Home AMBIENTE Vigna Clara, che fare del manufatto di via del Podismo?

Vigna Clara, che fare del manufatto di via del Podismo?

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L’ormai famosa casetta di via del Podismo a Vigna Clara, quella in cui per quattro anni ha avuto sede lo sportello dell’Ufficio diritti degli animali del XV Municipio, uno sportello poco aperto e ancor meno poco frequentato, è tornata di nuovo disponibile. Terminata ad ottobre la concessione all’associazione a cui era stata assegnata, è di nuovo “sul mercato” in attesa di miglior utilizzo. E dal Movimento 5 Stelle arriva un’interessante proposta.

Sotto forma di proposta di risoluzione che, avendo già ottenuto il parere favorevole delle commissione ambiente, di quella al sociale e di quella al patrimonio, verrà discussa nel Consiglio di martedì 17 dicembre, l’idea avanzata dal M5S locale è semplice, pulita, di facile realizzazione e dai molteplici effetti.

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In sintesi, si tratta di affidare ad associazioni operanti nel sociale e nel campo della coltivazione il manufatto di Via del Podismo per espletare un’azione utile per la collettività attraverso la sperimentazione della coltivazione di piante a fini anti inquinamento.

Ciò consentirebbe da un lato un’azione sociale di recupero e inserimento di persone con difficoltà, ad esempio ragazzi down, giovani autistici, e dall’altro un’iniziativa di tipo ambientalistico promuovendo la coltivazione di piante “mangia smog” che, una volta cresciute e diventate robuste, potrebbero poi essere trapiantate nelle aiuole spartitraffico del territorio.

Interpretando a modo nostro la proposta di risoluzione, immaginiamo che la piccola area verde di via del Podismo possa essere trasformata in un “vivaio” municipale dove coltivare piante officinali che studi acclarati hanno dimostrato essere idonee a catturare i gas inquinanti.

Le piante di fiordaliso, salvia, camomilla, lino, garofano selvatico, calendula, rosmarino sembrano infatti essere molto efficaci nell’abbattimento dell’anidride carbonica. Sono piante spontanee annuali, biennali o perenni, geneticamente predisposte all’adattamento in qualsiasi ambiente e con la capacità di assorbire fino a 20 kg di anidride carbonica per ogni ettaro coltivato.
Inoltre, il loro mantenimento ha dei costi irrisori, per crescere e star bene hanno bisogno solo di luce e pochissima acqua e quindi la manutenzione è minima e non c’è dispendio energetico.

Immaginiamo dunque il giardino di via del Podismo pulito, recintato, curato, florido di queste piante che al loro crescere vengono poi reimpiantate, ad esempio nelle aiuole di Ponte Milvio per “mangiarsi” un po’ dello smog derivante dall’intenso traffico.

Un metodo empirico? Può darsi. Di tecniche contro lo smog ne son state provate tante ma non si è mai tentato in modo strutturato di chiedere una mano alla natura. E se a tentarci fosse il XV Municipio, dando modo a dei ragazzi in difficoltà, riuniti in un’associazione, di provarci, che male ci sarebbe?
Sempre meglio di uno sportello sulla carta aperto due ore al giorno e nei fatti chiuso h24. (red.)

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11 COMMENTI

  1. Potrebbe essere una buona idea; basta pensare che un alberello ha la capacità di sequestrare 16 kg di carbonio in un anno (un grande albero arriva fino a 360 kg). Non ci sarebbe neanche bisogno di “sperimentare” dal momento che è accertata la capacità delle specie vegetali di ridurre gli effetti dell’inquinamento.

  2. ottima idea; le piante potrebbero essere reimpiantate anche lungo la pista ciclabile nel tratto tra ponte Milvio e Ponte Duca d’Aosta.

  3. Questo succede quando le idee sono condivise e le persone oneste ci si mettono.
    Una proposta a costi bassi , in grado di andare a colpire più ambiti e materie, dal sociale all’ambiente.
    Una proposta di buon senso, non c’è bisogno di sperimentare, si sa che le piante officinali hanno questo effetto sull’ambiente circostante, e mentre si discute di aria fritta in molti casi ,queste sono le proposte che portano seriamente a qualcosa.

    Sono anni che quel posto è stato reso inutile, da parte di una ex maggioranza ed un ex presidente in questo caso incompetenti e/o conniventi.
    Uno sportello per la tutela dei diritti degli animali mai funzionante, un manufatto tenuto malissimo degradato a spese dei cittadini. Un bando affidato alla stessa persona che , nonostante ha preso per i fondelli il bando ed i cittadini, 4 anni dopo era in lista con Giacomini.Qualcuno Ci ha fatto la campagna elettorale con finti blitz e proclami. Dopo 7 mesi di “governo”, dopo che il bando era scaduto da settembre( mi pare il bando fu fatto ad agosto con durata 4 anni), ci ha pensato il M5S.
    Speriamo di vedere presto questo progetto rendersi concreto.

  4. Dal momento che area verde e manufatto sono due cose differenti allora proporrei di fare (nel manufatto) un “Centro di Educazione Ambientale” dove portare periodicamente tutti gli alunni delle scuole elementari per far capire loro l’importanza dell’ambiente, come si difende e come si smaltiscono in modo corretto i rifiuti. L’iniziativa potrebbe essere affidata ad Associazioni, Comitati e volontari che potrebbero allestire i locali e fare da “guida”. Il tutto sotto la supervisione magari di qualche Associazione o Ente disponibile (Roma Natura, Ente Parco di Veio). Una sezione potrebbe essere dedicata anche al verde cittadino così da far conoscere ai bambini quale sono le risorse del quartiere dove vivono.

  5. E’ sicuramente una idea, una buona idea…
    Il problema, purtroppo, non sta nel trovarne (e su questo ritengo che promuovendo un “concorso di idee pubblico ne arriverebbero di singolari, interessanti e valide…) ma negli aspetti “gestionali”.
    Quella dello Sportello dei diritti degli animali ci sembrò, e così era nelle intenzioni di tutti, una buona idea di pubblica utilità. Ma i “buoni propositi”, purtroppo, si sono scontrati con la realtà ed il servizio non è stato assolutamente all’altezza delle intenzioni.
    Se non si trovano strumenti di “redditività” che possano sostenere una qualsiasi attività, inevitabilmente i costi di gestione, di personale e di manutenzione (anche considerando le scarse risorse Municipali) finiscono nel compromettere e vanificare qualsiasi “buona idea”.
    E’ fondamentale e assolutamente necessario inserire nel bando di affidamento, qualsiasi sarà la destinazione d’utilizzo, l’obbligo di produrre un piano gestionale che specifichi in modo circostanziato, costi, ricavi, oneri, personale impiegato, orari ecc..

  6. quanti sanno che molti anni fa quell’area verde faceva parte del giardino della scuola media “De Coubertin” e che in quel manufatto venivano svolte le lezioni di botanica (usata come serra)? Sarebbe ripristinata la destinazione d’uso iniziale! Saluti

  7. A Marco Perina, che sicuramente ha maggiore esperienza nella questione vorrei dire però che un tentativo si potrebbe fare: mentre il Municipio dovrebbe farsi carico delle spese vive del manufatto (manutenzione, luce, acqua) ad un “pool” di Associazioni e Comitati (sempre che ci sia!) potrebbe essere affidato l’allestimento del “Centro di Educazione Ambientale” il tutto sotto la guida magari dell’ Ente Parco di Veio e/o di Roma Natura che potrebbero fornire consulenza ma anche materiali (pubblicazioni, cartografia reperti). Il Centro a cura dei volontari potrebbe essere aperto nei giorni feriali, la mattina, a disposizione delle Scuole Elementari. Anche i Guardiaparco degli Enti potrebbero fare ai bambini lezioni su come ci si comporta in un’area protetta. La parte di giardino potrebbe eser destinata invece alla coltivazione di piante “mangia-smog”, altro aspetto didattico importante. Perchè non provare?

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