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I platani di Via Cassia

Duca Gioielli

In questi giorni, lungo Via Cassia, è in atto una imponente opera di potatura delle piante ad alto fusto, prevalentemente pini e platani, anche se a cadere sotto le affilate lame delle motoseghe ci sono tigli, robinie ed olmi. Insomma una importante attività di pulizia che se da una parte provoca disagi alla circolazione dall’altra scongiura la possibilità di incidenti (recentemente il grosso ramo di un pino è precipitato in terra nei pressi di Ponte Flaminio).

In Via Azzarita, ingombra di rami, ci siamo fermati a parlare con un giovane operaio addetto alla potatura: accento romanesco, viso abbronzato, le braccia ricoperte di tatuaggi.
“E’ un lavoro molto faticoso” ci dice “specie con questo caldo. Il platano poi è maledetto: cresce a dismisura, produce un fastidioso polline e una gran quantità di foglie”.
Obiettiamo che è l’albero di Roma, dei suoi viali e del lungotevere.

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“Si, va be’” ci risponde il simpatico operaio “ma queste piante, oggi ingombranti, probabilmente sono state piantate quando non c’erano tutte queste abitazioni”.

In realtà i platani dall’enorme fusto appaiono del tutto fuori posto in questa stretta e trafficata via; oggi infatti si preferisce piantare sempreverdi a lenta crescita, alberi di origine orientale.

Una canzone degli anni 50 diceva pressappoco così: “…più non vanno gli innamorati pe’ lungo Tevere a scambiasse li baci a mille sotto l’arberi….” parlando dei maestosi platani immortalati in migliaia di cartoline e oggi gioia degli storni e dannazione degli uomini dell’AMA.

Perchè il platano (platanus orientalis) è un albero con tronco diritto che raggiunge facilmente i 30-40 metri di altezza con una corteccia, che negli esemplari più giovani, si sfalda in placche irregolari. Le foglie sono ampie mentre i frutti hanno una forma globosa che rimane sull’albero per tutto l’inverno. Il legno è pesante e compatto ma l’interesse economico è legato prevalentemente all’uso ornamentale.

Il fatto è che questo maestoso albero, caro a Serse, Socrate e Ippocrate, si trova a proprio agio nei grandi parchi (come Villa Borghese o il Parco dei Daini) o nei viali (come Viale Giulio Cesare o Viale delle Milizie) piuttosto che in budelli di strade dove toglie vista e luce.

Oggi, ad esempio, sulla Cassia Antica, dopo la potatura è possibile osservare la bellissima Villa Manzoni (oramai proprietà della Repubblica del Kazakhstan) in tutto il suo splendore.

Se sopra gli operai lavorano al taglio, sotto gli infaticabili uomini dell’AMA procedono ad una rapida e sistematica pulizia raccogliendo enormi quantità di foglie precocemente ingiallite dal gran caldo.

Altri operai sono al lavoro nei pressi dell’accesso dell’Inviolatella Borghese: nell’ambito delle opere relative alla grande mobilità si sta procedendo a recintare un tratto della Cassia Nuova, da Corso di Francia fino alle bruttissime lamiere di un vecchio impianto di rifornimento.

Dopo le ripetute denunce di VignaClaraBlog.it sullo stato di abbandono e degrado della via, la realizzazione di questa rete finalmente darà protezione al Parco urbano impedendo a maleducati di gettare i propri rifiuti all’interno dell’Inviolatella.
Dopo l’angoscia della manovra economica e l’anticiclone sahariano finalmente una piccola ma buona notizia.

Francesco Gargaglia

© riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

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17 COMMENTI

  1. Chiedo all’ottimo Gargaglia se può spiegarmi come mai le motoseghe in alcuni casi hanno colpito alla base del platani. La solita scusa della malattia…..
    A occhio (non espertissimo) non mi sembrava proprio.
    Grazie

  2. ma quest’articolo sembra esser a favore dell’abbatimento degli alberi secolari su via cassia stiamo scherzando? hanno AMMAZZATO un sacco di alberi tra via cassia nuova via flaminia nuova. li lasciamo fare così? HANNO LASCIATO I TRONCHI ALTI METRI COME SE FOSSERO DEI PALI.
    è UNO SCHIFO CHE NESSUNO FA NULLA, COSI LEVERANNO TUTTI GLI ALBERI ED AVREMO UNA CITTà DI CEMENTO. COMPLIMENTI !

  3. Anche io ho sempre apprezzato i bellissimi alberi della cassia e della flaminia, va bene la potatura… non il diboscamento

  4. Gentile Sig. Lucio le motoseghe hanno colpito la base dei platani forse perchè le piante erano malate o pericolanti, non saprei, spero che la ditta incaricata sappia fare il suo mestiere. Quanto all’accusa di essere favorevole all’abbattimento di alberi secolari, mi sembra assurdo, non fosse altro per il fatto di aver parlato esclusivamente di “potature” che, se fatte bene, non danneggiano assolutamente la pianta.

  5. Le potature fatte bene sono quelle di cui (quasi) non ci si accorge… ma questo significa dedicare a ciò più tempo e quindi più risorse ..
    Mi domando che fine abbia fatto la secolare teoria che prevede di potare duante il periodo di “letargo” delle piante, che se non sbaglio corrisponde all’inverno.

  6. NON SO PROPRIO COME DEFINIRE QUESTO ALLUCINANTE ARTICOLO. SONO SGOMENTO!
    DA TEMPO ASSISTO ALLA DEVASTAZIONE SISTEMATICA DEL VERDE CHE QUESTA GIUNTA STA OPERANDO INDISTURBATA NELLA NOSTRA CITTA’, LETTERALMENTE DISBOSCANDO ZONE STORICAMENTE CARATTERIZZATE DALLA PRESENZA DI DETERMINATE SPECIE ARBOREE.
    VICEVERSA, LETTERALMENTE BRUTALIZZANDO LE CHIOME DEI “PINI DI ROMA” RIDUCENDOLE A RIDICOLI PENNACCHIETTI.
    MI CHIEDO QUALE FOLLE IDEA DI CITTA’ ABBIANO IN TESTA QUESTI INCOMPETENTI, DENUNCIO L’ASSOLUTA MANCANZA DI CONTROLLI SULLE DITTE ALLE QUALI VENGONO APPALTATI I LAVORI.
    I PLATANI DEL LUNGOTEVERE FLAMINIO E THAON DE REVEL GRIDANO VENDETTA, COSI’ COME I NUMEROSISSIMI PINI ABBATTUTI SENZA RAGIONE, QUANDO ADDIRITTURA NON LASCIATI COME GROTTESCHI PALI ALL’INIZIO DEL PARCO DI VEIO PROPRIO ACCANTO AL CARTELLO CON IL QUALE LO STESSO PERCO CI DA’ IL SUO BENVENUTO.
    SE NON COMINCIAMO A FARCI SENTIRE COME CITTADINI, QUESTI BARBARI DEVASTERANNO DEL TUTTO LA NOSTRA CITTA’.

  7. Ormai prima di aprire il sito mi corre un brivido di terrore sulla schiena.. E la brutta notizia è assicurata ormai regolarmente. Mi sembra che questi articoli ci vadano sempre un pò leggerini, con gli atti di barbarie ambientale che si susseguono ormai strategicamente nella zona. I platani tolgono luce ai palazzi.. Fantastico.. Abbattiamoli.

  8. Sig. Salonia viviamo in un paese libero perciò Lei può liberamente esprimere qualsiasi opinione e definire come vuole questo “allucinante articolo”: La prego solo di non attribuirgli significati che non ha (del tipo “essere favorevole all’abbattimento di alberi secolari”). Da che è mondo le piante in città vengono potate e a farlo dovrebbero essere seri professionisti (in ogni Comune esistono precise procedure per il taglio e l’abbattimento): io non sono un esperto (forse Lei lo è…) e confido pertanto che il Servizio Giardini vigili sulle ditte incaricate della potatura (che sarebbe bene avvenisse in inverno ma che può esser fatta anche in altri periodi, escludendo la primavera e l’autunno). Il Platano è un albero usato in città per la sua “elevata tolleranza all’inquinamento e alle potature” (cfr. “Alberi” -DeAgostini) e se potesse vivere isolato in condizioni climatiche ideali il suo modello di accrescimento si realizerebbe senza costrizioni o interferenze (cfr.Alberi d’Italia-Mondadori). Purtroppo, a volte, nella ricerca della luce, si sviluppa in modo asimetrico: trattandosi di esemplari “secolari” probabilmente
    erano là prima degli edifici che oggi ne impediscono l’accrescimento in modo regolare. Due le soluzioni: abbattere gli edifici (ma non credo che i proprietari
    sarebbero d’accordo) oppure procedere ad una potatura fatta a regola d’arte e prima di un eccessivo sviluppo (peraltro una potatura sconsiderata, nel Platano, può provocare il “cancro colorato”).
    Comunque qualunque cittadino, nella certezza del danno (anche in considerazione di un recente D.L.), può presentare un esposto all’autorità giudiziaria. Cordiali saluti, Francesco G.

  9. Quando ho inviato il primo post, non avevo ancora avuto una completa visione di quello scempio di vera e propria deforestazione che è stato perpretato sulla via Cassia. Invito alla mobilitazione tutti i comitati di zona, in primis quelli che che si occupano di tematiche ambientaliste, per arrestare l’operato di questi che vengono giustamente definiti “nuovo barbari”!

  10. Gentile Sig. Francesco Gargaglia, non voglio far diventare questo “luogo di scambio” un nostro personale sito di dibattito, ma la Sua risposta mi obbliga a qualche precisazione. In questo confortato anche da quanto esprimono altri lettori.
    Con uno di loro mi deve aver confuso, non avendo io mai scritto di “essere favorevole all’abbattimento di alberi secolari”. Approfitto dell’occasione, comunque, per sottoscrivere tale affermazione.
    Ma il punto è un altro e cercherò di definirlo sinteticamente, evitando citazioni bibliografiche.
    Non sono un esperto di botanica.
    Sono un architetto che svolge, ormai da numerosi anni, attività di ricerca presso il CNR sui temi della conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale.
    Dunque anche sui temi della città e del paesaggio.
    Mi permetto, quindi, di affermare di “sapere di cosa scrivo”, essendomi occupato di sviluppo della città, di pianificazione, di equilibrio ambiente naturale/ambiente antropizzato.
    Quindi, quando scrivo “MI CHIEDO QUALE FOLLE IDEA DI CITTA’ ABBIANO IN TESTA QUESTI INCOMPETENTI”, ho la presunzione di farlo con cognizione di causa. Dal punto di vista del back-ground culturale.
    Dal punto di vista politico, nel senso proprio della derivazione da “polis”, ribadisco il concetto dei “barbari che stanno devastando la nostra città” anche, nell’evidenza dei fatti, per semplice incompetenza.
    Riamanendo nel concetto supremo di “polis”, mi permetto ricordarLe che i cittadini , in una società moderna e civile, su alcuni temi di interesse prioritario come il verde e come la vivibilità urbana, si mobilitano con la partecipazione e con l’impegno.
    E non con la presentazione di esposti all’autorità giudiziaria.
    La ringrazio e Le invio i miei migliori saluti.
    Paolo Salonia

  11. Condivido i commenti critici sugli abbattimenti di pini e platani: a proposito nel tempo vari pini che si trovavano alla fine della Cassia nuova lato destro in direzione centro città caddero nella piccola scarpata che si trova a fianco della strada a causa della mancata potatura. Credo ce ne sia rimasto ancora uno notevolmente inclinato. Gradirei sapere se il Comune prevede ora il reimpianto di nuovi alberi, come è stato fatto in Via Tor di Quinto dopo l’abbattimanto dei platani.
    Grazie per l’attenzione.

  12. A roma con questa giunta c’e’ una insolita attività di sega alberi !!!! Dalle zone centrali alla periferia estrema…nei mesi scorsi al posto degli alberi tagliati sono comparsi spesso in orario notturni migliaia di cartelli pubblicitari orribili e pericolosi…Siamo alla fase due del progetto,”meno alberi piu cartelloni ” ?????????

  13. CHIARIMENTO
    Nel mio commento di risposta del 30 agosto, la frase
    “….non avendo io mai scritto di “essere favorevole all’abbattimento di alberi secolari”. Approfitto dell’occasione, comunque, per sottoscrivere tale affermazione…”
    potrebbe dare luogo ad equivoci.

    Intendevo, naturalmente, dire “…non avendo io mai scritto CHE L’ARTICOLO RISULTA “essere favorevole all’abbattimento di alberi secolari”. Approfitto dell’occasione, comunque, per sottoscrivere tale affermazione…”.

    Grazie.
    P. S.

  14. Questa vicenda mi ricorda quella di Tor di Quinto.
    Lavoro fatto da professionisti ( immagino ) , lamenti emessi da incompetenti ( sono certo ).
    Tutti allarmati e sconcertati dal taglio e dalla potatura degli alberi.
    Apriti cielo !
    Lo faranno per le future Olimpiadi , stanno già disboscando ?
    A quando il cemento ?
    Vogliono mettere “mini-chioschi” per i loro amici ?
    Lo fanno perchè incompetenti o per chissà quale oscuro motivo !
    Kili di crine sono stati strappati dal cuoio capelluto.

    Fatto sta che a distanza di mesi , quelli potati “ricicciano” e quelli abbattuti sostituiti.
    Sarà così pure sulla Cassia. Spero.
    In caso contrario sarà mia cura avverire il Consiglio degli Ent.

  15. caro aragorn i Pini come tutte le conifere non RICICCIANO ! quindi inutile sperare in un miracolo. sono solo stati UCCISI tanto alberi in un modo vergognoso e senza ripeto SENZA MOTIVO perche’ sani e diritti.
    l’han fatto con i nostri soldi solo per giustificare un spesa. CHE SCHIFO!

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