Home ATTUALITÀ Riapertura Cassia Antica: che bisogno c’era di tanti manifesti abusivi?

Riapertura Cassia Antica: che bisogno c’era di tanti manifesti abusivi?

Galvanica Bruni

“Ci sta bene la riapertura della Cassia Antica, ci sta bene che si tratti di una sperimentazione, ci sta bene che per essere efficace comprenda anche il mese di ottobre, ci sta bene tutto, bravo presidente Giacomini. Una sola cosa non ci sta bene: perché per annunciarlo ha tappezzato tutte le strade nei dintorni della Cassia con manifesti abusivi?” Sono tanti i lettori che da ieri ci stanno segnalando l’ennesimo caso di affissioni selvagge esprimendosi più o meno come sopra.

Sono cittadini che rientrati domenica sera a Roma di ritorno dalle vacanze di luglio o più semplicemente da una gita di due giorni hanno trovato la doppia sorpresa: la riapertura di Via Cassia di lunedì mattina e l’annuncio fatto tramite centinaia di manifesti molti dei quali affissi abusivamente.

Continua a leggere sotto l‘annuncio

Non fa piacere vedere alberi usati come paline, lamiere e cassonetti tappezzati di manifesti, soprattutto quando gli stessi sono firmati dal primo cittadino del XX Municipio. Primo per importanza ma anche primo ad avere il dovere di rispettare le ordinanze sindacali ed il decoro del territorio amministrato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

3 COMMENTI

  1. scusate, ma dico, intanto la cassia andrebbe lasciata aperta per sempre perchè la gente non ne può più di sprecare diecine e diecine di chilometri per fare giri insulsi, considerato anche che a parte un ambasciata lì non capisco cos’altro ci sia da proteggere non facendo passare le macchine, e in merito ai manifesti sì, saranno anche stati attaccati ovunque – cosa certo non corretta – ma era importante che lo sapesse il maggior numero di persone e nel minor tempo. Quindi, considerata la massa enorme di manifesti che continuamente sommergono Roma, proprio di quelli ci si crea un problema? penso che ci siano molti altri problemi. faccio un piccolo esempio, nella zona di via di Grottarossa anni fa erano stati trovati i basamenti di antiche case romane. prima venne coperto tutto, ora scavi su scavi e tracce di prossime costruzioni. ricordo ancora quando i cartelli del Parco di Vejo vennero prima girati in modo che non si leggessero, poi definitivamente rimossi. e via agli scavi, agli allargamenti delle strade, alla costruzione di Diosacosa. Si dice che ci verrà un enorme centro commerciale, bene, proprio se ne sentiva il bisogno, dato che ce ne sono pochi a Roma. Così ci giocheremo anche questo polmone verde, un tempo bellissimo. E pensiamo ai maifesti…

  2. I manifesti hanno un nome! Il Responsabile del Servizio Affissioni è alle dipendenze del Presidente Giacomini o è autonomo nelle sue iniziative? Può rischiare di essere perseguito per mancanza di intervento? La Polizia Municipale è autonoma o è alle dipendenze del Presidente Giacomini? Può la Polizia Municipale svolgere indagini su chi ha commissionato i manifesti e ne ha curato l’affissione? Si permette al Presidente Giacomini di fare “i porci comodi suoi” o è perseguibile in quanto diretto interessato dello scempio di quelle affissioni abusive, se abusive erano e sono vista ancora la presenza di questi manifesti? Sarebbe gradita una risposta da parte del diretto responsabile del Servizio Affissioni. del XX Municipio e del Comune di Roma

  3. La migliore risposta è quella di mandare al Presidente Giacomini copia del Vostro articolo e della delibera Comunale e del Comunicato del Sindaco

    “Affissioni abusive: oltre alle multe il Campidoglio promette denunce penali
    5-Agosto-2011 | 13:00 stampa questo articolo Lo ha dichiarato il sindaco Alemanno: “Roma Capitale vuole combattere con decisione il dilagare delle affissioni pubblicitarie abusive che imbrattano da anni la nostra citta’ con grave danno al decoro, alla bellezza e alla stessa funzionalita’ degli arredi urbani. Per questo desidero ringraziare l’assessore Visconti e il dipartimento Ambiente per l’articolato piano messo a punto per il contrasto a questo fenomeno illegale, che prevede denunce penali e multe salate per attacchini e committenti”.
    Pubblicizzare imbrattando cassonetti, lampioni e segnali stradali nella Capitale diventa dunque un reato perseguibile penalmente.

    Oltre, dunque, alle contravvenzioni già previste dal regolamento – 412 euro per ogni manifesto abusivo e 50 per chi viene sorpreso ad affiggerlo – l’amministrazione capitolina sporgerà denuncia penale contro tutti i responsabili: titolari degli esercizi commerciali, ditte di affissioni, personale che attacca i manifesti.

    Il reato è quello di danneggiamento aggravato (art. 635 del codice penale), che prevede pene da 6 mesi a 3 anni. Già depositata alla Procura della Repubblica una denuncia contro 108 soggetti (riconducibili alle attività commerciali pubblicizzate nei manifesti abusivi). Nel contempo, il Campidoglio ha chiesto alle compagnie telefoniche di disattivare i numeri reclamizzati sui manifesti.

    “A partire da cio’ che ci dicono i cittadini sui blog – ha detto l’assessore capitolino all’ambiente, Marco Visconti – ci siamo mossi per le azioni di denunce, sequestri, defissioni e multe”.

    Discorso a parte va fatto per i manifesti elettorali abusivi. “In quel caso, anche se la politica non ci da una mano e dovrebbe essere piu’ attenta alla citta’ – ha spiegato Visconti – va elevata una multa e non scatta la denuncia penale perche’ il manifesto elettorale deturpa ma non danneggia. E poi, purtroppo, se nelle finanziarie si mettono d’accordo in modo bipartisan per non pagare non e’ colpa nostra”.
    Questo per i manifesti abusivi elettorali. E quelli abusivi politici ma non elettorali, saranno denunciati anch’essi come reato? Attendiamo di poter dare notizia della prima denuncia.”

LASCIA UN COMMENTO

inserisci il tuo commento
inserisci il tuo nome