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Verde e lamiere a Collina Fleming

Galvanica Bruni

Amara sorpresa questa mattina per gli abitanti di Collina Fleming. Fare footing, portare a sgambettare l’amico cane, far prendere una boccata d’aria ad un bambino nel parco di via Città di Castello non è stato e non sarà più possibile. Con una lunga recinzione di lamiera è stato ingabbiato l’ultimo lembo verde di Collina Fleming.

La lamiera ondulata, nuova di zecca, brilla al sole di questa fredda giornata nascondendo alla vista prati e viottoli. Due persone anziane sono ferme in un angolo, guardano e commentano con tristezza la perdita dell’unico posto dove incontrarsi, scambiare due chiacchiere, fare due passi lontani dal traffico.

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Per dovere di cronaca occorre dire che il parco è privato e dunque una recinzione da parte del proprietario è un atto inoppugnabile, che rientra nelle sue facoltà, se non addirittura nei suoi doveri.
Un parco privato con destinazione però a verde pubblico, tant’è che da anni era accessibile a chiunque ed era nel tempo diventato l’unico spazio verde a disposizione dei residenti di Collina Fleming, un quartiere caratterizzato da un’elevata densità abitativa e dalla scarsissima presenza di spazi e di parchi pubblici.
Basti dire che gli standard urbanistici previsti per Roma stabiliscono per ogni abitante almeno 18 mq di verde pubblico mentre i residenti del Fleming ne sono praticamente privi.

Dicevamo che recintare una proprietà privata è corretto, a tutela della stessa ed a tutela di chi potrebbe frequentarla in assenza di misure di sicurezza.
Ma perché recintarla con lamiere “stile cantiere”?

Il timore che ci è stato espresso dalle due persone anziane che guardavano sconsolate e dalle email di alcuni lettori è che dopo le lamiere arrivino camion e ruspe e prenda corpo il progetto edilizio che prevede, al posto del parco, quattro palazzine, un teatro ed un parcheggio per un totale di 39mila metri cubi di cemento (clicca qui e qui).

Progetto che, fortemente osteggiato negli anni dai residenti, dai comitati cittadini locali, addirittura da Italia Nostra (leggi qui), è stato anche oggetto, un anno fa, di un lungo servizio a cura del TG3 (clicca qui).

Per il momento, che si tratti del primo passo dell’apertura del cantiere è solo un timore. Ma quelle lamiere, a detta di alcuni residenti, non lasciano presagire nulla di buono.

Fabrizio Azzali

Tutte le tappe della vicenda nei nostri precedenti articoli: clicca qui

 

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14 COMMENTI

  1. Cosa non si farebbe per favorire gli amici e gli amici degli amici: si arrivereebbe perfino a distruggere l’ultimo lembo di verde in un quartiere privo totalmente di verde pubblico.
    Ma le Istituzioni sono elette per fare gli interessi della collettività che le elegge e che paga i loro lauti compensi, o per fare gli interessi di singoli?
    Sarebbe gradita una risposta da Polverini ed Alemanno che ci risulta abbiano firmato l’Accordo di Programma per la cementificazione del Parco di Via Città di Castello, infischiandosene degli accorati appelli degli abitanti della Collina Fleming.

  2. Ma come si fa a chiamare Parco un lembo di terra completamente abbandonato al degrado più totale?E’ demagogico dire che lì si può fare footing o portare un bimbo a prendere una boccata d’aria! Su un terreno incolto dove la fanno da padroni zecche e spazzatura di vario genere, accanto ad una gigantesca antenna della Telecom, a mala pena ci si possono portare i cani a fare i loro bisogni!
    E allora ben venga anche il centro commerciale se è l’unica alternativa possibile a questo schifo. Abito a Via Nitti da 23 anni e provengo da Monteverde dove di verde ce n’è in abbondanza per tutti (basti pensare a Villa Pamphili); il tanto decantato quartiere Fleming si è rivelato una grande delusione: traffico e maleducazione la fanno da padroni, i servizi sono praticamente inesistenti (gli uffici dell’anagrafe del municipio più vicini sono a Prima Porta!!), mancano i parcheggi e adesso si sollevano le voci contro il tentativo di restituire un po’ di decoro ……………
    Anzi, giacchè ci si mette mano, perchè non rimettere in ordine anche il circolo di tennis di via Roccaporena diventato anch’esso con le sue strutture fatiscenti un monumento all’inefficienza storica e consolidata di chi amministra questo municipio?

  3. Un enorme dolore, una grande delusione. Sarebbe stato un grande gesto di sensibilità e amore per la città salvare quel parchetto, ma… non mi ero fatta grandi illusioni.

  4. A proposito di Collina Fleming..un quartiere cosi elegante e chic deturpato dall’odore nauseabondo dei suoi marciapiedi e dall’ultima nuova tendenza dei “falò”.
    Ebbene si, da un pò di mesi qualcuno si diverte a dar fuoco alle automobili parcheggiate..speriamo si possa arrivare ad una soluzione al più presto.

  5. E’ uno scandalo!!!!!
    non c’è da discutere è solo e semplicemente uno scandalo…..

    La cosa bella è che nel mentre stanno mettendo a punto il piano viabilità per il quartiere e Via Città di Castello non è stata neanche presa in considerazione…

    Che schifo……questo quartiere è diventato uno schifo….mi dispiace per voi che ci rimarrete!!!

  6. A Isabella
    Ma è mai possibile che ogni volta che un terreno sia degradato, ammesso che lo sia, e non lo è, quello di Via Città di Castello, l’unica cura a cui pensare sia il cemento?
    Non viene in mente che basterebbe un pò di cura e sorveglianza per rendere quel terreno un piccolo paradiso naturale per la gioia dei bambini, degli anziani e dei nostri amici a quattro zampe?
    Proprio perchè proviene da Monteverde ricco di verde pubblico, cara Isabella, dovrebbe battersi con gli altri cittadini di Collina Fleming per la creazione del Parco Pubblico di Città di Castello e non sostenere un’operazione di pura e semplice speculazione edilizia.
    Ci pensi.

  7. Mentre il governo si preparare a varare la proposta per le Olimpiadi 2020 che prevede la costruzione di due Villaggi Olimpici, uno per circa un milione di metri cubi per gli atleti e una per i media di circa 300.000 metri cubi lungo viale tor di quinto, mentre il comune e la regione hanno dato il via alla cementificazione dell’ultima area verde della collina fleming,solamente a vantaggio dei costruttori e senza alcun riguardo per i cittadini, dobbiamo assistere impotenti al progressivo deterioramento della vivibilità del nostro quartiere.

    Analizzando i dati dell’Arpa Lazio del 2011 per polveri sottili e anche per il biossido di azoto la situazione risulta preoccupante se non inquietante. Il nostro quartiere, i cui valori sono rilevati dalla centralina a corso francia, risulta tra i più inquinati di Roma. Vi invito a leggere il dossier sull’inquinamento all’indirizzo sotto riportato. C’è da promuovere una class action per attentato alla salute pubblica.

    http://affaritaliani.libero.it/static/upload/doss/dossier-mal-aria-2012.pdf

  8. Se isabella esiste dovrebbe leggere commenti, dossier, norme (in particolare quella che prevede 18 mq di verde e servizi per ogni abitanti, eccetera…) e ragionare anche sul suo personale interesse a non rimanere imbottigliata nella sua casa di Collina Fleming.

  9. . . . . bene, chi lo desidera se ne vada dalla Collina Fleming che così magari ritornerà a chiamarsi TOR DI QUINTO, per tutti quelli che ci sono nati!!

  10. D’accordissimo sul verde pubblico in un quartiere dove ce n’è poco. Ma cari abitanti del Fleming amanti degli amici a quattro zampe, sicuri che non lo trasformereste nel “bagno pubblico” dei vostri cani? Esattamente come trasformate ogni giorno i marciapiedi del vostro quartiere? Mai vista tanta maleducazione e inciviltà come in questo quartiere “bene”. Escrementi davanti ai negozi, parcheggi in doppia fila per sparire, anche se i poveretti che rimangono bloccati dalle vostre auto suonano per ore. Grazie a voi “incivili proprietari di cani” al Fleming si pratica lo shopping rigorosamente con lo sguardo rivolto in basso per evitare le “cacche”! Un parco al Fleming? Roba per gente civile, qui ce n’è poca!!!

  11. L’inciviltà dei padroni dei cani è generale, venga a farsi una passeggiata in via Mengotti (davanti a una scuola), o in via Belloni.
    Questi attacchi agli abitanti del FLEMING mi sembrano prestestuosi e con ovvia, anche se mascherata ,motivazione legata alla volontà di sostituire il verde col cemento ,
    L’impatto su un quartiere del cemento, con annessi nuovi abitanti (e cani e auto), è molto più ampio delle cacche sui marciapiedi, ed è questo il motivo per cui per ogni abitante si prevedono 18 mq di verde e servizi.

  12. La premessa era: “d’accordissimo sul verde pubblico” e la confermo. Per quanto riguarda la generalizzazione dell’inciviltà dei padroni dei cani… bè non sono d’accordo. In nessun quartiere vedo cartelli sui vasi che mettono i commercianti fuori dai loro negozi con su scritto “si prega di non far fare i bisogni ai propri cani “.
    Che poi sia giusto e sacrosanto rispettare quanto sancito a proposito dei 18 mq di verde ad abitante è un altro discorso.Sono un’abitante anch’io, quale mascherato pretesto. Pollice verso al cemento e alla maleducazione!

  13. Se foste a scuola qualcuno vi direbbe che siete andati decisamente fuori tema! Ora che c’entrano le cacche dei cani, le macchine in doppia fila, la (innegabile) maleducazione di tanta gente, ecc.ecc. con la recinzione dell’area (decisamente non la chiamerei parco!) di Via Città di Castello?
    Io, da parte mia, da abitante del Fleming (o di Tor di Quinto, come tanti amano dire) non l’ho mai presa in condiderazione, nonostante abbia il cane e ho tre figli, perchè mi è sempre sembrato semplicemente un pezzo di terra sporco, insicuro e incolto.
    Questo però non giustifica il fatto che è meglio costruirci altri palazzi o un centro commerciale!
    Purtroppo però ho tanta e tale scarsa fiducia nelle istituzioni che ci governano, che sono tristemente sicura che prima o poi succederà quello che tanti paventano, e cioè una bella colata di cemento sta aspettando solo il momento giusto per essere gettata, specie ora che è tramontato il sogno da parte dei tanti, soliti, di lucrare sulle Olimpiadi di Roma!!

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