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Storia di Livaldo, dal Mozambico alla Maratona di Roma passando per Ponte Milvio

Galvanica Bruni

livaldo120.jpgPresentato qualche giorno fa presso la Sala Teatro della Parrocchia Gran Madre di Dio, a Ponte Milvio, Livaldo Cheva Francisco è un giovane mozambicano che correrà domenica 17 marzo la Maratona di Roma. Come questo operaio di 34 anni sia approdato nella capitale per la gara e in che modo abbia preparato gli allenamenti è una storia che merita di essere svelata, è un racconto sorprendente che mescola povertà, disgrazie familiari e speranza, una narrazione tenuta insieme da un incredibile attaccamento alla vita.

Livaldo nasce a Chitima, nel Distretto di Cahora Bassa, nel Mozambico. Quando è molto piccolo corre per 10 chilometri al giorno per andare e tornare da scuola. A causa della morte prematura di suo padre, il ragazzo è costretto ad abbandonare gli studi e va a lavorare per sostenere la propria famiglia. Successivamente, muoiono anche i suoi fratelli.
Adesso, della sua famiglia d’origine, gli resta solo la mamma.

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Sposato, con tre bambini piccoli, rispettivamente di undici, nove e tre anni, Livaldo lavora, come imbianchino e assistente muratore, presso la casa di accoglienza della onlus O Viveiro, a Chitima, in Mozambico, un centro che ospita ragazze del luogo in stato di necessità e di età compresa fra i 10 e i 18 anni.

Durante gli allenamenti di rugby che si svolgono al centro e ai quali Livaldo partecipa con entusiasmo, i responsabili dell’attività sportiva ne notano la resistenza e le gambe da maratoneta. Quindi, i volontari gli chiedono se corre. Lui risponde di sì: corre per necessità, da quando era piccolo, e corre perché gli piace.

A questo punto scatta l’idea di valorizzare questo talento, imposto dalla povertà e coltivato da un’autentica passione.

La nutrizionista mozambicana Natercia Sitoi, responsabile del Dipartimento Gioventù e Sport della Provincia di Tete, prepara per Livaldo uno specifico programma alimentare, al giovane operaio vengono fornite un paio di scarpe da ginnastica, mentre l’Associazione Sportiva Dilettantistica “Naturalmente Castelnuovo” gli prepara il calendario degli allenamenti.

Dal luglio dello scorso anno, Livaldo si allena e si nutre come indicatogli, con lui corre anche Mattia Di Masi, uno dei “maratoneti” dell’associazione con sede a Castelnuovo di Porto.
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Dopo sette mesi di allenamenti e dopo un viaggio spezzettato e sfiancante, che merita anch’esso di essere raccontato, Livaldo sbarca a Fiumicino domenica 10 marzo: in minibus pubblico arriva da Chitima a Tete (130 km), con un altro autobus si sposta da Tete a Maputo (1500 km, due giorni di viaggio), poi in aereo vola da Maputo a Roma, facendo scalo ad Addis Abeba (per un totale di altre dodici ore).

Da Fiumicino, Livaldo, insieme ai volontari della onlus “O Viveiro”, arriva domenica scorsa, nel pomeriggio, alla Sala Teatro della Parrocchia Gran Madre di Dio per essere presentato alla gente.

Tesserato per l’A.S.D. “Naturalmente Castelnuovo”, che gli ha dato tutto il supporto tecnico e l’attrezzatura sportiva, Livaldo correrà, con la maglia con la scritta “O Viveiro” di Chitima, la Maratona di Roma e lo farà per l’Associazione di Castelnuovo di Porto, per la Provincia di Tete (una delle più povere del suo paese) e per il Mozambico.

Al ritorno in Africa, i volontari del centro di Chitima, insieme a “Naturalmente Castelnuovo”, faranno il possibile per avviare una scuola di atletica, per dare una formazione sportiva ed opportunità ai tanti giovani e ai bambini che hanno accompagnato con entusiasmo e curiosità gli allenamenti di Livaldo, l’operaio che correva per necessità, l’uomo che ha poggiato un passo dietro l’altro e che, con il suo incredibile attaccamento alla vita, si è messo alle spalle la povertà e la disperazione.

Giovanni Berti

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