Home ATTUALITÀ Cassia, L’Ospite Inatteso e le bugie di Agatha Christie

Cassia, L’Ospite Inatteso e le bugie di Agatha Christie

Duca Gioielli

Il Teatro Stabile del Giallo di via al Sesto Miglio 78, sulla Cassia, mette in scena fino al 13 maggio “L’Ospite Inatteso”, la deliziosa piéce con delitto che, scaturita dal genio di Agatha Christie, regala un’incursione di due ore negli anni cinquanta, presentando un meccanismo narrativo che inganna e depista dall’inizio fino al colpo di scena finale. Spolverato di humour britannico, ingegnoso ed avvincente, in bilico tra la commedia e il dramma, questo spettacolo è ben rappresentato da un nutrito cast di attori e ad alcuni di loro abbiamo chiesto di parlarci dei rispettivi personaggi.

“The Unexpected Guest”, un testo che la regina del giallo scrisse appositamente per il teatro, si divide in due atti che coprono un arco temporale di quasi ventiquattr’ore e l’azione si svolge tutta quanta nello studio della casa di Richard Warwick, situata nei pressi del canale di Bristol, nel Galles meridionale.

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In una notte di nebbia fittissima, Michael Starkwedder (Antonio Palumbo), un forestiero che è finito con l’automobile in un fosso, si reca verso la casa dei Warwick con l’intenzione di fare una telefonata e, magari, di trovarvi asilo per la notte.

Dopo aver bussato invano sul vetro, Starkwedder tenta la maniglia della portafinestra dello studio e penetra nella casa dove, accanto al cadavere di Warwick, si trova la sua giovane ed affascinante moglie Laura (Linda Manganelli), che impugna una pistola.
Contrariamente alle parole della stessa donna, che alla domanda “è stata lei?” risponde semplicemente “sì”, Starkwedder mostra di non credere alla colpevolezza di Laura Warwick e da questo momento in poi, anche con l’arrivo di altri personaggi sul luogo del delitto, si sussegue una serie di intrighi, rivelazioni ed emozioni, un caleidoscopio di verità relative e verità fittizie.
Tra suspance ed ironia, si arriva abilmente al colpo di scena finale: ciò che appare ovvio e scontato, ciò che Agatha Christie vuole farci credere, mettendoci sempre su una falsa pista, non corrisponde al vero e al termine si scopre che il vero colpevole è…

Innanzitutto, è doveroso sottolineare l’ottimo lavoro svolto dal cast tecnico di questo spettacolo. Le scene curate da Andrea Bianchi rispettano con efficacia e precisione quanto descritto nello script originale della Christie ed anche i costumi di Debora Pagano “pennellano” magnificamente un’atmosfera tipicamente “british” e anni cinquanta, costituendo, insieme alle musiche suggestive e ben inserite di Carlo Venezia, uno dei punti di forza di questa convincente rappresentazione diretta da Raffaele Castria.

Elogi per tutto il cast: di qualità e brillantemente alle prese con un testo verboso e complicato che le attrici e gli attori sanno rendere fluido e spedito, regalando allo spettacolo un ritmo che non contempla rallentamenti per tutti i centoventi minuti della messa in scena.

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Ad alcuni dei protagonisti de “L’Ospite Inatteso” abbiamo chiesto di parlarci dei personaggi da loro interpretati.

Antonio Palumbo, un ottimo commissario Maigret in “Maigret al Liberty Bar” e un ispirato ispettore Colquhoun in “The Hollow”, a proposito di Michael Starkwedder, ci ha detto: “il personaggio che interpreto in questa commedia della Christie è atipico rispetto agli altri personaggi che generalmente gravitano nei suoi scritti. La regina del giallo, poi, non da ai suoi personaggi spessori tali nei quali l’attore può sentirsi trasportato, da delle indicazioni e delle connotazioni che solo alla fine porteranno a rivelare perché il personaggio si è mosso in un certo modo e ha detto talune cose.
In questo contesto, per quanto mi riguarda, l’unico approccio possibile è il lasciarsi trasportare dalla drammaturgia e non soffermarsi su dettagli che potrebbero dare delle risposte immediate all’esigenza dell’attore di capire il perché di una certa battuta: alla fine, infatti, le risposte ai propri dubbi arrivano da sole!
Ho molto piacere a interpretare Starkwedder perché mi da modo di passare repentinamente tra diversi stati d’animo e, per un attore, affrontare questi personaggi è una prova bellissima e ardua da superare. E poi come dice il mio personaggio: ho sempre avuto la segreta ambizione di vedere come me la sarei cavata in un giallo”.

La deliziosa e bravissima Linda Manganelli, parlando di Laura Warwick, ha voluto sottolineare che : “Laura è una giovane donna che ha sensibilità, gentilezza, coraggio e forza d’animo – proprio così viene descritta dalla Christie – e credo che queste siano le parole migliori per connotare il suo carattere, così pieno di sfaccettature. All’inizio, Laura rivela un’indole fragile e disarmata, per poi mostrarsi sempre più coraggiosa e forte, pronta a sacrificarsi per amore, pronta a rischiare la propria vita per proteggere chi ama….una bella sfida!”.

Inoltre, Gigi Palla, riferendosi al personaggio al quale conferisce un impasto di ironia, aplomb e calcolo, ha precisato che “Henry Angell, infermiere e domestico della vittima, è un individuo viscido dalle ottime maniere e dal linguaggio piuttosto ricercato, il quale probabilmente si sente attratto da quel mondo borghese per il quale lavora ma che, di fatto, non gli appartiene e dal quale tenta di ottenere il massimo dell’utile sfruttando biecamente la situazione che si è venuta a creare”.

Completano l’ottimo cast artistico Paola Migneco (che sostituisce Anna Masullo nel ruolo della signora Bennett), il giovane e promettente Michele De Girolamo (Jan Warwick), Anna Teresa Eugeni (che interpreta la madre della vittima e che nel secondo atto è protagonista di una scena molto efficace insieme a Palumbo)lo spassoso Rocco Piciulo (il distratto ed “intellettualoide” sergente Cadwallader), Sebastiano Bianco (l’ispettore Thomas) ed Enrico Di Troia (Julian Farrar).

Siate, dunque, i benvenuti al Teatro Stabile del Giallo, dove, con questo spettacolo, la stagione termina il 13 maggio e dove dal 1986 il delitto, l’ironia ed una squisita ospitalità sono di casa.

Giovanni Berti
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