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Lettori – Al Fleming rullano i tamburi

ArsMedica

insonnia.jpgSi direbbe un remake del film “a sud rullano i tamburi”, un film drammatico del 1951 che parla della guerra civile americana. E invece no, anche se prodromico di una ribellione civile all’italiana, il fatto accade nel 2013 a Collina Fleming dove, stando a quanto ci segnala il lettore Antonio, “un magnifico parco di una villa prospiciente via A. Fleming è stato trasformato in una terrazza con la costruzione di una piattaforma in legno e strutture in ferro”. E che succede in questa terrazza?

“Da questa terrazza – racconta Antonio – nei tre giorni del fine settimana viene sparsa a larghe mani musica di ogni genere che io definisco “tamburi lontani”. Infatti fino ad oltre le quattro del mattino tutta l’area “gode” di questo rumore assordante che fa vibrare i vetri e che mette in agitazione il sistema cardiaco delle persone. Chiamate al 113 e Carabinieri ne abbiamo fatte tante , adesso si passerà alla magistratura”.

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“Si pensi – tiene a precisare Antonio – che io mi trovo dalla parte opposta a Corso Francia con in mezzo quel bel monumento che è il mercato di via Riano con i due piani di Trony annessi eppure mi sembra di avere gli altoparlanti dentro casa!  Mi chiedo: ma le autorità, quelle che dovrebbero vigilare, ce le hanno le orecchie? ma ancora di più, ce l’hanno una coscienza? Possibile che nessuno interviene?”

“Ritengo – conclude Antonio – che tutto ciò costituisca un vandalismo continuato e per certi versi autorizzato ai danni di tutti i cittadini residenti della zona che vorrebbero riposare a notte fonda”.

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6 COMMENTI

  1. Fosse solo quello ….. anche la discoteca giù a tor di quinto…ma la domanda è una chi dà i permessi ???? sono sicura che abita MOLTO lontano da qui …..

  2. Questa situazione è già stata rilevata da alcuni cittadini.
    I cittadini sollevano una serie di contestazioni legate a problematiche diversificate.
    Da un lato, le immissioni acustiche sono indicate da alcuni come superiori ai limiti di tolleranza. Per questa ragione è stato chiesto all’ARPA di effettuare dei rilevamenti per verificare la sussistenza di queste segnalazioni.
    Alcuni hanno segnalato modifiche della struttura originaria non conformi a standard urbanistici e la mancanza di autorizzazioni all’esercizio commerciale.
    Infine è stato sollevato il problema molto delicato della mancanza di parcheggi per supportare questa attività.
    Per tali ragioni abbiamo deciso, con lo Sportello del Cittadino in XV Municipio, di incontrare alcuni amministratori e alcuni cittadini che ne avevano fatto richiesta assieme al responsabile della struttura condividendo tempi delle verifiche e maggiore attenzione alla convivenza tra residenti e commercianti.
    A dire il vero, a seguito di sopralluogo assieme ai citati soggetti, non sono emerse particolari modifiche della struttura da destare dubbi di rispetto alla conformità alla legge dei lavori.
    Discorso diverso invece per la recettività della sosta su tutta l’area che appare totalmente insufficiente.
    Il gestore ha offerto la disponibilità a realizzare, in accordo con l’autorità comunale e municipale, un ampliamento degli spazi di sosta nelle aree intorno all’area cani e alla curva dell’uscita della tangenziale.
    Premesso che tale iniziativa è tutta da verificare sulla base delle proprietà delle aree suddette, mi sembra abbastanza evidente che attualmente non vi è una sufficiente capienza per il parcheggio degli utenti e la cosa crea un forte impatto negativo sulla circolazione locale.
    Infine un ulteriore elemento da non trascurare è emerso nell’incontro nel quale il responsabile della Villa ha dichiarato testualmente: “io do 70 posti di lavoro, fate voi”.
    Alla luce di quanto sopra, mi permetto una valutazione che cerca di coniugare il ruolo di “soggetto politicamente impegnato nel territorio” e di “cittadino di Roma e del XV Municipio”.
    In un momento così grave per tutto il nostro Paese, è necessario che le categorie produttive abbiano assoluto rispetto del “principio di legalità” e attenzione alla vita privata dei cittadini che la notte riposano prima e dopo una giornata lavorativa spesso pesante. Ma dall’altro lato anche noi dobbiamo avere senso di responsabilità e capire che ad ogni apertura di attività commerciale che genera un indotto lavorativo e genera circolazione di denaro la nostra risposta non può essere sempre e solo: “si passerà alla magistratura”.
    Certo, a Ponte Milvio la vicenda dei “marciapiede fai da te” ha indotto una forte e legittima sfiducia dei cittadini nella classe politica, me ne rendo conto, ma non possiamo sempre gettare il bambino con l’acqua sporca, perché mi sembra che questo sia lo sport più praticato dagli italiani.
    Il delicato bilancio degli interessi in gioco è la vera discriminante oggi nella politica italiana.
    G.Mori

  3. Bravo Giorgio, l’hai scritto proprio tu: “forte e legittima sfiducia dei cittadini nella classe politica”

    alle persone che non dormono non puoi dirgli dell’incremento dei posti di lavoro anche e soprattutto perchè se ti fai i locali di via Flaminia scopri quanti di questi ragazzi lavoratori hanno un contratto regolare (molto pochi)

    e poi basta con la storia delle rilevazioni ARPA a norma : ma credete che il sig.Antonio si mette a scrivere, chiamare il 113 3 e i carabinieri perchè sente le voci come Giovanna D’arco?

  4. Credo sia proprio ora di finirla con l’alibi “creo posti di lavoro e quindi mi deve essere concesso tutto e di tutto”, Il rispetto verso gli altri deve essere alla base della convivenza civile e quanto segnalato e quanto accade nell’area di Ponte Milvio testimonia largamente questa mancanza di rispetto.Quello che fa più male e che fà riflettere molto è l’atteggiamento che questi signori “politicamente impegnati” hanno nei confonti di problematiche di base nella vita delle persone.
    Inoltre mi piacerebbe tanto vedere l’atteggiamento di queste persone quando ,magari intorno alla mezzanotte decidono di andare a dormire, dividono la propria camera da letto con una discoteca,………
    Non dico altro perché certe affermazioni non lasciano spazio ad altre parole.
    Antonio

  5. Non mi pare proprio che sia stato detto questo.
    Il rispetto e il culto del “principio di legalità” è un cardine della vita politica di alcuni, tra cui sento di potermi tranquillamente inserire senza timore di essere smentito.
    Credo però che se ci rendessimo conto del grave momento di difficoltà del nostro Paese e del nostro Popolo, allora potremo davvero dire che comprendiamo il senso del “principio di solidarietà” e di quello “di sussidiarietà”.
    In quante realtà italiane, io ho visto chiudere attività commerciali che producevano “lavoro” e “circolazione di liquido”, solo perché un magistrato voleva dormire sonni tranquilli o aveva preso una “seconda casa” per la famiglia e non voleva fastidi nel “meritato riposo”.
    Gira voce che un cassonetto all’angolo di Via Morlupo non fosse stato ricollocato soltanto per le pretese pesanti di un giudice che non voleva tale contenitore, per motivi misti, davanti alla porta di casa.
    Ma intanto gli anziani della via dovevano attraversare la strada nel punto più pericoloso del Fleming ogni giorno…
    Ora, quando parlo di “delicato bilancio degli interessi in gioco” anche io credo che “certe affermazioni non lascino spazio ad altre parole.”
    “La pimpa” … volete iniziare una battaglia sulla regolarità delle assunzioni in zona … ? Bene, iniziamo a troncare alla fonte questo flusso di lavoro irregolare, controllando le frontiere e impedendo la cancellazione della Bossi-Fini, altrimenti stiamo parlando solo di cose strumentali o di “battaglie radical chic” da fare al termine di una serata da salotto al Fleming o a Vigna.
    G.Mori

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