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Labaro, armi e bombe in un cassonetto di via Macherio

ArsBiomedica

polizia-scientifica.jpgUna giornata decisamente incandescente per gli abitanti di Labaro. Nel pomeriggio di domenica 21 ottobre un residente di via Macherio ha segnalato alla polizia una situazione d’emergenza all’interno di un cassonetto riferendo di aver trovato delle bombe a mano e dei “missili”. La scientifica e gli artificieri si sono subito recati sul posto, forse un po’ troppo tranquillo per una segnalazione così allarmante, talmente pacifico e beato da lasciar pensare che si trattasse di un errore, o magari di uno scherzo.

Ma quando sono arrivati a Via Macherio ed hanno cominciato a rovistare nel cassonetto di quella strada che si affaccia sulla vallata di Parco di Veio, hanno capito che non c’era proprio nulla da scherzare.
La zona è stata istantaneamente isolata e le macchine spostate il più lontano possibile. Per alcuni minuti è stato ipotizzato addirittura di sgomberare la palazzina antistante il cassonetto.

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Nove bombe a mano da esercitazione, in uso attualmente dall’esercito italiano, tute mimetiche e un proiettile da mortaio, inizialmente confuso con un missile, erano infatti all’interno del contenitore.

VignaClaraBlog.it ha raccolto la testimonianza del cittadino che ha avvertito la polizia.
“Mi stavo accingendo ad entrare in casa quando una persona mi ha chiamato per dirmi che aveva frugato nel cassonetto ed aveva rinvenuto del materiale che mi voleva far vedere. In un primo momento non era chiaro cosa volesse, dato che era straniero, poi capito che voleva che controllassi il cassonetto così mi sono avvicinato ed ho guardato dentro l’ultimo della fila. Ho visto che dentro erano stati gettati degli ordigni bellici: la prima cosa che ho notato è stata la coda di quello che ho pensato fosse essere una bomba da mortaio, poi muovendo un sacco ho visto in una scatola un bossolo esploso ed altre parti che non ho saputo identificare; in più c’era il sacco che ho spostato, ma nel quale non ho guardato ed altra roba sparsa di carattere militare. Visto che poteva essere pericolosolo ho chiamato subito il 113”.

Gli ordigni fortunatamente erano disattivati e quindi inoffensivi. Tuttavia il caso verrà esaminato dalla polizia, la quale ipotizza un tentativo di disfarsi di armi sottratte in una caserma, souvenir pericolosi che erano stati per fortuna disarmati.

“La sensazione di pericolo nel rinvenimento non l’ho percepita immediatamente perchè il materiale non sembrava nuovissimo, anche perchè in realtà avevo visto solo poche cose rispetto a quanto effettivamente ritrovato, certo che però il pericolo corso è stato alto” continua il nostro intervistato, che aggiunge: “debbo in onestà sottolineare che se il cittadino straniero non mi avesse chiamato (mi ha detto di esseresi molto spaventato quando ha visto quella roba) forse la cosa sarebbe potuta finire in maniera molto diversa. Pensate se qualcuno avesse buttato qualcosa dentro oppure se il camion che raccoglie la mattina i rifiuti avesse provocato un urto importante, cosa sarebbe successo?”

Sebbene l’accaduto si sia concluso senza alcun danno, questo non è né il primo né l’ultimo esempio di arsenali domestici che vengono nascosti o abbandonati dai maniaci delle armi. Fuori luogo parlare di terrorismo, non è il caso di creare allarmismi e false piste. È necessario comunque far luce su un caso che avrebbe potuto sconvolgere la tranquillità di un quartiere ma, soprattutto, mettere a rischio l’incolumità dei suoi abitanti, tanto più in un contesto talmente insospettabile da cogliere chiunque impreparato.
Come per questo residente di via Macherio nel varcare il cancello di casa.

Barbara Polidori 

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