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Vigna Clara, tre parchi senza varchi

Galvanica Bruni

tre-parchi-senza-varchi.jpgI lavori sono terminati da qualche settimana; messa la recinzione e i cancelli, piantati gli alberelli, sistemati i vecchi fontanili, realizzato un “percorso vita” con attrezzi e tabelle illustrative, montate le panchine e i tavoli. Perfino il minuscolo ponticello che scavalca un ancor più minuscolo fosso è pronto. Ma allora che si aspetta ad aprire il parco di Via dell’Inviolatella, lato destro?

Forse si attende che il terreno si asciughi un po’ (aver effettuato i lavori nei mesi di pioggia ha generato una notevole quantità di fango). Oppure, più probabile, si aspetta il collaudo? Quale che sia la ragione resta il fatto che i residenti di Vigna Clara, Collina Fleming e dintorni, letteralmente “affamati” di aree verdi, attendono da un bel po’ di usufruire di quegli spazi. Almeno dieci anni.

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In questo periodo la popolazione mondiale ha raggiunto i 6 miliardi, l’oro è passato da 271 dollari a 1.860 dollari l’oncia, il petrolio da 26 a 87 dollari al barile e lo stipendio medio di un operaio da 1.400.000 lire a 1.286 Euro.

L’Inviolatella Borghese invece ancora non si decide ad aprire i battenti.

Stesso discorso per l’area, di proprietà comunale, situata lungo Via Pareto e che recentemente è stata ripulita e sistemata (potatura degli alberi, realizzazione di un sentiero di accesso, rete e cancello).

Anche questa, la cui destinazione è sconosciuta, rimane chiusa. Al suo interno rimangono anche i resti indecorosi di una vecchia costruzione che come un monumento di grande pregio sono stati salvaguardati insieme ad una discreta quantità di rifiuti. Misteri delle nostre “misure di salvaguardia”.

Identico discorso per quanto riguarda la grande area a sinistra di Via dell’Inviolatella Borghese, quella per intenderci che da 10 anni ospita la “Giornata dell’Inviolatella” e che quest’anno si appresta a celebrare l’undicesimo evento.

Mentre lentamente si va ricoprendo di rifiuti (leggi qui) non si riesce a capire quale sarà il suo destino nonostante l’intera area (oggi frequentata solo dalle pecore e da qualche irriducibile) sia pronta per essere aperta alla fruizione pubblica.
Andarci in una giornata di sole (ma anche di pioggia) è un vero piacere; un sentiero ad anello sufficientemente sgombero, bei paesaggi, tanti alberi, un “geosito” che si offre generoso allo sguardo del visitatore.

Qua non servono panchine, tavoli e attrezzi per incrementare la massa muscolare perché non stiamo parlando di un giardino o di un parco alla “Villa Borghese”. Questa splendida area in parte ancora incontaminata (salvo la gran massa di rifiuti) è pronta e attende solo di essere aperta.

Se non altro la presenza dei cittadini costituirà un deterrente per gli sporcaccioni che sono soliti usare il verde come una discarica.
E quel cartello che scoraggia l’accesso, perché non arretrarlo di soli 150 metri così da salvare capra e cavoli?

Francesco Gargaglia

riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

 

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6 COMMENTI

  1. scusate ma qualcuno può informarci o dirci se faranno il tanto atteso e sperato ponte in via fabbroni per entrare nel parco?

  2. sono andata ieri a vedere. inanzitutto è pieno di fango ovunque. nemmeno è stato livellato il terreno. la casetta dove sono gli asinelli nemmeno è stata ridipinta, c’è una scritta sulla mafia. hanno messo qualche microalberello e lasciato cartacce ed immondizia in alcuni punti. i recinti deboli dureranno pochissimo , perchè non han fatto una recinsione come il cancello? le fontanelle non ci sono ne i cestini dell’immondizia, ne l’ingresso da via fabbroni insomma c’è solo quell’abbeveratoio per vacche ma non vedo a cosa possa servire a noi ed ai nostri figli. ci vorrebbe un pò di serietà ed hanno tardato i lavori di 5 mesi.

  3. Per Ple: la situazione non è esattamente questa. E’ vero c’è molto fango perchè i lavori sono stati appaltati in un periodo sbagliato ma sono state piantate centinaia di piante, i fontanili (non sono abbeveratoi per le vacche che non ci sono) sono stati realizzati per sistemare due fonti e i recinti sono quelli “tipo” di ogni parco. L’edificio “diruto” che attualmente ospita provvisoriamente gli asinelli (lo aveva chiesto l’Ente Parco di Veio) sembra destinato dal Comune di Roma ad un progetto di ricerca con una università. Tutto sommato a me sembra che in un periodo come questo la realizzazione di un parco attrezzato sia un grande successo (sempre meglio che destinare quel terreno, come sembra era in progetto, ad un esclusivo circolo sportivo). Lo devono soltanto aprire.

  4. ieri sono passata al parco, oltre la sbarra sempre chiusa all’inizio della via mi sono incamminata ed i cancelli verdi degli ingressi erano chiusi. perchè? la rete da due soldi invece è ridicola, antiestetica e già presenta fallature ovviamente soprattutto nella parte dove ci sono gli asinelli che la spingono. le fontanelle, i cestini, un sentiero tracciato senza fango come quello realizzato nel vicino parco di villa lauchli e le fontanelle sono essenziali per dare credibilità e vivibilità a questo parco. ci vorrebbe anche l’illuminazione visto che la sera si riempe di zingari, rumeni e senzatetto. sono stati investiti e dati molti soldi per il parco vorrei vedere come li han gestiti. ah molti alberi appena piantati sono morti, verranno sostituiti?

  5. Nel parco di Via dell’Inviolatella Borghese, lato destro, ancora chiuso, oggi c’era un grege di pecore. Come abbiano fatto ad entrare (se il parco è chiuso) è un mistero. Noi non abbiamo nulla contro le simpatiche pecore ma se il parco non è stato ancora aperto come è possibile che venga utilizzato per il pascolo? Ma il Comune le sa queste cose?

  6. i giorni continuano a passare ed io dalla finestra vedo solo pecore che sporcano e fango. nessun ingresso da via fabbroni ed il resto chiuso. aspettiamo l’inverno?

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