Si può fare una gita “fuori porta” in uno dei quartieri periferici della città? Noi di Vignaclarablog.it, solitamente segugi solo di Roma Nord, questa volta ci abbiamo provato scegliendo il Prenestino e il risultato è stato premiante: abbiamo trascorso una indimenticabile giornata nella zona est della capitale scoprendo strade, parchi, monumenti ed edifici di grande fascino. Il XIX rione di Roma sorge a cavallo dell’antica Via Prenestina che dalla porta Esquilina raggiungeva anticamente l’abitato di Palestrina; oggi la consolare si origina a Porta Maggiore per arrivare a Fiuggi.
Per molto tempo il Prenestino, nato agli inizi del novecento ma sviluppatosi in maniera disordinata a partire dagli anni ‘60, fu considerato come tutte le periferie un quartiere malfamato.
Nella realtà si tratta di una zona piacevole dove a dispetto dell’abusivismo edilizio rimangono ancora ampie zone di verde e luoghi di rilevante valore storico come il Forte Prenestino o il parco archeologico; per raggiungerlo da Roma Nord bastano 20 minuti di “tangenziale” (la circonvallazione est in direzione Tiburtina-San Giovanni).
Il Prenestino ancora oggi è un quartiere dormitorio ma come altre zone di Roma (ad esempio San Lorenzo o Testaccio) ha una sua spiccata individualità; qui capannoni e vecchie aree industriali si sono trasformate in parchi e luoghi di aggregazione dove la gente va per parlare, mangiare o ascoltare musica. In queste strade inoltre sopravvive ancora quella “romanità” che altrove, a causa della presenza di famiglie provenienti da altre regioni d’Italia o da paesi esteri, si è persa.
Il quartiere è un vero e proprio miscuglio di architetture: si va dagli splendidi edifici di inizio del ‘900, con torrette e fregi, al freddo razionalismo degli anni trenta; dai grandi palazzoni tirati su in tutta fretta nel periodo del boom economico alle impersonali opere degli anni ’80-90.
Il tutto si concentra attorno alla Via Prenestina che come un grande fiume scorre attraverso un territorio densamente popolato dove le attività sono frenetiche.
Tra i luoghi caratteristici del quartiere il Forte Prenestino si piazza al vertice: entrare nel forte è come ritrovarsi sul set di “Fuga da New York”. Una esperienza da fare.
Il forte fa parte di quell’insieme di opere difensive realizzate all’inizio dell’800 e poi, in epoche recenti, abbandonate al loro destino. Il Forte Prenestino è stato il primo ad essere acquisito dal Comune per essere destinato ai cittadini: attualmente è un Centro Sociale autogestito e occupato (occupazione avvenuta nel 1986).
Tra le tante attività una sala da the, il pub e l’enoteca, i corsi di erboristeria e di lingue, il gruppo di “alpinismorizzontale”, i saltimbanchi e poi eventi musicali. Le antiche gallerie del forte, debolmente illuminate da luci colorate, oggi sono integralmente ricoperte di graffiti e murales; all’esterno invece, al di sopra dei muraglioni, si snoda un percorso ecologico.
Non tutti i residenti gradiscono la forte connotazione politica del “forte” ma resta il fatto che si tratta di un luogo di aggregazione per tantissimi giovani provenienti anche da altri quartieri.
Altro posto che merita una lunga visita è il Parco Gordiani, un grande giardino ben tenuto, al cui interno sono conservate con cura numerose vestigia dell’antica Roma; dal “mausoleo” di età costantiniana, un edificio in laterizi a pianta circolare destinato alle cerimonie funebri, alle “conserve”, antichi serbatoi per l’acqua con condotti in terracotta; dalla “aula absidata”, datata II o III secolo (un ninfeo o impianto termale) alla “sala ottagonale”, un luogo sacro caratterizzato dalla presenza dell’acqua.
Nel parco si passeggia tranquillamente mentre lo sguardo può spaziare tra grandi opere frutto dell’ingegno di ineguagliabili costruttori.
Poco distante dalla villa anche un’area industriale, l’ex-SNIA è stata adibita a parco pubblico e all’interno sono state realizzate, oltre ad un parco giochi, alcune strutture per attività ricreative di grandi e piccini.
Lascia invece senza fiato “il torrione prenestino”, una enorme torre diruta nei pressi della rampa della circonvallazione che sembra posta a guardia della strada; edificata alla fine del I secolo a.C. è stata identificata come sepolcro o di Marcus Aurelius Syntomus o di Titus Quintio Atta.
La torre, il cui diametro alla base misura circa 40 metri, nel tempo divenne proprietà della famiglia Rufini e adibita a cantina; al suo interno esiste una strana iscrizione del 1716: “Bastille je m’appelle, fe dominique Brulon, ma post sur ce tourion pour faire sentinelle” dove si ipotizza che Bastille sia un cane e Brulon il frate guardiano della villa.
Ma una visita la merita anche la Chiesa di San Leone I che sebbene risalente agli anni ’50 custodisce al suo interno alcune belle opere tra cui un crocefisso in bronzo di Venanzo Crocetti.
Agli occhi di un visitatore attento il Prenestino appare quindi molto di più che un popoloso e anonimo quartiere fatto di traffico e caseggiati; in una tranquilla domenica anche questa zona ad est di Roma può trasformarsi in un luogo piacevole per una lunga e interessante gita alla scoperta dei quartieri di Roma.
Francesco Gargaglia
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