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L’8 settembre di Labaro, un quartiere in rivolta contro Casa Lazio Bob Lovati

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collidoro.jpgLa storia in questione è ormai nota e, per una fortuita coincidenza, non manca il riferimento all’8 settembre 1943 come esempio di resistenza cittadina. Da mesi infatti gli abitanti di Labaro si oppongono strenuamente ad un progetto che rischia di mutare completamente il profilo urbano del quartiere Colli D’Oro e sovraffollare l’omonimo parco, quell’oasi di tranquillità per la presenza di spazi verdi incontaminati. Sabato 8 settembre la battaglia di Labaro si è inasprita con un sit in dei cittadini a Largo Poveletto, nello spiazzo di fronte al cantiere dove sono iniziati da alcuni mesi i lavori per la realizzazione del palazzetto dello sport già denominato Casa Lazio Bob Lovati.

La manifestazione si è svolta attraverso un pacifico confronto basato sul dialogo e l’ormai nota raccolta firme (arrivata a ben 3.000 adesioni), tant’è che i 100 e più partecipanti sono rimasti molto sorpresi della grande quantità di forze dell’ordine mobilitate per l’evento.

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Camionette di Carabinieri, della Polizia Municipale e della Guardia Forestale hanno circondato la zona quasi a presagire un possibile accanimento dei manifestanti, che però è avvenuto solo in maniera verbale.

Ma ripercorriamo con ordine la vicenda rispondendo ad alcuni interrogativi. Il Palazzetto è pubblico o privato? Innanzitutto bisogna dire che la Lazio Volley ha ottenuto questo spazio in seguito all’aggiudicazione di un bando del Comune, per cui il progetto viene “ceduto” ad una società privata (La Lazio Volley) su concessione di un ente pubblico statale.
Nel particolare, privatizzando l’area, i cittadini sarebbero indotti a pagare delle tasse d’iscrizione per usufruire del circolo e soprattutto per supportare i costi di realizzazione della struttura.
Infatti, l’edificazione del Palazzetto avviene in due fasi: la prima prevede il versamento di 100.000 euro versati dalla Banca dello Sport, la seconda verrebbe garantita con i soldi dell’iscrizione di minimo 4.000 iscritti al circolo.

Punto di domanda: se il centro sportivo che attualmente raccoglie maggior iscritti nel quartiere ne conta a malapena 500, come reperire tutti gli altri evitando che il deficit di budget pesi sulle famiglie del quartiere?
Non bisogna dimenticare inoltre che moltissimi abitandi di Colli D’Oro, con l’acquisto delle loro abitazioni, cedettero delle cubature in modo tale da garantire uno spazio verde pubblico condiviso all’interno del quartiere, lo stesso che oggi vedono sottratto per un progetto che non hanno né approvato né richiesto.

“È importante considerare anche le ricadute che questo progetto può portare al quartiere. Non solo le nostre abitazioni rischiano di essere svalutate come immobili, ma anche la nostra quiete può essere turbata dal traffico, dall’assenza di parcheggi, dall’affollamento di locali nei pressi del Palazzetto e degli schiamazzi dovuti alla massa di gente che si recherebbe qui in zona” raccontano allarmate un gruppo di cittadine, ricordando la bellezza di un quartiere rurale dove le piste ciclabili e le mimose hanno preceduto il sorgere di palazzine e uffici.

Un ulteriore interrogativo riguarda lo spostamento dell’area edificabile in altra zona. “Perché non spostare il progetto in Via Tiberina oppure al posto del fontanone di Galline Bianche?” chiedono alcuni manifestanti.
Bisogna considerare tuttavia le stesse dimensioni nelle cubature e la stessa natura progettuale per cui sono stati pensati i lavori, quindi non basta proporre un’alternativa, ma bisogna farlo considerando planimetrie e regole urbanistiche precise.

Altre problematiche che sono state sollevate riguardando il disboscamento nella zona di Via Dalmine, già soggetta a numerosi allagamenti, che in questo modo vedrebbe la situazione ancora più aggravata dal trapianto degli alberi del Parco, di cui fra l’altro si hanno tutt’ora grandi difficoltà nello stabilire il numero.

Tutti dubbi ed interrogativi che avrebbero dovuto trovare risposte in un tavolo di confronto che doveva vedere XX Municipio, Comune di Roma, concessionario, comitati e cittadini seduti insieme a discutere e trovare un punto d’incontro. Lo aveva deciso il Consiglio del XX Municipio nella seduta di lunedì 19 marzo (clicca qui) approvando un documento nel quale si chiedeva “al Presidente ed alla Giunta di farsi solerti promotori, presso gli assessorati competenti di Roma Capitale, della pronta istituzione di un tavolo di confronto” del quale però sono ancora tutti in attesa.

All’indifferenza delle autorità i residenti risponderanno quindi con ulteriori incontri che avranno inizio questo martedì alle ore 8 nei pressi del cantiere.
Tutte le tappe della vicenda sono riassunte nei nostri precedenti articoli: clicca qui

Barbara Polidori

riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

 

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7 COMMENTI

  1. Che ve posso di che su sto parco l’artranno hanno BUTTATO 81554,00 Euri pe sistemallo .
    Sarebbe n’peccato so smantellassero.

  2. Erano presenti :

    1 Blindato dei C.C. con personale in tenuta antisommossa
    1 Blindato della P.S. con personale come sopra
    1 Gippone dei C.C.
    4 Macchine dei C.C.
    3 Autovetture civili della P.S.
    4 Autovetture della Polizia di Roma capitale
    1 Macchina del C.F.S.
    In totale almeno 50 persone in servizio di ordine pubblico.
    Più che l’8 settembre sembrava la battaglia di Stalingrado.
    Peccato che mancasse il nemico !?

  3. Apprezzo lo sforzo fatto per scrivere un articolo, tra i pochi, che cerca di essere equilibrato su questo tema.
    Vorrei semplicemente far presente che non sono “gli abitanti di Labaro” che “si oppongono strenuamente ad un progetto” ma solo alcuni di essi, che si sono costituiti in un comitato capace di raccogliere ben 100 protestanti su circa 23.000 abitanti!
    Non è che per caso a protestare siano solo (o prevalentemente) gli abitanti dei palazzi prospicenti all’area del cantiere? Perché non si dice che l’area edificata sarà quella più scoscesa e meno alberata del Parco di Labaro e che la sommità della collina, con gli alberi più numerosi e più belli, non verrà toccata? Perché non ci si batte con lo stesso entusiasmo per piantare alberi nelle tante altre aree verdi del quartiere?
    Riguardo alla domanda “Il Palazzetto è pubblico o privato?”, l’impianto sarà comunale, ceduto in concessione alla Lazio Volley per 6+14 anni, col vincolo di praticare tariffe comunali.
    Riguardo infine alle “le ricadute che questo progetto può portare al quartiere”, ben venga un polo d’attrazione per giovani sinceramente amanti dello sport a rivitalizzare una zona dalla quale i ragazzi scappano per mancanza di qualsiasi attrattiva.
    Il Parco di Labaro non perderà la sua bellezza e il quartiere guadagnerà una occasione di sviluppo e crescita.

    Un abitante di Labaro

  4. Vorrei chiedere agli ormai ex consiglieri, vista la imminente scadenza del loro mandato, tutti sia di maggioranza che di opposizione, perchè NESSUNO ha mai denunciato la violazione del Regolamento del Decentramento Amministrativo che prevedeva il parere OBBLIGATORIO del Consiglio Municipale in questa vicenda MAI chiesto dal Comune tale da rendere illeggittimo il Decreto che autorizzara la costruzione dell’impianto sportivo all’interno del parco?
    L’art.6 recita:
    Il Consiglio Circoscrizionale esprime il parere obbligatorio su gli atti riguardanti:
    ….
    h) i bandi che implicano trasformazioni del territorio;

    poichè per poter autorizzare i lavori all’interno del parco fu modificata la destinazione d’uso da “verde pubblico” (che non consentiva l’edificabilità) a verde pubblico attrezzato, questo parere era OBBLIGATORIO, ma mai richiesto.
    Bastava un solo consigliere che avesse denunciato questa violazione che gli ha di fatto negato di poter esprimere il proprio parere al riguardo.
    Quale giustificazione si sentono dare agli oltre 4.000 cittadini di Labaro che hanno firmato contro questa costruzione? avranno ancora il coraggio di chiedere i loro voti?

  5. @ Pasquale Annunziata:
    “gli ormai ex consiglieri” sono tali non per “l’imminente scadenza del loro mandato”, ma perchè il 4 marzo 2013 Gianni Giacomini è stato sfiduciato dal Consiglio, sicchè – assieme alla Giunta – sono caduti tutti gli organi politici…

  6. @DIAMANTE
    ma io mi riferivo non solo all’esecutivo (presidente e giunta) che come giustamente dici è stato sfiduciato, ma a tutti i Consiglieri Municipali di maggioranza ed opposizione. Perchè in questa faccenda nessuno ha voluto realmente muovere un dito ed è bene che si sappia, a chiacchiere qualcuno ha anche fatto finta di interessarsene, facendo perdere altro tempo.

  7. Pasquale, nemmeno i consiglieri sono più tali, dal 4 marzo scorso…: con la sfiducia al Presidente, sono venuti meno TUTTI gli organi politici: il Consiglio del Municipio non esiste più!

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