Home ATTUALITÀ Via Volusia: case inagibili, pure occupate ma scatta l’IMU per i proprietari

Via Volusia: case inagibili, pure occupate ma scatta l’IMU per i proprietari

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E’ notizia di questi giorni che una delle case evacuate di via Volusia, quelle abitazioni danneggiate e rese inagibili dalla costruzione della Galleria Cassia su Raccordo Anulare, è stata occupata da un nucleo di extracomunitari che oltre ad aver divelto alcune grate per entrare, hanno poi richiuso con lucchetto in modo da impedire l’ingresso al proprietario. E’ stata sporta denuncia ai Carabinieri che per intervenire sono in attesa dell’autorizzazione del magistrato, essendo le abitazioni ancora sotto sequestro.

Nel frattempo si avvicina la prossima scadenza IMU che i proprietari di via Volusia, pur avendo perso la disponibilità delle loro abitazioni da oltre due anni e non per causa loro, sono costretti a pagare.

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Su questo specifico argomento interviene Daniele Torquati, capogruppo PD nel XX Municipio, che in una nota ricorda come lo scorso 16 gennaio il Gruppo del PD ha proposto un emendamento, approvato all’unanimità dal Consiglio del XX Municipio, che chiedeva di esentare dalla tassa IMU le famiglie di Via Volusia che non possono usufruire delle loro abitazioni.

“Sono passati più di due anni – sottolinea Torquati – e oltre a non muoversi nulla dal punto di vista amministrativo, a causa della latitanza del Comune di Roma, i cittadini di Via Volusia si sono visti occupare le case. L’indecenza ha un limite e rinnovando la richiesta legittima e giusta del PD e approvata dal XX Municipio, chiedo che il Comune di Roma prenda ufficialmente posizione per quanto riguarda l’imposta IMU e al XX Municipio, attraverso il controllo della polizia municipale, di far in modo che le case, dichiarate inagibili, non vengano più occupate illegalmente.”
“La politica – sostiene Torquati – vive un momento di confusione totale, ma le Amministrazioni Pubbliche non devono in alcun modo risentire di queste difficoltà lasciando da soli i cittadini.”

Resta il fatto però che il Comune la sua posizione l’ha già resa nota da tempo. Come scrivemmo infatti lo scorso Maggio, traducendo dal burocratese all’italiano il Campidoglio si era espresso più o meno così: “io Comune dovrò già farmi carico di versare allo Stato quel 50%  di IMU che non verrà pagato dai proprietari di fabbricati inagibili, non chiedetemi di più” tant’è che definimmo la pur apprezzabilissima mozione votata all’unanimità, l’imutile mozione (leggi qui).

C’è da sperare ora che nelle pieghe del bilancio del Comune appena approvato qualcuno riesca a trovare una voce o un minimo finanziamento che consenta di azzerare l’IMU a quel grappolo di famiglie. O per umanità, o per visibilità politica: purchè lo si faccia.

Claudio Cafasso

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2 COMMENTI

  1. Io non capisco, ti fanno un danno e devi pagare tu? Pure che sia il comune di Roma, non mi spiego proprio come la tassa debba essere pagata anche solo parzialmente dal cittadino!

    Mi sorprende che lo stesso Comune non abbia l’obbligo di risarcirli immediatamente per il danno alle case…

  2. Nei casi in cui si posseggano case inagibili o inabitabili, il d.l. 02 marzo 2012, n° 16, convertito, con modificazioni, dalla Legge 26 aprile 2012, n° 44, (articolo 4, comma 5, lettera b)) ha disposto una integrazione dell’articolo 13, comma 3, d.l. 06 dicembre 2011, n° 201, convertito, con modificazioni, dalla Legge 22 dicembre 2011, n° 214,la legge, prevedendo un’agevolazione molto importante: una riduzione del 50% della base imponibile per la determinazione dell’Imu.
    Per beneficiare di questa riduzione, si deve dimostrare che l’inagibilità non è superabile con semplici interventi di manutenzione ordinaria.
    Per la dimostrazione si può chiedere un accertamento dell’ufficio tecnico del comune con perizia a carico del proprietario.
    Questa perizia può essere sostituita da dichiarazione sostitutiva ai sensi del Dpr 445/2000, cioè da un’autocertificazione.
    Se ricorrono i requisiti di instabilità strutturale, il proprietario può anche chiedere il riclassamento del fabbricato nella categoria F2, che designa i fabbricati collabenti. Se questo riclassamento viene accettato, il fabbricato risulta esente da IMU, anche perché i fabbricati di classe F2 non hanno una rendita attribuita.

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