Home ATTUALITÀ Labaro, Casa Lazio Bob Lovati – Chirizzi, Tolli (PD): “E’ ora di...

Labaro, Casa Lazio Bob Lovati – Chirizzi, Tolli (PD): “E’ ora di sciogliere le ambiguità”

Galvanica Bruni

“Ora che in Comune e nel XV Municipio ci sono nuove maggioranze si apre la possibilità di intervenire con decisione e trasparenza sulla vicenda del palazzetto dello sport a Colli D’Oro. La scelta delle amministrazioni di destra di non esercitare nessun ruolo di controllo sulla trasformazione, la sua sostenibilità economica e di fuggire da una responsabilità propria di concertazione con il territorio, ha trasformato una opportunità in un salto nel buio.” Così in una nota Marco Tolli e Gina Chirizzi, dirigenti del Partito Democratico.

“Già ai tempi della cantierizzazione dell’area ponemmo all’allora Sindaco Alemanno dei nodi fondamentali che andavano sciolti. L’assenza di condivisione da parte del territorio imponeva il tentativo di verificare la possibilità di una delocalizzazione condivisa dell’impianto e, in ogni caso, era necessario dare garanzie sulle modalità di gestione, sulle forme attraverso le quali esercitare il controllo pubblico e fornire chiarimenti sulla disponibilità delle risorse necessarie al completamento dell’opera.”

Continua a leggere sotto l‘annuncio

“La capacità del concessionario di portare a compimento l’impianto doveva essere argomento di verifica politica e amministrativa volta ad evitare salti nel buio. E, in assenza di certezze il Sindaco avrebbe dovuto sospendere i lavori. Questi nodi non sono mai stati sciolti, il cantiere è fermo e rispetto alle difficoltà del momento manca una doverosa comunicazione ai cittadini di Labaro”. 

“E’ nostra intenzione – concludono Tolli e Chirizzi – forti del risultato elettorale acquisito, quella di avviare un processo di analisi delle criticità e di individuazione di soluzioni condivise. Ce lo impone la responsabilità di governo e per questo, nei prossimi giorni ci attiveremo per approfondire la situazione e avviare percorsi amministrativi nell’interesse dei cittadini del quartiere”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

8 COMMENTI

  1. Mi sento sulla stessa vostra lunghezza d’onda sul discorso delle responsabilità…tuttavia per completezza è importante non tralasciare che la localizzazione dell’opera ed il suo successivo finanziamento fu fatta dall’allora giunta veltroni insieme a tutta una serie di opere che avrebbero dovuto emancipare la borgata di labaro a quartiere.
    Purtroppo Veltroni (e a quanto dimostrato oggi anche Marino) piaceva tanto tagliare i nastri ma poi lascia le opere a metà come fossero cattedrali nel deserto…..ora credo che al di là della battuta la polemica non debba essere quella di chi ha quale colpa, ma che è necessario da oggi trovare una soluzione.
    I lavori sono fermi da circa due mesi a detta dei residenti che dal loro balcone vedono sorgere lo scheletro del palazzetto. Io non sono mai stato un acerrimo nemico del palazzetto posizionato in quel parco, ma una situazione così non è tollerabile e spero di potermi rendere utile insieme all’attuale amministrazione per evitare che tutti quelli che dicono “tanto in Italia non riescono a fare le opere, tanto rimane tutto a metà” si siano ALMENO questa volta, almeno dietro casa nostra, sbagliati

  2. Gli interessi dei cittadini del quartiere sono stati reclamati per oltre un anno attraverso la raccolta di 4.000 firme di abitanti contrari alla costruzione di questo vergognoso impianto che lì, dove si pensava di costruire, non serve assolutamente a nessuno in quanto il quartiere è già servito da numerosi centri sportivi.
    Le cose che servono al quartiere son ben altre.

    E’ stato urlato in tutti i modi possibili, attraverso manifestazioni, occupazione di strade, ricorso al TAR, articoli giornalistici, anche su questo portale, servizi televisivi locali e nazionali (Buon Giorno Regione, TG3 Regionale, Striscia la Notizia, ecc. ecc.)
    Nessuno dei politici della scorsa amministrazione ha voluto impegnarsi in prima persona nella vicenda , anche Tolli, e questo posso testimoniarlo perchè ero presente, ci disse che “ormai hanno già iniziato a costruire, non c’è più nulla da fare”.

    Sono meravigliato che adesso qualche politico si sveglia, adesso che la frittata è fatta,
    sempre meglio tardi che mai ci direte, ma perchè in Italia bisogna sempre aspettare il morto per poter prendere qualche provvedimento?
    Il morto adesso è lì, sotto gli occhi di tutti, vi invitiamo ad andarlo a visitare, così ve ne rendete conto.

    Il cemento è stato colato nel bel mezzo di un parco pubblico, 48 alberi sono stati tagliati, la ditta costruttrice (dichiarazione fornitaci dal proprietario) e gli operai non sono stati pagati per i lavori fino ad ora svolti che preciso, sono fermi dal mese di MARZO.

    E’ cronaca di qualche giorno fa quella di un tentativo di furto svendato dai carabinieri da parte di alcuni operai che cervavano, con un camion, di recuperare almeno parte del materiale abbandonato nel cantiere per rifarsi dei soldi dovuti.
    I finanziamenti di 5 milioni di euro, quelli della prima trance ottenuti con la fidejussione del Comune sembrerebbero finiti (il condizionale è d’obbligo per carità bisogna fare luce su questa cosa) e la seconda trance, quella non coperta da alcuna garanzia del Comune e quindi a completo carico della Lazio Pallavolo, non potrà essere rilasciata dalla Banca del Credito Sportivo se non dopo il completamento del primo stadio di avanzamento dei lavori che prevede la consegna del palazzetto di 1,200 posti a sedere, parcheggio e viabilità dell’area (questo è scritto nelle delibere che hanno autorizzato l’impianto e ne stabiliscono le procedure, non ce le siamo inventate noi)
    ad oggi a mala pena sono state abbozzate le fondamenta, ed è tutto lì, abbandonato ed arrugginito sotto gli occhi degli abitanti del quartiere.

    Siamo disponibili, a fornirvi tutti i ragguagli del caso che è stato studiato a fondo con i legali ed i i tecnici che ci hanno assistito nel ricorso al TAR che, ricordo, è tuttora in corso non si è ancora discusso nel merito (è stata solo respinta la nostra richiesta di sospensione immediata dei lavori ma, come avete constatato si sono sospesi…. da solo)

    Se quache colpa c’è stata in tutta questa brutta faccenda è bene che chi ha sbagliato questa volta PAGHI, perchè non è giusto che debbano sempre pagare i cittadini sulla loro pelle.

    Pasquale Annunziata
    per il Comitato Salviamo il Parco di Colli D’oro
    http://www.parcocollidoro.it

  3. Gentile Annunziata,

    confermo che arrivati in una fase avanzata di intervento diventa difficile, se non impossibile, portare chiunque a ragionare di delocalizzazione condivisa. Questo ovviamente riguarda qualsiasi opera. Si può non essere d’accordo ma alla fine credo che raccontare la verità e evitare di portare a spasso la gente sia un tratto di grande serietà politica.

    In ogni caso, al fine di concentrarci insieme sulle criticità di oggi ed evitare inutili ricostrizioni fatte di “se” e di “ma” le invio il link di una intervista rilasciata circa un anno fa alla brava Sara mechelli. Potrà notare che la penso ancora allo stesso modo.

    Buona giornata,

    Marco Tolli

    http://www.lungotevere.org/index.php/municipi/xx/17434-casa-lazio-tolliqgestione-partecipata-e-certezza-dei-finanziamenti-alemanno-e-giacomini-diano-garanzieq

  4. Gentilissimo Marco Tolli,
    mi consenta di esprimere il mio sincero apprezzamento per le sue opinioni in merito alla costruzione dell’impianto sportivo all’interno del Parco di Labaro che, devo riconoscere, è stato sempre coerente sia nell’intervista di un’anno fa, che conosco bene perchè l’abbiamo riportata anche nel nostro sito a marzo del 2012, sia in quella di ieri,
    e apprezziamo, altresì, il riconoscere da parte sua che effettivamente ci sono state gravi colpe sia nella gestione Veltroni che scelse questa infelice location e che non fece analizzare attentamente la reale fattibilità finanziaria del progetto nell’assegnazione del bando di gara, proprio per evitare il “salto nel buio” come dice stesso lei.
    Questa inconcruenza del programma finanziario a noi, per dirle, balzò subito agli occhi dal primo momento in cui avemmo l’accesso agli atti che, come saprà, a noi cittadini è concesso in 30 giorni ed invece un consigliere ha l’accesso immediato, e non comprendiamo perchè non lo è stato altrettanto lampante a chi aveva competenze tecniche maggiori delle nostre.
    E infine evidenziando le colpe altrettanto gravi della giunta Alemanno che ha materializzato la delibera finale autorizzando l’inizio dei lavori senza mai effettuare un attento controllo sull’andamento degli stessi, il rispetto del contratto, le capacità finanziarie del concessionario di portare a termine l’opera e, la cosa più grave, tenendo sempre all’oscuro gli abitanti del quartiere fino al giorno dell’apertura del cantiere.

    Ma mi consenta però di essere in disaccordo sulla sua rassegnazione nell’accettare le cose così come sono state decise che dovevano andare, quando dice:
    “arrivati in una fase avanzata di intervento diventa difficile, se non impossibile, portare chiunque a ragionare di delocalizzazione”
    Ma bisognava combattere prima, non dopo, affinche non si arrivasse a tutto ciò, tenga presente che tutto è iniziato nel 2006 con il bando di gara, la prima conferenza dei servizi nel 2007 e la seconda nel 2008, la delibera finale è stata firmata il 9 giugno del 2010, gli scavi sono iniziati a gennaio del 2012 e i lavori ad agosto del 2012, e si sono fermati (per sempre?) a marzo del 2013

    E’ proprio questo che un politico deve saper fare, se è convinto che gli interessi dei suoi cittadini sono in contrasto da quelli decisi a tavolino da una dirigenza politica, deve avere il coraggio di ribellarsi e scendere sul serio in campo affianco a loro sapendo dire: NO! questa cosa qui non si deve fare, cercando in tutti i modi di trovare una motivazione per fermare tutto.
    Almeno tentare, studiare gli atti, richiamare la stampa, scendere in piazza con loro e non rassegnarsi come ha fatto dicendo “ormai non si può fare più nulla, ormai è già stato tutto deciso”.
    Ad esempio, poteva impugnare la delibera per violazione dell’art .6.1 del Regolamento comunale sul decentramento municipale per la mancata acquisizione preventiva del parere obbligatorio non vincolante del Consiglio del XX Municipio che non c’è mai stato e presentare un’istanza di annullamento di ufficio al Comune di Roma (ai Dipartimenti autori delle determine dirigenziali) con diffida ad adempiere?
    Lo ha detto anche lei che non sapevate assolutamente nulla come consiglieri municipali e tra l’altro non è mensionato in nessuna delibera questo parere non è mai esistito.
    E non semplicemente di chiedere a Giacomini di “dare le garanzie” sapendo che non lo avrebbe mai fatto e mettendosi nel contempo la coscienza tranquilla per averlo chiesto.

    Con stima, cordialmente

    Pasquale Annunziata
    per il Comitato Salviamo il Parco di Colli D’oro
    http://www.parcocollidoro.it

  5. Faccio presente che il progetto e’ stato approvato dopo ben 2 Conferenze dei Servizi a cui hanno partecipato le Soprintendenze competenti per territorio, anziché la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio, che assieme alla Regione Lazio hanno ignorato il divieto di abbattere gli alberi prescritto dal P.T.P. n. 15/7 “Velo-Cesano” e ribadito dal Piano Territoriale Paesitico Regionale (P.T.P.R.).
    Oltre al mancato parere dell’allora XX Municipio, c’è stata anche la mancata partecipazione dei cittadini a questo progetto che di fatto affida a gestione privata la metà di un parco pubblico che veniva goduto da più di 20 anni.
    TAR e Consiglio di Stato non hanno ritenuto sufficientemente “fondate” tutte le suddette violazioni, senza darne alcuna dimostrazione.
    Una ignoranza del diritto di tale portata non può essere liquidata con una “politica” che cerca ora di mettere d’accordo capra con cavoli: spetta ormai alla Commissione Europea riconoscere i diritti dei cittadini di Colli d’Oro e denunciare la violazione alla Corte di Giustizia Europea.

  6. Per dovere di informazione e trasparenza: Abbiamo presentato, in merito alla vicenda in data 1 luglio u.s., interrogazione al Municipio e in data 23 luglio interrogazione in Regione ( visibile sul sito ). Solo in data 31 luglio in occasione del Consiglio e dopo aver presentato question time , il Presidente del Municipio ha risposto. I motivi del ritardo sono stati, comunque, chiariti. Di tutto avevamo dato informazioni ai cittadini attraverso i nostri canali, accessibili a tutti.
    Ci sentiamo di ringraziare Il Presidente Torquati che, pur nella genericità di una risposta quasi di circostanza, ha, nel corso del Consiglio, ” assicurato ” l’attenzione di questa giunta al caso. In quali termini lo verificheremo; ci auguriamo, in stretta collaborazione con i cittadini, nello spirito della massima condivisione della /e soluzioni possibili.
    Teresa Maria Zotta ( M5S )

  7. In un’intervista alla Repubblica del 7 ottobre u.s. (che potete leggere qui http://www.repubblica.it/ambiente/2013/10/07/news/politica_bestiale-68093505 )
    il sindaco Ignazio Marino dichiara : “Il verde urbano è un patrimonio unico, da preservare. Roma è fra i comuni più verdi d’Europa e la sua ricchezza di flora e fauna è inestimabile. Il nostro compito è proteggere e conservare questa ricchezza con tutti gli strumenti a disposizione. Per questo un regolamento unico che vada in tale direzione potrebbe rappresentare uno strumento utile. Non voglio più vedere la mala gestione della cosa pubblica come accaduto con i punti verde qualità o altre speculazioni ai danni di aree verdi pubbliche”.

    Signor Sindaco, premesso quanto segue:

    1) a nome del Comitato Salviamo il Parco di Colli d’oro le sono state inviate inviate a mezzo PEC delle istanze in data 24/07/2013, il 30/9/2013 e 08/10/2013 : NON SONO STATE MAI RISCONTRATE NEMMENO IN MODO INTERLOCUTORIO! Silenzio assoluto, analogamente a quanto fatto dalla Giunta precedente.

    1) E’ stato presentato un ricorso al TAR contro il Comune di Roma, la regione Lazio e il Ministero dei Beni Cultirali e Ambientali per violazioni delle normative di legge e dei regolamenti comunali.

    2) E’ stata presentata un’interrogazione scritta al Presidente del Municipio XV dal consigliere del XV Municipio Teresa Zotta;

    3) E’ stata presentata un’interrogazione scritta dai Consiglieri regionali Porrello e Blasi al Presidente della Regione Lazio per nulla osta non conformi alle norme. (vedi nel sito)

    4) E’ stata presentata da tutto il Gruppo Capitolino “MoVimento 5 Stelle”, consiglieri Virginia Raggi, Enrico Stefano, Daniele Frongia e Marcello De Vito (Prot. n. 64 del 5 settembre 2013) una interrogazione URGENTE (vedi nel sito)

    5) una delegazione del Comitato cittadino Salviamo il Parco di Labaro Colli D’oro ha consegnato alla segreteria del Gabinetto del Sindaco il 27 settembre una petizione popolare con 3800 firme in originale con la quale i cittadini di Labaro chiedono il ripristino del Parco e la revoca della concessione per la costruzione dell’impianto sportivo.

    è ora però che Lei, signor Sindaco, passi dalle dichiarazioni ai fatti.
    Fino a quanto intende far finta di nulla senza dare nessuna risposta ai cittadini?

LASCIA UN COMMENTO

inserisci il tuo commento
inserisci il tuo nome