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La moda degli shottini dilaga a Ponte Milvio

Galvanica Bruni

shottini.JPGDue minorenni in coma etilico nella notte di Capodanno, è la conferma che sempre più giovani e giovanissimi fanno uso di alcol. Birra, aperitivi alcolici e superalcolici hanno preso il posto del vino, ormai passato di moda. Anche nella insonne movida di Ponte Milvio tanti sono i giovani e i giovanissimi che senza controllo e controlli  fanno uso ed abuso di alcol. E se in netto aumento è la percentuale dei consumatori di alcol fuori dai pasti, a dilagare tra i giovani è soprattutto il fenomeno del “binge drinking”, l’assunzione di bevande alcoliche diverse in un breve intervallo di tempo: “abbuffate alcoliche” il cui unico scopo è l’ubriacatura immediata e la perdita di controllo.

Nella Capitale, così come in tutta Italia, quella tra alcol e giovanissimi è una relazione che sta diventando negli anni sempre più pericolosa. A confermarlo sono i dati di una recente indagine del Ceis, Centro italiano di Solidarietà fondato da Don Mario Picchi a Roma. Su 3.500 studenti romani considerati l’85% fa uso di alcol nei weekend e il 45% di superalcolici.

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Una moda, quella degli shottini, che dilaga nei locali di Ponte Milvio

Pochissimi euro e altrettanti pochissimi secondi per mandare giù quei bicchierini tanto piccoli. E uno e due e tre. Giù d’un fiato. E c’è anche chi, invece, preferisce “gustarsi” un amaro o anche due nel “baretto”, quello in cui in tanti, ragazzi e non, si fermano per qualche “bicchiere” prima di una lunga serata in giro per locali o per discoteche.

Perché ormai ubriacarsi in discoteca è diventata roba da ricchi e si preferisce bere nel pre-serata. La maggior parte dei ragazzi intervistati nei locali tra piazzale di Ponte Milvio, via Flaminia e via Riano, infatti, dichiara di non iniziare a bere in discoteca ma, in prevalenza, durante l’aperitivo (35%) e nel dopo cena (45%).

Istat: in Italia si inizia a bere a 11 anni

Secondo i dati Istat in Italia si inizia a bere a 11 anni, contro la media europea di 13. Nel 2011 ha consumato una bevanda alcolica nell’anno il 65% della popolazione di 11 anni e più ed è cresciuta fortemente la percentuale di giovanissimi che consumano alcol fuori pasto (19%). Altra tendenza in aumento tra i giovani in larga parte di sesso maschile è il “binge drinking”, per lo più nei momenti di socializzazione: un mix alcolico il cui obiettivo è solo lo sballo.
I giovani italiani entrano in contatto con l’alcol molto presto vantando un triste primato: sono ai primi posti in Europa per il consumo settimanale di alcol.

“Il consumo e l’abuso di alcol fra i giovani e gli adolescenti è un fenomeno preoccupante – spiegano al Ministero della Sanità – se si considera che l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda la totale astensione dal consumo di alcol al di sotto dei 16 anni di età e i risultati della ricerca scientifica ci dicono che chi inizia a bere prima dei 16 anni ha un rischio quattro volte maggiore di sviluppare alcol dipendenza in età adulta rispetto a chi inizia non prima di 21 anni”.
Secondo l’OMS, infatti, sotto i sedici anni il sistema nervoso non è ancora completamente sviluppato e non è in grado, quindi, di sostenere quantità elevate di alcol.

Il Ministero della Salute, per arginare il consumo di alcol tra i ragazzi dai 14 ai 25 anni, ha “confezionato” una nuova applicazione per smartphone chiamata “Adrenalina pura”. L’app. che ha già avuto 14mila download è gratuita ed è articolata in tre parti che consentono di calcolare indicativamente il tasso alcolemico incrociando i propri dati su sesso e corporatura con le dosi di alcolici assunte, ma anche di giocare a un quiz con domande sulla musica e sul consumo di alcol.

Questo progetto digitale ha affiancato le iniziative del Ministero rivolte al contrasto dei problemi legati all’alcol soprattutto fra i giovanissimi.
Infatti, con la recente legge n.189/2012, in vigore dall’11 novembre 2012, si è innalzato da 16 a 18 anni il divieto di vendita di bevande alcoliche. Resta, invece, il divieto di somministrazione di alcolici ai minori di 16 anni: per i giovani di età compresa tra i 16 e i 18 anni, dunque, solo consumazioni alcoliche al bancone o al tavolo.

Tuttavia, girando per locali, sembrerebbe che queste leggi siano troppo spesso inascoltate. Dall’altra parte del bancone, infatti, l’obbligo di richiesta della carta d’identità non sempre è rispettato, quasi mai in realtà. Il più delle volte basta allungare una mano con i soldi sul bancone affollato ed eccoti servito.

Prevenzione, informazione, sicurezza

Questi sono i pilastri della campagna Because the night avviata da marzo 2012 nella città di Roma Capitale. Un’indagine avviata nelle piazze più affollate della movida romana, tra cui Ponte Milvio, per cercare di capire cosa bevono i giovani, in quali orari e soprattutto per far capire loro la differenza tra uso ed abuso di alcol.

A conclusione del progetto Irma Casula, presidente del Modavi il Movimento di Associazione di Volontariato Italiano, ha spiegato che “se in precedenza avevamo orientato i nostri progetti di prevenzione verso i luoghi e gli orari dei locali notturni, questa volta abbiamo rimodulato il target, orientandoci verso le zone e gli orari del pre-serata. È ora di sfatare il mito un po’ anacronistico che vede le discoteche come luogo di perdizione: vuoi per i prezzi scoraggianti che ha l’alcol nei locali, vuoi per le norme più restrittive, è un dato di fatto confermato dalle indagini che i luoghi che oggi necessitano maggiore attenzione sono proprio quelli da cui i giovani passano prima di andare a ballare.”

Ponte Milvio tappa obbligata

L’importanza di questa campagna risiede soprattutto nell’aver messo in luce la scarsa confidenza che i ragazzi hanno con l’etilometro che per legge dovrebbe essere presente in ogni locale.

Su un campione di 1372 intervistati, tutti di età compresa tra i 15 e i 25 anni, il 73,9% afferma di non aver mai effettuato una misurazione del tasso alcolemico e solo l’1,1% dichiara di misurarlo quando ne ha l’occasione in presenza dell’etilometro nel locale in cui si trova.
Inoltre più della metà dei ragazzi intercettati non conosceva i limiti previsti dal codice della strada. Forse, allora, non basta obbligare chi gestisce i locali a garantire la presenza di un etilometro ma bisognerebbe iniziare ad insegnare ai ragazzi l’importanza di questo strumento.

Prevenzione e sensibilizzazione al primo posto

L’abuso di alcol, inoltre, è la principale causa di morte tra i giovani negli incidenti stradali. Secondo i dati Istat gli indici di mortalità più alti vengono toccati nelle notti del fine settimana: 3,8 morti per 100 incidenti la domenica tra le 22 e le 6 del mattino, 3,6 il venerdì e 3,5 il sabato notte negli stessi orari. Il picco si verifica alle 5 del mattino (6 morti ogni 100 incidenti).

In ottobre tra il Comune di Roma e le associazioni di categoria dei pubblici esercizi è stato firmato un protocollo per contrastare la movida violenta: alcol test nei locali, presenza di steward e hostess e distribuzione di etilometri usa e getta. Anche i pubblici esercenti devono impegnarsi a favore di campagne di informazione e sensibilizzazione.

Daniela Buongiorno

riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

 

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2 COMMENTI

  1. Non ho mai visto né alcol test nei locali, né presenza di steward e hostess, né tantomeno distribuzione di etilometri usa e getta nei locali di Ponte Milvio e dintorni ai quali sono costretta a passare accanto per tornare a casa.
    Eppure ce ne sarebbe bisogno, eccome. Allora perché firmare accordi se poi non si ha la forza di porli in essere? Il controllo sugli esercenti che vendono alcol ai minorenni – che lo consumano in mezzo alla strada e sui marciapiedi – è così complicato? Il tutto avviene molto spesso, badate bene, sotto gli occhi delle forze dell’ordine…..

  2. Come è possibile che ” l’istituzioni ” non si comportino come dovrebbero e continuano a lasciare licenze.
    A breve riapre nuovamente in via Riano il locale che è stato multato per vendita di alcool ai minori.

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