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Italia Nostra: danni da piena del Tevere, no denaro pubblico a chi ha costruito su sponde

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Non ha dubbi Italia Nostra: “Gli interventi per i danni della piena del Tevere sulle opere realizzate nelle aree esondabili non devono pesare sulle tasche dei cittadini”. Una posizione così chiara e netta viene annunciata in una nota nella quale si spiega che “da anni vengono rilasciate concessioni e permessi a costruire sulle aree esondabili del Tevere e dell’Aniene in contrasto con l’evidente necessità di permettere ai due fiumi di potersi espandere nei giorni di piena senza provocare danni materiali.”

“Invece di demolire o perlomeno delocalizzare le attività che si sono insediate in queste aree sia abusivamente che “legalmente” si continuano ancora oggi a rilasciare deroghe e sanatorie. E in questi giorni si torna a proporre, anche in Consiglio comunale, di utilizzare fondi pubblici per riparare i danni subiti dai numerosi circoli sportivi che si trovano lungo il Tevere.”

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“Italia Nostra Roma – si annuncia nella nota – si opporrà decisamente a che si destinino le scarse risorse economiche del Comune e della Regione per opere che se si fossero rispettate le norme vigenti, non avrebbero dovuto esistere”.

L’associazione chiede inoltre che “in previsione delle probabili future piene del Tevere, l’Autorità di bacino, oltre a rendere pubblico il censimento e il riordino dei galleggianti esistenti sul fiume (che doveva essere terminato nel 2009), verifichi urgentemente quante deroghe siano state date al Piano stralcio del Bacino del Tevere del 2009 ed imponga di ripristinare le zone previste dal piano.”

“Ci risulta ad esempio – sostiene Italia Nostra – il caso della concessione data al “Bau Village” di costruire una spiaggia per cani e relative strutture nell’area a Ponte Milvio destinata dal Piano stralcio ad essere invece oasi naturale con la sua vegetazione ripariale.Per fare la spiaggia per cani l’oasi è stata distrutta e ora, come era ovvio, l’area è stata una delle prime ad essere sommersa dal fango. Risarcimento danni ? No grazie” conclude.

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6 COMMENTI

  1. È triste davvero essere costretti a fare le affermazioni che Italia Nostra fa inquesto comunicato. Ma se l’insipienza e la “disattenzione” (ad essere generosi) di chi amministra (eufemismo) la cosa pubblica rendono necessario ribadire ciò che dovrebbe essere ovvio… ben venga questo “memento”.

  2. Il 15 novembre ho scritto qui su VCB:
    ” E invece, niente di più facile che, al termine dell’emergenza, tutti i circoli andati distrutti presenteranno il conto al Comune (cioè all’intera comunità), lamentando lo stato di catastrofe naturale e adducendo i più fantastici e coloriti motivi.

    Cambiando l’obiettivo (in senso fotografico) e passando dallo zoom al grandangolo, ritroviamo l’immagine intera del nostro (ex) “bel Paese” (del quale, si e no, è rimasto il formaggio omonimo).
    Ormai è sistematicamente sempre colpa della natura, leopardianamente maligna.
    La devastazione e il consumo dissennati del territorio, infatti, nulla hanno a che fare con simili eventi, ma rappresentano le solite ritrite litanie di pochi irriducibili che ancora hanno pretese di “paesaggio”, di “bellezza”, di “armonia”, insomma di “cultura” (mi raccomando, tutto rigorosamente tra virgolette).

    Quando capiremo che è assolutamente non più rinviabile una drastica inversione di tendenza del modello di sviluppo (?), quando capiremo (per restare sul tema e non divagare) che il territorio è una risorsa finita e non riproducibile e nei suoi confronti è necessario avere un approccio di cultura?
    Quando capiremo che riempiendo di colate di cemento gli argini dei fiumi, le colline e le montagne, non facciamo altro che prenotare la distruzione nostra e del nostro habitat?
    Ma viviamo nella Repubblica delle lacrime di coccodrillo (e della retorica postuma).

    Torniamo alle responsabilità, anche se consapevoli che qui da noi il tema è ritenuto opzionale e folkloristico, e proponiamo una bella idea alla Giunta del nostro Municipio: passata l’emergenza, Sig. Presidente Giacomini, presenti un bel conto a quanti, nel Municipio da lei governato, hanno contribuito al disastro (naturale beninteso) con le loro costruzioni in aree golenali.
    Costoro, al massimo, potranno invocare la corresponsabilità di chi ha rilasciato le autorizzazioni.
    E, in questo caso, che problema c’è?
    Alla fine pagheremo sempre noi!!! ”

    La posizione di Italia Nostra va sostenuta.
    Auspichiamo che maggioranza e opposizione, nel Consiglio Comunale così come in quelli dei diversi Municipi, per non parlare della Regione, vogliano attenersi ad un simile orientamento, evitando di utilizzare soldi pubblici per risarcire i privati co-responsabili dei danni.
    E’ ora di invertire il “senso di marcia”.

    Paolo Salonia, portavoce del Comitato Abitare Ponte Milvio

  3. si continua a costruire dove non si dovrebbe, sugli argini del fiume ad esempio, dove importanti ed esclusivi circoli sportivi hanno posizionato palestre e campi da tennis. E poi si chiedono i danni alla collettività… E’ la solita vecchia storia che si ripete. Ma chi autorizza queste strutture, o chi fa finta di non vederle, non è in nessun modo responsabile?

  4. Io non capisvo come fosse possibile che villa bau e il vicino pub abbiano pensato di costruire degli impianti quasi fissi, in una zona che ogni anno va sott’acqua. E’ semplicemente una distruzione programmata, e il pagamento dei danni giustificherebbe una rivolta popolare.

  5. La richiesta di Italia Nostra è senza alcun dubbio giusta ma il principio di non destinare risorse economiche a chi ha costruito dove non doveva deve essere applicato sempre e in tutta Italia; nessun risarcimento dovrebbe essere dato a chi ha costruito nei pressi di torrenti, negli alvei dei fiumi, sotto colline a rischio frana. Niente soldi a chi ha costruito in zone a forte rischio sismico senza aver adottato le previste misure di sicurezza. Se non si applica questo principio ci sarebbe poi una disparità di trattamento. Se poi chi ha costruito aveva una regolare licenza allora siano chiamati a rispondere (in sede penale e civile) i sindaci e le giunte responsabili (anche se non sono più in carica).
    La vicenda del Tevere si presta, secondo me, anche ad altre considerazioni (lo dico senza nessuna POLEMICA di tipo politico):
    – molti circoli “storici” hanno costruito in tempi lontani con (o senza) le autorizzazione delle passate giunte ed ora il Sindaco di Roma si trova a gestire un problema che ha origini lontane e che fino ad ora si è volutamente ignorato;
    – non so sei il Municipio è in area esondabile essendo all’esterno dell’argine (l’allagamento non credo sia dovuto al fiume che non mi sembra , in quel tratto, sia esondato ma forse alle intense piogge); resta il fatto che se quell’edificio e altri sono stati realizzati dove non si doveva che siano chiamati a rifondere i danni i costruttori;
    – non v’è alcun dubbio che il sistema di dighe a monte della capitale si pensava avrebbe messo al riparo Roma da ogni possibilità di allagamento; poi è intervenuta la sciagurata gestione del territorio e le mutate condizioni meteo che stanno rendendo meno efficaci quei sistemi.
    Tornare indietro (specie per le diverse condizioni del clima) sarà molto difficile. E allora occorre da parte dello Stato tolleranza zero e il pugno di ferro nei confronti di quei sindaci e amministratori disonesti che hanno consentito la realizzazione di opere dove non si doveva (basta citare quanto avvenuto nell’area golenale nei pressi di Monterotondo); e questo indipendentemente dalle tante sbandierate autonomie.

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