Home ATTUALITÀ Via Volusia, per rompere il muro di silenzio

Via Volusia, per rompere il muro di silenzio

Galvanica Bruni

Dopo che il TAR del Lazio ha dato loro ragione per ben due volte, i cittadini di via Volusia, le cui case sono state danneggiate e rese inagibili a maggio 2010 da fenomeni di slittamento del terreno verificatisi durante i lavori di realizzazione della galleria Cassia sul Grande Raccordo Anulare, sono stanchi della coltre di silenzio scesa sulla loro situazione. Stanno dunque organizzando una manifestazione, negli intenti pacifica, per riaccendere i riflettori sulla loro vicenda.

“Per riportare alla ribalta il problema delle case danneggiate di via Volusia, si è deciso di organizzare una manifestazione dimostrativa sulla via Cassia in prossimità degli svincoli del Grande Raccordo Anulare. L’appuntamento è per le ore 10,00 del prossimo sabato 10 dicembre.Non è nelle nostre intenzioni arrecare intralci al traffico, sarà un presidio dimostrativo sui marciapiedi della Cassia.”

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Così ci scrivono alcuni dei residenti coinvolti. Un’email pacata ma determinata alla quale riteniamo giusto dare voce.

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2 COMMENTI

  1. Ringrazio la redazione per aver tempestivamente dato risalto alla manifestazione che stiamo organizzando.

    Il nostro obiettivo è quello di riportare alla ribalta, con l’aiuto dei mass media, il problema drammatico che stiamo vivendo e che solo chi ha perso una casa dove è vissuto per una vita può comprendere.

    Questo è il paese dei più forti: un’azienda che opera per lo stato ti viene sotto casa, te la lesiona, te la rende inagibile, poi tu per vedere riconosciuti i tuoi diritti ti devi far carico di costose e lunghissime cause civili (forse tra dieci anni si vedrà la fine).
    Nel frattempo di te nessuna istituzione di questo paese si occupa per capire quali e quanti problemi devi affrontare, per capire se hai la disponibilità economica o se devi aprire un mutuo per fronteggiare le spese o se devi fare i salti mortali per riuscire a sopravvivere.

    Ci siamo dovuti difendere anche dal Comune, che pretendeva che noi mettessimo in sicurezza a nostre spese le case pericolanti, dimenticando che proprio il Comune di Roma ha commissionato ad ANAS l’opera di realizzazione della terza corsia del GRA.
    Senza parlare del fatto che, essendo queste case a “disposizione” e non più “abitazione principale”, dobbiamo pagare l’ICI ad un’aliquota ridotta, ma sempre del 5 per mille.
    Il TAR ora ha condannato il Comune di Roma al risarcimento delle spese legali, ma perchè con il contributo ICI del cittadino si devono pagare le errate decisioni prese dal Comune?
    Uno dei proprietari
    Sabatino D’Emidio

  2. In bocca al lupo per la manifestazione di oggi, sperando che la gente di Via Volusia ritorni a vivere nelle proprie case come nel 2005!! Giustizia per tutti!!

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