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Comitato Cittadino XX: “salviamo il parco di Veio”, assemblea pubblica il 15 febbraio

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comitato-cittadino-xx-municipio.JPGIl  Comitato Cittadino XX Municipio informa che alle 18.30 di venerdi’ 15 febbraio, presso la parrocchia di S.Gaetano in via Tuscania 12, al Fleming, si terrà un’assemblea pubblica contro la proposta di Piano d’Assetto per il Parco di Veio. Nell’occasione verranno presentate le osservazioni al Piano  depositate il 6 febbraio dall’associazione Italia Nostra e dallo stesso Comitato la cui posizione in merito è riassunta in una nota diffusa nella giornata di oggi.

“La proposta del Piano d’Assetto del Parco di Veio, adottata dal Commissario Straordinario Massimo Pezzella, è partita decisamente con il piede sbagliato.”  Inizia così il comunicato emesso dal Comitato Cittadino XX Municipio nel quale si sostiene che “in primo luogo è stata avviata in contemporanea sia la procedura delle osservazioni sul Piano adottato sia la procedura di VAS- Valutazione Ambientale Strategica, che a norma delle direttive europee, recepite con legge nazionale, avrebbero dovuto svolgersi una dopo l’altra: prima la procedura VAS e poi la procedura delle osservazioni al Piano adottato.
In secondo luogo il Piano d’Assetto avrebbe dovuto adeguarsi alle prescrizioni e vincoli dei Piani Territoriali Paesistici e al Piano Territoriale Paesistico Regionale, cosa che spesso non è stata fatta, anzi l’Ente Parco ha fatto di più e di peggio: ha inoltrato alla Regione Lazio la richiesta di modifica del PTPR, sia pure limitatamente ad alcune sottozone, quando è palese ad ogni persona di buonsenso che lo scopo dell’istituzione di un Parco è quello di tutela della natura con vincoli eventualmente più stringenti di quelli stabiliti da uno strumento a carattere generale quale è il PTPR e non di annullare e/o modificare questi ultimi per un utilizzo del territorio altrimenti non consentito.
In terzo luogo, il Piano d’Assetto definisce autonomamente gli interventi da effettuare nel territorio del Parco, mentre questi dovrebbero decisi nell’ambito del Programma pluriennale di promozione economica e sociale da elaborare a cura della Comunità del Parco.”

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“In particolare – spiega la nota – il Piano d’Assetto prevede i cosiddetti Parchi Territoriali che non possono essere considerati “interventi” ma piuttosto come vere e proprie zonizzazioni surrettizie in quanto prevedono a loro volta i possibili usi e destinazioni del territorio. Tali zonizzazioni, che riguardano circa 5.000 ettari pari ad 1/3 dell’intero Parco, sono del tutto illegittime in quanto non previste da alcuna norma nazionale o regionale e si sovrappongono alle zone previste dalla legge vanificandone la portata e limitandone il regime di tutela. Lo stesso Ministero per i Beni e le Attività Culturali rileva che i Parchi Territoriali incidono su aree di particolare valore ambientale – paesaggistico e storico – culturale che “ragionevolmente, dovrebbero essere sottoposte a livelli di tutela commisurati”.

“L’affermazione infine che i Parchi Territoriali costituiscano un grande potenziale di aree per soddisfare gli standard urbanistici è radicalmente incompatibile con le finalità del parco che sono quelle della tutela della natura e non già quelle di costituire riserva per gli standard urbanistici come specificato anche dall’Area Copianificazione territoriale e Ambientale della Regione Lazio secondo la quale il soddisfacimento degli standard deve trovare luogo al di fuori della perimetrazione definitiva dell’area protetta.”

“Una particolare attenzione – si sottolinea nel comunicato – merita infine la Zonizzazione, cioè la suddivisione del territorio del Parco in quattro aree, con grado di tutela via via decrescente. Ebbene in nessun documento sono indicati i criteri, sia pure di massima, con i quali si è proceduto alla individuazione delle aree da assegnare a ciascuna zona con conseguente assoluta discrezionalità ed arbitrarietà nel definire tali zone. E’ incredibile e inaccettabile ad esempio che la Zona di riserva integrale sia di fatto limitata ad un’area di circa 22 ettari nella valle del Sorbo, pari allo 0,13%; la percentuale è insignificante e del tutto inadeguata data la ricchezza degli ambienti a eccezionale valenza naturalistica quali, ad esempio, le forre, le zone boscose di pianura e di collina.
E’ altresì incredibile e inaccettabile – così conclude il comunicato – che la Zona di promozione economica e sociale e cioè quella che riguarda le aree più estesamente modificate da processi di antropizzazione si estenda per oltre 2500 ettari, tenuto conto che il perimetro del parco già esclude i comuni e gli altri principali nuclei abitati.”

Il Comitato dà appuntamento a tutti i cittadini interessati alle 18.30 di venerdi’ 15 febbraio, presso la parrocchia di S.Gaetano in via Tuscania 12.

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