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Foro Italico – Decibel e sonno, difficile convivenza

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inquinamento-acustico.jpgChi abita nei pressi dell’Olimpico l’arrivo dell’estate lo sente prima e più di chiunque altro e non per le temperature, grazie al fatto che al Foro Italico si svolgono nel mese di maggio gli Internazionali di tennis; un avvenimento, sponsorizzato dalla BNL, intorno al quale ogni anno si attrezza uno spazio ricreativo non indifferente con stand, chioschi e locali. Locali che spesso tengono un volume di musica talmente alto da impedire ai cittadini che abitano in zona di dormire, causando numerosi disagi. Disagi che non si esauriscono con la fine degli Internazionali.

“Si inizia a maggio con gli Internazionali di tennis, si prosegue a giugno, luglio e agosto con gli eventi di Roma Estate. Passano gli anni ma la situazione non cambia” dichiara Francesco De Salazar, presidente del Movimento Cittadino Flaminio-Parioli-Villaggio Olimpico. “Addirittura, si sentono chiaramente i testi delle canzoni all’interno delle abitazioni”.

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“Già è brutto adesso, con la musica che va dalle undici di sera alle quattro del mattino,” dice una residente “ma in piena estate, quando si lasciano le finestre aperte per far entrare un po’ d’aria, è ancora peggio.”

I tentativi dei cittadini di denunciare la situazione nel corso degli anni non ha finora portato risultati.
“Molti cittadini tentano ogni anno di far presente la situazione al II Gruppo della Polizia Municipale – spiega De Salazar – per sentirsi dire che è competenza del XX Gruppo. Bene, giusto. Poi dal XX Gruppo si viene però rimandati al Comando Generale, dove ai cittadini viene spiegato che non si può intervenire perché l’autorizzazione ai locali arriva dal Gabinetto del Sindaco e la Municipale non può fare nulla.”

Non solo. Per più anni i cittadini hanno presentato esposti all’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale), chiedendo di fare dei rilievi sui decibel per verificare se il volume della musica rispettasse i limiti imposti dalla legge.
“L’ARPA fa i suoi rilievi – dice De Salazar – ma si arriva a dei riscontri a estate ormai finita.”

Riscontri che non vengono nemmeno tenuti in considerazione l’anno successivo, come confermano due agenti della Municipale di fronte all’Olimpico. “Ogni anno ci sono proteste e si fanno rilevamenti – dicono – la musica è troppo alta, ma l’anno successivo le autorizzazioni vengono sempre rilasciate.”

Per tentare di trovare una soluzione in tempi rapidi e senza infilarsi in infinite quanto apparentemente futili trafile burocratiche, nella serata di venerdì è avvenuto un colloquio tra i gestori e una piccola rappresentanza del Movimento Cittadino Flaminio-Parioli-Villaggio Olimpico.

Nel corso dell’incontro, durato una decina di minuti, il presidente del Movimento Francesco De Salazar ha fatto presente ai gestori i disagi dei cittadini e ha chiesto loro di rispettare i vincoli imposti dalla legge per l’inquinamento acustico almeno per le restanti sere.

“C’è stato un atteggiamento d’apertura da parte loro – ha commentato De Salazar – del resto noi non siamo contro il divertimento, anzi. Ma deve avvenire rispettando sia le regole che il benessere dei cittadini contribuenti. Il business non può avere la precedenza su questo.”
E, almeno per la serata di venerdì, il volume della musica sembra essere stato abbassato. “Finalmente siamo riusciti a dormire,” ha detto un residente.

Un atteggiamento virtuoso che non sembra però essere rimasto tale nella notte di sabato: come ci riferiscono alcuni testimoni che si sono rivolti alla nostra redazione, a metà di via Orti della Farnesina – circa un chilometro in linea d’aria dal Foro Italico – la musica arrivava “netta e chiara” dalle finestre alle due e mezza del mattino.
E quando aprirà Roma Estate, quanto sarà alto il volume?

Alessandra Pacelli
                                           © riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

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9 COMMENTI

  1. Per la serie “Mal Comune, Mezzo Gaudio” la musica – fortunatamente non sempre – arriva sino a via Zandonai.
    Davvero intollerabile ed irritante il continuo abuso di potere e lo spregio in cui vengono tenute leggi e regolamenti. Facile prendersela con U2 e Springsteen (che stanno una notte e tornano dopo 5 anni), mentre si ha un occhio di riguardo per chi resta tutta l’estate, fa soldi e – quando occorre – vota.

  2. Scusate se mi intrometto in questa discussione, scrivo in questo post nella speranza di trovare una risposta. Io abito in zona Tomba di Nerone e la musica impazza già da un paio di anni da maggio a settembre. Da quest’anno, però, hanno letteralmente alzato il tiro ed il volume é altissimo, sento il dj che urla chiaramente, con musica annessa, da dentro casa mia a finestre chiuse, ma non riesco a capire da dove arriva. Qui in zona ci sono delle discoteche, ma non sono all’aperto, per cui mi sorge il dubbio che possa essere il Foro Italico? Qualcuno che abita nella mia stessa zona sa darmi qualche indicazione?
    Vi ringrazio molto.

    • Io abito al Villaggio Olimpico e, nel 2022, sentivo questo dj che urlava, e arrivava musica fino alle 4 di mattina; sentivo anche le urla e gli applausi e cantanti stonati (karaoke?). Non sono riuscito a capire da dove provenisse il tutto ma, forse, spetterebbe a qualcun altro trovarli.
      Quest’anno anche li sento e mi sembrano gli stessi; il volume è un po’ più basso.
      Il problema è che tali eventi si ripetono in più zone contemporaneamente.
      Non so se appartengano all’estate romana, ma spero di no, dato che questa dovrebbe essere dedicate ad attività artistico culturali. Ed una musica basata su bum bum bum bum ripetuto all’infinito non mi sembra particolarmente rappresentare cultura: ma tutti i gusti sono gusti, purché non ci venga imposto di ascoltarli di notte (e neanche di giorno: 659 CP).

  3. Io abito al villaggio olimpico e la situazione non è diversa: la musica arrivava nel 2022 da più punti diversi, fino a quasi mezzanotte, fino alle 2 di notte e anche fino alle quattro di notte! Inutile protestare, finora.
    Visto che ho l’impressione che le leggi non vengano rispettate, ho smesso di votare.

  4. Una domanda, mi faccio, relativamente al volume di alcuni dei concerti che si eseguono con rilascio dei permessi per decibel in deroga: se si rilasciano permessi per eventi culturali con decibel in deroga, forse non sarebbe bene che poi si controllasse pedissequamente che tali decibel concessi vengano “sempre” rispettati e non superati? E non sarebbe bene che ciò fosse fatto non a campione ma costantemente perché, mi chiedo se, altrimenti, quando il “controllore” non c’è, non si rischia l’eventualità che il volume venga distrattamente alzato?
    Art. 659 CP: Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone.
    NB, anche “occupazioni”, quindi, indipendentemente dall’orario.
    Ho letto un articolo sulla recente sentenza di Cassazione che ha dato ragione ad una coppia di Brescia.

  5. In merito all’art. 659 CP, disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone, leggendo “occupazioni” deduco che il volume delle emissioni non debba essere superiore a determinati decibel considerati legittimi non solo di notte ma anche in qualsiasi orario del giorno.
    Allora mi chiedo, in merito agli eventi culturali per i quali vengono rilasciati “permessi in deroga per superare i decibel” consentiti, per esempio concerti, che generalmente si svolgono di sera, se il permesso per i decibel “in deroga” si riferito:
    – solo per l’orario in cui ufficialmente si svolga il concerto alla sera, oppure, anche
    – per le prove del concerto, check in, che spesso si svolgono sia al mattino che di pomeriggio, per ore e, più o meno mi sembra allo stesso volume del concerto. Cosa che, ripetuta per giorni e giorni e per più mesi, a me dà fastidio. Immagino anche ad altri.
    Perché, se non fossero comprese anche le prove mattutine e pomeridiane nel superare i decibel in deroga, tali prove non dovrebbero essere fatte anche loro al volume previsto dal permesso con i decibel in deroga.

  6. Ci risiamo: anche nel 2023, grazie alle attività artistico culturali in zona, chi abita in alcuni appartamenti del Villaggio Olimpico, d’estate è sottoposto a musica ad alto volume, a volta mattina e pomeriggio, per le prove, per non parlare del volume dei concerti serali!
    C’è chi controlla i decibel concessi “in deroga” (e solo per il concerto, non penso per le prove)?
    Dato che, dopo venti anni di tale trattamento sono stufo di sentirmi come un “suddito e cavia da esperimento di sopravvivenza al rumore”, fintantoché io non mi senta rispettato come cittadino ho smesso di votare.
    Le strutture per musica all’aperto, a mio parere, per dovuto rispetto verso i residenti, non andrebbero costruite in mezzo a zone abitate; a meno che i concerti non vengano eseguiti in acustica, senza amplificazione, o in sale insonorizzate. Basta decibel concessi in deroga.
    Non mi sento rispettato e, quindi, non voto.

  7. Cultura o no, premesso che ritengo di avere già abbastanza cultura, senza bisogno di aiuto da parte di nessuno – gusti musicali a parte, per dirla elegantemente – io non posso essere, di fatto, obbligato per ore e per mesi, ad ascoltare, martellato a volume per me insopportabile, “la cultura” generosamente offerta e da me non richiesta! Indipendentemente, come detto, dal valore culturale della stessa! Decido io quando ascoltare musica, non mi si può obbligare ad ascoltare concerti “nel mio appartamento” quando cerco di concentrarmi nelle mie occupazioni, o quando vorrei riposare!
    Bravissimo il Comune di Milano che ha aperto una breccia di maggior civiltà iniziando a regolamentare con limiti e divieti i concerti all’aperto in luogo pubblico; perlomeno è un inizio; sperando che, dopo le nuove regole, queste vengano fatte pedissequamente rispettare.
    E sperando che anche le altre città inizino a regolamentare i concerti all’aperto in luogo pubblico, per maggior rispetto verso i residenti, come ha fatto Milano.
    Viva il comune di Milano!

  8. Cavea: con tale termine viene definita quella che in Grecia era formata da gradinate concentriche che digradavano verso l’orchestra, cosa che consentiva l’ottima acustica e visione, anche dai posti più lontani e più alti, di chi desiderava ascoltare l’orchestra o lo spettacolo.
    Non necessitava di amplificazione che, peraltro, all’epoca non esisteva nel significato oggi attribuito.
    Era di certo più economica ed ecologica, non comportando consumo di energia.

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