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Abuso d’ufficio, s’indaga sul XV Municipio

Duca Gioielli

abuso.jpgNon ci stanno a considerare le interrogazioni civiche un’arma spuntata. Dopo aver posto nel 2012 all’allora presidente del XV Municipio, Gianni Giacomini, tre interpellanze civiche rimaste senza risposta, il Comitato “Abitare Ponte Milvio” presenta a febbraio un esposto alla Procura: aperto un fascicolo per abuso d’ufficio.

Ripercorriamo la storia

In base all’articolo 66 del Regolamento municipale i cittadini possono presentare interpellanze civiche al Presidente del Municipio e quest’ultimo deve dare risposta scritta entro trenta giorni.

Continua a leggere sotto l‘annuncio

E’ quel che ha fatto il Comitato “Abitare Ponte Milvio” lo scorso 12 novembre, depositando un’interpellanza firmata da circa settanta cittadini. Tutto regolare, c’erano i nomi, le date di nascita, la residenza e gli estremi di un documento. Nella stessa si chiedeva conto del degrado dell’area di Piazzale Ponte Milvio, dell’esplosione di licenze di somministrazione, dell’elasticità con la quale viene applicata la disciplina sull’occupazione del suolo pubblico (leggi qui).

Non contento, il direttivo del Comitato in data 3 dicembre consegna una seconda interpellanza che, ricongiungendosi ai temi della prima, affronta il problema di via Riano chiedendo al Presidente come pensa di riportare la vivibilità in quello spicchio di Ponte Milvio martoriato dal traffico e dal caos dovuto al doppio senso di marcia, introdotto prima, e per agevolare, l’avvento del mega-store Trony, un doppio senso che ha rivoluzionato la viabilità, introdotto il divieto di fermata su ambedue i lati azzerando addirittura i posti auto riservati ai portatori di handicap.

Per tutta risposta, il 6 dicembre il Presidente Giacomini scrive due laconiche righe al Comitato chiedendogli di esibire l’Atto Costitutivo, lo Statuto e la registrazione all’Agenzia delle Entrate senza fare alcun cenno alle domande ricevute (clicca qui).

E la vicenda va avanti.
Il 17 dicembre il Comitato risponde per le rime. “Si legga l’articolo 66 del Regolamento – più o meno la lettera suona così – non è previsto che per porre interpellanze ci si debba associare in comitati registrati all’Agenzia della Entrate, bastano cinquanta firme di cittadini” tuona la terza interpellanza nella quale vengono sostanzialmente reiterati tutti i punti delle due precedenti (clicca qui).

Ma dopo la missiva del 6 dicembre nessun postino ha più bussato alla porta del Comitato.

“Non intendiamo desistere” confidarono a fine dicembre a VignaClaraBlog.it i due portavoce del comitato annunciando che avrebbero portato avanti la loro azione “finalizzata ad una vera e compiuta partecipazione democratica alla gestione della cosa pubblica. In sintesi – conclusero – non daremo tregua.” E tregua non hanno dato.

Veniamo ad oggi

Scartata l’ipotesi di scrivere al sindaco o di ricorrere al TAR piuttosto che al Difensore Civico Regionale, visto che quello comunale è stato abolito da Alemanno anni fa, a febbraio 2013 il Comitato presenta un esposto all’Ufficio Primi Atti della Procura della Repubblica lamentando la mancanza di comunicazione fra istituzione e cittadini.

La pratica fa il suo corso finché “Il PM Attilio Pisani, ricevuto il fascicolo, ipotizza che il silenzio opposto da un rappresentante delle istituzioni alle domande poste dai cittadini può configurare il reato di abuso d’ufficio“.

E’ quanto scrive il Corriere della Sera nell’edizione romana di lunedì 13 maggio dando notizia dell’apertura dell’inchiesta e spiegando che “nei giorni scorsi è stato sentito il consigliere municipale Simone Ariola per capire le•ragioni che hanno spinto il presidente a preferire il silenzio ad una risposta“.

Abbiamo raggiunto l’interessato che a VignaClaraBlog.it conferma di essere stato ascoltato dal PM come persona a conoscenza dei fatti nella sua qualità di ex presidente del Consiglio Municipale.

Simone Ariola, attuale candidato alla presidenza del XV Municipio per la lista Marchini Sindaco, non vuole e non può dire di più. Ci conferma solo di aver dato la sua interpretazione del regolamento municipale che in sostanza coincide con le tesi del Comitato: i settanta cittadini avevano diritto a quella risposta mai arrivata.

Un mancato dialogo, un incomprensibile arroccamento di un rappresentante delle istituzioni, vieppiù sfiduciato anche per questo dall’opposizione unita a frange della sua stessa maggioranza, giunge a smuovere la Procura e a far sfociare il caso in un’ipotesi di presunto abuso d’ufficio. Ogni giorno ce n’è una in quel del XV Municipio.

Claudio Cafasso

riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

 

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15 COMMENTI

  1. Gentile Redazione, io correggerei il titolo.
    “Si indaga” non, genericamente, “sul Municipio”: oltre a considerare che oggetto di indagine in materia penale è sempre l’operato di persone fisiche, è fin troppo chiaro che, nel caso riportato (e, del resto, lo si capisce bene dall’articolo), l’esposto alla Procura e l’apertura del fascicolo per abuso d’ufficio riguardano soltanto il Presidente sfiduciato Gianni Giacomini.

    Peraltro, secondo un mio modestissimo parere personale (e quindi magari mi sbaglierò), Giacomini dovrebbe essere indagato, piuttosto, per RIFIUTO DI ATTI D’UFFICIO.
    Infatti, mandare avanti un’indagine per “abuso di atti d’ufficio” significa far concludere la vicenda con un nulla di fatto: a me non sembra che la questione possa ricadere nella fattispecie di cui all’art. 323 c.p. ma, appunto, in quella descritta nell’art. 328…

  2. Come sarebbe bello un Paese Normale. Vivere in un Comunità Municipale nella quale i rappresentanti eletti e delegati al governo della stessa avessero contezza di quale sia la propria missione, e coerentemente agiscano. E se putacaso un Comitato di Cittadini richiede, per oltre un anno, spiegazione al Municipio per le condizioni in cui versa Ponte Milvio e per l’assenza di progettazione nell’area, a quel Comitato, se non alle richieste scritte o formalizzate in Consiglio si deve rispondere, almeno, alle interpellanze, come previsto dall’art 66 del Regolamento. E invece no! Solo protervia e ignoranza di quanto compete al ruolo pubblico assunto.

    A ripristinare la normalità ci deve pensare la magistratura? Qui non si trattava di entrare nel merito di atti amministrativi, (che pure offrono un’ampia materia per lavorare) ma addirittura delle premesse. E come se la magistratura si dovesse occupare di richiamare e sollecitare i singoli uffici a rispondere con cortesia al saluto di “buongiorno”, ad aprire le porte degli uffici ad ascoltare o leggere le richieste pervenute dai cittadini. No! non può funzionare così, è una dispersione enorme di risorse.
    Chi ricopre una carica pubblica deve essere in grado di svolgere queste cose senza richiami o necessità di indagini, (ovviamente siamo ben lieti che sia stata accolta la nostra denuncia). L’alfabetizzazione democratica e un minimo di civile prassi nei rapporti umani e sociali devono essere prerequisiti di coloro che intendono candidarsi a governare. Speriamo bene e lavoriamo affinché questo sia.

  3. @ Bosi:
    Concordo con le Sue considerazioni. Ma, appunto, avrei preferito che i titoli (quello di VCB e anche quello del Corriere, che non avevo letto) avessero messo in evidenza che l’indagato è Giacomini: è lui che non ha risposto, non “il Municipio”!
    Anzi, ribadisco il timore che la vicenda – per come è stata impostata – si concluderà con un nulla di fatto, poichè il comportamento di Giacomini mi sembra integrare il reato di “rifiuto di atti d’ufficio” e non l’ “abuso”.

    (per cogliere subito la differenza tra le due fattispecie di reato:
    http://www.studio-avvocato-penale.it/abuso_ufficio_rifiuto_atti_ufficio.html)

  4. Mi associo all’osservazione avanzata da Diamante in merito al titolo dell’articolo: oggetto dell’indagine è il fortunamemte sfiduciato Giacomini e non il Municipio.
    Poi, a prescindere sia dalla correttezza giuridica dell’impianto d’indagine sia da quelli che saranno gli esiti della stessa, il punto fondamentale di tutta la vicenda, nonché tratto costante dei quasi cinque anni in cui ha amministrato il municipio, resta la boria con cui lo sfiduciato si permette di rispondere ai suoi cittadini senza dare ascolto alcuno alle interpellanze presentategli. Molto probabilmente ha ritenuto più utile, per sé ovviamente, dare ascolto a quelle avanzategli da chi voleva installare abusivamente un circo sul nostro territorio.
    Come riportato nell’articolo, la strameritata sfiducia che ci ha liberato dall’infausto Giacomini è stata merito anche di alcuni consiglieri del PDL che in uno scatto d’orgoglio hanno avuto il coraggio di dire basta.
    Agli elettori del centrodestra chiedo lo stesso scatto d’orgoglio: non regalate nuovamente il XV (Ex XX) Municipio a Giacomini, non è degno di rappresentarvi e, senza allontanarvi troppo dalle vostre idee, avete più che valide alternative.
    Giuseppe Reitano
    (Candidato SEL XV Municipio)

  5. @Diamante:
    come per la polemica che si è innescata sul Parco Cani Pareto, che ha costretto la Redazione a precisare di aver riportato fra virgolette ciò che non è attribuibile a Lei, anche per tale caso in cui riportava una notizia ripresa da un quotidiano, anche in considerazione che siamo sotto elezioni, ha preferito dare lo stesso titolo che sembra oggettivamente scaricare colpe che non ha sul XV Municipio, ma solo a chi si fermasse alla lettura del titolo, visto che poi è chiaramente ben individuato chi del Municipio è effettivamente sotto indagine.
    Voler mettere ancor più il dito sulla piaga è a mio giudizio da propaganda elettorale, di cui – se avesse messo nel titolo il nome di Gianni Giacomini – sarebbe stata sicuramente accusata strumentalmente la Redazione da parte di tutte le forze politiche che lo sostengono.
    Per quanto riguarda la sua opinione secondo cui nel comportamento di Giacomini Lei ravvisa il reato di “rifiuto di atti d’ufficio” e non l’ “abuso”, da internet apprendo che il reato ipotizzato dal P.M., disciplinato dall’art. 323 del Codice Penale si verifica quando un Pubblico Ufficiale o un incaricato di Pubblico servizio, approfittando della posizione rivestita, procura, volontariamente, a sé o ad altri, un ingiusto vantaggio patrimoniale, oppure arreca ad altri un danno ingiusto.
    Pertanto, affinché si configuri tale reato è necessario che siano presenti come condizioni:
    1 – l’intenzione di procurare a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arrecare ad altri un danno ingiusto;
    2 – la violazione di una precisa norma di legge o di REGOLAMENTO, oppure essersi verificata la mancata astensione in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti;
    3 – la violazione o l’omissione di cui al punto precedente devono essere la causa dell’ingiusto vantaggio o del danno ingiusto.
    Il rifiuto di atti d’ufficio, disciplinato dal successivo art. 328, si verifica invece quando un Pubblico Ufficiale o un incaricato di Pubblico servizio non compie un atto richiestogli, entro 30 giorni, ovvero non espone le ragioni del ritardo.
    Pur trattandosi in entrambi i casi di delitti che possono essere commessi solo dal Pubblico Ufficiale o dall’incaricato di un Pubblico servizio (c.d. delitti propri), le differenze consistono nel fatto che mentre con l’abuso d’ufficio il reo approfitta della sua qualità e compie un atto procurando, a sé o ad altri, un ingiusto vantaggio patrimoniale o un danno ingiusto, con il rifiuto di atti d’ufficio il reo si rifiuta di compiere un atto dovuto.
    La differenza fra i due tipi di reato, che sembra essere per questo caso discrezionale, non lo è invece riguardo alle pene previste perché per l’abuso d’ufficio è prevista una condanna da 1 a 4 anni di reclusione , mentre per il rifiuto o omissione di atti d’ufficio la condanna prevista va da un anno di reclusione ad una multa di 1.032 €: il P.M. ipotizza quindi il reato più grave.

  6. Caro diamante ,
    Oltre a conosce il presidente giacomini in prima persona del quale posso solo parlar bene mi viene un dubbio lei come mai è cosi accanito con il Presidente e cosi tanto attaccato (da sembrare quasi il suo avvocato difensore) al candidato Torquati??
    Invece di continuare a dare continue frecciate a Giacomini non pensate a voi… Leggo sempre questo blog e non mi pare ke Giacomini perda tempo a parlare di lei o del suo amico. Saluti

  7. Comincio francamente a trovare esilaranti queste querelle su fatti ed accadimenti non propriamente prioritari , vista l’aria che tira in generale.

    Non è che me la voglio tirare pensando di occuparmi solo dei massimi sistemi , ma
    ma l’area per cani , è aperta , si o no ? si , e allora basta di rompere le scatole ! Se hai il cane e ti va , ci vai , se hai un canarino o pesce rosso stai a casa o fai solo due passi con un penzolante e strisciante guinzaglio.

    I manifesti. Tutti hanno sempre lordato tutto sempre e comunque. Adesso come le confessioni in punto di morte e con l’approssimarsi delle elezioni , tutti buoni e trabocchevoli di buone intenzioni. Un minimo di serietà non guasterebbe.
    Speriamo che nessuno lordi con manifesti e scritte , ma sempre non solo ora.
    Spesso le buone intenzioni finiscono come le diarie parlamentari dei grillini , in saccoccia.

    Questa cosa poi dell’abuso d’ufficio , è divertentissima se non fosse , come è , usata a fini politici.
    A me Giacomini non sta propriamente simpatico neanche di aspetto e tra l’altro non lo conosco proprio ma se si dovessero denunciare tutte le pubbliche autorità alle quali tutti noi abbiamo scritto nella nostra vita e dalle quali non si è mai ricevuto uno straccio di risposta , staremmo freschi.
    Equitalia , Vigili urbani , Ama , Comune , Asl eccetera ; sempre tutti pronti e celeri ? Sicuramente no , però non ho sentito alcun lamento in merito.E comunque per ognuna di queste strutture esiste un responsabile , così come Giacomini lo è ( era ) per il Municipio.

    Qualche altro fatto eclatante in pentola ?

  8. @Maria: devo, tristemente, dedurre, che lei approvi il comportamento, inqualificabile e maleducato prima ancora che illegale, tenuto dal non a caso sfiduciato Giacomini nei confronti delle istanze presentategli a più riprese dai cittadini.
    Le faccio altresì notare che Giacomini non ha perso tempo neanche ieri evitando per l’ennesima volta il confronto con la cittadinanza del territorio che, ahinoi, ha governato negli ultimi cinque anni e che, sfacciatamente, si ricandida a governare.
    Saluti tristi
    Giuseppe Reitano
    (Candidato SEL XV Municipio)

    P.S.: senza offesa, ma una letta a questa pagina non le farebbe male.

  9. Io non auguro guai giudiziari a nessuno né tantomeno mi compiaccio di fascicoli aperti dalla Procura; ma sta di fatto, al dilà della correttezza del titolo (che il Corriere della Sera avrebbe giustamente dovuto riferire solamente al solo Gianni Giacomini e non ventilarlo come allargato a tutto il Consiglio Municipale) come di quella della eventuale imputazione (abuso di atti di ufficio o omissione di atti di ufficio), che spetta unicamente al PM (anche se è assolutamente lecito e legittimo discuterne), sta di fatto che l’episodio, che ha dato vita a tutto questo, si è effettivamente verificato (così appare dalla descrizione minuziosa dei fatti), e questo sta ancora una volta a dimostrare l’assoluta mancanza di rispetto verso i cittadini del nostro ex Presidente sfiduciato. Mi domando, infatti, come possa un uomo politico (e dico così perché voglio essere buona), che è stato mandato a casa non solo dall’opposizione ma addirittura da alcuni Consiglieri del suo stesso partito, abbia la faccia di ripresentare la sua candidatura per la medesima poltrona dalla quale è stato buttato giù. Roba dei matti!
    Donatella Molinari

  10. @ Bosi:
    La differenza tra due reati non può essere discrezionale…e le mie perplessità sulla sussistenza dell’abuso d’ufficio stanno nella difficoltà – a mio parere – di riscontrare qui un “danno ingiusto”, nel senso che è difficile che il danno ingiusto venga riconosciuto “ex se”, per la sola circostanza della mancata risposta (pur dovuta, in base al regolamento). Non è un caso che Aragorn osservi che “Equitalia , Vigili urbani , Ama , Comune , Asl eccetera ; sempre tutti pronti e celeri? “: quante mancate risposte e…nessuna condanna!
    Cioè…sto cercando di dire che, se è vero che a “noi” il danno ingiusto sembra certamente esserci perchè la risposta non c’è stata, non è così scontato che venga riconosciuto in un caso come quello di specie (ho fatto un po’ di ricerca giurisprudenziale). Ma ovviamente non sono un magistrato e certamente il p.m. che cura le indagini ne sa più di me (tanto più che il mio studio del diritto penale risale a parecchi anni addietro e l’ho fatto pure male).

    @ MARIA
    In questa discussione non si parla di Torquati e io non ho fatto assolutamente riferimento a lui. A che proposito, scusi, lo fa Lei? il suo commento è pertinente come i cavoli a merenda!

  11. Se la mancata risposta nei termini richiesti dal Comitato Abitare Ponte Milvio induce un pm a ritenere sussistente il reato di cui all’art. 328 c.p., cosa dovrebbe (accadrà) con riguardo alla denuncia presentata dallo scrivente (quando era presidente del comitato di Via Gradoli)?

    Dobbiamo ben sperare (o tutto finirà in un porto delle nebbie o, per assurdo, per ritorcersi contro i cittadini)?

  12. Avevo ritenuto opportuno non lasciare alcun commento sulla questione, essendone parte in causa poiché, in qualità di Portavoce insieme a Eduardo Micheletti del Comitato Abitare Ponte Milvio, sono co-autore delle tre “interrogazioni civiche” e del giustissimo esposto conseguente al mancato rispetto da parte dell’ex Presidente Giacomini del Regolamento Municipale e, per diretta estensione, della Delibera 57 del Comune di Roma.
    Ma è difficile resistere di fronte a tanta polemica eccentrica (nel senso che non centra il punto).
    Tralascio il dibattito giurisprudenziale perché assolutamente non di mia competenza, essendo io solamente architetto.
    Diverso sarebbe tacere sui commenti “di Giacomini posso solo parlare bene”, oppure l’intervento del PM “usato a fini politici” (la vicenda Berlusconi e il comportamento PdL evidentemente hanno fatto scuola) e chiacchere analoghe.
    O quelli rassegnati sul ritmo “così fan tutti”, e allora lasciamoci andare nello scadimento definitivo.

    Non mi interessa minimamente se Giacomini è un bravo uomo, se è simpatico, bello o altro.
    Mi interessa il RUOLO PUBBLICO del Presidente della Giunta di un Municipio.
    Qualunque sia il suo nome, il suo aspetto, il suo genere, la sua bontà in famiglia.
    Mi interessa che l’UOMO PUBBLICO, nell’esercizio delle sue funzioni come si diceva una volta, sia sempre il primo garante delle regole democratiche, cominciando lui per primo a rispettarle.
    Mi sembra un discorso assai semplice.
    Inoltre, ritengo mio diritto/dovere denunciare sempre, e in tutte le forme previste e consentite, qualsiasi disallineamento da questa regola fondamentale da chiunque – con un ruolo pubblico – operato.
    Sbagliato non farlo nei confronti di Equitalia, AMA, Vigili Urbani, Comune, ASL…..quando lo meritano
    Se tutti noi ricordassimo sempre cosa comporta, in termini di diritti ma anche di doveri, l’essere “cives”, probabilmente non saremo al punto in cui siamo.

    E trovo giusto, questo mi fa sentire garantito, che esista sempre e comunque una istanza, a qualsiasi livello, alla quale potersi rivolgere per ottenere un giudizio di terziarietà.
    Non si tratta di solite strumentalizzazioni o usi impropri a fini politici.
    Si tratta, viceversa, dell’esistenza di “un giudice a Berlino”, come titolavamo ieri sul blog del Comitato.

    Poi evidentemente vi è anche un giudizio politico, di opportunità politica.
    E per questo, ieri sempre sul blog del nostro Comitato ci siamo posti il quesito relativo al candidato Presidente di nome Giacomini che appare frequentemente sui muri di questo territorio.
    La domanda è: si tratta di un caso di sosia omonimo o è proprio lui stesso?
    Perché se fosse la seconda alternativa, beh, francamente questo ci sembrerebbe tra la miopia politica e la tracotanza.

    Quanto sopra, nel tentativo di ridimensionare la questione nei suoi giusti perimetri.
    Grazie.

    Paolo Salonia, Portavoce del Comitato Abitare Ponte Milvio

  13. Ho cercato di sapere quando aprirà al pubblico il parco attrezzato di Via dell’Inviolatella Borghese:
    – telefonato al Comune 060606: non lo sanno e mi dicono di chiedere al Municipioo o al Dipartimento Tutela Ambiente e del Verde
    – telefonato all’ URP del Municipio: mi dicono che non lo sanno, che il Presidente è sfiduciato e di chiamare il Comune
    – chiamato il Dipartimento: non lo sanno e mi dicono di chiamare il Servizio Giardini
    – chiamato il Servizio Giardini: un impiegato molto gentile si informa, non lo sa e mi dà altri 2 numeri di telefono
    – chiamati i numeri: non risponde nessuno……
    Tenuto conto delle tante richieste inviate da RH al Comune, Minicipio, Roma Natura, Ente Parco di Veio alle quali nessuno ha mai dato risposta (nepure una e-mail per dire: abbiamo ricevuto la richiesta e l’abbiamo protocollata al n…..) mi viene da pensare che tutto il mondo è paese……..

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