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Regionali, Barillari (M5S): Grillo sulla scheda? Voto più che valido

Galvanica Bruni

davide-barillari.jpg“Sulle schede annullate nei seggi del Lazio siamo pronti a fare ricorso”. Lo rende noto Davide Barillari, candidato presidente del M5S alla Regione Lazio, in una conferenza stampa improvvisata subito dopo aver saputo, così dice, delle “migliaia di schede” che i presidenti di seggio stanno annullando nel Lazio “perché gli elettori nello spazio della preferenza hanno scritto Grillo”.

“C’è un problema che ci hanno indicato i candidati di lista, in tantissimi seggi – sostiene Barillari – i cittadini hanno votato scrivendo anche il nome Grillo ed alcuni presidenti stanno giudicando il voto nullo. Per noi, invece, è un voto valido perchè si tratta di rafforzativo della chiara volontà dell’elettorale” ha concluso Barillari invitando tutti i rappresentanti di lista “a contestare le schede”.

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23 COMMENTI

  1. Non credo assolutamente siano migliaia. Sono assolutamente d’accordo, qualunque cosa preveda la norma, di rendere valido il voto per il M5S.
    Una regola antica e generale recita che “quando la volontà delll’elettore è chiara la votazione è valida”.

  2. @ Sig. Marinali, facendo politica da anni lei dovrebbe essere un esperto, più di Barillari, che da quanto detto in conferenza stampa, vedo molto, ma molto inesperto… Si vada a rileggere il comma 2 dell’art.58 del testo unico delle leggi elettorali, dove dice chiaramente che non si possono fare altri segni o indicazioni diverse..
    BASTEREBBE STUDIARE…

  3. infatti, ma non basta citare una cosa a caso, serve anche capire e approfondire e ragionare. riporto integralmente da internet dal sito delle autonomie locali:

    In ossequio al dettato costituzionale per cui la sovranità appartiene al popolo, in materia elettorale vige il principio del cd. “favor voti”, per il quale, in sede di scrutinio, la validità del voto contenuto nella scheda deve essere ammessa ogni qualvolta sia possibile desumere l’effettiva volontà dell’elettore (articoli 64, comma 1, e 69, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n. 570). Nella normativa elettorale si rinvengono anche norme specifiche, sempre ispirate a questo principio generale: è valida la preferenza espressa nominativamente in uno spazio della scheda diverso da quello prescritto (articolo 57, comma 5, del d.P.R. 570/1960); in caso di assenza di voto di lista, ma di valida espressione di una preferenza, si intende votata anche la lista cui appartiene il candidato prescelto (articolo 57, comma 8, del d.P.R. 570/1960) ed il candidato sindaco a questa collegato (articolo 5, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 28 aprile 1993, n. 132); in caso di votazione di più liste con valida espressione di una preferenza per una sola di queste, è fatto salvo il voto al candidato e alla lista cui questi appartiene (articolo 57, comma 9, del d.P.R. 570/1960).
    Si tratta di norme che, pur contenute nel testo unico sulle elezioni comunali, trovano applicazione, in quanto compatibili, anche nel caso di elezioni per il rinnovo degli organi delle province.
    È ricchissima la casistica in materia di interpretazione della volontà dell’elettore. Devono essere fatti salvi tutti i voti dai quali si può desumere l’effettiva volontà dell’elettore e per i quali si può escludere una volontà di farsi riconoscere (Consiglio di Stato – V Sezione, 31 luglio 1998, n. 1149), mentre devono essere dichiarati nulli solo i voti nei quali siano presenti inequivocabili segni di riconoscimento a tal fine preordinati (Consiglio di Stato – V Sezione, 21 novembre 2003, n. 7635). La sussistenza di un segno di riconoscimento è un’eccezione rispetto al principio della salvaguardia della volontà dell’elettore (Consiglio di Stato – V Sezione, 13 settembre 1991, n. 1160), per cui qualunque segno grafico, non il solo segno di croce, è valido per l’espressione del voto, purché non preordinato al riconoscimento dell’elettore (Consiglio di Stato – V Sezione, 22 aprile 1992, n. 355) e la sua collocazione nella scheda non è necessariamente obbligatoria (Consiglio di Stato – V Sezione, 22 marzo 1995, n. 457). Poiché l’elettore che ha sbagliato di esprimere il voto può chiedere un’altra scheda, devono essere annullate le schede in cui compaiano cancellature di voti precedentemente espressi (Consiglio di Stato – V Sezione, 21 settembre 1996, n. 1149). È segno di riconoscimento ogni traccia rilevata sulla scheda estranea alle esigenze di espressione del voto (Consiglio di Stato – V Sezione, 22 giugno 1996, n. 790), ma tali non sono errori ed incertezze grafiche e l’imprecisa collocazione del voto nella scheda (Consiglio di Stato – V Sezione, 25 febbraio 1997, n. 199) oppure la presenza di macchie tipografiche sulla scheda (Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana, 31 maggio 2005, n. 352). Un tipico segno di riconoscimento è costituito dall’uso nella votazione di uno strumento diverso dalla prescritta matita copiativa, per esempio la penna biro (per tutte: T.A.R. Puglia – Lecce, 20 febbraio 1981, n. 37).
    Il fatto che la scheda votata sia stata fotografata con il telefono portatile non comporta la nullità del voto se la sua parte esterna non reca segni di riconoscimento (Consiglio di Stato – V Sezione, 3 febbraio 2006, n. 459).

  4. @ Sig. Cesare, lei fa notare che i presidenti di seggio devono interpretare la volontà dell’elettore, ma in questo caso l’elettore ha voluto dare il voto al movimento 5 stelle con un “rafforzativo” (che la legge non contempla), scrivendo il nome Grillo, o forse voleva votare per un candidato omonimo presente in una lista che appoggiava un altro candidato capo di coalizione (Storace),ed ha sbagliato casella ???

  5. La legge non lo contempla ma neanche lo esclude quindi ogni interpretazione è buona. Le dirò che caso mai la scheda poteva essere annullata nel caso di un Grillo in una di tutte le liste perchè il solo cognome non avrebbe reso certa la volontà dell’elettore ma non essendoci nessun Grillo, così mi pare ma la invito a controllare anche lei, è chiaro che era solo un rafforzativo fatto in buona fede.
    Saluti.

  6. @ Sig. Cesare, la vedo preparato nelle norme,ma poco informato sulla realtà : in una lista che appoggiava Storace c’era un Carmelo Grillo, quindi la volontà dell’elettore non è ben definita, sicchè hanno fatto bene i presidenti ad annullare quei voti.
    Saluti a lei.
    p.s. : sulla sua prima frase si basano i nostri guai… le interpretazioni fatte a convenienza dalla magistratura…

  7. @Prof Paolo: anche mettere un cognome a caso, pur presente nella lista, con voto di conseguenza valido, non credo sia propriamente il massimo… Questo se non si ha avuto il tempo di conoscere tutti i candidati di persona, veramente troppi.

    Il problema è che, modesta opinione, non tutti hanno il tempo materiale di partecipare a vari comizi o di seguire molti programmi televisivi. In quel periodo, per esempio, spesso bisogna dare gli esami all’università e quindi chi è fresco di tessera elettorale pur volendosi infformare adeguatamente rischia di confondersi ancora di più.

  8. Nella giurisprudenza non c’è mai solo il bianco e il nero quando deve essere applicata dal giudice che è un uomo e non un computer che risponde solo ai comandi binari 0-1. E’ nella natura delle cose signor Nico, è per questo che esistono i tre gradi di giudizio. In ogni caso anche lei è poco informato sulla realtà o fa finta di esserlo perchè il signor Carmelo Grillo era presente nelle liste di Latina quindi se i fatti denunciati da Barillari sono accaduti anche a Roma e provincia hanno fatto bene quei presidenti di seggio di Roma e provincia che non hanno annullato la scheda, e glielo dice uno che non ha votato per Grillo. Ricambio i saluti.

  9. Gentile sig. Ferri, ho fatto lo scrutatore il presidente il segretario e il rapp. di lista da quando avevo 18 anni (ne ho 45). Ricordandomi che fiumi di sangue sono scorsi per il diritto di voto, annullare una scheda mi sembra un crimine, qualunque sia la preferenza espressa. Personalmente ho sempre difeso ogni scheda salvo plateali ed evidenti manifestazioni che potessero ravvisare un dolo. Scrivere grillo vicino al simbolo o berlusconi o bersani o storace è una palese dimostrazione di ignoranza ma nulla di più.

  10. Gentile Sig. Marinali, c’è qualcosa che non capisco tra i suoi due interventi su questo blog : nel primo difende la validità del voto con la palese volontà dell’elettore, nel secondo , dopo l’excursus personale, parla di palese dimostrazione d’ignoranza da parte dell’elettore che scrive grillo o..o.. chicchessia…
    Le do un consiglio : SI METTA D’ACCORDO CON SE’ STESSO.

    @ Sig. Cesare, torno a ripeterle che, per esperienza di “vita di seggio”, quel voto deve essere annullato, perchè l’articolo da me citato parla di “segni di riconoscimento del voto”, e scrivere il nome di grillo a fianco al simbolo lo è sicuramente.

  11. Vedo che dopo essere stato “touché” sulla tesi del cognome preferisce tornare alla sua prima argomentazione. Che devo dirle ? Se si sente così sicuro e così più “saputo” del Consiglio di Stato e delle decine di sentenze che ha emesso nonchè della principale corrente di pensiero giurisprudenziale faccia lei. Io per mia natura mi faccio sempre domande e mi faccio sempre sfiorare dal dubbio nella convinzione che l’uomo non è infallibile, lei no, pace, ognuno ha i propri difetti. Ma mi permetta una battuta, spero solo di non dover votare in futuro in un seggio in cui lei è presidente!

  12. Sig. Cesare, apprezzo la sua ironia, ma non dica a chi non conosce che è infallibile, offende la Sua intelligenza, io ho detto ciò che penso e ciò che farei in quel caso specifico. Poi esiste sempre un organo superiore,il Tar, a cui rivolgersi e che decide.

    p.s. : continuo a dire che quando ci si confronta sulle idee non bisogna andare sul personale,ma vedo che non ci si riesce proprio.

  13. @Stefano: mi perdoni, ma non ho capito dove vuole andare a parare…
    Non è obbligatorio indicare una preferenza per i consiglieri, quindi se non si ha avuto tempo o modo di farsi un’idea del candidato da scegliere, si può anche mettere la croce solo sul simbolo del partito e/o del candidato presidente. Che è sempre meglio che rischiare di invalidare il voto scrivendo il nome di un candidato inesistente.
    Nel caso in questione, chi ha scritto “Grillo” avrebbe potuto/dovuto semplicemente verificarne la presenza in lista nel corridoio del seggio, senza necessità di dover seguire tutta la campagna elettorale….
    Ma mi rendo conto che spesso ci si approccia al voto con troppa leggerezza, e che all’ignoranza (nel senso della scarsa conoscenza delle regole di voto) si associa molte volte anche la mancanza di buon senso… Cosa diversa è la volontà. Io non riesco a vedere la contraddizione che vede il buon Antonico. Perché un “ignorante” non dovrebbe poter esprimere una sua volontà?

    Non invidio coloro i quali dovranno dirimere la controversia…

  14. Gentilissimo Nico se mi vuol capire mi capisca, altrimenti faccia pure come vuole. Non ho detto che lei è infallibile, anche se non mi sembra un ‘offesa, ho detto che io mi faccio sempre sfiorare dal dubbio mentre lei sembra di no. Le ho presentato una lenzuolata di sentenze del Consiglio di Stato e lei continua ad appellarsi a due righe che ha trovato su internet senza aggiungere niente di suo. E a proposito del fatto che non bisogna andare sul personale, non è lei che ha detto a signor Marinali di mettersi d’accordo con se stesso? Nel linguaggio corrente è come avergli dato del rimbambito, mi scusi il Marinali e buona notte a tutti.

  15. Signor Paolo, la mia critica, che ammetto campata per aria, intendeva focalizzarsi sulla coerenza manifestata dai cosiddetti “ignoranti” (che, se si parla di elettori molto giovani, magari al primo voto, definirei meglio come “novizi”). Personalmente, ammettendo che abbia voluto a tutti i costi manifestare la volontà di riempire quel magico spazio della preferenza, avrei manifestato più coerenza col mio eventuale status di “ignorante” e dunque onestà e correttezza votando male e causando l’annullamento o la contestazione della mia scheda che scrivendoci le credenziali di un candidato della lista a caso (magari sentito/visto nelle pubblicità).
    Il fatto che reputo più interessante e di cui mi sorprendo che nessuno ne abbia parlato in questi commenti è tuttavia che il fenomeno in esame (nome del presidente invece del consigliere) è riuscito ad acquisire una portata tale da avere rilevanza ed esposizione mediatica solo nel Lazio e solo per M5S. Da cosa potrebbe essere stato determinato ciò? Le ipotesi si sprecano…

  16. Sig. Cesare, lei continua ad interpretare… io non mi permetto di offendere nessuno, nemmeno i politici, come va tanto di moda ultimamente, e tanto meno intendo offendere il sig Marinali : gli ho solo fatto notare che tra i suoi due post c’è una differenza sostanziale, come se a scriverli fossero due persone diverse ; li rilegga e ne converrà. Per il resto le ho già risposto, nella sua lenzuolata si riveda la sentenza sul riconoscimento del voto , c’è un “purchè non preordinato” … I presidenti sono pubblici ufficiale che applicano le regole, la legge consente di fare ricorso ed un tribunale deciderà. PUNTO e buonanotte.
    p.s. : battuta per battuta, spero che ad un prossima elezione, venga chiamato a presiedere un seggio, e di trovarmi lei come rappresentante di lista… vedrà il divertimento..

  17. Anche qualora nella lista Storace fosse stato presente un candidato di nome Grillo, poiché ipotizzo che l'(ingenuo) elettore del M5S abbia indicato il detto nome affianco al simbolo del Movimento, non credo che possano ritenersi fondati i dubbi del sig. Ferri.

    Ogni deduzione diversa da quella del sig. Cesare mi sembra, pertanto, infondata e, forse, ma si capisce, di parte.

  18. Lo spirito partigiano a volte deve cedere il posto al rispetto delle regole e alla necessità di preservare l’ambito isituzionale. Il diritto al voto è legato alla nascita dello Stato democratico e costituzionale e in tanti hanno pagato con il sangue la lotta per ottenerlo. Per questo è un diritto e un dovere che va difeso sostanzialmente. “Quando la volontà delll’elettore è chiara la votazione è valida”. Perdersi in polemiche aggrappandosi a cavilli da azzeccagarbugli non fa il bene della democrazia. Nel seggio in cui sono stato rappresentante di lista abbiamo applicato questo principio e non ci sono stati problemi di nessun tipo. Alla volta conta anche l’autorevolezza del presidente di seggio che sa interpretare adeguatamente le regole e non fa parzialità e il buon senso dei rappresentanti delle liste.

  19. Sig. Cesare, come già detto e ripetuto, c’è un tribunale apposito che decide ed ha deciso… quanti consiglieri in più ha guadagnato grillo ??

  20. Veda Nico, quanti consiglieri in più, io credo zero, abbia preso la lista del Movimento 5 Stelle non rileva perchè l’oggetto del dibattito era qualcosa di molto più elevato che sta alla base della democrazia e cioè il diritto al voto, quello che secondo lei andava negato a certuni solo perchè lo avevano rafforzato. Buona serata a lei e agli altri commentatori.

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