Home ATTUALITÀ Comitato via Gradoli: non accettiamo blocco delle ulteriori ordinanze di sgombero

Comitato via Gradoli: non accettiamo blocco delle ulteriori ordinanze di sgombero

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“Il 14 ottobre 2010, in occasione dell’attuazione del sequestro penale dei locali i cui proprietari avevano disatteso l’ordinanza di sgombero del novembre 2007, Gianni Giacomini, presidente del XX° Municipio, e Giorgio Ciardi, delegato del Sindaco alla sicurezza, promisero ai residenti, per conto dell’amministrazione comunale, che entro il mese di dicembre sarebbero state emesse ulteriori ordinanze. Nulla di ciò è accaduto.” Lo dichiara in una nota il Comitato per via Gradoli, che così continua.

“In proposito, il Comitato ha accertato la buona fede del presidente Giacomini il quale ha esibito alcune missive da cui si evince la continua sollecitazione rivolta all’amministrazione centrale per la celere adozione delle suddette misure. In particolare, dalla consultazione del carteggio, risulta che l’ASL RME, cui spetta l’emissione di un parere favorevole ai fini dell’adozione delle ordinanze di sgombero, non ritiene vi siano condizioni di insalubrità tali da richiedere l’allontanamento coatto delle persone dai locali abusivamente destinati ad abitazioni.”

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Il Comitato spiega inoltre di aver “incontrato sia la dott.sa Bordi, dirigente dell’ASL, sia funzionari del XIV° Dipartimento di Roma Capitale, avente competenze in materia di salute pubblica. Entrambi gli Uffici hanno confermato quanto dichiarato nella corrispondenza scritta con gli altri soggetti istituzionali coinvolti.”

Il Comitato, dopo aver svolto tutte queste indagini, è giunto ad una decisione. “Riservandosi al momento ogni decisione in merito alla correttezza della suddetta valutazione, anche tenendo conto della costante presenza di bombole GPL nei locali interrati chiede un incontro al Capo di Gabinetto del Sindaco, dott. Sergio Basile, all’ing. Giancarlo Matta, Direttore della Direzione Attuazione Strumenti Urbanistici del Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica di Roma Capitale, e al dott. Giuseppe Italia, Direttore dell’Ufficio Coordinamento Politiche della Sicurezza di Roma Capitale.”

“Il Comitato – conclude la nota – auspica che siano forniti ai cittadini gli opportuni chiarimenti in ordine alle eventuali possibili soluzioni, da percorrere in parallelo a quelle che presuppongono la dichiarazione di insalubrità di detti locali, comunque volte a ottenere il definitivo ripristino della legalità e della sicurezza in Via Gradoli.”

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11 COMMENTI

  1. mi sembra assurdo che possa essere messa in dubbio l’insalubritá dei locali interrati. chi ha preso questa decisione ha mai provato a scendere in quei ‘loculi’ ?

  2. Leggendo quanto dichiarato dal Comitato di via Gradoli, si deve desumere che i Dirigenti della ASL Roma RME sono o degli incompetenti in materia sanitaria oppure tra di loro c’è qualcuno in combutta con i proprieteri, penso tutti italiani, delle case in questione. Perché per creare le condizioni di ospitalità il Comitato di via Gradoli non si mette d’accordo con i responsabili dell’Hotel Flaminia di Saxa Rubra? Si potrebbe offrire così, su un piatto d’argento, la soluzione al degrado di via Gradoli. Senza considerare che nell’Hotel Flaminia, cinque stelle, esiste un servizio gratis, ma solo per i clienti fissi, di rinnovo del parco pidocchi e cimici, molto affezionate al calore umano.

  3. I faldoni su Via Gradoli, è noto, potrebbero occupare una biblioteca.
    Gli ultimi sopralluoghi congiunti datano a febbraio-marzo 2011.

    A distanza di due anni, l’amministrazione capitolina non è stata in grado di risolvere alla radice il problema.

    Per il futuro, stando così le cose, in occasione delle prossime ispezioni e accessi, in prossimità delle feste natalizie, è probabile la distribuzione di panettoni e dolci vari ai proprietari delle cantine, ovviamente; magari qualcuno diventerà anche cavaliere del lavoro (sfruttato); per quanto concerne i poveri cristi, per motivi di salute, potranno continuare a mangiare riso.

    I trans proseguiranno ad andare in TV e nei supermercati potranno contare sul saluto amichevole di beceri, miserabili, tristi figurine che di un uomo vero non sono neppure l’ombre del mignolo.

    e meno male che c’è La Russa che da lavoro a qualche disoccupata che vive a via Gradoli…

    http://www.adgnews24.com/2011/04/01/la-russa-ed-il-contratto-di-hoara-borselli/

    Nel frattempo gli sfruttatori continuano a scorrazzare per Via Gradoli con i loro SUV bianchi raccattando gli affitti (in regola?)

    Se un’amministrazione non riesce a riclassificare catastalmente cento cantine in due anni, possiamo ritenerla fallimentare.
    Abbiamo chiesto degli incontri dai quali ci aspettiamo risposte chiare, date certe, e assunzioni di responsabilità.
    In assenza di credibili riscontri, verrà presto il tempo in cui la magistratura sarà invitata ad occuparsi della questione.

  4. Non c’è che dire, il contratto di 800 euro (netti?) al mese per quella presentatrice citata nel blog e indicata come abitante in via Gradoli è senz’altro conveniente. Con la stessa cifra due emigranti, magari clandestini si pagano, nella stessa via, due posti letto per tutto un mese. Perché avercela con i trans signor Carlo Maria Mosco? Lei crede che queste persone siano completamente felici della loro situazione? Ha mai provato lei a vivere in un corpo non ben definito, specialmete dal lato psichico? Li frequenti, sono persone come lei e se si prostituiscono e riescono a sbarcare il lunario è perché tra di noi “persone normali” si annidano anche tanti che, apparentemente ben pensanti, hanno le più disparate esigenze sessuali. Se avrà occasione, si faccia raccontare da loro, dai trans, qualche avventura amorosa. Forse scoprirà che anche il suo vicino di casa, nel chiuso della sua casa, sotto le sue lenzuola non è il “santo” che appare e che lei stima. Rimane il dilemma se ha ragione la ASL RME o è inerzia del Comune. Ma sui SUV non doveva essere applicata una tassa straordinaria? Anche quella è caduta dal bagagliaio? Beh! E’ anche questa Difesa del cittadino!

  5. Gentile Omar,
    In altri post ho evidenziato l’errore, spesso non voluto, per cui si confonde il transessuale con il travestito
    (https://www.vignaclarablog.it/2011072515565/una-sitcom-ambientata-a-via-gradoli-indigna-i-residenti/)

    I transessuali sono coloro che vivono un acuto disagio connesso alla scissione tra la percezione psicologica della propria identità sessuale e i propri caratteri sessuali primari. Essi desiderano l’alterazione dl proprio corpo al fine di elidere la scissione e il relativo disagio.

    I travestiti non soffrono affatto di tale disturbo di identità; quelli che esercitano la prostituzione sfruttano economicamente la omosessualità repressa dei propri frequentatori.

    Sulla normalità, poi, non ho più certezze; ricordo in proposito il bel libro di Erich Fromm, “I cosiddetti sani – Patologia della normalità”
    (http://www.scribd.com/doc/52005213/Erich-Fromm-I-cosiddetti-sani-La-patologia-della-normalita)

    Certamente non ho simpatie per l’ambiguità; sul punto richiamo quanto già detto sul blog il 27 agosto nel post su Marrazzo, che mi dicono aver ricevuto applausi (anche uno sarebbe stato troppo, ma sul punto vedi http://www.linkiesta.it/marrazzo-ritorna-repubblica-sente-gli-applausi-il-fatto-i-fischi)
    In quell’occasione riportai alcuni passi che credo utile richiamare espressamente:

    “Vorrei tornare sull’argomento per condividere quanto scritto da Simona Argentieri, psicoanalista freudiana ortodossa membro dell’International Psycho-Analytical Association, nel suo libro “L’ambiguità”, pubblicato da Einaudi.

    Rivolto alla generalità dei lettori non specialistici, il testo affronta la tematica della malafede e dell’ambiguità esaminandole sul piano psicoanalitico, quali sintomi “di un disturbo cognitivo e segnali di una carenza morale”.

    Inquadrato il fenomeno sul piano teoretico, l’autrice prosegue esaminando alcune condotte riscontrabili sul piano della quotidianità.
    Precisato che la psicoanalisi guarda alla sessualità non come una “funzione a sè, ma [come] parte integrante della persona, nella dimensione relazionale”, la Argentieri osserva la diffusione a ogni livello sociale di individui i quali, per non soffrire situazioni traumatiche, per non dover sopportare il processo di differenziazione, organizzano manovre di collusione e di superficiale consenso, negando quella dimensione relazionale alla base di una psiche sana.

    La crescita psicologica, qualunque teoria psicoanalitica si sposi – dice la Argentieri – “si articola in operazioni discriminatorie nella dimensione intrapsichica e in quella interpersonale”.
    Tale opera richiede sforzi psichici ingenti; pertanto, poiché l’ambiguità permette di non erigere confini precisi tra sé e gli altri, tra il mondo esterno e il proprio Io, alcune persone sono indotte a scegliere, attraverso fenomeni di regressione, modalità di funzionamento ambigue, con la conseguenza che, “una volta che si è instaurato, il funzionamento ambiguo tende a difendere se stesso, a riproporsi e perpetuarsi, resiste con forti quote aggressive a ogni tentativo di smascherarlo poiché l’uscita dall’ambiguità provoca ansia, confusione, colpa e disagio”.

    Con riferimento ai “transessualismi”, afferma la psicoanalista- “la mentalità corrente sta diventando apparentemente più aperta, più tollerante; ma a pare mio si tratta di una accettazione molto superficiale e indiscriminata, basata prevalentemente sull’indifferenza e sulla regressione all’indifferenziato”.
    Bisogna superare il dualismo “tutti mostri / tutti normali”, che contrappone i sostenitori della sessualità ortodossa a coloro che propugnano la legittimità di qualsiasi altra esperienza di natura erotica.
    Certo ciò risulta difficile da perseguire “ in un’epoca nella quale non solo non c’è repressione, ma addirittura c’è una pressione sociale all’edonismo”.

    Attraverso l’ambiguità, dichiara l’autrice, viene eliminato dal conflitto tra l’Io, che rappresenta l’istanza individuale, identitaria, e il Super-Io, che può riguardarsi come a un giudice inclemente, è il conflitto, la colpa, la fatica di scegliere e di pensare.
    Insomma, si sceglie la soluzione più comoda, ma in tal modo si determina un pregiudizio rilevante per sé e per gli altri .

    Lo stesso Marrazzo da un lato dichiara che “una prostituta è molto rassicurante. È una presenza accogliente che non giudica. I transessuali sono donne all’ennesima potenza, esercitano una capacità di accudimento straordinaria. …. è tra i rapporti mercenari, la relazione più riposante”; alla luce di quanto esposto, se ne capisce la ragione.

    Diciamo che per Marrazzo vale quanto Altan fa dire ai suoi personaggi: “Cosa dice la tua coscienza?” “Ne ho diverse – risponde l’altro – sono indeciso su quale mi conviene usare”.

    Per quanto mi riguarda, il mio personale rifiuto inerisce non la persona (nè la omosessualità quale orientamento relazionale sotto il profilo sessuale), ma la modalità di funzionamento psichico adottata dall’uomo il quale, ferma restando la sua libertà nel privato, a mio parere non è più in grado di ricoprire alcun ruolo pubblico.

    Quanto ora affermato, a maggior ragione, vale con riguardo ad altri soggetti pubblici ben più esperti del Marrazzo in manipolazioni della realtà per i propri scopi personali e per tutti i coristi del gruppo o altri interessati che, pur sapendo, hanno taciuto per i medesimi motivi.”

    Gentile Omar, spero di aver chiarito in cosa consiste la mia opposizione ai cd. trans.

    Peraltro, nel novembre 2009, ebbi una conversazione telefonica con il senatore Sergio Flamigni, il quale mi rivelò che, all’epoca della redazione del libro “Il covo di Stato. Via Gradoli 96 e il delitto Moro” (del quale consiglio assolutamente la lettura), le fonti di cui disponeva gli confermarono che molti trans / travestiti erano informatori dei servizi o della polizia.
    Per anni abbiamo visto tali personaggi andare e venire dal Brasile e dal Venezuela all’Italia senza essere bloccati alla frontiere.
    E non mi si dica che non sono riconoscibili…

    Ancora oggi sulla Cassia vi sono vie che pullulano di tali personaggi, i quali liberamente passeggiano, guidano macchine, fanno la spesa, come normali cittadini.
    A me non va più bene; altre duecento persone pensano che ciò non sia più sopportabile.

  6. Gentile Carlo Maria Mosco, la ringrazio per avere trattato tutta la questione trans e affini, (dico così per cercare di essere sintetico e più esplicativo) con dovizia scientifica e umana. E’ vero, noi in questo quartiere viviamo, e siamo vissuti, a volte come in uno stato d’assedio. Ho vissuto il periodo di Aldo Moro abitando nel quartiere. Via Gradoli è una delle strade di Roma con più misteri. Forse è giusto che parte di questi “sani” misteri continuino a restare tali, a differenza di altri che hanno fatto, e faranno, la storia d’Italia. Con una attenta e savia raccolta di firme si potrebbe chiede al Ministero degli Interni una indagine approfondita sulle persone che girano per il quartiere. E’ la strada giusta o si rischia di introdursi in un vicolo cieco o molto oscuro? Con piacere noto che siamo in sintonia su diversi problemi., tanto da chiederle e chiedermi se il mancato sgombero di certe case non rientri in un piano più complesso di quello che appare. Sensazioni, pensieri e supposizioni ad alta voce? Sì, sensazioni, pensieri e supposizioni ad alta voce!

  7. Oramai risulta chiaro che la questione delle ordinanze di sgombero è di carattere
    esclusivamente politico.Dalla documentazione acquisita e dai colloqui avuti con i funzionari della ASL e del XIV Dipartimento emerge cone tali soggetti riconoscano
    l’esistenza di abusi urbanistico/edilizi e la totale assenza dei recquisiti igienico-sanitari per l’agibilità abitativa, ma non ritengano che vi siano gravi ed urgenti motivi che possano determinare l’emissione dei provvedimenti di sgombero.
    Gli stessi uffici motivano la loro riluttanza anche con il timore( lo hanno detto e scritto più volte) che i proprietari possano ricorrre,come in passato, alla giustizia ammistrativa,con “un danno ammnistrativo, economico e di immagine per Roma Capitale”.
    Lascio a voi il giudizio su questa esilarante affermazione.
    Il Comitato ha fatto presente che gli stessi requisiti. ora ritenuti non sufficenti per dichiarare l’insalubrità dei locali, furono invece ritenuti tali nel novembre 2007 per l’emanazione dell’ordinanza di sgombero al civico 65/69.
    A questa precisa obiezione sono seguite risposte sconcertanti del tipo: “il XX^ Municipio è pieno di situazioni simili, se dovessimo sgomberare tutto………”, ” a Roma c’è gente che vive nelle baracche e nelle grotte”, “quando esondano i pozzi neri (ovviamente per il sovraccarico umano) basta spalare via un pò di m….”
    Non credo che vi sia bisogno di alcun commento.
    Questi Uffici con i loro dirigenti e il Sindaco, responsabile ultimo della salute pubbica, devono essere consapevoli della immane responsabilità, morale e penale, che ricade e ricadrà su di loro nel caso debbano rispondere alla loro coscienza e davanti alla Giustizia di danni derivanti dalle loro omissioni.

  8. Dopo queste ultime risposte date a Carlo e Lucio, appare evidente l’intento di non voler risolvere un problema che non è poi così difficile da risolvere. In Via Gradoli esistono, credo, max un centinaio di cantine, solai, miniappartamenenti che devono ritornare ad essere quelli che erano un tempo. L’ASL deve fare il suo dovere e gli uffici competenti punire i responsabili che hanno concesso anni fa sanatorie e quant’altro, quando non esistevano minimamente i requisiti tecnico-santiari per l’abitabilità.
    Il Sindaco, da quello che mi risulta, è quello a cui fanno capo questi uffici e pertanto se non agisce è Lui il primo responsabile.
    Qualcuno deve pagare per queste continue inefficienze, i cittadini di Via Gradoli hanno pagato un prezzo elevatissimo, tra fogne intasate, mancanza di decoro, litigate per strada, antenne abusive, trans e quant’altro. Basta! Basta! Basta!
    Ora è venuto il momento di essere tutti uniti nella lotta alla pubblica amministrazione. Se ci sarà bisogno di denunciare qualcuno, dovremo farlo. Non dobbiamo mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi, ma fare qualcosa di concreto per risolvere scempi ed abusi perpetuati nel tempo.
    Lo dobbiamo fare per noi stessi, per le nostre famiglie, per i nostri amici, più in generale per una società civica in cui tutti noi vorremmo vivere ma che finora qualcuno (proprietari e personaggi senza scrupoli) ci ha impedito di fare.
    Abbattiamo questo muro dell’indifferenza delle istituzioni, debelliamo questo “cancro” abitanti di Via Gradoli !
    Solo così Via Gradoli potrà essere quella bella via tranquilla, elegante ed immersa nel verde a cui noi tutti aspiriamo.
    Concludo ricordando agli abitanti della via che grazie a tutti questi abusi edilizi e gli effetti ad essi dovuti, oggi i nostri immobili valgono molto meno rispetto ad altre zone della Cassia meno belle. Nonostante gli sforzi fatti, Via Gradoli viene vista da alcuni, immeritatamente ed ingiustificamente, come strada di borgata.
    Noi del Comitato e tanti residenti nella Via questa equazione non la vogliamo accettare e tu abitante della Via?

  9. Che colpa ne hanno gli struzzi che mettono la testa sotto la sabbia solo per difendersi e non per ignorare il pericolo? E questo loro comportamento è solo quando ritengono l’avversario più grande di loro. Nel caso di via Gradoli, pur non sottostimando i vostri avversari, dovete avere la consapevolezza di essere i più forti. Tutto sta a che strumenti volete usare. Auguri

  10. Accettiamo gli auguri e ringraziamo il sig. Omar.
    Sarebbe altresì gradito il supporto e il fattivo sostegno non solo del maggior numero dei residenti in via Gradoli, ma anche di tutti i ciitadini che condividono il nostro impegno per il ripristino della legalità e del decoro urbano.
    Impegno e battaglia, è bene ribadirlo ancora una volta, che sono rivolti verso gli speculatori e gli sfruttatori che sono stati e sono tuttora responsabili del “sacco di Roma” e ne traggono illeggittimi profitti. E verosimilmente lo saranno ancora….vedi i vari piani casa nazionale e regionale.

  11. Caro sig.Omar
    personalmente la testa sotto la sabbia non la metto nè la metterò mai, purtroppo però diversi cittadini (ed il discorso non riguarda solo via gradoli) a parole sono bravissimi, hanno una lucidità di pensiero e di analisi notevole poi però se si tratta anche solo di mandare un fax di protesta non lo fanno. In questo senso parlavo di struzzi.
    Se vedono qualcosa di strano (parlo per esperienza vissuta) tipo schiamazzi, liti, immondizia buttata ecc. voltano la faccia dall’altra parte come se quella realtà in cui vivono fosse di altri e non anche loro.
    Da questo punto di vista ho sempre nutrito grande ammirazione per i paesi anglosassoni dove se per es. chi non rispetta le regole viene punito ed emarginato dalla gente comune.
    Questo senso civico è poco presente da noi e lo dico con grande dispiacere visto che via gradoli dovrebbe essere curata e tutelata da tutti quelli che ci abitano (e non) non certo dal solo sottoscritto o frizzoni o mosco.
    Fin quando non si ragionerà ed agirà in termini di bene comune la vedo difficile ottenere i risultati.
    Non sono gli avversari ad essere forti sig. Omar ma gli abitanti che, forse demoralizzati, glielo permettono credendo di non esserlo.
    Se la maggior parte dei residenti lottasse e si impegnasse tanti risultati si raggiungerebbero, ma fin quando gli stessi continueranno a guardare solo al proprio orticello ed a stare in pantofole dentro casa non cambierà mai nulla.
    E poi dopo ci si lamenta che le cose non vanno, pazzesco!

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