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Cassia: ennesima discarica a cielo aperto

Derattizzazioni e disinfestazioni a Roma

Ennesima discarica abusiva a Roma Nord, nel Parco di Veio. Questa volta ci troviamo ai piedi del quartiere di Vigna Clara, proprio all’inizio della Cassia Nuova. Una trentina di metri dall’incrocio con via Pareto e via Fabbroni, subito dopo un grande distributore ed a pochi passi dal fosso dell’Acqua Traversa. Il fatto non è più una novità: non c’è zona di Roma dove, all’interno della vegetazione che cresce disordinatamente, non ci sia una discarica, baracca e una montagna di rifiuti.

E’ sufficiente individuare il punto dal quale si entra, generalmente nascosto da cespugli (o magari da una rete tagliata e poi rimessa in loco), seguire il solito sentiero e ritrovarsi in un piccolo accampamento con annessa discarica.
I poveri disgraziati costretti a sopravvivere in questo modo sembrano adottare tecniche militari: mimetizzano gli accessi, realizzano le baracche al coperto, gettano i rifiuti sotto i cavalcavia, entrano ed escono al mattino presto o all’imbrunire. A tradirli, a volte, è l’odore del cibo di scadente qualità che preparano su fornelli improvvisati.

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Ed è all’inizio della Cassia Nuova che VignaClaraBlog.it ha individuato una situazione di questo genere: nonostante ci risulti che l’area sia stata bonificata un paio di anni fa, ora è tornata ad essere una discarica abusiva.

E’ inutile fare l’elenco di quello che raccoglie perché sono sempre le stesse cose: in una striscia di terreno adiacente al fosso, in prossimità di uno sporco cavalcavia, ci sono tonnellate di rifiuti e detriti.

La fitta vegetazione copre il tutto e chi percorre la Cassia lo fa in auto e a tale velocità da non poter neppure immaginare cosa c’è là sotto.
Tutt’al più lancia una rapida occhiata a quella piana deserta dove vivono alcuni simpatici asinelli o a quel verde intenso che nasconde il Parco Urbano dell’Inviolatella: niente di più.

Eppure è da più di un anno che gli uomini del Parco di Veio portano avanti una intensa opera di pulizia per bonificare un’area rimasta per troppo tempo in balia di criminali e di senza tetto; periodicamente vengono avvistati i resti di una baracca che a volte ospita ancora qualcuno con tutto il corollario di rifiuti e sporcizia.

Una situazione difficile e delicata perché in ballo c’è comunque la sopravvivenza di esseri umani costretti, per fame, a vivere come delle bestie.

Anche il Fosso dell’Acqua Traversa, visto dall’alto della Cassia Nuova ha un aspetto miserevole: nonostante l’opera di sistemazione delle sponde, che ha impedito la tracimazione delle acque in occasione del recente nubifragio su Roma, il fosso ha le rive ingombre di una grande quantità di rifiuti e le acque scure, sporche e fangose.

Bisognerebbe chiedersi dov’è l’origine di questa ignobile condizione e non dovrebbe essere difficile capirlo perché il Fosso dell’Acqua Traversa, nonostante sia inquinato da scarichi domestici, non raccoglie rifiuti (o ne raccoglie pochi) fino a quando è all’interno della Riserva dell’Insugherata.

Lasciata la Riserva il fosso corre parallelo a Via dell’Acqua Traversa, riceve le acque sporche di un piccolo fosso alla confluenza con Via Cortina d’Ampezzo e lambisce infine l’area adiacente alla Via Cassia Antica.
Un tracciato ingombro di rifiuti sul quale le istituzioni, Polizia di Roma Capitale ed ARPA in primis, farebbero bene ad indagare.

Francesco Gargaglia

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