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Strage di pini sulla Cassia

Galvanica Bruni

Le previsioni avevano annunciato la neve su Roma, non tanta, forse durante le ore notturne; e invece la capitale è stata investita da una vera e propria bufera che ha paralizzato la maggior parte delle consolari. Se in provincia sono caduti fino a 50 cm di neve sulla città si è raggiunto, almeno a Roma Nord, un livello di 15 e in qualche caso 20 centimetri, complice la nevicata notturna. Due anni consecutivi con la neve fanno pensare ad un ritorno della “little ice age” ma la realtà è ben diversa e dietro questi fenomeni, al solito, c’è un anomalo riscaldamento.

Ce lo spiega un Ufficiale del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica: attualmente dell’aria calda staziona nella troposfera in prossimità dell’Artico. Questo centro di bassa pressione richiama verso Nord l’anticiclone delle Azzorre e permette alla correnti gelide di investire il centro Europa. Un fenomeno a cui bisogna forse abituarsi e di conseguenza prendere i necessari provvedimenti.

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Ieri 4 febbraio via Cassia si presentava come non accade mai ovvero senza il traffico congestionato di sempre. Pochi i negozi aperti e tanta invece la gente sulla strada a fotografare questo insolito fenomeno. Più che a Tomba di Nerone sembrava di essere a Cortina con i passanti allegri e festosi al centro della strada mentre pochissime auto, perlopiù fuoristrada, transitavano lentamente.

Se la situazione sulle strade si presentava difficile con evidenti disagi per i cittadini quella degli alberi appariva drammatica; il peso della neve ha provocato la caduta di decine di alberi mentre centinaia di grossi rami si sono spaccati precipitando su auto e asfalto. Fortunatamente non si registrano feriti ma il pericolo è incombente; camminando sulla Cassia si sente lo scricchiolio dei tronchi prossimi a schiantarsi e poi il lugubre tonfo del legno sulla neve.

Nei giardini di Tomba di Nerone, dove già nel passato erano cadute alcune mimose, c’è stata una vera e propria strage di pini: albero bello, slanciato, maestoso ma più adatto forse ai litorali tirrenici e adriatici che non all’asfalto di Roma.
I rami giganteschi che, a differenza del larice o dell’abete crescono verso l’alto, appesantiti dalla neve si spaccano con un sinistro “crak” e poi precipitano in terra travolgendo ogni cosa: altri alberi, arbusti, recinzioni, muretti e auto in sosta. In alcuni casi a venire giù è l’intera pianta che le radici non riescono a trattenere.

Centinaia di alberi e rami caduti sulla Cassia Nuova e Vecchia, su Via Valgardena e Via dell’Acqua Traversa, su Via Panattoni e su Via Azzarita bloccata addirittura da un enorme tronco che si è messo di traverso.
A sgomberare la strada ci hanno pensato anche questa volta i cittadini armati di motosega che hanno liberato inoltre un paio di accessi sulla via bloccati dalle ramaglie. (leggi qui).

Se le auto (poche in verità quelle con le catene) riescono a circolare bene o male sulla viabilità principale (come sulla Cassia o Corso di Francia) in quella secondaria la situazione è molto più critica a causa delle centinaia di auto abbandonate sul posto. Chi non è riuscito a proseguire per lo spesso manto nevoso si è visto costretto a lasciare la propria auto nella strada: moltissime quelle colpite e danneggiate da questa moria di pini.

Nonostante la difficile situazione i residenti di Roma Nord sembrano aver preso bene la cosa: rispolverati doposci e tute si sono avventurati con bambini e cani sulla Cassia che nella tarda mattinata sembrava un’isola pedonale. Come funghi sono spuntati i pupazzi di neve mentre un po’ tutti cercavano di immortalare con macchine fotografiche e telecamere questo evento straordinario.

Francesco Gargaglia
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4 COMMENTI

  1. La situazione è la stessa in altre strade, forse meno frequentate della Cassia… via Zandonai, via Nemea, via della Farnesina… un po’ tutto il quadrante Cassia, Camilluccia, Farnesina, Vigna Clara, Fleming… è a rischi caduta rami ed alberi.

  2. QUESTO è PERCHE POCHI MESI FA TUTTI I PINI DI ROMA NORD SONO STATI POTATI MALISSIMO E PER QUESTO INDEBOLITI, ALLE PRIME PIOGGE IA’ MOLTI SI ROMPEVANO. questo perchè li fanno potare da non addetti al mestiere e non curanti li rendono sottili e deboli mentre il pino è una pianta larga e robusta.
    e poi RIPIANTERANNO MAI QUALCHE ALBERO?

  3. Ettepareva che era colpa della malapotatura precedente !
    Il pino è una pianta larga che quindi accumula molta neve e molto peso.
    Caro RealGiardiniere , come avrai visto gli alberi di montagna , sono più astuti e quindi più sottili e ne accumulano di meno.
    E magari la loro fibra è più elastica di quella del coriaceo pino , della serie che si piega ma non si spezza.

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