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Tor di Quinto, l’Emozione non ha voce ma la speranza sì

Galvanica Bruni

Toni concitati quelli usati nel pomeriggio di giovedì 14 novembre nella sala riunioni della sede del Dipartimento dello Sport di Roma Capitale, per un tema che coinvolge il XV Municipio XV e, forse, Roma tutta. Protagonisti della vicenda sono decine di ragazzi con problemi dello spettro autistico e i loro genitori che da 3 anni utilizzano quei 5mila metri quadri di spazio verde a Tor di Quinto, altrimenti abbandonato a sé stesso, per svolgere terapia occupazionale e cantieristica.

Terapia svolta con la collaborazione piena e fattiva degli operatori Anpet e delle famiglie, riunitesi nell’associazione “L’Emozione non ha voce” con l’obiettivo di dare voce appunto, ad adolescenti e adulti autistici attraverso attività, progetti e interventi d’integrazione sociale e lavorativa, e non solo questo.

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L’associazione offre supporto ai genitori e ai fratelli o sorelle, proponendo sostegno psicologico e materiale nella vita di ogni giorno e aiuta le famiglie a pianificare e preparare il “dopo di noi” affinché ogni soggetto autistico possa esprimere le sue capacità, al massimo della sua autonomia.
Per queste ragioni il lavoro dell’Associazione è diventato di riferimento per famiglie e ragazzi di tutto il territorio romano, che hanno potuto trovare una struttura “come ce ne sono poche”, in grado di pensare e offrire possibilità a lungo raggio.

Da luglio però l’attività del cantiere è interrotta: lì i ragazzi con le loro mani stavano costruendo una chiesetta dopo aver dissodato il terreno, trasportato carriole, preparato la calce e alzato pareti. Hanno imparato un mestiere e lavorato sodo per raggiungere un obiettivo. Ma Il 31 luglio la Polizia Municipale ha eseguito un’ordinanza del giudice mettendo i sigilli al cantiere: abuso edilizio è stata la motivazione, che ha scatenato forti preoccupazioni fra i familiari dei ragazzi.

Sono 30mila i mq che dovranno essere concessi ai legittimi assegnatari del bando comunale indetto nel 2009 per la creazione di impianti sportivi in quella zona. Si tratta infatti di un vasto appezzamento su cui insiste anche il cantiere dei ragazzi,da lì la chiusura. La Società Fettuccina e il Flaminio Sporting Club stanno perciò chiedendo l’immediata esecuzione degli esiti del bando.

Nel tentativo di dare una risposta alle centinaia di lettere inviategli dai familiari dell’Associazione “L’emozione non ha voce” in merito alla concessione dello spazio verde di viale Tor di Quinto 57/B, l’Assessore allo Sport Luca Pancalli ha incontrato i ragazzi e i loro genitori.

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“La società Real Fettuccina ha vinto il bando regolarmente – esordisce l’Assessore – partiamo quindi dal prendere atto che la vostra – e si rivolge ai genitori dei ragazzi – è una posizione di illegalità, avendo occupato l’area”.

“Un’illegalità che dura da 16 anni” sottolinea una mamma, ad indicare che nonostante la loro occupazione, nessuno finora si è mai preoccupato di trovare una destinazione alternativa dell’area o di concedere una regolarizzazione agli occupanti.

“Il fatto che la vostra opera sia meritoria non la legittima. C’è qualcuno che ha vinto un bando e che ora sta facendo penare le casse del Comune”.

Sì perché la Real Fettuccina ha aperto una vertenza nei confronti di Roma Capitale per mancato adempimento della sentenza che la vede assegnataria del bando, individuando una sanzione pecuniaria di 450 milioni di euro a cui si aggiungerebbero circa 1000 euro al giorno per ogni giorno di utile mancato.

Una possibile soluzione che il Comune propone in accordo con il Presidente del Municipio XV Daniele Torquati, presente all’incontro, e col Presidente del Municipio II Giuseppe Gerace, sarebbe quella di trovare un’area anche non troppo al di fuori dai “confini municipali”, che sia adatta in termini di spazi e che venga incontro ai bisogni immediati dei ragazzi.

Una delle mamme, contrariata, si alza e interviene :”Non ci possiamo permettere di cambiare zona. Il denaro speso fino ad oggi nelle attività andrebbe perso, i ragazzi interromperebbero le terapie… Pensiamo al maneggio di Villa Ada, i luoghi ci sono, ma non vengono dati!”

Torquati tenta di placare gli animi ricordando come sia il Municipio che il Comune su quell’area non possano più avanzare alcuna richiesta. “Sappiamo la particolarità della vicenda, ma quello ormai non è più terreno del Comune, è questa la realtà, è questo il dramma.”

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Si passa quindi a vagliare la seconda proposta, nata dall’incontro fra L’Assessore allo Sport e i legali della Real Fettuccina. Si tratta della possibilità di individuare all’interno di quelle migliaia di metri quadri che, rigorosamente secondo bando dovranno essere utilizzati per finalità sportive, uno spazio utilizzabile anche dall’Anpet e i suoi ragazzi per attività in linea coi requisiti richiesti.

L’incontro è intenso nello svolgimento, ma quest’ultima proposta incontra l’approvazione delle famiglie, sollevate nel riscontrare una volontà politica disponibile all’ascolto.

Il consigliere M5S del XV Municipio Teresa Zotta, che da mesi si batte nella Commissione municipale per le Politiche Sociali perché non cali l’attenzione sulla vicenda, dichiara: “Continuerò a pungolare il Consiglio del XV perché questa è una realtà che coinvolge tutti, indipendentemente dallo schieramento politico di appartenenza. Anzi, ci tengo a ringraziare il Consigliere Alessandro Pica, capogruppo SEL, per la collaborazione. – Poi aggiunge – Quando servendosi di un emendamento si fa propria una vicenda, strumentalizzandola per mero consenso politico, non si fa il bene di nessuno. L’attività svolta dell'”Emozione non ha voce” è unica nell’intero territorio romano, perciò sarebbe una nota distintiva per il XV Municipio, se si riuscisse a mantenerla operante.”

Unico ostacolo, non da poco, che si frappone al raggiungimento della soluzione è la difficoltà di reperire la società assegnataria. Sicuramente l’accoglimento di una proposta del genere, ci sentiamo di dirlo, non porterebbe che guadagno alla Real Fettuccina in termini di immagine e pubblicità.

Chiara Maria Sole Bravi

riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

 

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1 commento

  1. L’argomento tocca tutti in modo trasversale, così come dice la consigliera Zotta. Non si può e non si deve abbandonare le realtà del sociale che cercano di fare ciò che lo Stato non è stato in grado di fare anche a spese del proprio tempo e denaro.

    Sandra Elizabeth Yaguana

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