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Giunta contro Consiglio, dove sta andando il XX Municipio?

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interrogativo.jpgUna giornata particolare quella di ieri, giovedì 7 febbraio, una giornata che ha segnato il passo della maggioranza PdL del XX Municipio costretta a contare uno a uno i fedelissimi scoprendo che forse non ha più i numeri per governare. Un passaggio politico delicatissimo e foriero di rischi e di incertezze per il prossimo futuro, che apre scenari imprevedibili dai contorni non ben definiti in questo grappolo di mesi che mancano all’appuntamento elettorale. Una giornata che ha visto il PdL abbandonare l’aula Consiglio lasciandola in mano ad una variegata opposizione.

Una giornata convulsa nella quale, in seconda convocazione, il Consiglio era stato chiamato ad esprimere un voto sulla delibera presentata dalla maggioranza contenente le osservazioni da proporre al piano d’assetto del Parco di Veio a poche ore dalla scadenza del termine, fissata per le 16 di ieri.
In seconda convocazione perché la prima, quella di martedì 7 febbraio, era andata a vuoto a causa della mancanza del numero legale dopo che il PdL era stato battuto due volte nel voto di alcuni emendamenti (leggi qui).

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L’assetto del Parco di Veio riveste un’importanza fondamentale per il XX visto che il 50% del suo territorio è all’interno del parco. Ed è per questo che ieri, nonostante che in seconda convocazione fosse sufficiente la presenza di soli 9 consiglieri su 25 per rendere valida la seduta, l’aula consiglio era gremita.

Dibattito acceso, aspro. Ma alla verifica dei numeri la sorpresa: l’opposizione, annoverando nella stessa PD, SEL, CPI, FdI e UDC, conta dieci consiglieri. Ma nelle file del PdL ci sono delle assenze mentre invece sono ben presenti Simone Ariola e Giorgio Mori, gli stessi che martedì hanno lasciato l’aula assieme alla minoranza facendo sì che i fedelissimi PdL restassero in undici, quindi senza i numeri per proseguire la seduta.

Di fatto, una variegata opposizione avrebbe potuto dunque mettere in ginocchio la maggioranza. Al che i consiglieri PdL hanno lasciato l’aula rinunciando al voto. Subito dopo i restanti, Ariola e Mori compresi che però si sono astenuti dal votare, per alzata di mano hanno bocciato la delibera della maggioranza pur in presenza di un dubbio sulla legittimità del voto, dubbio espresso dal Direttore del Municipio che chiederà il parere del Segretariato Generale di Roma Capitale.

Ma non è finita qui.
La Giunta municipale, subito convocata dal Presidente Gianni Giacomini, si é riunita approvando di gran carriera le osservazioni al piano d’assetto del Parco di Veio, le stesse osservazioni bocciate dal Consiglio poco prima.

Giunta contro Consiglio, PdL contro PdL, FdI con UDC e CPI a braccetto con SEL e PD, una maggioranza risicata che per due volte consecutive non ha i numeri e che abbandona l’aula, dove sta andando il XX Municipio?

Diverse le risposte e diverse le interpretazioni.

In una nota diffusa alla stampa i consiglieri del Gruppo PD esultano perché “l’epilogo è stato più drammatico di tutta la vicenda e il PdL ha collezionato l’ennesima sconfitta da parte dell’opposizione”.

“Da giorni dicevamo che volevamo indicare delle osservazioni condivise e di carattere generale, ma la presunzione e l’atteggiamento spocchioso della Giunta ci ha costretto a buttare al macero anche quel poco lavoro che avevamo cercato di condividere. Ma la scena ancora più drammatica – sottolineano i consiglieri PD – è stata scoprire nel pomeriggio che le stesse osservazioni sono state approvate in Giunta: un atteggiamento ancora una volta che disprezza il voto del Consiglio e soprattutto ai limiti della legittimità sia politica che tecnica.”

“Dopo la miriade di manifesti e la moltitudine di spot elettorali, con i quali si cercava di dipingere il piano di assetto del Parco come un risultato, la sconfitta di oggi – concludono all’unisono – risulta essere pesante e drammatica per un PdL che non solo non ha argomenti, ma che ora non dispone nemmeno dei numeri.”

“La Giunta del XX Municipio è stata costretta ad approvare una delibera per modificare il Piano di Assetto del Parco di Veio a seguito dell’azione strumentale della sinistra, che prima ha dichiarato l’atto in votazione illegittimo e poi ha espresso parere contrario”.
E’ quanto invece sostiene un comunicato notturno nel quale si spiega che “La delibera del consiglio che approvava una serie di osservazioni rivolte al Parco è stata definita un “atto illegittimo” dall’opposizione, salvo poi essere votata e bocciata. Immediato l’intervento del Direttore del Municipio, che ha rimandato la questione riservandosi di avvalersi del parere al Segretariato Generale di Roma Capitale. L’opposizione, incurante di quanto dichiarato dal Direttore, ha preferito andare al voto.”

“In attesa del responso della direzione” si legge nel comunicato che, pur non essendo firmato pare inequivocabilmente essere stato diffuso a nome dei componenti della Giunta, “sentendoci responsabili di un piano che necessita di importanti modifiche, abbiamo inviato comunque al Parco le nostre indicazioni, nel pieno rispetto della sua salvaguardia e della tutela dei cittadini”.

“Le osservazioni proposte – precisa ancora il comunicato – sono in linea con le precedenti risoluzioni votate dal consiglio del XX Municipio, come ad esempio quella del 2001. Già allora il Municipio chiedeva all’Ente Parco di elaborare un piano di assetto in grado di salvaguardare la natura e di rispondere alle esigenze della cittadinanza.”

Di fatto dunque, con la decisione presa nel pomeriggio di ieri, “la Giunta del XX Municipio – conclude la nota – si pone inoltre in sintonia con tutti i cittadini che hanno presentato oltre 1200 osservazioni al piano e contribuisce a perfezionare il Piano d’Assetto del Parco di Veio.”

Si conclude così la vicenda osservazioni al piano d’assetto del Parco di Veio ma è chiaro che nelle vicende politiche del XX Municipio, stante gli ultimi seri avvenimenti e il numero degli schierati, si apre contestualmente una nuova pagina. Ma quel c’è scritto, e chi e in quanti lo scriveranno, è tutto da scoprire.

Claudio Cafasso

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4 COMMENTI

  1. State strumentalizzando anche voi una bagarre politica! Dove va la destra? Dove va la sinistra? Sono state fatte delle osservazioni che qualcuno, per proprio comodo, ha poensato bene di etichettare come “illegittime”, al solo scopo di non farle passare. Questa è la cronaca dei fatti!

  2. In termini di “metodo”, prima ancora che di “merito”, la decisione presa dalla Giunta del XX Municipio è di una gravità inaudita e lascia oltretutto capire il grado di considerazione che il sig. Gianni Giacomini ha della democrazia e delle regole che la governano.
    Se da un lato la legge consente a “chiunque” di presentare le proprie osservazioni, dall’altro lato però non può essere così quando a farlo è una amministrazione pubblica che intenda esprimersi ed arrogarsi il pieno diritto di fare ufficialmente delle “osservazioni” a nome del XX Municipio, per giunta dopo che si è espressa sull’argomento una marea di volte, a partire addirittura dal 1999 (su questo torneremo a parte, con un separato commento).
    Per un opportuno confronto si porta a conoscenza che anche il Comune di Castelnuovo di Porto ha inteso presentare le proprie osservazioni e lo ha fatto il 4 febbraio scorso con una apposita delibera del Consiglio Comunale: per il Comune di Roma a farlo avrebbe dovuto essere in perfetta analogia il Consiglio Comunale di Roma, a maggior ragione perché il Presidente della Comunità del Parco è stato l’Assessore all’Ambiente On. Marco Visconti fino a che non si è dimesso per candidarsi alle elezioni regionali.
    Se a voler fare delle osservazioni è invece il XX Municipio, nel rispetto del decentramento amministrativo, in termini di “metodo” si sarebbe dovuto avere quanto meno un certo coordinamento con lo stesso Comune di Roma, se non altro per avere una posizione comune e non discorde o addirittura contrastante: a tal riguardo l’art. 9 del “Regolamento del Decentramento Amministrativo” stabilisce che “i Consigli Circoscrizionali esercitano autonomamente l’iniziativa degli atti di competenza del Consiglio Comunale”, ma che “la proposta deve essere obbligatoriamente esaminata dal Consiglio Comunale”.
    Anche a voler passar sopra questo non certo secondario particolare e rimanere nell’ambito delle competenze del solo XX Municipio, c’è da sapere che ai sensi dell’art. 47 del “Regolamento del Consiglio del Municipio Roma XX” la Giunta del Municipio è l’organo esecutivo e “compie tutti gli atti rientranti nelle funzioni di indirizzo e di controllo politico-amministrativo che la legge, lo Statuto o i regolamento comunali disciplinanti l’ordinamento del Municipio non attribuiscano alla competenza del Consiglio o del Presidente del Municipio”: ai sensi del successivo art. 50 “la Giunta adotta deliberazioni su tutte le materie non espressamente riservate al Consiglio, a maggioranza assoluta dei suoi componenti”, che possono essere immediatamente eseguibili in caso d’urgenza solo se c’è il voto espresso dalla maggioranza dei membri della Giunta.
    Dal comunicato notturno emanato non è dato di sapere chi e quanti assessori fossero presenti ieri pomeriggio (tra Mocci, Perina, Erbaggi, Sacerdote ed il Presidente Giacomini) e quindi se la delibera sia stata votata a maggioranza assoluta: indipendentemente dal rispetto o meno dell’art. 50 del Regolamento, la delibera che Giacomini e Mocci hanno preteso di far approvare dalla Giunta è un atto comunque viziato di legittimità, perché in totale eccesso di potere ha scavalcato competenze che spettano esclusivamente al Consiglio del XX Municipio.
    A dimostrazione si porta che nel rispetto dell’art. 30 del Regolamento la Giunta aveva trasmesso alla Commissione Urbanistica una proposta di deliberazione, prima dell’esame del Consiglio, a conferma quindi che spettava a quest’ultimo deliberare sulle osservazioni al Piano.
    Ai sensi dell’art . 31 del Regolamento “i consiglieri .. che abbiano dichiarato di non partecipare al voto non si computano nel numero legale necessario a rendere valida la seduta” e quindi anche e soprattutto la conseguente votazione che c’è stata ieri mattina: dall’articolo si evince che “i consiglieri PdL hanno lasciato l’aula rinunciando al voto” e che quindi è pienamente valida sotto questo aspetto la delibera approvata ieri mattina dal Consiglio del XX Municipio.
    Trovo privo di fondamento il dubbio sulla legittimità del voto sollevato dal Direttore del Municipio e spiegato nel comunicato notturno della Giunta con la tesi che la “sinistra” (e non una parte del Consiglio Municipale che vede anche SEL, CPI, FdI e UDC) “prima ha dichiarato l’atto in votazione illegittimo e poi ha espresso parere contrario”: in termini se non altro puramente logici, se un Consiglio Municipale ritiene illecita una proposta di deliberazione (che in tal caso recepiva quasi integralmente quella presentata dalla Giunta) e poi coerentemente la boccia con un voto pienamente valido, come si fa a sostenere che la delibera sia viziata di legittimità ?
    Quand’anche così non fosse, la mancata pronuncia che spettava solo e soltanto al Consiglio del XX Municipio non giustifica sotto nessun punto di vista i poteri sostitutivi che la Giunta si è arrogata, proprio perché sul piano del “metodo” non sono previsti dalla normativa vigente in materia.
    Se si passa sul piano del “merito” delle osservazioni alla proposta del Piano che la Giunta ha preteso di presentare a tutti i costi, ma che non sono state finora fatte conoscere, si capisce ancor di più perché la “sinistra” ritenesse la proposta di deliberazioni illegittima.
    Il comunicato notturno parla di membri della Giunta che si sono sentiti “responsabili di un piano che necessita di IMPORTANTI MODIFICHE”, fra le quali sembra che ci sia quella riguardante l’intera collina a cavallo tra via di Grottarossa e via di Quarto Peperino, ceduta gratuitamente al Comune nell’ambito della lottizzazione convenzionata “Grottarossa” per realizzarvi un parco pubblico, che la proposta di Piano di Assetto destina impropriamente a sottozona C1 di protezione (“Paesaggio agrario con funzione di connessione ambientale”): con la delibera di Giunta votata in tutta fretta ieri pomeriggio sarebbe stato chiesto di destinarla a sottozona D3 di promozione economica e sociale (“Valorizzazione e recupero del patrimonio edilizio agricolo – infrastrutture per la fruizione – Aree da sottoporre a progetti di recupero ambientale”), dove si può costruire eliminando di fatto il parco pubblico già deciso.
    Benché la legge non ammetta ignoranza, specie e soprattutto da parte delle pubbliche amministrazioni, Giacomini e Mocci hanno continuato ad ignorare non solo la delibera del Consiglio Comunale che ha approvato il progetto della lottizzazione “Grottarossa” che vorrebbero privare dello standard a verde pubblico, ma anche e soprattutto quanto avevo già fatto presente all’intero Consiglio del XX Municipio nella seduta dello scorso martedì 5 febbraio, vale a dire che l’art. 26 della legge regionale n. 29/1997 prescrive che le zone D di promozione economica e sociale (e quindi anche le relative sottozone) sono “da individuare nelle aree più estesamente modificate da processi di antropizzazione”: ne deriva che quanto da loro richiesto ufficialmente all’Ente Parco non potrà che essere respinto perché in aperta violazione del suddetto disposto normativo.
    Sembra che abbiano presentato una analoga richiesta di trasformazione a sottozona D3 dell’area parimenti pubblica tra via Cassia Vecchia e via di Villa Lauchli solo perché è destinata allo stesso modo l’area contigua verso nord, con accesso dal civico n. 306, dove si vorrebbe aprire un centro commerciale.
    A parte il legittimo interrogativo che lasciano aperte entrambe le suddette richieste di modifica su quale sia veramente l’interesse pubblico che la Giunta intende perseguire, di certo c’è che la delibera che il Presidente Gianni Giacomini ha fatto approvare e trasmettere all’Ente Parco, oltre a non essere valida sul piano giuridico, non può rappresentare la volontà dell’intero XX Municipio, perché è l’espressione soltanto di un suo organo esecutivo che in eccesso di potere si è arrogato il diritto di pronunciarsi a nome del Consiglio.

  3. Il comunicato notturno diffuso ieri precisa che “le osservazioni proposte sono in linea con le precedenti risoluzioni votate dal consiglio del XX Municipio, come ad esempio quella del 2001. Già allora il Municipio chiedeva all’Ente Parco di elaborare un piano di assetto in grado di salvaguardare la natura e di rispondere alle esigenze della cittadinanza”.
    Per un opportuno confronto su come le richieste fatte nel tempo dal XX Municipio fossero state finalizzate veramente a “salvaguardare la natura” o piuttosto a “rispondere alle esigenze della cittadinanza”, intesa però esclusivamente come “esigenze” di singoli e quindi in danno dell’interesse pubblico generale, ritengo utile portare a conoscenza di tutti del “merito” delle osservazioni formalizzate dal XX Municipio a partire dal 1999.
    Con Risoluzione n. 29 del 25.5.1999 – in accoglimento della proposta di un progetto integrato presentato dal “Consorzio Artigianato e Piccola Industria – Consorzio Flaminio” il Consiglio della allora XX° Circoscrizione ha chiesto “alla Regione Lazio l’esclusione dell’area oggetto della proposta dal perimetro del Parco di Veio”.
    Il 25 giugno 2001 il Consiglio Direttivo dell’Ente Parco di Veio ed i progettisti della S.r.l. Cles si sono incontrati con i rappresentanti del Comune di Roma (dott.ssa Sabrina Albanesi ed ing. Gianluca Cencia) e del XX° Municipio (cons. Giuseppe Molinari).
    Il 20 settembre 2001 presso gli Uffici del Piano Regolatore del Comune di Roma il Consiglio Direttivo dell’Ente Parco di Veio ed il Coordinatore arch. Alberto Durante si sono incontrati con l’Assessore all’Urbanistica Roberto Morassut, il Direttore dell’Ufficio Piano Regolatore arch. Daniel Modigliani, il Presidente della Commissione Ambiente arch. Giovanni Carapella, il Direttore dell’U.S.C.E. ing. Riccardo Lenzini ed il cons. del XX° Municipio Iacopo Fedi.
    Con un Ordine del giorno n. 6 del 5.11.2001, relativo al “Bosco di Baccano” sulla via Cesanese all’altezza del Km. 26,700 di via Cassia-Bis, il Consiglio del Municipio Roma XX “ritiene opportuno prevedere in senso ampliativo, ipotesi di revisione del perimetro del Parco di Veio al fine di comprendere nello stesso le aree relative al Bosco di Baccano”.
    Con un Ordine del giorno n. 7 del 5.11.2001, relativo alle “Parrocchie”, il Consiglio del Municipio Roma XX ha chiesto “all’Ente Parco di Veio ed alla Giunta Regionale del Lazio di prevedere all’interno delle norme tecniche del definitivo Piano d’assetto del Parco la possibilità che nelle aree attigue ai complessi Parrocchiali situate all’interno del Perimetro del Parco possano essere realizzate necessarie strutture da destinare ad oratori”.
    Con Risoluzione n. 36 del 5.11.2001 il Consiglio del Municipio Roma XX ha approvato all’unanimità le sue osservazioni al Preliminare del Piano di Assetto, ritenendo soprattutto che la perimetrazione definitiva del Parco di Veio possa essere fatta coincidere con quella provvisoria, con la precisazione che eventuali modifiche in aumento o in riduzione debbono essere comunque motivate tecnicamente e scientificamente: il 16 dicembre 2002 il Consiglio del Municipio Roma XX approverà a maggioranza semplice la risoluzione n. 67 (di cui si dirà più avanti) con cui sono state rimesse in discussione le osservazioni fatte un anno prima.
    Con Risoluzione n. 67/2002 “il Municipio Roma XX ha infatti chiesto “che le indicazioni sopra menzionate siano considerate parte integrante del Piano di Assetto Definitivo dell’Ente Parco di Veio”. Alla risoluzione sono state allegate 8 richieste di esclusione dal Parco di Veio, presentate da privati, di cui si elencano le seguenti:
    – Consorzio Artigianato e Piccola Industria – Consorzio Flaminio, di cui si è già detto;
    – Consorzio Tor Vergara II, comprensorio all’altezza del Km. 8 di Via della Giustiniana;
    – Associazione Sportiva Stella Azzurra Basket, area in località Piana del Colle delle Acacie, che la proposta del perimetro definitivo del Piano di Assetto tiene al di fuori del Parco;
    – Lances Costruzioni S.r.l., area di mq. 21.800 sottostante il Colle delle Acacie in via Flaminia Nuova;
    – Celan Costruzioni S.r.l., area di mq. 7.940 sottostante il Colle delle Acacie in via Flaminia Nuova;
    – Consorzio via Livigno relativo ad un comprensorio situato tra la via Sacrofanese e la Flaminia;
    – Consorzio Flaminio Malborghetto, comprensorio in località Casale S. Anna (via Flaminia Km. 17+050), di mq. 395.973 costituito da circa 35 lotti (di cui 12 già edificati a tutto il 1997).
    Si salta così al 25 novembre 2008, quando il sottoscritto è stato chiamato a partecipare ad una riunione della Commissione Urbanistica del Municipio di Roma XX finalizzata a stabilire i criteri per una corretta redazione del Piano di Assetto, che avrebbero dovuto essere presentati all’Ente, ma che non sono stati mai né concordati né trasmessi.
    Con la stessa finalità il 5 febbraio 2009 si è tenuta la prima di 3 riunioni del Tavolo Permanente costituito dall’allora Assessore all’Ambiente del Municipio di Roma XX, Giuseppe Molinari, che non ha poi trasmesso formalmente nessun documento all’Ente Parco.
    Il 9 e il 12 ottobre 2009, un mese prima che venisse approvata la delibera di adozione del Piano di Assetto che il Commissario Straordinario ha revocato per poi deliberare una “proposta” di un Piano di Assetto che è rimasto tale e quale nelle Norme Tecniche Attuative, nel perimetro definitivo e nella zonizzazione, presso gli Uffici dell’Ente Parco il Direttore Salvatore Codispoti assieme al Presidente Fernando Petrivelli ed all’ing. Simonetti hanno incontrato il Comune di Roma rappresentato dall’allora Assessore all’Ambiente nonché Presidente della Comunità del Parco di Veio Fabio De Lillo e dall’allora Presidente della Commissione Urbanistica del XX Municipio Giuseppe Molinari.
    Il perimetro definitivo proposto dagli uffici ed accolto da Comune di Roma e XX Municipio comprendeva modifiche del perimetro rispetto al perimetro istitutivo, in particolare:
    – esclusione di limitate porzioni di territorio fortemente antropizzato di nessun valore ambientale e paesaggistico, posto in aderenza al perimetro su limiti catastali che sono poi state prese in considerazione anche nell’attuale proposta di Piano;
    – inclusione dell’area di pertinenza di Borghetto San Carlo in considerazione del valore naturalistico dell’area e del regime proprietario (pubblico), poi presa in considerazione anche nell’attuale proposta di Piano.
    Lascio a chi legge giudicare quanto il XX Municipio abbia fin qui voluto veramente “salvaguardare la natura” o abbia tenuto conto delle “esigenze” di una sola parte della “cittadinanza” piuttosto che di tutta.

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