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Estate, sciamano le apette modaiole

Galvanica Bruni

apetta1202.jpgChi non si è accorto che da un po’, soprattutto col bel tempo, a Vigna Clara e dintorni vaga indaffarato uno sciame di “apette” completamente riallestite, dai colori vivaci e dallo stile un po’ retrò? Non passando loro inosservate, e curiosi noi di saperne di più, siamo andati a caccia di api per Roma Nord.

Vere e proprie boutique itineranti a tre ruote offrono capi d’abbigliamento d’alta qualità, bigiotteria e accessori; è l’ultima tendenza in fatto di acquisti per chi ha sempre meno tempo a disposizione ma non vuole rinunciare al piacere dello shopping. Basta passare tra Vigna Stelluti, via Cortina d’Ampezzo e Ponte Milvio per incontrarne qualcuna e, curiosi come un cronista deve sempre essere, ci fermiamo a parlare con loro.

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La prima che incontriamo è l’Ape Malandra, che in portoghese vuol dire vagabonda. La signora Silvana, intenta ad allestire l’ape per l’esposizione degli abiti, spiega a VignaClaraBlog.it che quest’ape è frutto di un progetto ideato da Valeria Ferlini, ex indossatrice, stilista e imprenditrice.

Iniziativa che prevede la collaborazione di due categorie di lavoratrici: le detenute del carcere di San Vittore che, rinato il laboratorio sartoriale interno, producono vestiti di lusso disegnati dalla stessa Ferlini, e le donne come lei che, a bordo della loro ape, vendono i capi in tutta Italia.
Nasce quindi Moving Shop, il contratto di esclusiva con la Piaggio che prevede la fornitura di veicoli Ape che insieme alla linea di abbigliamento, promuovono il made in Italy in giro per la Penisola.

Sono circa quindici le api Malandra in tutta Italia e le troviamo anche nei luoghi di villeggiatura più esclusivi, da Cortina a Ischia a Forte dei Marmi. Inoltre, una percentuale degli introiti delle vendite viene devoluto ai servizi sociali e allo IEO (istituto europeo di oncologia).

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Un’idea, quella dell’ape Malandra, che premiata con premi e riconoscimenti per la sua originalità, ha dato seguito ad un vero e proprio cambiamento di prospettiva rispetto alle modalità di fare shopping. Sulla sua scia infatti, hanno iniziato a pullulare altre apette che, riprendendo l’idea della boutique itinerante, hanno creato la loro immagine e i loro prodotti.

Proseguendo infatti il nostro itinerario, incontriamo Nives, che con la sua apetta a strisce bianche e verde pastello, propone al pubblico articoli di bigiotteria e accessori vintage americani.
Nives, che ha un negozio di biijoux a via Orti della Farnesina, da pochi mesi ha deciso di intraprendere questo nuovo tipo di vendita e noi ci facciamo spiegare come funziona.

“Siamo tornati indietro nel tempo, a quando negli anni ’50 e ’60 la vendita itinerante era usata da fruttivendoli e pescivendoli che urlando facevano scendere i clienti sotto casa. Noi non urliamo ma il principio è lo stesso, i clienti sanno dove trovarci”.

Grazie all’utilizzo della sua pagina facebook infatti, riesce a coordinare più persone dando appuntamenti a domicilio, riunioni tra amiche o comunicando dove e quando si trova in quella determinata fascia oraria. Insomma la clientela per la maggiore è fissa e molto si gioca sul passaparola.

Lo scopo ci dice Nives ” è quello di poter permettere alle signore di fare shopping non solo nel weekend, ma anche nella frenesia delle giornate lavorative.”

L’idea di una boutique itinerante infatti, è quella di farsi trovare dove vuole il cliente nel momento che preferisce.

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Durante la nostra chiacchierata con Nives, arriva un’altra apetta nera splendente, è l’Ape Privilège di Augusto e Barbara.

Anche loro da pochi mesi si sono cimentati in questa nuova realtà e sono entusiasti e pieni di idee. Ci racconta Augusto di come anche lui avesse già delle esperienze in quanto commerciante. Nasce come grossista, ha avuto due negozi e, come Nives, per il commercio ambulante mantiene i prezzi all’ingrosso anche nella vendita al dettaglio.

Nel suo caso si tratta di abiti, accessori, borse, di linee francesi e ci mostra con orgoglio come ha allestito la sua apetta sfruttando ogni minimo spazio.

“E’ divertente” ci dice Augusto, “vivi la realtà per strada e non dietro ad una vetrina, le persone si fermano a guardare, c’è un andirivieni continuo e la gente non deve neanche preoccuparsi di parcheggiare la macchina come se dovesse andare in un negozio”.

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Insomma, il clima è quello della novità, ma come ogni novità ci sono ancora dei problemi da risolvere.

Questo nuovo modo di vendere, escluse le spese iniziali di allestimento e di licenze varie, è naturalmente più conveniente rispetto al dover pagare un affitto per un locale; ma la legge impone alle apette di non sostare più di due ore nello stesso luogo, di non fermarsi davanti ad altri negozi, il divieto di sosta in determinati municipi e l’obbligo, al momento di un eventuale controllo, di avere delle persone intorno che siano interessate alla merce, in caso contrario possono essere multati fino a cinquemila euro più il sequestro della merce e il ritiro del mezzo.

Si parla di creare un’associazione tra i proprietari delle api per sollecitare l’ottenimento di autorizzazioni che permettano loro di lavorare più serenamente nel loro raggio d’azione.
Che non sia questo il segnale di una futura rivoluzione dei costumi?

Anna Garbarino

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