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Brucia Roma Nord e brucia pure l’Insugherata

Galvanica Bruni

brucia-insugherata.jpgRoma Nord brucia: incendi a Monte Mario, a Monte Ciocci, in Via IV Peperino, a La Storta. E brucia anche l’Insugherata. Difficile fare una stima sugli ettari di Riserva Naturale andati in fumo perché le fiamme oltre ad aver devastato l’ampia collina tra Via Cortina d’Ampezzo e la Rimessola si sono propagate al grande bosco di sughere.

Incendi di natura dolosa; ce lo confermano anche i due “forestali” che sotto un sole che stenderebbe un beduino dirigono da terra le operazioni di spegnimento.

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Il rotore dell’elicottero del Corpo Forestale per un istante sembra fermarsi ma quando l’AB-412 inizia a virare il frastuono ingoia anche le nostre voci; il tempo di scaricare sul margine del bosco e via a fare rifornimento sul Tevere. Alla fine dell’intervento il pilota comunicherà di aver effettuato 11 “lanci”.

L’elicottero della forestale è un bimotore con una avionica che farebbe invidia ad un Boeing 747; in grado di viaggiare di notte e con ogni condizione meteorologica ha un equipaggio di due piloti ed uno specialista addetto anche all’uso del verricello laterale.

Una macchina complessa con un costo di esercizio di centinaia di euro al minuto; per non parlare poi della costosissima manutenzione che deve essere effettuata ogni venti ore di volo.

Decine di migliaia di euro che vanno in fumo ogni qualvolta si deve intervenire su di una zona dove le squadre a terra non sono in grado di raggiungere il fronte di un incendio.

Ai costi altissimi degli interventi aerei si deve anche aggiungere il rilevante danno al patrimonio boschivo; se i terreni colpiti dal fuoco comprendono solo arbusti allora il danno è contenuto perchè queste aree evolvono verso formazioni di arbusti nani denominate “garighe” (come il cisto o l’asfodello).

Ma se ad andare distrutto è il bosco allora il danno, e non solo quello patrimoniale, è enorme: tante le bellissime sughere completamente annerite dal fuoco. Rimane solo il tronco e in qualche caso i rami carbonizzati e contorti che come lunghe dita annerite puntano al cielo. Uno spettacolo tristissimo.

Qualcuno parla di “autocombustione” causata dal gran caldo di questi giorni ma a questa ipotesi non ci crede nessuno; le tracce trovate a Monte Mario indicano chiaramente che si tratta di incendi dolosi.

Quando dietro le fiamme che divorano il bosco non ci sono palazzinari e speculatori senza scrupoli allora la causa va ricercata nei tanti accampamenti abusivi che sopravvivono all’interno dei parchi e delle aree verdi di Roma. I rifiuti individuati sul terreno non lasciano dubbi.

E’ risaputo che i parchi e le riserve chiuse alla fruizione del pubblico si trasformano in breve tempo in ideali ricoveri per sbandatii e clandestini: illuminante è il caso di quel gruppo di nomadi che dopo essere stati sfrattati da Via del Baiardo si sono trasferiti all’Inviolatella Borghese dove la pulizia e lo sgombero di vecchi insediamenti e baracche è costato tempo e denaro del contribuente.

Il paradosso è che oggi a preoccuparsi per l’incolumità delle case sono proprio i proprietari che hanno sbarrato gli accessi utilizzati dai cittadini che svolgevano invece una importantissima azione di vigilanza e prevenzione.

Chiusi gli accessi, in breve tempo i sentieri si ricoprono di vegetazione; se a questo aggiungiamo la mancata pulizia del bosco e l’assenza di strisce taglia-fuoco e di idonei sistemi di vigilanza, il gioco è fatto.

E’ un concetto che si fa fatica a digerire: nel tentativo di fare salve le singole esigenze si penalizza una intera comunità e così si perde quella preziosa opera di cura e di sorveglianza esercitata dai cittadini.

Forse quest’inverno la collina prospiciente Via Sestriere, luogo amato da famigliole e canari, tornerà ad essere un bel prato verde; ma quelle sughere centenarie completamente carbonizzate resteranno ai margini del bosco a perenne monito della insensibilità e stupidità umana.

Francesco Gargaglia
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2 COMMENTI

  1. Sulla Cronaca del messaggero del 17 Agosto, in un articolo dal titolo “Monte Mario, ecco il piano antipiromani” è riportata una frase di federico Guidi (Presidente della Commissione Roma Capitale”) che dice: ” Abbiamo deciso di cambiare strategia per combattere baracche e degrado favorendo la creazione di aree fruibili dai cittadini, perchè quando la gente vive il verde è praticamente impossibile realizzare baraccopoli”. Noi la stssa cosa la andiamo dicendo, INASCOLTATI, da anni!!

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