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Foro Italico, prendi due e paghi zero

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apertura.jpgL’idea fu di Monsignor Ludovico Sergardi, prefetto ed economo della Fabbrica di San Pietro: lastricare con blocchetti di leucitite la grande piazza dove la carrozza del papa si era quasi ribaltata. Dopo piazza San Pietro fu la volta di Piazza di Spagna, Piazza Navona e di tutti i vicoli del centro storico di Roma. E così i quadrucci di pietra divennero per il popolino i cosiddetti “sampietrini”.

Posti sulla sabbia o sulla pozzolana lastricarono gran parte delle vie di Roma fino all’arrivo del bitume. Oggi sono poco usati perché con la pioggia questi blocchetti di pietra eruttiva, provenienti dalle zone vulcaniche del Lazio, diventano molto scivolosi; servono per lo più come proiettili nelle manifestazioni politiche o sportive.

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Molto amati dai “black-blocs” e dagli stranieri che li usano come preziosi souvenir da mettere in mostra a ricordo di una indimenticabile vacanza nella Capitale.

E’ di questi giorni la notizia del sequestro eseguito dalla Guardia di Finanza, di alcuni sampietrini e pezzi di marmo antico arraffati dai turisti e infilati in borse e valigie in partenza dall’aeroporto di Fiumicino: trolley dal peso e contenuto sospetto che hanno rilevato la presenza di frammenti di storia antica raccattati mentre si era in vacanza nel bel paese..

Un malcostume che sembra in continua crescita alimentato però dalla incuria in cui versano alcuni siti storici e la gran parte delle strade lastricate.

Certo che l’incuria non può mica essere portata a giustificazione di un reato ma, si sa, l’occasione fa l’uomo ladro e poi questi piccoli furti (che brutta parola!) dimostrano, in fin dei conti, un grande amore per una città ricca di fascino e storia.

Tanto ricca che nessuno si cura di rimettere a posto i “cocci” di monumenti e strade che vanno a pezzi.
Fino a qualche anno fa l’Italia e Roma erano i luoghi più visitati del pianeta; oggi nella graduatoria mondiale figuriamo al quinto posto e dopo i cugini francesi.

D’altra parte se mettiamo a confronto le due capitali ne usciamo con le ossa rotte; 18 milioni i visitatori che ogni anno si recano a Parigi contro i nostri sette; 200 chilometri di metropolitana a fronte di appena 41.

La grande ricchezza di tesori storici e artistici non è sufficiente a rendere Roma la città più bella del mondo: chi la visita, al solito, lamenta sporcizia, degrado, servizi e trasporti inadeguati, prezzi alle stelle.

In fin dei conti in questa situazione di generale trascuratezza appropriarsi di un frammento di marmo antico o di un quadruccio di leucitite non è neppure difficile: un peccatuccio veniale che qualcuno potrebbe giustificare così: “Meglio nel mio salotto buono che tra la polvere e i rifiuti”.

Questa tesi buonista l’abbiamo voluta verificare, al solito, sul campo senza però affaticarci troppo; è stato sufficiente fare un giro nei pressi di Ponte Milvio o del Foro Italico per trovare un gran numero di souvenir da raccattare senza pericolo.

Per i sampietrini ce n’è di tutte le misure e pesi, non c’è che l’imbarazzo della scelta; e mica bisogna scavare per portarseli via perché sono a portata di mano. E’ sufficiente scegliere il formato adatto per il viaggio.

Stessa cosa per gli antichi marmi di Carrara; qui la scelta è più varia perchè, tra lattine di birra e gabbiani morti stecchiti, si possono raccogliere tagli di tutte le forme e dimensioni.
Piccole schegge o grossi frammenti di marmo “lunare” che le auto in sosta pensano a frantumare per la gioia dei turisti.

Per i più raffinati si può optare per tessere di colore bianco o nero da prendere, come all’ipermercato, singole o in coppia, dai mosaici del Foro Italico, opera delle maestranze friulane: prendi due e paghi zero.

Francesco Gargaglia
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1 commento

  1. In un servizio mandato in onda da un TG relativo alla “giustizia sportiva” un giornalista ha chiamato la Casa delle Armi “un quadrato di marmo e cemento”.
    Di fronte a così tanta IGNORANZA il povero Moretti si starà rivoltando nella tomba!

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