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SOS ‘monnezza’ a Roma

Galvanica Bruni

images.jpgRifiuti, Malagrotta, discarica. Anche questa volta l’emergenza rifiuti a Roma è stata arginata con una soluzione temporanea. E la raccolta differenziata? I dati indicano percentuali ancora troppo basse, nonostante i 35 milioni ogni anno stanziati dalla Regione. Nel XX municipio, come nella maggior parte della città, regna la confusione dei cassonetti stradali. E intanto a pochi km da Roma, a Castelnuovo di Porto, la differenziata porta a porta ha raggiunto livelli ottimi ed invidiabili. Panoramica sulla “monnezza” romana.

Sul filo dell’emergenza rifiuti a Roma: iniziamo dalla differenziata

In questi giorni si è a lungo discusso circa il destino della “monnezza” della capitale. E se Alemanno ha dichiarato che “non c’è il rischio Napoli a Roma”, a Zingaretti appena insediato è spettato l’amaro compito di invocare l’aiuto delle altre regioni. Ed anche questa volta è stata messa una toppa ad un problema rifiuti sul filo dell’emergenza.

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Un’emergenza alla cui base c’è l’incapacità di trovare soluzioni che non siano “proroghe-Malagrotta” o il modello “tutto discarica”. L’inesistenza di una completa e funzionante filiera dei rifiuti, niente impianti e soprattutto una raccolta differenziata ai minimi e fatta male.

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Secondo i dati forniti dal comune di Roma, infatti, nei primi tre trimestri del 2012 la raccolta differenziata nella Capitale è al 25,51%, ben al di sotto della media europea e degli obiettivi stabiliti dalla legge. Eppure se davvero si volesse scampare l’emergenza, bisognerebbe puntare proprio sulla raccolta differenziata e sul riciclaggio, relegando lo smaltimento ad una fase residuale della gestione dei rifiuti.

La raccolta differenziata, infatti, potrebbe rispondere a due problemi legati all’aumento della produzione di rifiuti: la riduzione delle quantità destinate alle discariche ed agli inceneritori, e la diminuzione del consumo di materia prima grazie appunto al riciclo.

Il “Piano per Roma”, per la gestione dei rifiuti e la raccolta differenziata, sottoscritto lo scorso agosto dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini con il commissario straordinario per l’emergenza rifiuti Goffredo Sottile, ha fissato gli obiettivi del prossimo triennio: 50% di raccolta differenziata nel 2014, 60% nel 2015 e 65% nel 2016. Ed ha inoltre previsto un finanziamento di 130 milioni di euro da parte del Ministero dell’Ambiente per l’avvio capillare del “porta a porta”. Gli scettici, tuttavia, sono molti.

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Primo fra tutti Legambiente che, proprio in questi giorni in cui il discorso sui rifiuti nel Lazio si è infiammato, ha inviato una diffida ad Alemanno. Una nuova denuncia con la quale l’Associazione ricostruisce gli obblighi disattesi dal Comune di Roma in materia di raccolta differenziata: dal “Decreto Ronchi” del 1997 ai decreti ed alle leggi degli ultimi anni, l’obiettivo per il 2012 sarebbe dovuto essere almeno il 65% di raccolta differenziata nel Comune di Roma. Un miraggio.

Raccolta differenziata a Roma: come funziona

A Roma, infatti, la raccolta differenziata è effettuata utilizzando soprattutto la modalità stradale con l’utilizzo di cassonetti: bianco per carta e cartone, blu per la raccolta multimateriale di vetro, plastica e metallo ed uno verde per l’indifferenziato.

La raccolta porta a porta “tradizionale”, invece, con l’utilizzo di bidoncini condominiali o sacchi per tutte le frazioni (carta, multimateriale, organico e secco residuo) è stata attivata nel 2007 solo nelle zone di Colli Aniene (Municipio V) e Decima (II Municipio); nel 2008 a Massimina (Municipio XVI); nel 2009 a Trastevere (I Municipio) e Villaggio Olimpico (II Municipio) e nel 2010 all’Olgiata (XX Municipio).

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Infine, negli ultimi anni è stato avviato il cosiddetto “modello duale” fortemente criticato: il multimateriale (vetro, plastica e metalli) e la carta vengono raccolti con i cassonetti per le strade mentre l’organico e l’indifferenziato con i punti mobili di raccolta ovvero nei camioncini fermi con personale a bordo in orari non sempre compatibili con chi si reca ogni giorno a lavoro.

Esteso a diversi quartieri romani tra cui Prati e Aurelio-Irnerio, il modello di raccolta differenziata duale non ha tuttavia prodotto i risultati auspicati in termini di qualità del servizio e di concreto incremento della percentuale dei rifiuti raccolti in modo differenziato.

IV Municipio: il “nuovo” modello di differenziata non funziona

Il “Piano di sviluppo della raccolta differenziata dei rifiuti nella città di Roma”, elaborato da Roma Capitale-Ama-Conai e presentato lo scorso giugno con il contributo del Ministero dell’Ambiente, ha avviato nel 2012 un progetto pilota rivolto inizialmente al solo IV Municipio per un totale di 220.000 abitanti “equivalenti” (residenti e lavoratori).

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Per il 13% (circa 26.000 persone) è stato previsto il servizio di raccolta “porta a porta” domestico/condominiale. Per il restante 87% degli abitanti del Municipio (circa 187.000 persone) invece, non si è fatto altro che rivisitare la raccolta stradale: ad affiancare i cassonetti blu, bianco e verde l’Ama ha aggiunto la campane verde per la raccolta separata del vetro ed un cassonetto marrone per gli scarti alimentari.

Risultato: “una sorta di discarica a cielo aperto nella quale i cittadini non sanno dove gettare i rifiuti e gli addetti dell’Ama non passano a raccoglierli”. Questa la denuncia di Legambiente che con un dossier fotografico inviato al sindaco di Roma a dicembre dello scorso anno ha mostrato “la situazione disastrosa della nuova raccolta”.

“Stop all’estensione del nuovo modello di raccolta differenziata stradale in altri cinque municipi della Capitale. Il sistema avviato nel quarto municipio non funziona affatto, non si può pensare di esportarlo da nessuna parte”. E’ quanto affermato dal Presidente di Legambiente Lazio Lorenzo Parlati in merito alla notizia dell’estensione dal prossimo giugno del nuovo sistema di raccolta differenziata dei rifiuti in cinque municipi della capitale VIII, XII, XV, XVII e XVIII.

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“Il nuovo modello per la gestione dei rifiuti proposto dall’AMA – ha aggiunto Parlati – è già fallito, le strade sono invase di rifiuti da settimane, come comitati e associazioni avevano denunciato sarebbe successo. Altro che chiudere Malagrotta, piuttosto che investire per passare davvero in modo esteso al porta a porta, AMA e Comune hanno preferito una nuova sperimentazione folle con i cassonetti. Il Comune deve rivedere il modello, allargare subito i quartieri serviti col porta a porta, progettando per bene gli interventi, eliminando i cassonetti, mentre contestualmente servono tavoli quartiere per quartiere per affrontare i numerosi problemi del nuovo sistema, tornando indietro rispetto al modello messo in campo.”

Perché è necessario investire sul porta a porta

Difatti gli esperti di gestione dei rifiuti ritengono che la raccolta differenziata effettuata mediante cassonetti stradali sia di fatto del tutto inefficace. Oltre a peggiorare il decoro urbano, il cassonetto lasciato per strada non permette alcun tipo di controllo.

Basta una minima percentuale (il 4%) di materiale non omogeneo (come ad esempio la plastica nella carta) per non permettere il riciclaggio di tutto il materiale contenuto nel cassonetto e per destinare tutto alla discarica o all’inceneritore anziché al riciclaggio.

Il comportamento errato di pochi può dunque rendere vano l’impegno e la volontà di differenziare di molti. Al contrario la raccolta differenziata domiciliare permette un capillare controllo del materiale raccolto consentendo inoltre di attivare meccanismi premianti e sanzionatori in base al comportamento dei cittadini.

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Per questo Legambiente Lazio ha chiesto al Campidoglio di avviare sull’intero territorio capitolino un sistema di raccolta porta a porta per tutte le frazioni di rifiuti solidi urbani, in particolare per l’organico, piuttosto che continuare a riproporre raccolte stradali con cassonetti.

Nella diffida inviata da Legambiente ad Alemanno si può leggere che “a Roma non è attivo per i cittadini un servizio universale per la raccolta differenziata della frazione organica e la città è ben lontana dagli obiettivi di legge”.

Lorenzo Parlati ha infatti spiegato che nella Capitale l’organico costituisce il 33% dei rifiuti solidi urbani e si potrebbe dunque diminuire la quantità di rifiuti gettati in discarica se si procedesse alla raccolta degli scarti urbani da lavorare e trasformare in fertilizzante.

“Meno funziona la gestione e più si paga”

Eppure a Roma “l’emergenza monnezza” e una raccolta differenziata ridicola fanno da sfondo a tariffe sui rifiuti tra le più alte in Italia. Lo rivela uno studio realizzato dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva su tutti i capoluoghi di provincia in cui si è analizzato il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani.

Tra i 10 capoluoghi con le tariffe più alte c’è anche Roma con una spesa annua di 378 euro nel 2012 ed un incremento del 53% negli ultimi cinque anni. “Il servizio non migliora mentre i costi sopportati dalle famiglie sono sempre maggiori” – ha dichiarato Tina Napoli, responsabile area consumatori di Cittadinanzattiva.

Il XV Municipio (ex XX) e “l’anarchia” dei cassonetti

La raccolta porta a porta per ora, e a quanto pare ancora per molto tempo, sarà confinata al consorzio dell’Olgiata. Avviata nel 2010 ha raggiunto buoni risultati a detta dell’Ama che però non fornisce dati certi. Per la restante parte del municipio bisognerà accontentarsi, ancora per molto, di una raccolta differenziata con cassonetti stradali fatta la maggior parte delle volte male e senza alcuna educazione.

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Già, perché il servizio informativo nel territorio è ridicolo se non addirittura nullo. L’Ama ha fatto sapere “che si sta impegnando al fine di avviare campagne informative sul territorio nei prossimi mesi”. Sta di fatto che al momento la raccolta stradale è totalmente disordinata, senza alcun controllo e senza alcun servizio informativo.

Risultato: nei cassonetti dell’indifferenziato giacciono “attoniti” scatoloni di cartone in teoria ed in pratica completamente riciclabili se buttati però nell’apposito cassone della carta; teli di plastica gettati per terra ai piedi dell’indifferenziato; rifiuti di ogni sorta nei cassoni blu del multimateriale.

Eppure sono tanti gli abitanti del municipio che si adoperano al fine di contribuire, seppur autonomamente, ad una migliore raccolta dei rifiuti. E per i cittadini il porta a porta sarebbe davvero ben accetto. In molte strade i cassonetti della carta sono ricolmi di scatoloni e cartacce perfettamente riciclabili e in lontananza si può sentire chi getta le bottiglie di vetro nel cassonetto multimateriale di colore blu.

Si assiste, inoltre, ad una grande partecipazione della popolazione alle domeniche ecologiche e ad altre iniziative dell’Ama attraverso le quali gli abitanti del municipio possono “sbarazzarsi” dei rifiuti ingombranti senza che questi vengano abbandonati in luoghi non idonei. Insomma la volontà non manca. A scarseggiare sembra sia un’accurata informazione.

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E anche carpire notizie sulla raccolta differenziata risulta difficile se non addirittura impossibile: nessun dato, nessuna informazione dal municipio sulla situazione attuale o su possibili progetti futuri di raccolta porta a porta. Eppure soprattutto laddove a regnare è “l’anarchia” del cassonetto stradale, comunicazione e sensibilizzazione sono determinanti.

Il circolo di Legambiente di Roma Nord ci ha fatto sapere che anche loro non hanno dati: “L’Ama non da informazioni. Ci hanno detto che bisogna aspettare del tempo”.

Castelnuovo Di Porto: esempio virtuoso a due passi da Roma Nord

80,33% di raccolta differenziata, miglioramento del decoro urbano, tariffa Tarsu più bassa tra i paesi della zona, ricorso alla discarica per l’indifferenziato ridotto al minimo. Per il terzo anno consecutivo Castelnuovo di Porto è stato premiato “Comune Riciclone 2012” per aver raggiunto e ampiamente superato il 65% di raccolta differenziata nel 2011, al 4° posto nel centro Italia tra i paesi con meno di 10.000 abitanti.

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“Il segreto è fare una grande informazione – ha affermato l’Assessore all’ambiente di Castelnuovo di Porto Renzo Boni – Noi abbiamo impiegato tre mesi per informare tutta la popolazione ed abbiamo creato diversi momenti informativi: nei condomini, nelle scuole, per gli anziani e soprattutto con le categorie in particolare i commercianti”.

“E poi il controllo, un controllo serio – ha aggiunto l’Assessore – Ora ci sono Vigili urbani, l’ufficio tecnico e gli operatori che aprono i contenitori, controllano le buste, vanno a vedere cosa c’è dentro. Se non sono state rispettate le regole della raccolta, lasciano un avviso una prima volta, una seconda volta. Alla terza scatta una multa”.

E’ naturale che in un primo momento, quando si tolgono tutti i cassonetti, la gente è sconcertata e non sa cosa fare. Molti allora iniziano a prendere un brutto vizio: buttare i sacchetti dell’immondizia a Roma o in altri paesi vicini dove ancora non c’è la raccolta porta a porta. Una corsa al cassonetto.

Un vizietto che qualcuno continua a mantenere. Come ci ha confermato Renzo Boni: “Ci siamo accorti di questo fenomeno perché prima dell’avvio del porta a porta la produzione di rifiuti procapite giornaliera era molto più alta. Che un po’ si abbassi con l’avvio del porta a porta è normale ma se si abbassa troppo è perché qualcuno continua a buttare l’immondizia dove non c’è la raccolta differenziata”.

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A caccia del cassonetto “libero” nella Capitale

E questo problema esiste anche a Roma. Gli abitanti dei quartieri in cui c’è il porta a porta possono, se vogliono, decidere di andare a buttare i sacchetti dell’immondizia nei cassonetti di quartieri vicini senza raccolta differenziata. Non serve nemmeno prendere la macchina. A volte è solo una strada a dividere un quartiere da un altro.

Un eccesso di pigrizia e talvolta mancanza di rispetto per l’ambiente. Che poi, in fondo, è questione solo di abitudine. Una volta entrati nel meccanismo, una volta realizzato che in realtà è comodo che qualcuno venga a prendere la tua immondizia direttamente a casa, una volta compreso il senso di recupero/riuso/riciclo, ci si adegua e ci si accorge che il paese è più pulito e che le cose vanno meglio.

Daniela Buongiorno

riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

 

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13 COMMENTI

  1. Io ho bisogno di fare una domanda riguardo la raccolta differenziata.
    Sui cassonetti è scritto che la roba (plastica/vetro) vanno puliti.

    Dopodichè mi pare uscì la notizia, non ricordo dove, che non era piu necessario, bastava una “sciacquata”, perchè il calore utilizzato per riciclare i prodotti è talmente alto da far evaporare qualsiasi residuo di cibo.

    Qualcuno mi sa dire se effettivamente questa cosa è vera?

  2. france’, non te preoccupa’, buttano tutto insieme, quindi sporco o pulito poco cambia. Lo dicono gli operatori dell’ama, credo che ne sappiano qualcosa.

  3. Poverino Zingaretti… che gli è toccato l’ingrato compito… L’articolista ha dimenticato (volutamente???) di dire che se siamo arrivati a questo punto la colpa è solo sua, perché quand’era presidente della provincia toccava proprio a lui fare delle scelte ingrate… ma lui, prima per candidarsi al Campidoglio e poi invece alla regione, se n’è lavato le mani.. quindi ora non trattiamolo come il salvatore della patria.
    Poi tutte le chiacchiere stanno a zero, fare la differenziata è solo ed esclusivamente una questione di volontà.. vedo tanta gente che se ne frega, italiani e ospiti stranieri : proprio l’altro giorno ero davanti all’ambulatorio del mio medico e facevo notare all’esercente straniero del negozio lì a fianco di prodotti etnici che i cartoni (non appiattiti) e le cassette di plastica per l’ortofrutta non doveva buttarli nel cassone dell’indifferenziato, ma fare qualche metro in più per buttare ogni cosa nel cassone di pertinenza : mi ha guardato,ha stretto le spalle e se n’è fregato… Se in quell’istante passavo alle vie di fatto, sarei stato additato come il razzista di turno che se la prende per il poveretto extracomunitario… Adesso che è diventato gratuito il prelievo di rifiuti ingombranti, anche in questo caso la gente se ne frega, basterebbe chiamare lo 060606 e prenotare gratuitamente il ritiro, ma continuo a vedere divani, televisori e finanche interi bagni smontati e lasciati vicino ai cassonetti… Quindi serve a poco che qualche associazione pseudoambientalista continui a sfruttare politicamente l’immondizia, penso che dipenda dalla volontà di ogni cittadino e dal suo grado d’educazione.

  4. Ottimo articolo. Brava Daniela Buongiorno. Zingaretti ha fatto i miracoli sui rifiuti quando era alla guida della Provincia. Vedo che lo stesso Assessore (Civita) che se ne occupava lo ha seguito alla Regione. E il candidato Sindaco Ignazio Marino sembra sulla stessa lunghezza d’onda. Si può ben sperare che presto si chiuda questa sciagurata e fallimentare perentesi di Alemanno fatta di incompetenza, nomine assurde e milioni spariti nelle tasche di amici, e che Roma abbia finalmente un sistema di gestione dei rifiuti serio e degno di una città della sua importanza e cultura.
    @Francesco Belladonna: le confermo che basta sciacquare i contenitori di plastica/vetro. So che dipende dagli impianti (non so se dal calore), ma comunque è una buona pratica anche per evitare cattivi odori in casa, dato che non è necessario buttare la differenziata tutti i giorni. PS: ora nel cassonetto blu può buttare anche i piatti e i bicchieri di plastica (sempre che ne faccia uso…). Saluti

  5. Si persevera nel fare disinformazione… La legge parla chiaro: il piano dei rifiuti tocca alla provincia che sinora se n’è infischiata.. questa è la verità.

  6. DECRETO RONCHI
    Art. 19 (Competenze delle Regioni) – “Sono di competenza delle Regioni, nel rispetto dei principi della normativa vigente e del presente decreto: la predisposizione, l’adozione e l’aggiornamento, sentiti le Province ed i Comuni, dei piani regionali di gestione dei rifiuti di cui all’art.22; la regolamentazione delle attività di gestione dei rifiuti, ivi compresa la raccolta differenziata di rifiuti urbani, anche pericolosi, con l’obiettivo prioritario della separazione dei rifiuti di provenienza alimentare, degli scarti di prodotti vegetali e animali, o comunque ad alto tasso di umidità, dai restanti rifiuti; la promozione della gestione integrata dei rifiuti, intesa come il complesso delle attività volte ad ottimizzare il riutilizzo, il riciclaggio, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti…”
    Art. 20 (Competenze delle Province) – “Alle Province competono, in particolare: le funzioni amministrative concernenti la programmazione e l’organizzazione dello smaltimento dei rifiuti a livello provinciale; l’individuazione, sulla base delle previsioni del piano territoriale di coordinamento di cui all’articolo 15, comma 2, della legge 8 giugno 1990, n. 142 , ove già adottato, e delle previsioni di cui all’articolo 22, comma 3, lettere c) ed e), sentiti i Comuni, delle zone idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti urbani, con indicazioni plurime per ogni tipo di impianto, nonché delle zone non idonee alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti; l’organizzazione delle attività di raccolta differenziata dei rifiuti urbani e assimilati sulla base di ambiti territoriali ottimali delimitati ai sensi dell’articolo 23…”

    Signor Nico la smetta di dire fesserie, Grazie.

    Daniele Torquati
    Candidato Presidente Municipio Roma XV
    danieletorquati@virgilio.it
    http://www.danieletorquati.it
    http://www.facebook.com/pertorquatipresidente
    @dantorquati

  7. Cassonetti che occupano abusivamente i marciapiedi.
    Cassonetti privi di coperchi.
    Cassonetti insufficenti e malposizionati.
    Nessuna pulizia delle cunette marciapiiedi strade come avviene nei quartieri BENE di ROMA .
    Pero si annuncia un aumento della tassa rifiuti del 30% in più.
    Valle Muricana non e’ soddisfatta dal Tipo di raccolta che AMA societa’ partecipata mette in campo sul territorio ,, tralasciando quegli aspetti di DECORO che fanno di questo Luogo un territorio Importante dentro il parco di Vejo.
    Vi mando un video realizzato dal Comitato di Quartiere Karol Wojtyla http://youtu.be/Gha_GDypwnM
    I fatti sono questi Gl’amministratori di qualsiasi colore Devono ascoltare e risolvere i problemi.

  8. @ Ex consigliere Torquati, lei riporta gli articoili ma forse non capisce ciò che scrive : cosa significa l’individuazione di zone idonee ?? E’ proprio quello che non ha fatto il ponzio pilato Zingaretti.

  9. Leggere che il troll MultiNico si permette di dire ad altri che “non capiscono” o che addirittura “perseverano nel fare disinformazione” (!) è qualcosa di veramente molto grottesco.
    Gentile Torquati, la normativa è chiara, grazie per averla riportata. Ma il punto, ossia l’oggetto dell’articolo, che il “nostro” propagandista goffamente tenta di dribblare, non era tanto la scelta del sito della nuova discarica del Comune di Roma, ma il disastro che hanno combinato Alemanno (e l’AMA), affossando il progetto di introduzione della raccolta “porta a porta”. Tale progetto era partito in via sperimentale in Provincia e al Comune con Gasbarra e Veltroni. Poi in Provincia Zingaretti l’ha attuato nel suo mandato, raggiungendo ottimi e incredibili risultati, come quelli evidenziati nell’articolo. Alemanno invece ha smarrito la via della ragione e ha fatto perdere alla città 5 anni, inventatosi progetti assurdi, inefficaci e costosi (come la “duale”) e diversificando – invece che standardizzarlo – il sistema di raccolta nei vari quartieri, senza nessuna logica. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Se invece si fosse proseguito col progetto”di Veltroni”, non ci sarebbe stata nessuna necessità di ricercare un sito per una nuova mega discarica per il Comune di Roma.

  10. @Prof. Paolo: La ringrazio moltissimo: per quanto riguarda i piatti, è un’ottima notizia, capita che magari in caso di un gran numero di persone per il pasto, si preferisca usare piatti e bicchieri di plastica.

    Mi fa molto piacere.

    A quanto pare è un problema dei cittadini e non tanto dell’AMA, quello della raccolta differenziata.

  11. Confido nella competenza del Presidente Zingaretti. Nella provincia di Roma sono stati fatti notevoli progressi, per questo spero che in una grande metropoli come la Capitale si risolvano due problemi:
    1) La raccolta dell’umido organico eventualmente con cassonetti di colore marrone se non si può raccogliere con il sistema PAP per problematiche urbanistiche (si pensi ai grandi viali di scorrimento o alle strade consolari)
    2) Il recupero del vetro con delle campane più piccole di quelle di una volta (dato che in Italia il vetro è stato parzialmente sostituito dalla plastica).
    Io credo che anche i turisti che affollano ogni giorno il centro storico debbano riciclare,ecco perchè i bidoni in ghisa andrebbero sostituiti con i classici cestini anti-panico….e tante multe per chi non ricicla correttamente a discapito della tutela della campagna romana. Serve una discarica,è vero,è necessario però che non si trovi nelle vicinanze di case (esempio Malagrotta docet) e che venga approntata dopo aver applicato questi semplici punti….speriamo che questo appello,l’ennesimo da parte mia,non cada nel vuoto.

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