Home ATTUALITÀ A proposito dell’intervista di Marrazzo…

    A proposito dell’intervista di Marrazzo…

    Duca Gioielli

    Gli editoriali di VCB. Piero Marrazzo intervistato da “la Repubblica”, quotidiano vicino all’ex Governatore del Lazio e oggi inviato Rai, appare come il ragionier Ugo Fantozzi, uno contro il quale ha remato contro il sistema. Lui, ex volto di “Mi manda Rai Tre”, emblema di chi sentiva buggerato da qualcuno o qualcosa, adesso si sente vittima.

    Beh, forse lo è stato, vittima, ma nella vita i ruoli a volte possono essere scelti e lui, il signor Piero, senza ombra di dubbio, una posizione se l’era costruita preferendo – come ammette egli stesso nel faccia a faccia col quotidiano-tabloid – all’agiata (economicamente; ma si sappia in giro, per un cronista ricco ce ne stanno cento che fanno la fame, ndr) la vita da giornalista innescata dal padre Joe a quella da politico.

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    Ammettiamolo: arrivare a certi livelli, professionalmente parlando, è molto difficile. Si deve essere geni, geniali oppure aiutati. Da qualcuno o da qualcosa poco importa.

    E, passo successivo alla carriera da giornalista, sfondare in un habitat come quello politico non è certo facile, leggasi: si deve avere il pelo sullo stomaco. Bisogna saperci fare, e qui restiamo soft nell’immortalare i rappresentanti della nostra classe politica.

    Ora, appurati questi due assioma, non appare un’incongruenza parlare di momento di debolezza? La spossatezza – e non venite ad accusarmi di dietrologia o qualunquismo – ce la può avere il padre che non arriva con i soldi a fine mese, le famiglie ridotte sul lastrico dal caro-vita, il commerciante che patisce un furto, la vecchietta cui rubano la pensione, il bambino che subisce un sopruso dal guappetto di cartone di turno.

    Non può né deve averla chi gestisce la cosa comune, chi governa una regione, chi deve dare i resti ai suoi elettori. E’ per questo che, a distanza di duemila anni, mi rifiuto ancora nel credere che Gesù Cristo è morto di freddo e non crocifisso.

    Massimiliano Morelli

    © riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

    l’intervista pubblicata da La Repubblica: clicca qui

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    29 COMMENTI

    1. Marrazzo non convince. Farebbe meglio a rimanere nell’ombra e a svolgere il suo lavoro senza più comparire in video. E forse avrebbe fatto meglio Repubblica a non insistere per l’intervista.
      Marrazzo ammette l’errore di essere andato quel giorno in via Gradoli e quello di non aver parlato con la famiglia. Effettivamente debolezze (come le definisce lui), diffuse, che attengono alla vita privata, che hanno motivazioni profonde, ma non sminuiscono le responsabilità. Per rimanere nel privato, la responsabilità sua e dei tanti come lui che ritornano a casa da mogli inconsapevoli.
      Ma di errori Marrazzo ne ha commessi molti altri e riguardano proprio la sfera pubblica.
      Errori che hanno portato gravi danni alla coalizione di centro sinistra del Lazio, e non solo, perché ancora adesso il caso Marrazzo fa parte delle vicende che contribuiscono a tenere tanta gente lontana dal “palazzo”, a considerare i politici tutti uguali, eccetera.
      Marrazzo è responsabile di aver accettato la prima volta di diventare presidente della Regione Lazio e di aver insistito per la sua seconda candidatura nonostante fosse consapevole della sua incapacità a resistere alle “debolezze” e del connesso alto rischio ad essere ricattato e trovarsi protagonista di uno scandalo, come poi è stato.
      Insiste sul fatto che si è dimesso (costretto anche dall’aver tentato una smentita che non ha retto) e di non essersi ricandidato. Ci mancava pure che si ricandidasse dopo essersi autosospeso a seguito dello scandalo! In precedenza però la seconda candidatura era stata invece da tempo annunciata.
      E sostiene che il caso sarebbe stato divulgato a seguito di una sua denuncia.
      Insomma continua a negare le sue gravi responsabilità ed a fornire versioni non veritiere, come ha fatto all’epoca, non dimentichiamolo.
      Ecco quanto scriveva Repubblica nell’ottobre del 2009:
      ” Gli investigatori sono arrivati ai quattro tramite alcune intercettazioni che riguardavano un’altra inchiesta di competenza della Dda. Nel corso delle quali è saltata fuori la storia del ricatto a Marrazzo. I militari, inizialmente, avrebbero tentato di vendere il filmato a diverse agenzie in tutta Italia. Un tentativo che avrebbe permesso di smascherare il piano contro il presidente della Regione.
      Marrazzo, però, nega tutto.”.

      http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/cronaca/marrazzo-spiato/marrazzo-spiato/marrazzo-spiato.html

    2. Il sig. Marrazzo evidentemente vanta ancora i giusti contatti che gli garantiscono i relativi favori: dala prima pagina del quotidiano alla giornalista che gli anticipa nella domanda la sua risposta ….

      Voglio ricordare che Repubblica fu uno dei tre quotidiani cui il Comitato consegnò oltre cinquanta visure relative alle proprietà in Via Gradoli, fra cui quella della Todini&Cuomo, locataria dell’appartamento ove fu filmato l’ex politico, senza che alcun articolo comparisse neanche nella pagine dediata alle rpevisioni del tempo. Soltanto nel maggio 2010, il CdS ebbe il coraggio di pubblicare alcuni articoli allo scottante tema, oltre ovviamente a VCB.

      Tornando all’ex politico, egli tenta di riaccreditarsi trasversalmente, dal Clero al suo elettorato.
      Da buon cattolico legge sant’Agostino, ma evidentemente non la Bibbia, ove si legge, nel libro del Levitico, 18:22, che l’omosessualità è abominio.
      Lui, da cattolico dovrebbe trarne qualche conseguenza (io, nella mia qualità di apostata latae sententiae, di cui, per inciso, sono orgoglioso, no).

      Venga tra il suo elettorato a scoprire quali pensierini gli rivolgono i residenti; abbiamo tutti la sua foto sul comodino…e ne trasmetteremo le eroiche gesta ai figli dei nostri figli…

      Egli ha dato prova di una sola cosa, di essere corruttibile; di conseguenza, non merita e non dovrà avere alcuna seconda chance da uomo pubblico.
      Privatamente la valutazione dellì’uomo è lasciata ai singoli.
      Per quanto mi riguarda egli merita solo sdegno e disprezzo.

      Se la RAI, piuttosto che un carrozzone pieni di figli di, fosse un ente privato l’avrebbe licenziato chiedendogli un risarcimento per i danni di immagine; invece lo paga profumatamente (ottomila euro al mese?)

      Egli ha perso un’occasione per tacere e scomparire pubblicamente; con le sue dichiarazioni si è reso soltanto ridicolo e meritevole di ulteriore critica.

    3. Marrazzo, come chiunque, può “giacersi” con chi meglio crede (se consenzienti). È libero. Noi saremo altrettanto liberi di giudicare suoi comportamenti. Ma – nella fattispecie – ha ripetutamente mentito nelle fasi iniziali della vicenda, negando il suo coinvolgimento. Punto.

    4. Ma perche vi occupate tanto di Marrazzo che alla fine ha dannegiato solo se stesso e la sua famiglia ,ma che ha avuto il buon senso di dimettersi.Mentre abbiano un presidente del consiglio che fa vergogna solo a nominarlo ,uncovo di corrotti e corruttori nell’attuale maggioranza e non .Dunque occupatevi di questi!!!!!!

    5. Marrazzo fa parte del passato, ha sbagliato e si è giustamente rititato dalla politica per coerenza. Quando lo farà Berlusconi per il Ruby gate? O Tremonti per la vicenda della casa di Milanese? Quando proverete vergogna….

    6. Marrazzo si è dimesso in quanto non poteva fare altro, non disponendo del potere mediatico del sig. Berlusconi (tranne evidentemente, qualche sponda nel quotidiano che ha pubblicato l’intervista in prima pagina !!!)

      Per quanto concerne il Comitato per Via Gradoli, abbiamo criticato, a volte anche ironicamente, Giacomini, Ciardi, Alemanno e pure il presidente del consiglio invitandolo ad acquistare un immobile anche in Via Gradoli.
      Ma soprattutto abbiamo fattivamente contrastato gli interessi economici degli speculatori ancora presenti nella strada.

      se qualcuno è rimasto fuori non è stato per volontà nostra, come ad es., per quel magistrato della Cassazione in pensione che, in qualità di proprietario di un immobile al civico 65/69 ha diffidato alcuni consiglieri comunali dall’intraprendere azioni concrete.
      Tuttavia, poiché la circostanza ci è stata riferita de relato, (e forse anche perché la persona in questione non la merita) il Comitato non ha profferito risposta.

      Chiunque si pone contro la legge o ne ritarda l’applicazione si pone contro i residenti della via i quali si propongono, né più né meno in conformità delle leggi vigenti, che 1) sia rideterminata la qualificazione catastale delle cantine locate come abitazioni 2) siano demoliti gli impianti tecnologici che consentono la locazione a uso abitativo.
      In tal senso, le tanto attese ordinanze di sgombero costituiscono meri atti intermedi.
      Conseguentemente, saranno premiati o criticati tutti coloro che abbiano, o meno, cooperato alla “soluzione finale” sopra esposta.

    7. Il caso Marrazzo mi sembra commentato appropriatamente e con completezza da Rosanna Oliva. Non mi pare ci sia molto da aggiungere.
      Un’amichevole osservazione al signor Mosco, lettore attento della Bibbia e catechista dilettante, che si occupa di illuminare (come molto spesso capita a chi è, come lui, “apostata latae sententiae”) i cattolici al riguardo.
      Il caso Marrazzo riguarda il rapporto con i travestiti, non l’omosessualità, e l’equivoco non è cosa da poco. Trascurando poi ovvie ed importanti considerazioni di ordine storico-antropologico e psicologico, noto poi che, per l’esattezza, l’omosessualità non ha senso che sia condannata da nessuno perché non è commentabile né condannabile, come non lo è avere i capelli neri o gli occhi celesti. Altra cosa sono, evidentemente, i comportamenti che, in quanto legati a libere scelte, possono essere giudicati e, quindi, approvati o condannati: di ciò in Levitico 18:22: donde un altro possibile equivoco. Il signor Mosco, che conosco come persona civile, sarà sicuramente d’accordo per l’attenzione che propongo a queste distinzioni. Infatti criticare qualcuno per quello che fa è legittimo, criticarlo per quello che è è razzismo. La differenza non è sottile ma radicale.

    8. Evidentemente il sig. Norelli non ha colto l’ironia del mio messaggio.
      Nel mio commento, infatti, volevo soltanto richiamare l’ennesimo piccolo personaggio, il quale, pur professandosi, quanto meno implicitamente, cattolico tiene condotte difformi alle regole, ad una coerenza a lui (il Marrazzo) evidentemente sconosciuta.

      Infatti lo scrivente, avendo deciso di formalizzare con un atto documentale il proprio distacco interiore dalla comunità dei cattolici, è libero di non avere quale guida morale, spirituale e materiale la Bibbia, verso la quale rivolge un interesse meramente storico, certamente dilettantesco.
      Conseguentemente, può permettersi di avere un atteggiamento neutrale nei confronti delle scelte sessuali di ciascuno essere umano, salvo quando queste, come purtroppo spesso accade in certi ambienti, sfociano nella pedofilia.

      Riporto di seguito quanto affermato da don Paolo Farinella:
      “Nella tragedia della pedofilia colpisce una costante: i responsabili sono cultori della veste talare, difensori strenui del celibato, entusiasti della Messa preconciliare, rigidi con le coppie divorziate, severi nei giudizi morali verso gli altri, acerrimi nemici della coppie di fatto, ma sono indulgenti verso se stessi. Di fronte a un clero decaduto, stremato, confuso, malato, perduto, annaspante e senza risorse, il papa attuale non sa offrire altro che il rimedio della Messa in latino, cioè un rito di cinque secoli fa e una lingua che gli stessi preti non capiscono più. E’ veramente il segno della desolazione e dell’ incapacità della gerarchia di cogliere i segni dei tempi e di leggere la realtà così come è. E’ arrivato il tempo per il cardinale Bagnasco di prendere atto del fallimento educativo della Chiesa e di interrogarsi sul modo di reclutamento dei preti, di mettere in discussione il celibato obbligatorio come condizione previa e di ripensare il ruolo del prete nel contesto di una comunità reale e non al di fuori e sopra di essa. Questo è il tempo dell’ umiltà e del coraggio: se un prete può usare cocaina e abusare di minori indisturbato per 17 anni, la tragedia di Sestri non può essere archiviata come un incidente di percorso, ma è il sintomo di una Chiesa smarrita che nessun ritorno al preconcilio può salvare, ma solo il coraggio di una rivoluzione evangelica”.

      Mutatis mutandis, quanto affermato da don Farinella trova piena applicazione all’ambito politico.

      Tornando al sig. Marrazzo, egli, ricoprendo una carica pubblica, nella sua qualità di cattolico, avrebbe dovuto far coincidere maggiormente le sue azioni ai precetti biblici. Insomma, volevo criticare ironicamente il Marrazzo e il suo modesto operare come cattolico.

      Peraltro, non è possibile condividere il Norelli quando afferma che il caso Marrazzo riguarderebbe i travestiti (finalmente non mi sento solo quando uso tale termine!) e non l’omossessualità.
      Così come neppure è condivisibile quella secondo cui da un lato l’omosessualità non sarebbe commentabile o condannabile, mentre dall’altro lo sarebbero le condotte omosessuali.
      Da qui agli eccessi (la storia della Chiesa, o delle Chiese, ne è piena) il passo è brevissimo, ma di questo il Norelli non potrà incolparmi.

      In ogni caso, il Norelli intende dimostrare troppo quando dichiara che lo scrivente dilettante perseguirebbe lo scopo di illuminare i cattolici; non rientra assolutamente tra i miei propositi, in quanto sarebbe tempo perso con la maggior parte di essi.
      (Piuttosto tale termine mi richiama alla mente i roghi accesi sin dal XIII sec. dall’Inquisizione al fine di elidere ogni forma di dissenso all’interno delle comunità cristiane e, ancor prima, alla violenza propugnata dello stesso sant’Agostino che auspicava la repressione nel sangue dei donatisti; o alla morte straziante della matematica Ipazia d’Alessandria per mano di una folla di cristiani).

      Tornado nuovamente al Marrazzo, egli mi pare la coerente espressione di un cattolicesimo diffuso (o forse di una sua distorta applicazione), in cui importa poco pensar e far il male, essendo poi sufficiente una confessione per espiare ogni peccato e riciclarsi ripulito nella vita pubblica.

      Per concludere, che Marrazzo, da un convento (o forse intendeva dire un monastero?) scriva al papa o a chicchessia è affar suo; che abbia detto e dica ancora il falso è affar mio, come di qualsiasi altro cittadino.
      Che egli sia omosessuale consapevole oppure represso è affar suo, che voglia tornare in politica è nuovamente affar mio.
      Non credo che questo sia razzismo.

    9. Ringrazio il signor Mosco per l’attenzione ai miei scritti, ma permane il dissenso. Non ho davvero colto ironie nel suo scritto, ma alcune incongruenze. Sottolineo brevemente i punti irriducibili di dissenso:
      – se dico a qualcuno “sporco negro” sono razzista, perché insulto ciò che egli è (e non potrebbe far nulla, oltre tutto, per non essere). Se lo critico perché si comporta male non sono razzista per questo. Io volevo sottolineare il fatto che il signor Mosco, che non è razzista, lasciava aperto il suo scritto a un tale rischio.
      – gli insopportabili eccessi (passati e presenti) nella storia della Chiesa non riguardano certamente il fatto che sia stata operata quella distinzione tra tendenze a un certo genere di comportamenti e comportamenti stessi, ma proprio dalla incongruenza tra valori affermati e comportamenti. Per questo è criticabile Marrazzo, e più ancora chi fa addirittura professione di una tale incoerenza (per esempio il presidente Berlusconi cattolico “ammiratore” particolare del genere femminile quando afferma “Questo è il mio stile”). Il signor Mosco stesso riconosce questo quando parla di un ” cattolicesimo diffuso (o forse di una sua distorta applicazione), in cui importa poco pensar e far il male, essendo poi sufficiente una confessione per espiare”. E’ una critica a comportamenti ipocriti o all’essere cattolici? Credo che la risposta sia ovvia. E’ davvero così? Infatti il signor Mosco, orgogliosamente apostata, giustamente cita don Farinella, i cui scritti giungono con una certa regolarità anche a me. Criticare comportamenti indifendibili, sia pure da punti di vista diversi ma a partire da una condivisione di valori, è doveroso.
      Non credo che il Mosco abbia voluto far professione di razzismo. Ma mi resta un serio dubbio: mi sembra evidente che egli mi metta dalla parte dei roghi, e dei carnefici di Ipazia. Purtroppo non ci sono, nel suo ragionamento, argomenti per i quali io non debba pensare questo.

    10. Ringrazio anche io il sig. Norelli; non ci conosciamo a sufficienza per essere l’uno consapevole delle opinioni dell’altro. Lo sollevo dal dubbio e dichiaro che non avrei potuto, e non ho voluto, affermare che Egli sia un novello inquisitore.

      Non è questa la sede pù opportuna per discettare sul complesso tema della religione, in relazione al quale più che certezze annovero dubbi e ignoranza.
      Soltanto vorrei chiarire, per quanto mi riguarda, che da agnostico non professo alcunché, né in senso positivo né in senso negativo, sull’esistenza di un essere supremo.
      Tuttavia poiché la Ragione non mi permette di dare un senso alla morte, al dissolvimento dei corpi e al dolore inscindibilmente connesso alla vita, non posso che rispettare profondamente coloro i quali, diversamente dal sottoscritto, manifestano un sentimento religioso.
      Il mio atteggiamento muta con riguardo alle formazioni religiose organizzate in cui si strutturano gli esseri umani (appunto, le Chiese) e in particolare alle condotte umane, sulle quali mi riservo ogni più libera facoltà di giudizio, senza dovermi sentirmi in condizioni di inferiorità intellettuale od ontologica al capo spirituale di turno.
      Mi pare tuttavia di poter riscontrare che di fronte all’angoscia esistenziale i più, lungi dal trattenere presso la propria coscienza il dubbio, lo scacciano – mi sia permesso dirlo – come un diavolo, aspirando a più o meno facili e (o) semplici certezze. In tal senso le religioni sono rassicuranti (in proposito, per coloro che abbisognano di rassicurazioni, suggerirei di coltivare, più che le relazioni con travestiti o prostitute, se non sane relazioni terapeutiche, almeno sane letture religiose).
      Tuttavia le pur rassicuranti soluzioni che tali credenze offrono non mi paiono in alcun modo convincenti e anzi lasciano da sempre spazio ad atteggiamenti autoconsolatori di piccoli uomini.
      Per concludere, chi reca seco i propri dubbi, raramente indulge in roghi, crociate ed epurazioni, poiché non dispone di alcuna verità (o posizione di privilegio) da difendere.

    11. E dunque questa bella via sta diventando punto di incontro tra credenti e non credenti che partendo da opposte convinzioni sono politically correct, rispettosi dei diritti civili e delle regole costituzionali. Un esempio per chi legge e sopratutto per chi scrive con aggressività e scarso rispetto:la tecnica da dibattito televisivo di non rispondere argomentando ma attaccando con accuse fuori luogo e immotivate, facendo finta di fraintendere e stornando il discorso è ormai un bluff scoperto e ridicolo.Finalmente superate le reciproche diffidenze forse i Norelli e i Mosco potranno unire le loro energie e la loro buona volontà per cercare di far valere in questa via (e non solo) quel diritto di cittadinanza che dovrebbe essere garantito a tutti gli abitanti che rispettano le regole del vivere civile. A tutti, etero e omo,donne e bambini,atei o agnostici e credenti di qualunque fede, di qualunque colore,italiani e stranieri, etc.. Ma non agli sfruttatori,agli evasori, agli spacciatori etc..etc..E questo non è perbenismo da bacchettoni o delirio di onnipotenza: queste sono regole di convivenza civile di un qualunque paese democratico e chi vuole continuare a vivere qui deve rispettarle.
      Siamo tutti noi impegnati a rispettarle e a farle rispettare: stare zitti ad aspettare basta!
      E il signor Marrazzo che ha già perso dignità come padre e marito e credibilità come politico, con le sue risposte ambigue dimostra anche di essere un pessimo giornalista, quanto meno disinformato. Meglio che non torni né a via Gradoli, né alla politica, né alla Rai.
      Mi qualifico:abito a via Gradoli, sono italiana, bianca, eterosessuale,atea e pago le tasse. Ho tanti difetti ma cerco di migliorare.

    12. Al signor Mosco riconfermo il mio interesse a sottolineare solo alcuni punti logici, che il progressivo allargamento del suo discorso in più direzioni suggerisce (omosessualità, travestitismo, pedofilia, religiosità come sentimento cosmico, religioni positive, chiese, religione come problema filosofico, ecc..). Sintetizzo: ognuno, in ogni genere di confronto dialettico parte, necessariamente, da opzioni di fondo già realizzate che sono scelte ( di valori) soggettivamente motivate e logicamente irriducibili; in questo senso OGNUNO è CREDENTE (in quei valori) sicché questa parola rimane – di per sé- estremamente equivoca e logicamente imprecisa allorché riferita (come di regola accade) solo a chi crede in un Dio: anche l’ateo, come Erica, è, in stretto senso logico, “credente” (in non-Dio); e Mosco nella necessità-adeguatezza della posizione cartesiana. Kant, Goedel, Kierkegaard, Panikkar, Bonhoeffer, ecc.. hanno condotto ad ovvietà queste considerazioni. Per tutto questo io non partivo da un mio credo personale. Se può interessare posso essere fiero (ma non orgoglioso) di essere cristiano, ma faccio davvero molta fatica nel ricompensano cattolico (e pour cause…). Valori comuni, appartenenze socioculturali, via Gradoli ed altro sono una base di condivisione, come Erica opportunamente sottolinea. Basta rispettare la irriducibilità del “residuo” dei valori non condivisi, emancipandosi dal desiderio della “dimostrazione” e mettendo invece in campo l’ “argomentazione” , che può sempre diventare, nel confronto democraticamente dialettico, “persuasione”. Un saluto.

    13. PUNTO PRIMO: Marrazzo ha confessato nell’intervista di avere usato (una volta) l’auto di servizio per andare in der posto… In Friuli un Presidente di Regione è sotto processo per peculato d’uso circa l’indebito utilizzo dell’autovettura, a Roma invece ………

    14. PUNTO SECONDO: Secondo Il Giornale del 22 agosto 2010 l’Associazione Acropoli o Akropoli 2000 facente capo alla suocera del Presidente Marrazzo ottenne finanziamenti per piu di 860mila euro dall’amministrazione Marrazzo e 20mila dall’Amministrazione Zingaretti per il festival teatrale di Malborghetto in Via Flaminia km 19…

      Si riporta il testo dell’articolo de IL GIORNALE:

    15. PUNTO TERZO:

      Un cons prov rm, quello del comizio in mutande sul balcone dei trans, è stato rinviato a giudizio per cessione di sostanze.
      Viceversa, un altro transofilo, che prima ha detto alla polizia che sul tavolino accanto alla polvere bianca e al tesserino c’erano 5mila, poi 3mila, comunque tanto per una kia…kkerata con il trans non è stato nemmeno indagato per cessione……….

    16. Il Presidente gradolini poi non ebbe nemmeno il pudore di dimettersi dal Consiglio Regionale: fece solo una lettera in cui si dichiarava impossibilitato a svolgere le funzioni presidenziali, e rimase in carica persino in prorogatio come Consigliere Regionale in aspettativa e con indennità e contributi a carico dei contribuenti per tutta la campagna elettorale fino all’insediamento del nuovo Consiglio Regionale (mejo me sento…). Ora continuiamo a pagare lui e la moglie come giornalisti RAI…
      Una parolina su questo, please ?

    17. Voglio fare la parte del qualunquista.
      Una giornalista RAI mi ha riferito che il Marrazzo riceve dalla rete di stato mensilmente oltre 8.000 euro; se non ricordo male riceve o riceverà anche 2.500 euro dalla regione a titolo pensionistico.
      Natalì dichiara di aver comprato casa al 96 e mi sventola sotto il naso la carta di identità italiana, rimproverandomi perché insieme a Lucio Maria Frizzoni depuriamo la via da deturpanti cartelli affittasi, vendesi, traslochi e quant’altro.
      Ora grazie a questo blog leggo di ulteriori sconfortanti circostanze riguardanti il presidentino.

      Abbandonando il politically correct, io mi sono rotto.
      Tollerante apostata razionalista agnostico etc etc. sì, ma fesso proprio no.

    18. euno, e due e tre ! ed ecco che da una nobilissima ed interessante discussione si scivola sull’italico qualunquismo, come poteva mancare ? portare poi a testimonianza un articolo (ma dov’è, perchè non è stato messo nel commento?) di un giornale , ops.. del Giornale, i cui direttori se non erro vengono alternativamente sospesi dall’ordine per comportramento deontoligicamente non corretto, mi sembra un esercizio di alta acobrazia ! La suocera ??? euno, esibisca i documenti e non gli articoletti e poi ne parliamo.
      Se Marrazzo e moglie lavorano in RAI (e sono diventati marito e moglie quando già lavoravano affinchè non si dica che uno ha fatto entrare l’altro) è in funzione di un contratto di lavoro, quindi è loro dovere-diritto lavorare. Se non le sta bene, scriva alla RAI chiedendone il licenziamento, vediamo cosa rispondono.
      Tutto questo non per dare un passaporto assolutorio a Marrazzo, ma perchè del qualunquismo ne ho e ne abbiamo abbastanza, sono molto più appassionanti le disquisizioni Mosco-Norelli che invito a proseguire.
      buona giornata. Tommaso

    19. Ma perchè non lo lasciate in pace a sto Marrazzo? Ognuno sarà libero di scegliersi la compagnia che vuole: se gli piacciono i trans all’ennesima potenza saranno cavoli suoi!
      Non capisco però perchè viene a raccontarci gli affaracci suoi!
      Questa abitudine da parte di politici, calciatori, veline, attori, modelle, vecchiarde, cantanti, sportivi di fare….”out” (ma che c…o vuol dire!!) mi dà il voltastomaco.

    20. Ecco l’articolo de Il Giornale del 22 agosto 2011 (scaricabile da internet)
      che è seguito all’articolo di Libero…
      Non mi risultano querele a Il Giornale per questo articolo…:

      Poche settimane prima che esplodesse lo «scandalo trans», la provincia di Roma aveva seguito a ruota la Regione Lazio nello sponsorizzare il festival di Malborghetto con un contributo di ventimila euro. Una cifra certamente non altissima, ma sicuramente significativa, anche rispetto agli 864mila stanziati dalla Regione dal 2006 al 2009. In quell’occasione il presidente di Palazzo Valentini Nicola Zingaretti non si fece pregare di fronte alle richieste di sponsorizzazione per una manifestazione che stava particolarmente a cuore alla coppia Roberta Serdoz-Piero Marrazzo. L’ex conduttore di «Mi manda RaiTre» era stato eletto presidente della Regione nell’aprile 2005 e proprio nell’estate di quell’anno, prese il via il «Malborghetto Roma Festival» su iniziativa dell’associazione culturale Acropolis 2000, società che faceva capo a Fernanda Adami Serdoz, madre di Roberta Serdoz e, quindi, suocera di Marrazzo. La “missione”, che negli anni ha richiesto il coinvolgimento economico di Regione, Provincia e altri enti pubblici, era del più alto profilo: portare i classici del teatro nelle grotte di Riano Flaminio e aiutare alcuni progetti solidali.
      La delibera n. 4843 del 23 luglio 2009 che prevedeva lo stanziamento dei 20mila euro è stata “ripescata” dal vicepresidente vicario del Consiglio provinciale Francesco Petrocchi (Pdl) che non riesce a mitigare il naturale disappunto, nemmeno di fronte alla modestia delle cifre provinciali rispetto ai numeri da favola di cui poteva disporre Marrazzo. «In un momento nel quale bisognerebbe risparmiare almeno sulle cose non indispensabili, la Provincia ha elargito ben 20mila euro come contributo al progetto Malborghetto Roma Festival – sottolinea Petrocchi -. Ben poca cifra rispetto ai soldi presi dalla Regione, ma comunque anche questi denari dei contribuenti che in quel caso si è scelto di destinare a un progetto vicino alla famiglia Marrazzo».

    21. In ultimo, gentile Sig. TOMMASO, se uno se ne frega che una stessa cosa possa essere reato (o almeno notitia criminis) in friuli e non a roma, o che due casi simili siano trattati dal Porto delle Nebbie di Roma in modo diametralmente opposto, forse alla luce della diversa appartenenza politica, dei due il QUALUNQUISTA è proprio Lei: io invece sono preoccupatissimo di vivere in uno Stato-Canaglia del genere…

    22. e allora ? il Giornale è forse una bibbia ? Viene stampato sul Sinai ? Contiene le verità del mondo ? Se a lei non risultano querele per questo articolo a me non risultano indagini della magistratura sul contenuto dello stesso ! Eppure è passato un anno dalla sua pubblicazione…. porto delle nebbie ? No, assenza di indizi di reato.

    23. @ euno | 23-Agosto-2011 | 22:49
      prego chi interviene e soprattutto euno di non lanciare accuse assolutamente infondate come quella del diverso trattamento da parte della magistratura di due casi uguali, che uguali non sono: molto probabilmente nel caso del consigliere provinciale del PDL era lui che aveva portato la droga, mentre Marrazzo, come dimostrato anche dal denaro trovato accanto alla coca , era un consumatore

    24. x carità, sempre se, se e … se. Siamo tutti garantisti.

      Dico ke, a leggere i giornali (non sono né un magistrato né un poliziotto),
      mi pare ke – lasciamo stare per un attimo casi concreti – in alcuni casi si indaga e si procede, in casi simili, non posso dire uguali, ma simili, neanche si manda un avviso di garanzia…
      Insomma politici e cittadini comuni non mi pare abbiano sempre uguale trattamento, talvolta in meglio talvolta in peggio…

      Però ho l’impressione che per Tommaso e Rosanna il rigore c’è sempre e solo quando fischia l’arbitro…. Come a dire: l’arbitro (la procura) ha sempre ragione.

      Mi pare una visione un pò ingenua e anche pericolosa della giustizia in Italia.

      Cmq tornando a Marrazzo, gli aspetti erotici dell’intervista non li ritengoi interessanti. Invece avrei gradito nell’intervista una delucidazione su aspetti che secondo me
      sono assai poco chiari.

      Circa poi la questione dell’auto di servizio, oggi tirata in ballo per l’intervista della Began, può essere benissimo che Marrazzo dovesse andare in una sua abitazione sita nei pressi e già che c’era ha pensato di andare a trovare una persona….
      Detta così suonava meglio….

      Insomma, visto anche il modo in cui prima ha negato e poi piano piano ha cambiato versione, è il vittimismo che non mi convince neanche un pò….

      Cmq grazie per aver controbattuto.

    25. Lo stile, o meglio l’approccio di euno, non cambia: parla in maniera generica e senza legame con le circostanze.Ora sappiamo che non è nè un magistrato nè un poliziotto, (e questo si era già capito), non parla di casi concreti (e non capisco allora a cosa si riferisca), e prende notizie dalla lettura, mi sembra un pò frettolosa , dei giornali, Io sono l’ultima persona a voler difendere Marrazzo, ma, a proposito dell’uso dell’auto di servizio è stato charirito che ne aveva un uso illimitato (diversamente da quelli che possono usarla solo per motivi legati alla carica) e quindi non c’è stato peculato. E non dimentichiamoci di chi ha cambiato le regole per usare aerei di stato per farsi raggiungere nelle proprie ville in Sardegna e , come Marrazzo, ugualmente non è stato ritenuto responsabile di illeciti.
      PS sono costretta a controbattere per evitare che la lettura frettolosa dei commenti di euno possa indurre in equivoco altri.

    26. Vorrei tornare sull’argomento per condividere quanto scritto da Simona Argentieri, psicoanalista freudiana ortodossa membro dell’International Psycho-Analytical Association, nel suo libro “L’ambiguità”, pubblicato da Einaudi.
      Mi si perdonino carenze definitorie che potranno eventualmente essere colmate dalla lettura diretta del testo.
      Rivolto alla generalità dei lettori non specialistici, il testo affronta la tematica della malafede e dell’ambiguità esaminandole sul piano psicoanalitico, quali sintomi “di un disturbo cognitivo e segnali di una carenza morale”.

      Inquadrato il fenomeno sul piano teoretico, l’autrice prosegue esaminando alcune condotte riscontrabili sul piano della quotidianità.
      Precisato che la psicoanalisi guarda alla sessualità non come una “funzione a sè, ma [come] parte integrante della persona, nella dimensione relazionale”, la Argentieri osserva la diffusione a ogni livello sociale di individui i quali, per non soffrire situazioni traumatiche, per non dover sopportare il processo di differenziazione, organizzano manovre di collusione e di superficiale consenso, negando quella dimensione relazionale alla base di una psiche sana.

      La crescita psicologica, qualunque teoria psicoanalitica si sposi – dice la Argentieri – “si articola in operazioni discriminatorie nella dimensione intrapsichica e in quella interpersonale”.
      Tale opera richiede sforzi psichici ingenti; pertanto, poiché l’ambiguità permette di non erigere confini precisi tra sé e gli altri, tra il mondo esterno e il proprio Io, alcune persone sono indotte a scegliere, attraverso fenomeni di regressione, modalità di funzionamento ambigue, con la conseguenza che, “una volta che si è instaurato, il funzionamento ambiguo tende a difendere se stesso, a riproporsi e perpetuarsi, resiste con forti quote aggressive a ogni tentativo di smascherarlo poiché l’uscita dall’ambiguità provoca ansia, confusione, colpa e disagio”.

      Con riferimento ai “transessualismi”, afferma la psicoanalista- “la mentalità corrente sta diventando apparentemente più aperta, più tollerante; ma a pare mio si tratta di una accettazione molto superficiale e indiscriminata, basata prevalentemente sull’indifferenza e sulla regressione all’indifferenziato”.
      Bisogna superare il dualismo “tutti mostri / tutti normali”, che contrappone i sostenitori della sessualità ortodossa a coloro che propugnano la legittimità di qualsiasi altra esperienza di natura erotica.
      Certo ciò risulta difficile da perseguire “ in un’epoca nella quale non solo non c’è repressione, ma addirittura c’è una pressione sociale all’edonismo”.

      Attraverso l’ambiguità, dichiara l’autrice, viene eliminato dal conflitto tra l’Io, che rappresenta l’istanza individuale, identitaria, e il Super-Io, che può riguardarsi come a un giudice inclemente, è il conflitto, la colpa, la fatica di scegliere e di pensare.
      Insomma, si sceglie la soluzione più comoda, ma in tal modo si determina un pregiudizio rilevante per sé e per gli altri .

      Lo stesso Marrazzo da un lato dichiara che “una prostituta è molto rassicurante. È una presenza accogliente che non giudica. I transessuali sono donne all’ennesima potenza, esercitano una capacità di accudimento straordinaria. …. è tra i rapporti mercenari, la relazione più riposante”; alla luce di quanto esposto, se ne capisce la ragione.

      Diciamo che per Marrazzo vale quanto Altan fa dire ai suoi personaggi: “Cosa dice la tua coscienza?” “Ne ho diverse – risponde l’altro – sono indeciso su quale mi conviene usare”.

      Per quanto mi riguarda, il mio personale rifiuto inerisce non la persona (nè la omosessualità quale orientamento relazionale sotto il profilo sessuale), ma la modalità di funzionamento psichico adottata dall’uomo il quale, ferma restando la sua libertà nel privato, a mio parere non è più in grado di ricoprire alcun ruolo pubblico.

      Quanto ora affermato, a maggior ragione, vale con riguardo ad altri soggetti pubblici ben più esperti del Marrazzo in manipolazioni della realtà per i propri scopi personali e per tutti i coristi del gruppo o altri interessati che, pur sapendo, hanno taciuto per i medesimi motivi.

    27. Nella intervista rilasciata su Repubblica, Marrazzo dimostra per l’ennesima volta il modestissimo quoziente politico di cui dispone, commettendo 2 clamorosi autogol.
      In primis nicchia sulle ragioni che lo hanno condotto a privilegiare Via Gradoli come luogo per la sua laison trans… avrebbe potuto fornire qualche dettaglio sugli apparati deviati che sicuramente lo hanno indotto a tale frequentazione. Avrebbe potuto confessare che veniva su Via Gradoli perchè si sentiva più sicuro e protetto che altrove, mentre così evidentemente non era.
      Simili rivelazioni avrebbero potuto accattivargli le simpatie dei liberal e di tutti coloro che detestano gli ignobili sistemi che le strutture di intelligence utilizzano per “distruggere” politicamente gli avversari …ma Marrazzo nulla dice in proposito, evitando accuratamente di approfondire l’argomento che è invece il nocciolo più oscuro e avvincente di tutta la questione.

      Il secondo autogol Marrazzo lo fa quando parla dei trans come di soggetti capaci di una straordinaria capacità di accudimento. Nel goffo tentativo di camuffare e occultare la propria omosessualità, l’ex governatore tratta il meretricio come se fosse l’accesso a una spa o ad una stazione termale. Ci si va, insomma, per lenire lo stress della vita istituzionale, sapendo che si è “in mani buone” insomma. Stando alle affermazioni di Marrazzo le spese per frequentazione delle prostitute dovrebbero essere deducibili dalla dichiarazione dei redditi!
      In realtà, con affermazioni del genere, Marrazzo ha insultato sua moglie, sua figlia e tutte le donne, insinuando che, per avere un po’ di accudimento e attenzioni, un uomo non possa che affidarsi ai servizi delle signore a pagamento. Che poi, invece di signore si tratti, più propriamente di “signori”… è ovviamente particolare del tutto secondario!!!

    28. Marrazzo “spreca” 36 milioni di euro della regione

      Con riferimento alla gestione della sanità nella sola provincia di Frosinone, tale Piero Marrazzo, in concorso con altri, avrebbe procurato un danno erariale pari a euro 36.000.000,00 (leggasi correttamente trentaseimilioni/00 !!!).

      Il fatto è connesso alla circostanza per cui, con riferimento a medicinali costosi salvavita, invece di distribuirli attraverso l’ASL, si è preferito il canale delle cd.farmacie aperte; per la GdF è stato accertato “il colpevole ritardo con il quale hanno imposto all’Asl le direttive del Ministero della Salute”.

      http://archiviostorico.corriere.it/2010/luglio/21/Finanza_segnala_Marrazzo_co_10_100721009.shtml

      http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/07/20/news/sanit_sprechi_per_36_milioni_di_euro-5710807/

      Evidentemente il messaggio è passato anche all’attuale gestione politica in quanto, proprio ieri l’altro, in farmacia non ho potuto ritirare al momento della richiesta un costoso farmaco avendo la regione deciso di distribuirlo attraverso l’azienda sanitaria locale.

      Meditate, meditate

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