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La via Francigena nell’Insugherata, difficile trovarla

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via-francigena120.jpgQualcuno ricorderà il nostro articolo nel quale si parlava di una riunione dei rappresentanti di Regione, XX Municipio e l’Ente RomaNatura per fare il punto su di un tracciato della “Francigena” all’interno della Riserva dell’Insugherata; la riunione si tenne il 17 Febbraio del 2012 e noi, a distanza di quasi un anno, siamo tornati sul posto per vedere cosa è stato fatto.

Dopo quanto descrivemmo nell’articolo del 20 febbraio 2012 a prima vista pare che nulla sia accaduto, anche se il percorso è già stato inserito in una pubblicazione che riguarda gli itinerari della regione Lazio.

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L’accesso è indicato al n. 1081 della Via Cassia proprio nei pressi del GRA e prospiciente la rampa che porta alla Via Flaminia; qui non ci sono cartelli indicatori né i caratteristici adesivi ma solo l’ingresso di un comprensorio privato con cancello, citofoni e alcune targhe di attività commerciali.

Accanto al cancello, lungo la Cassia, nonostante il cantiere per la terza corsia sia stato smantellato rimangono ancora alcuni new-jersey dietro ai quali si nascondono erbacce e spazzatura; la rimozione delle barriere in cemento permetterebbe invece di creare un’ampia zona per lo sosta di emergenza o per il parcheggio, specie per chi vuole addentrarsi nella Riserva.

Varcato il cancello si scende lungo la rampa in asfalto e si passa accanto ad un paio di cancelli che portano ad abitazioni private; qui incontriamo il primo adesivo bianco-rosso, segno caratteristico del tracciato della “francigena”; poco più avanti una sbarra metallica chiude la strada alle auto e un cartello indica, al solito, la proprietà privata e il divieto di accesso.

Anche qui c’è un adesivo, segno che siamo sulla strada giusta.

Scendendo ancora si passa accanto ad una recinzione fino ad arrivare infine nei pressi del Fosso dell’Acqua Traversa dove c’è un sentiero che piega sulla sinistra e costeggiando il corso d’acqua dirige nella grande piana; i segnali portano al ponte che permette di passare sulla sponda destra e da qui si raggiungere poi la Valle dell’Insugherata e infine Via Conti, sulla Trionfale.

Insomma il tracciato c’è anche se nessuno deve aspettarsi una bella sterrata con staccionate, panchine, aree di sosta o fontanelle: d’altra parte siamo in una Riserva.

Proviamo anche, come il Bottego alla ricerca dell’Omo, a raggiungere la sorgente del fosso che nasce nei pressi del GRA ma la vegetazione e i rovi ci impediscono di passare.

In questo punto il fosso fa veramente schifo. Non solo la superficie delle acque è ricoperta di una schiuma sospetta ma montagne di detriti ricoprono le sponde; si tratta al solito di materiale edile scaricato dall’alto delle sponde e del viadotto della Cassia:uno spettacolo vergognoso. E noi che pensavamo di trovare, nei pressi della sorgente, acque fresche e pulite.

Trovato il percorso della “francigena” nell’Insugherata resta però il mistero dell’area che sarebbe dovuta entrare nella proprietà del Comune: forse quella grande area recintata con un paio di piccoli manufatti? Se fosse quella potrebbe magari diventare “il Centro Visita” della Riserva…..progetti utopici che probabilmente nessuno prenderà mai in considerazione.

Francesco Gargaglia

riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

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6 COMMENTI

  1. Bravi, fate bene a pubblicare queste notizie, anzi, se permetti, riporto il tuo articolo anche sul nostro sito http://www.viefrancigene.it in modo da ampliare la visibilità.
    In tutto ciò mi fa piacere però vedere che ci sono ancora gli adesivi bianco-rossi che ho messo due anni fa…il che è già molto visto che in Roma città, ahimè devo dirlo, vengono tolti molto in fretta ogni volta che si rimettono…
    grazie per il vostro reportage! Rimango in attesa di sapere se posso pubblicare (ovviamente con i vostri riferimenti) l’articolo sul nostro sito.
    Ciao

  2. Fin da quando un anno fa è stato pubblicato l’articolo su “Il progetto della via Francigena nell’Insugherata” avevo rinunciato ad intromettermi per contestare l’iniziativa.
    Ma ora vedo che è stato addirittura aperto un sito http://www.viefrancigene.it, il cui plurale lascia di per sé intendere una moltiplicazione di quella che sapevo essere l’unica via che con tale nome veniva dalla Francia.
    La primitiva “Via Francigena”, anticamente chiamata “Via Francesca” e detta talvolta anche “Franchigena”, era infatti quella che subito dopo la donazione alla Chiesa da parte del re Carlo Magno del cosiddetto “Patrimonio di S. Pietro in Tuscia” si sono messi a percorrere i pellegrini provenienti soprattutto dalla terra dei Franchi, passando per Viterbo, dove il ricordo è rimasto proprio nella bellissima strada medievale chiamata “via dei Pellegrini”.
    In seguito è diventata parte di un fascio più numeroso di vie, dette anche “vie Romee”, che partendo addirittura anche dall’Inghilterra (più precisamente da Canterbury) conducevano – oltre che a Roma – alle altre due principali mete religiose cristiane di epoca medievale, vale a dire Santiago de Compostela in Spagna e Gerusalemme.
    Ma stando a quanto ci hanno lasciato le fonti storiche e gli studi, a Roma la via Francigena ci arrivava dalla via Cassia e all’altezza del suo incrocio con la via Trionfale trovava il dazio, da cui erano esentati per l’appunto i pellegrini, che proseguivano il loro cammino verso S. Pietro lungo la via Trionfale e non certo dentro la riserva dell’Insugherata, che deve il suo nome alla abbondanza delle piante di sughero che costituiscono l’elemento vegetazionale prevalente della zona e che ai primi del 1900 era ancora una tenuta di ben 312,33 ettari di proprietà degli Ospedali Riuniti di Roma.
    Ne deriva che la “via Francigena nell’Insugherata”, oltre che ad essere difficile trovarla, è a tutti gli effetti una strada dal nome falso perché è un ipotetico sentiero non supportato da nessuna documentazione storica che ne provi l’esistenza nel passato.
    A riprova di questo abuso del nome che viene indebitamente millantato porto a conoscenza che è stato affibbiato a molti tracciati inventati ex novo anche a Formello e addirittura a Monterotondo.
    Mi va benissimo che si realizzi e si fruisca un “ipotetico sentiero” che “dalla Via Cassia scende fino al fosso e prosegue lungo la stretta piana alluvionale fino a deviare al primo ponticello e proseguire poi per il bosco di Santo Spirito e Via Conti, in zona Trionfale”, ma non lo chiamiamo per favore “via Francigena” se non siamo poi in grado di dimostrare che sia veramente esistita in passato.
    O si attesta veramente che è esistita lungo questo sentiero, quindi non “ipotetico”, oppure dobbiamo dargli un altro nome appropriato: non trovo degno di un paese civile falsare la storia e vantarsi di nomi che le abbiamo letteralmente rubato.

  3. @ Rodolfo Bosi: il tracciato della (anzi DELLE) Vie Francigene ha subito molte mutazioni nei secoli, il fatto che in questa fase (come già successo in passato) sia meno frequentato non vuol dire non sia ancora vivo (e quindi mutevole). La sua disquisizione mi pare “puntigliosa” e sterile!

    @ Francesco Gargaglia: è possibile unirsi a lei in occasione di queste sue esplorazioni della Riserva? Abitando in zona ho sempre desiderato conoscerla più a fondo. Inoltre sa dirmi come rispondere a chi dovesse contestare il diritto ad entrare nella riserva da passaggi come quello di Via Cassia 1081 o al Maneggio di Via Panattoni?

  4. Gentile Matteo, alla Riserva si può accedere senza alcun problema dall’accesso “ufficiale” di Via Castagnola, coincidente con il “sentiero del Picchio“.
    Per quanto riguarda il maneggio e Via Panattoni 160 al momento i proprietari delle aree private non si oppongono al passaggio e pertanto non dovrebbe esserci nessuno a contestarle la possibilità di entrare.
    Cordialmente,
    La Redazione

  5. @Matteo: dovrebbe cortesemente spiegarmi dov’é la dimostrazione provata che fra le mutazioni che nei secoli ha subito la originaria via Francigena ci sia anche lo sconfinamento dalla comoda via consolare della Trionafale lungo i “campi” dell’Insugherata.
    Se non sa di già da testi storici documentati quale sia il tracciato meno frequentato ed ancora vivo (di certo non da prima che si inventassero il progetto del sentiero da denominatre via Francigena) né ha la curiorsità di saperlo, perché lo dà per scontato “a priori”, mi sento in diritto di replicarle a mia volta che é un gran credulone.
    La mia disquisizione non é sterile, come a lei sembra, perché é stata finalizzata ad amare ed a far amare il territorio di Roma Nord anche e soprattutto per le memorie storiche del suo passato, che ho raccolto nei miei studi fatti anche e soprattutto per la mia tesi di laurea e che quando posso metto a conoscenza di chi non le sapesse nei miei commenti.
    A scuola si insegna la storia, non le frottole che non possono e non debbono ad ogni modo alterarla dando per “accaduto” anche quello che invece non é mai stato.

  6. Anche io ho delle forti perplessità, anzi direi vera e propria contrarietà rispetto a questa idea di portare forzosamente il percorso della Via Francigena a passare attraverso i campi del Fosso dell’Acqua Traversa e la valle dell’Insugherata (che è senz’altro bellissima e interessante, ma questo è un altro discorso).
    Ho l’impressione sui criteri di individuazione – partendo dalla condivisibile esigenza di proporre ai viandanti percorsi nel verde piuttosto che sull’asfalto – abbiano influito anche considerazioni di opportunità, visto che l’area ricade sotto la competenza di RomaNatura. Mi chiedo perché non si sia presa in considerazione la fattibilità di un percorso pedonale lungo lo storico tracciato della via Trionfale, che – con qualche indispensabile deviazione in qualche punto difficile – sono convinto si possa riuscire a realizzare come percorso “ufficiale”. Cmq chi viene a piedi , magari da lontano, non credo che andrebbe ad attraversare l’Insugherata (che ad oggi non è un percorso che si può facilmente mettere in sicurezza) e continuerà a percorrere la via più diretta, cioè la via Trionfale, anche se meno bella e congestionata di traffico. Ogni tanto mi capita di veder passare “pellegrini” provenienti da paesi nordeuropei lungo la Trionfale. Cittadini e associazioni del territorio che condividono questa opinione dovrebbero far sentire la loro voce e sostenere questa proposta accompagnandola con un progetto dettagliato studiato non solo a tavolino ma con sopralluoghi.

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