locali del Ciak Village. E questo giustificherebbe la sua gamba rotta.

Accerchiato e colpito avrebbe sparato quei colpi micidiali ferendo tre persone. Poi avrebbe gettato la pistola che è stata però ritrovata dai poliziotti.

Ciro Esposito, meno di trent’anni, fra i feriti è il più grave. Una pallottola ha raggiunto la colonna vertebrale. È stato operato all’ospedale Villa San Pietro, poi stabilizzato e trasferito al Gemelli per un consulto con un neurologo. La situazione è definita dai medici “stabile, ma critica”.

Gli altri coinvolti sono un uomo di 43 anni, colpito alla mano destra ed uno di 32 anni, colpito ad un braccio e ad una mano.

il fatto all’interno dell’Olimpico

Naturalmente la partita si è poi giocata in un clima di palpabile tensione sugli spalti. Un capo tifoso del Napoli, seduto su una grata della curva Nord, ha partecipato alla convulsa trattativa che ha preceduto l’inizio dell’incontro.

Si tratta di “Genny ‘a carogna” (così è conosciuto negli ambienti della tifoseria partenopea), riconoscibile per un vistoso tatuaggio sul braccio destro e soprattutto per la maglietta indossata sulla quale campeggiava la scritta con la scritta “libertà per Speziale”, maglietta sulla quale hanno indugiato più volte le telecamere forse senza realizzare sul momento che quella scritta inneggiava all’ultrà del Catania condannato per la morte dell’ispettore Raciti, ucciso a Palermo a febbraio 2007 nel corso degli scontri legati ad un incontro di calcio.

E’ stato lui che ha condotto le trattative fra i tifosi napoletani, che non volevano che si tenesse l’incontro, e la squadra e i dirigenti del Napoli.

E’ stato ancora lui, con ampi gesti, prima a chiedere il ritorno della calma in curva da cui erano state lanciate alcune bombe carta, e poi a dare l’assenso all’inizio della partita quando i funzionari delle forze dell’ordine sono andati sotto gli spalti per comunicare la decisione di giocare.

Il tutto sotto gli occhi del Presidente del Consiglio e del Presidente del Senato, davanti a tutti i giornalisti, davanti a milioni di occhi incollati sui televisori. Era lui a comandare nell’Olimpico. Uno spettacolo indegno. (red.)

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2 COMMENTI

  1. Ma certo, vigiliamo affinchè non ci siano regurgiti nostalgici e lasciamo fare a “Genny a carogna” quello che gli pare in barba alla 2° carica dello stato e a “renzie”. Questa è l’italia; un paese che manderà la propria nazionale di calcio in Brasile, lo stato che ha negato l’estradizione al pluriomicida Cesare Battisti concedendogli anche l’asilo politico. Ma come fate a non VERGOGNARVI!

  2. La colpa è anche di una classe politica incapace di prendere decisioni drastiche contro la violenza negli stadi, facendo prevalere la solita morale post partita che poi sparisce dopo 48 ore ( vds i commenti del pres del senato!!!!). E poi i nostri politici discutono sul numero identificativo da mettere sul casco di polizia e carabinieri, invece di combattere genny la carogna e company. Senza parole, la nostra amata nazione sta andando in malora, ad ogni episodio sgradevole che avviene vengono prese decisioni senza logica e che invece di risolvere il problema vanno nella direzione opposta. In altre parole un paese allo sbando…… Mi dispiace solo per le nostre nuove generazione, per le quali auspico di andarsene in paesi piú civili.

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