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Italia Solidale, salviamo i bambini del sud del mondo

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bambino.JPGIn un’Italia in crisi, in cui gli anziani rimpiangono il passato e in cui i giovani si preoccupano per il futuro, in cui la crescita economica è un lontano ricordo e sono veramente in molti a stringere la cinghia,  sono comunque tante le associazioni onlus missionarie che si tengono in piedi grazie al sostegno dei donatori che, con piccoli gesti di beneficenza, salvano bambini e famiglie nel Sud del Mondo, risollevando spesso le loro sorti economiche. Ma in che modo funzionano queste adozioni? Cosa si porta realmente con questi aiuti economici? Si costruiscono ospedali, pozzi, chiese, scuole; si pagano gli studi ai bambini orfani; si mandano i soldi, i vestiti e tanto altro. Ma davvero tutto questo assistenzialismo porta alla soluzione della fame nel monto?

Purtroppo, paradossalmente, un certo tipo di aiuti umanitari caduti a pioggia e incentrati sull’assistenzialismo hanno contribuito a peggiorare la situazione e a tarpare ancora di più le ali al movimento delle forze personali e delle energie di queste popolazioni per uscire dal sottosviluppo e ora la dipendenza è diventato un problema grave quanto la violenza.

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«Dalla fine della Seconda guerra mondiale i paesi in via di sviluppo hanno ricevuto oltre 2 mila miliardi di dollari in aiuti, metà dei quali finiti in Africa. Non solo non sono serviti, ma sono diventati essi stessi la principale causa della tragedia africana… » (Dambisa Moyo, autrice del libro “La carità che uccide”) .
Sono stati molti i casi in cui gli abitanti dei paesi assistiti da ONG o da ONLUS hanno rifiutato questi “aiuti”, bruciando, come segno di protesta, i carichi di merce donata.

Tra le tante realtà missionarie, si trova quella della ONLUS “Italia Solidale – Mondo Solidale” che, grazie alla lunga esperienza del suo fondatore, Angelo Benolli, è riuscita ad andare oltre il sostegno economico, fondando, prima che se ne sentisse parlare, una sorta di microcredito basato sulla carità.

Angelo Benolli

Antropologo, psicoanalista, scienziato e missionario, Angelo Benolli, trova tra questi suoi enormi e impegnativi interessi, il tempo e la forza di esercitare la sua più grande angelo-benolli.jpgvocazione: quella di sacerdote. Nel corso dei suoi studi, entrò in contatto con le dottrine psicologiche, studiò e si appassionò di Freud, ma non si fermò a questo, perché da subito gli sembrò impossibile che non si vedesse per nulla Dio nell’inconscio umano. Voleva sviluppare una visione più ampia dell’inconscio e subito volle fare esperienza di analisi nel consultorio per preti e suore degli oblati, entrando sempre più nei meccanismi inconsci. Da questa esperienza iniziò il viaggio antropologico di P. Angelo, possedendo tutte le potenzialità per creare una nuova cultura che portasse la scienza alla fede e la fede alla vita.

Fondò quindi “Italia Solidale del Volontariato per lo sviluppo di vita e missione”, un’ associazione ONLUS, per aiutare e salvare dalla morte migliaia di bambini nel Sud del mondo.

Grazie al suo percorso di approfondimenti, studi ed esperienze, Padre Angelo, ha unito le scoperte di Freud sull’inconscio e le ha rapportate alla fede, una fede autentica, che si trova solo dopo aver “dato un’occhiata” al nostro passato per individuare le nostre sofferenze nell’inconscio.

E’ con questa novità che ora Italia Solidale si muove, coinvolgendo circa due milioni di persone in tutto il mondo attraverso il movimento nelle 117 missioni, in Africa, India e Sud America, e attraverso gli incontri con i donatori nelle regioni italiane.

Adozioni a distanza

Nel modo di fare adozioni a distanza, P. Angelo, ha voluto essere innovativo, portando non solo un piccolo aiuto economico, ma anche un sostegno spirituale. Comprese che le grandi organizzazioni, difficilmente sarebbero riuscite a salvare realmente la gente dalla fame. Puntò allora sulle persone, poche, ma ben formate come volontari nel cammino di sviluppo di vita e missione che a loro volta si collegassero ad altri missionari che condividessero lo stesso spirito e formassero altri volontari sul posto.

L’aiuto doveva giungere direttamente al bambino e alla sua famiglia e questo fu possibile attraverso l’adozione a distanza e il coinvolgimento del volontariato dei donatori tramite un movimento nuovo e ricco di contenuti.

Tali contenuti, che partono dall’esperienza di vita ed esprimono tutta la forza e la meraviglia della vita personale, relazionale e comunitaria sono approfonditi nei libri scritti da padre_angelo_benolli.jpgPadre Angelo Benolli, editi dalla Casa Editrice Italia Solidale e tradotti anche nelle lingue delle missioni. Le famiglie dei bambini adottati a distanza con “Italia Solidale” non ricevono quindi “elemosine”, ma una concreta possibilità di sviluppo. Si riuniscono in piccole comunità dove, aiutati dai libri e documenti di P. Angelo e sostenuti da volontari formati su questi contenuti, vedono e risolvono i loro condizionamenti. Attraverso la solidarietà dei volontari donatori coinvolti, sviluppano piccole attività produttive con cui restituiscono e donano ad altri poveri il denaro ricevuto.

Oggi ci sono 4.000 “comunità solidali” di India, Africa e sud America che hanno adottato a distanza un bimbo in un continente “fratello”.

Le testimonianze

Prima che mio marito ed io ci unissimo a questo movimento di Italia Solidale la nostra vita familiare era terribile.” testimonia una donna del Kenya “Io e i miei figli avevamo dei problemi respiratori e avevamo una terribile situazione economica e mio marito mi attribuiva la colpa. Io divenni completamente depressa. Ma non mi sono arresa. Un giorno mi sono ritrovata in un incontro dove si approfondiva la cultura di vita di Italia Solidale.
Ero molto interessata e chiesi anche a mio marito di partecipare. In questi giorni mi è stato dato un libro, “Dieci punti di sviluppo di vita e missione” che parlava, in maniera approfondita, di coppia e famiglia. Siamo ritornati a casa ed immediatamente ho chiesto a mio marito di leggere insieme questo punto del libro. Lui è stato profondamente toccato e si è scusato per le tante volte che è stato violento con la famiglia.
comple_2012_pa.jpgDa quel momento è cambiato, si è preso cura di me e dei miei figli. Ho capito immediatamente che sia io che i miei figli stavamo guarendo nello spirito e conseguentemente anche nel corpo, stavamo recuperando una relazione di pace, gioia e tra noi e con gli altri. Io sono cresciuta in una famiglia dove le donne erano tutte dipendenti dagli uomini e noi stavamo ripetendo gli stessi “schemi” e li stavamo così passando ai nostri figli. Inoltre, grazie all’adozione a distanza, io e mio marito abbiamo cominciato una nostra attività per diventare sussistenti anche economicamente.”

Questa è solo una delle tante testimonianze che ci portano le migliaia di persone coinvolte con Italia Solidale. Storie che sembrano sentirsi solo nelle fiabe a lieto fine, come quella di Marcyo, un ragazzo brasiliano che, attraverso l’adozione è stato salvato e adesso è lui a salvare un bambino in Africa!

Oppure una mamma brasiliana nella Favela di Jundiaì (a pochi chilometri da San Paolo) il cui figlio è sostenuto a distanza da un donatore italiano.
Qui nella favela 4 famiglie su 5 sono coinvolte con la droga. Io ero dipendente dal crack, la droga peggiore che esista, che promette morte sicura. Mi hanno aiutato le altre 4 famiglie della comunità con cui ci incontriamo settimanalmente per condividere e aiutarci sui nostri problemi. Leggiamo i libri di Padre Angelo che mi hanno fatto capire qual è la mia dignità. Un giorno mi ero appena fatta, mi sono guardata e mi sono detta che mai più mi sarei ridotta così, per me e i miei figli. Io devo la mia vita a questa antropologia!”.

Anche nel “Nord del mondo”, sono tanti i giovani che hanno trovato un’ aria nuova, fatta di speranza e carità.

Due voci da Ponte Milvio

La ventunenne Lavinia ha vissuto a Vigna Clara e ha respirato, anno dopo anno, dalle giostre, alla scuola elementare, alle medie, fino al Liceo a Ponte Milvio, l’aria del benessere materiale.
Non trovavo mai ciò che mi faceva felice e non capivo perché. Tutti sembravano stare bene ma avevo un senso perenne di malessere dentro. Iniziavo a pensare che ero io quella sbagliata.. Continuo a frequentare i miei amici e questa zona, ma niente sembrava sollevarmi.”

Per una volta sono le parole di una professoressa a scuola a sollevare e ad accogliere Lavinia. “Ognuno di voi è unico e irripetibile” diceva l’insegnante di latino e greco, “Sulle cellule germinali, quelle del carattere e dell’identità, si cancella ogni traccia del DNA dei vostri genitori!” e invitava la classe a fare un’adozione a distanza e ad approfondire i libri di P. Angelo.

La sete di vita e la curiosità che queste parole ponevano in Lavinia, portarono la giovane liceale ad ascoltare tutto ciò direttamente dalle labbra di chi le aveva scoperte.

Mi ritrovavo a Messa in una chiesa, prima d’allora sconosciuta, dove un sacerdote trentino con una potenza incredibile diceva che l’energia sessuale, base dell’identità della persona, è un’energia primaria, unica, che non si ripete. E bene sì! Un prete stava approfondendo temi sulla sessualità. In Chiesa! Ho iniziato a trovare tutte le risposte che per tutta una vita avevo cercato. La mia esperienza con Italia solidale, nata con una adozione in India, mi ha portata, lo scorso agosto , ad andare in missione in Brasile per la prima volta. Pensavo di andare ad aiutare, ma in realtà sono stati i più poveri tra i poveri ad amarmi, attraverso la dignità, la forza e la felicità nei loro occhi!”

Allo stesso modo, Elisabetta, non si è fatta integrare dalla movida e dal conformismo sfrenato di Ponte Milvio, in cui è nata e ha vissuto da 17 anni fino ad oggi, ma è voluta andare oltre, non si è posta limiti “sono nata da due genitori missionari, volontari di Italia Solidale e quindi questa realtà l’ho respirata dai primi anni della mia vita. Solo quest’estate ho deciso di andare in missione per restituire ai bambini ciò che da sempre ho avuto la grazia di ricevere.
E le famiglie hanno percepito il grande dono che gli portavamo, perché agli incontri che abbiamo organizzato, si sono presentati in tantissimi. Ho sperimentato che tutto il positivo che ho dentro, in realtà esiste e l’ho visto testimoniato in una cultura che si muove attraverso la carità e la missione
“.

È con grande coinvolgimento che le due giovanissime missionarie comunicano che sono ancora tanti i bambini senza un’ adozione e se non si interviene presto, moriranno. “Salvando uno di loro si salva la parte migliore di noi, che riprende vita. Vi chiediamo di aiutarli, a nome di tutti quegli occhi che abbiamo visto nelle missioni e che abbiamo ancora nei nostri cuori”.

E’ sorprendente sentire, ai giorni d’oggi, due ragazze, e con loro tanti altri attivissimi e giovanissimi missionari, guardare con fiducia, non solo il proprio futuro, ma anche quello degli altri, nel Sud e nel Nord del mondo.

Fabrizio Colica

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