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Writers, quanto costa al Campidoglio cancellare i graffiti

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foto di repertorio
ArsBiomedica

Da Ponte Milvio al Colosseo, su un muro qualunque o sulla fiancata di un vagone ferroviario, ovunque ci sia una manciata di centimetri liberi è terra di conquista per i writers. Che siano esperti graffitari, armati di bombolette multicolori e creatori di arzigogolati disegni, o “mocciosi” nostalgici d’un film che fu ed armati di pennarello, la voglia irrefrenabile di “taggare” un angolo della Capitale li divora come un fuoco sacro. Poco importa se stanno scrivendo tvttb su un ponte millenario o se stanno danneggiando una proprietà pubblica.

E la cifra che il Campidoglio spende ogni anno per ripulire muri e monumenti è da capogiro: oltre due milioni di euro l’anno, che diventano addirittura sei sommando quanto spende l’Atac per rimettere a nuovo finestrini di bus e tram, quanto l’Ama per ripulire i cassonetti e quanto le Ferrovie per ripulire i vagoni dei treni e i muri delle stazioni.

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Il fenomeno Il fenomeno è stato anche descritto in un servizio de InComune, la rivista capitolina dei dipendenti del comune. Nella stessa si apprende che nell’ultimo anno la squadra decoro dell’AMA  ha provveduto a cancellare 371.500 metri quadrati di scritte. Per avere un’idea dell’ordine di grandezza, 371mila metri quadri sono quasi la metà dell’intera superficie di Villa Borghese.

“Il servizio di decoro urbano – spiega Maria Grazia Pecchioli – è garantito da una squadra di 30 operatori specializzati. Negli ultimi dodici mesi del loro lavoro hanno ripulito i muri di 255 asili e 126 scuole superiori, quelli lungo le principali vie consolari, le grandi arterie e le strade commerciali insieme a operazioni straordinarie in alcuni quartieri o sul lungotevere e lungo i ponti.  Diversi i sistemi usati per cancellare le scritte: dal passaggio di un velo di vernice per semplici muri a intonaco, al getto di acqua calda e solvente per le superfici in marmo o di acqua calda e sabbia.”

Quali sono i graffiti più ricorrenti?  “Se nei decenni passati ad opprimere i muri dei palazzi e ad inquinare pezzi di città erano soprattutto frasi di dialettica o lotta politica, slogan sportivi sulla squadra del cuore o frasi a sfondo sentimentale, negli ultimi anni il fenomeno è legato soprattutto ai “graffitari”, una moda metropolitana che nascerebbe sulla scia della pittura murale ma che, colpendo indiscriminatamente edifici pubblici e monumenti storici, diventa più che una forma d’arte espressiva una spaventosa sequenza di atti vandalici.”

Negli ultimi due anni l’Amministrazione si è impegnata sul fronte del decoro con le prime misure prese per contrastare il fenomeno dei writer – spiega ancora Maria Grazia Pecchioli – e non solo, perché l’ordinanza del Sindaco di Roma n. 38 del 3 febbraio 2010 prevede sanzioni amministrative anche per i commercianti che vendono bombolette spray a minorenni, con una multa fino a 1.000 euro. Ma il fenomeno resta durissimo da colpire, perché i writer operano in clandestinità e per questo è difficile identificarli o coglierli in flagranza di reato, come confermano questi dati: su oltre 8mila controlli effettuati dai vigili di Roma Capitale sul territorio, nei primi dieci mesi del 2011, nove sono state le violazioni accertate. Spesso neppure le telecamere, presenti ormai in molte strade pubbliche, funzionano da deterrente.

Nulla di nuovo sotto il sole, o all’ombra della Torretta Valadier. Ne sappiamo bene qualcosa noi di VignaClaraBlog.it che da anni siamo osservatori di quanto accade a Ponte Milvio. Le telecamere non funzionano da deterrente, o forse non funzionano proprio? Non si spiegherebbero altrimenti i continui atti vandalici ai danni del Ponte, della Torretta, e dell’intera zona adiacente.

E questo nonostante da qualche anno le pene si siano fatte anche più severe e i controlli più serrati. I writer rischiano, secondo quanto previsto dal codice penale, anche il carcere da uno a sei mesi, e una multa fino a mille euro; e se ad essere imbrattati sono monumenti storici o artistici la reclusione può arrivare a un anno e la multa a 3mila euro. Se poi i fermati sono recidivi la pena arriva fino a due anni di carcere e la sanzione a 10mila euro.

A prenderli però. Perchè se viene accertata una sola violazione ogni mille controlli il fenomeno continuerà a vivere indisturbato di vita propria finchè Roma non sarà tutto un graffito e Ponte Milvio un immenso segno nero. E’ forse questo il “signo” a cui pensava Costantino 1700 anni fa?

Fabrizio Azzali

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