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Cesano – Storia di ordinaria odissea sulla FR3 Roma-Viterbo

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fr3.jpgQuesta la storia di una piccola odissea iniziata nel primo pomeriggio di giovedì 2 agosto. “In un mese ho accumulato sedici ore di ritardo!” “Cosa dico al lavoro? Già troppe persone vengono licenziate per colpa vostra” “Chiedetemi il biglietto e ve lo tiro in faccia!”. Sono solo alcuni degli sfoghi che i passeggeri del treno regionale 21941 della tratta Fr3 Roma-Viterbo previsto in arrivo per le 13:31 alla stazione di Cesano hanno rivolto al personale di Trenitalia.

Già nei giorni precedenti, a causa degli incendi che hanno coinvolto Roma Nord, c’erano state delle ripercussioni sulla tratta Fr3 al punto che quattro convogli erano rimasti fermi nelle stazioni e i passeggeri costretti a proseguire a piedi.

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I disagi si sono ripetuti anche nella giornata di mercoledì 1 agosto quando il treno previsto in arrivo a Cesano per le 17:01 è stato cancellato e quello successivo delle 17:31 arrivato con un considerevole ritardo. Ma quanto accaduto giovedì 2 agosto ha del surreale.

Intanto bisogna considerare che con l’entrata in vigore dell’orario estivo i treni della Fr3 non passano più ogni quindici minuti bensì ogni mezz’ora, il che vuol dire che l’attesa è raddoppiata così come il carico di utenza in attesa sulle banchine.

Ci si attenderebbe dunque che con il nuovo orario Trenitalia prestasse più attenzione alla puntualità dei treni in modo da evitare possibili disagi a quanti, e sono molti, devono recarsi a lavoro anche in questo periodo di ferie estive.

Ma tornando all’episodio in questione, l’arrivo del treno delle 13:31 era previsto in perfetto orario, tanto che, come da copione, ne era stato annunciato l’arrivo pochi minuti prima.

Ma subito dopo l’annuncio “ufficiale” (vale a dire quello preregistrato) la voce del capostazione informava che ci sarebbe stato un lieve ritardo: dieci minuti. Poco male, i ritardi sono all’ordine del giorno, sarà uno dei tanti. Eppure, passati i dieci minuti, del treno nessuna traccia.

A questo punto, qualcuno in attesa nelle banchine si rivolge direttamente al capostazione che avverte che il ritardo sarà di quindici minuti e non di dieci, e così appare nello schermo che indica orario e destinazione del treno: dalle 13:31 si è passati alle 13:41 e infine alle 13:46.
Pazienza, cinque minuti volano, che sarà mai.

Ma, sorpresa, alle 13:46 del treno ancora non si sa niente. E così neanche alle 13:51. Poi, improvvisamente sullo schermo scompare ogni notizia del treno regionale 21941 delle 13:31 in ritardo non definito, perché ad accogliere i passeggeri ne è previsto un altro: il regionale 22149 delle 14:01.

“Ma come?” si chiedono in molti “prima doveva arrivare in ritardo di dieci minuti, poi un quarto d’ora e poi non passa più? E al suo posto ne mandano uno che arriverà mezz’ora dopo?”.

Ma le sorprese non sono finite perché immediatamente lo schermo avvisa che il treno delle 14:01 farà a sua volta ritardo di dieci minuti, quindi si arriva alle 14:11.

Ricapitolando: il treno regionale 21941 delle 13:31 previsto con svariati ritardi (l’ultimo non definito) lascerà il campo al regionale 22149 delle 14:01 a sua volta previsto in arrivo con un ritardo di dieci minuti. A questo punto la rabbia dei passeggeri si fa rumorosa e quanti, in un chiaro momento d’ingenuità, avevano timbrato il biglietto alle 13:31 chiedono indietro i soldi.

Poi, improvvisamente l’impensabile: dallo schermo scompare il previsto treno regionale 22149 delle 14:01 in ritardo di dieci minuti e riappare lo scomparso 21941 delle 13:31 in ritardo non definito.
E c’è dell’altro, il non definito ritardo viene finalmente precisato: venticinque minuti. Ed è così che alle 13:56 il sospirato treno arriva alla stazione di Cesano. È andata, odissea finita. Nel frattempo qualcuno non ha resistito, e tra un imprecazione e l’altra, ha lasciato la stazione preferendo utilizzare un mezzo proprio.

Ma il grosso dei presenti è rimasto, e colmo di speranza si accinge a salire sul convoglio. Tra le stazioni di Cesano e Olgiata nessun problema, si procede normalmente e senza indugi. Ma si è parlato troppo presto.
Perché tra l’Olgiata e La Storta, a pochi passi da quest’ultima, il treno comincia a rallentare. Poi si ferma del tutto. E di nuovo con l’attesa. Cinque, dieci, quindici minuti. Il treno resta fermo a metà fra le due stazioni.

A questo punto l’esasperazione raggiunge il culmine e in molti si dirigono al primo vagone per parlare con il capotreno. Quest’ultimo, una giovane ragazza alquanto spaesata, viene colta con nelle mani due cellulari coi quali cerca disperatamente, tra le dure proteste dei passeggeri, di chiamare la stazione di Cesano. Nessuna risposta. Lo stesso con quella di Viterbo, silenzio totale.

E silenzio totale vuol dire che nessuno ha la più vaga idea del perché il treno è fermo impalato tra due stazioni. La giovane capotreno cerca di difendersi con frasi di circostanza “non dipende da me, io ne so quanto voi, sto cercando di contattare la stazione” e aggiunge, quasi provocatoriamente “”se volete fare qualche rimostranza c’è un apposito modulo sul sito internet dell’azienda”: detto questo scoppia il tumulto.

Alcuni passeggeri chiedono una certificazione da portare a lavoro ma gli viene risposto che devono recarsi in biglietteria, il che li rende ancora più esasperati. Chiedono il nome di un responsabile ma non gli viene detto. L’esasperazione raddoppia. Intanto qualche confusa informazione: pare che a fermare il treno sia stato un errore nella rete di scambio, oppure un semaforo rotto, non si capisce bene.

Alla fine, e sembra un vero e proprio miracolo, il treno si muove, riparte. Dalle 13:31 previste si è accumulato un ritardo che nemmeno si cerca di quantificare. Ormai, ritardo o meno, si spera solo di riuscire ad arrivare a destinazione, non importa quando. Come ormai sembrano pensare tutti gli utenti della Fr3: l’importante è arrivare.

Adriano Bonanni
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4 COMMENTI

  1. Non ci sono parole. Che vergogna… La CAPITALE!!!

    E non basta un giorno, due giorni, tre giorni di disagio. Nooo, ce ne vogliono molti di più per smuovere le cose. Forse…
    Perchè devono funzionare così le cose???

  2. trasporti da terzo mondo, disprezzo per gli utenti e ovviamente incompetenza totale del personale (come ben dimostrato dalla capotreno che non aveva la minima idea di quanto stesse accadendo) questa è l’italia

  3. Stamattina n-esimo episodio sconcertante: treno delle 6.25 da Viterbo P. Romana che entra rantolando in stazione, carica i passeggeri e muore dopo alcuni metri.. Meno male che non si è fermato sugli scambi in uscita, così il capotreno ha forzato l’apertura delle porte e ci ha fatti scendere per prendere il treno successivo che, per non smentire la tradizione, si è fermato un paio di volte lungo il percorso, è andato a passo d’uomo appena arrivati nella cinta romana, ed è giunto trionfalmente a Roma Ostiense con 10 min. circa di ritardo.
    Alè

  4. Questa e’ gente che non si e’ ancora resa conto (o peggio fa finta) che il mondo e’ cambiato: ormai e’ da quasi due decenni che il Paese non si ferma piu’ nel mese di Agosto; le ferie ormai sono scaglionate e dilazionate, le offerte vacanze ti invogliano a farle in altri periodi dell’ anno e loro che fanno? Continuano a dimezzare le corse ad Agosto come fossimo ancora nel 1982 e non nel 2012. Ma da un Paese che fatica a modernizzarsi e progredire cosa ci aspettiamo?

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