Home ATTUALITÀ Cassia – INRCA, una realtà ospedaliera a Roma Nord forse poco conosciuta

Cassia – INRCA, una realtà ospedaliera a Roma Nord forse poco conosciuta

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In quanti conoscono il Presidio Ospedaliero di Roma dell’INRCA, l’Istituto Nazionale di Riposo e Cura per Anziani, che ha sede in via Cassia 1167? Facciamo questa domanda perché si tratta di una realtà nel cuore di Roma Nord della quale poco si sente parlare. Si tratta di un istituto pubblico. Questo vuol dire che le prestazioni che si effettuano negli ospedali con la richiesta del medico di base  si possono effettuare anche all’INRCA.

Non avendo pronto soccorso i ricoveri sono programmati, ma le modalità di accesso sono le stesse delle strutture pubbliche. In più l’INRCA è un istituto di ricerca scientifica.

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L’INRCA ha la sua sede legale ad Ancona, ma ha sedi secondarie a Casatenovo, Cosenza, Fermo, Appignano,Cagliari e, per l’appunto, Roma, in via Cassia 1167. Si tratta di un Istituto di Ricerca (IRCCS) specializzato in ambito geriatrico e gerontologico. In quanto Istituto a Carattere Scientifico, l’INRCA svolge attività di ricerca finalizzata al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione anziana e di assistenza.

A Roma c’è il Dipartimento Geriatrico-Riabilitativo e il Dipartimento Geriatrico-Metabolico. Sono 91 i posti letto presenti nel Presidio Ospedaliero, di cui 20 in regime di day hospital. La sede, che si presenta molto curata, si trova sulla via Cassia a 500 metri dallo svincolo del Grande Raccordo Anulare.

Lo scorso febbraio il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca ha nominato il nuovo direttore generale dell’INRCA, il Dott. Giuseppe Zuccatelli, 66 anni. Il Direttore Scientifico è la Dott.ssa Fabrizia Lattanzio.

Quello di Roma è un Presidio Ospedaliero di Ricerca (POR). Ma cos’è per l’esattezza un Presidio Ospedaliero di Ricerca? Si tratta di una struttura operativa “costituita quale complesso unitario delle dotazioni strutturali, strumentali, organizzative e professionali necessarie per l’erogazione delle prestazioni specialistiche in regime di ricovero ed ambulatoriale, coordinate ed integrate fra loro”.

Il Presidio Ospedaliero di Ricerca dell’INRCA di Roma comprende il dipartimento Geriatrico-Riabilitativo, che svolge attività di Geriatria, Cardiologia, Oncologia/Centro di Ricerca Oncologica Geriatrica; mentre il dipartimento Geriatrico-Metabolico svolge attività di Malattie Metaboliche/Centro di Ricerca Problemi Metabolici nell’Anziano, Tireopatie, Diagnostica per Immagini, Laboratorio Analisi.

A colloquio con la d.ssa Mariarosa Gaudio

Per sapere qualcosa di più del POR di Roma Vignaclarablog.it ha incontrato la Dott.ssa Mariarosa Gaudio, referente medico della Direzione del Presidio e Direttore del Dipartimento Geriatrico-Metabolico.

La dott.ssa Gaudio ci ha raccontato che l’INRCA è nata ad Ancona da una sorta di casa di riposo per anziani che ospitava persone facoltose, il che ha fatto sì che l’istituto potesse godere di alcuni lasciti grazie ai quali, nel tempo, sono state aperte altre sedi. L’Istituto è nato con l’idea di studiare i problemi dell’invecchiamento su scala nazionale.
La sede di Roma è nata il 21 luglio 1976. E’ da allora che l’INRCA è una realtà nel Lazio, a Roma Nord.

Originariamente la struttura che ospita il POR di Roma era già concepita come un albergo, ragione per cui tutte le stanze dell’ospedale sono a due letti e hanno un bagno, e nello specifico si occupava di Malattie Metaboliche: studi dei dismetabolismi, diabete, tiroide, obesità.
Ed era nata come struttura di degenza con 120 posti letto. Vi si studiava tutta la parte relativa alle Malattie del ricambio ed endocrinologiche.

Precedentemente accedevano all’Istituto anche persone al di sotto dei 65 anni, età che in questo momento rappresenta la soglia per individuare il paziente geriatrico. Con il passare del tempo l’Istituto si è aperto al territorio e intorno alla fine degli anni Ottanta è stata avviata l’attività ambulatoriale.

La dott.ssa Gaudio ha sottolineato che l’INRCA è un istituto di diritto pubblico, che ha la casa madre situata in un’altra regione. E forse questo è il motivo per il quale è meno conosciuto sul territorio di Roma Nord

Occupandosi di gerontologia, nell’ultimo decennio l’Istituto ha avuto delle trasformazioni. Nel POR di Roma c’è un reparto di Geriatria, un reparto di Cardiologia, un reparto di Endocrinologia, un day hospital oncologico, un servizio per le tireopatie. Continuando quella che è la sua connotazione storica, nell’arco degli ultimi dieci anni l’Istituto si è rivolto sempre di più ai paziente geriatrici.

Chi sono i pazienti che si rivolgono al Por?
Oltre ai pazienti dai 65 anni in su troviamo anche altre fasce di popolazione. Ai ricoveri possono accedere solo persone che abbiamo compiuto i 65 anni di età, mentre gli ambulatori sono aperti a chiunque. Tanti sono i pazienti di Roma Nord, ma molti provengono anche da altre zone. E ci sono anche dei fuori regione.

Per lo più in che modo i pazienti ambulatoriali arrivano al Por?
Gran parte della nostra utenza è rappresentata da pazienti fidelizzati, che hanno già utilizzato la struttura. Sul territorio, ma non solo, come struttura che cura la parte endocrino-metabolica e i problemi dell’obesità siamo abbastanza conosciuti. Poi attraverso i contatti con i medici di famiglia si è creato un passaparola. Siamo, inoltre, nel Recup regionale.

Come fare, dunque, per prenotare una visita?
Attraverso il Recup. Una volta ottenuto l’appuntamento il paziente si reca da noi. A quel punto deve sbrigare la parte amministrativa, quindi il pagamento del ticket o la pratica per l’esenzione ticket. Dopodiché accede agli ambulatori. In genere, per quel che è possibile, cerchiamo di andare incontro al paziente e quindi tentiamo di farlo seguire sempre dallo stesso medico.

Tempi di attesa per una visita?
I tempi di attesa, come al solito, sono uno dei problemi cruciali. Le prime visite in genere vengono prese a livello di Recup regionale e i tempi sono abbastanza lunghi. C’è da attendere sempre dai 30 giorni in su.
Fatta la prima visita, per garantire una certa continuità assistenziale al paziente, gli appuntamenti per i controlli successivi vengono presi direttamente dalla struttura.

Ma chiaramente il problema delle liste d’attesa esiste, come esiste il problema legato alle lunghe file per il pagamento del ticket che, tuttavia, stiamo cercando di superare riorganizzando il personale all’interno e ponendo maggiore attenzione a tutto quello che l’attività di front office comporta.

I reparti che registrano maggiore attività?
In questo momento abbiamo molta richiesta da parte del territorio soprattutto per quel che riguarda le attività ambulatoriali. Richieste che però riusciamo ad evadere limitatamente e compatibilmente alle risorse che abbiamo a disposizione, a causa del blocco delle assunzioni e i tagli che ci sono sulla Sanità. E questo è un problema.

Per quello che riguarda l’attività di ricovero, nel Lazio si tende a deospedalizzare il paziente, e proprio in questo periodo stiamo cercando di riorganizzare le attività all’interno anche in relazione ai piani regionali che sono stati fatti, al fine di potenziare l’attività ambulatoriale e quindi rispondere meglio alle varie esigenze. Liberando anche delle risorse e cercando di rivedere l’organizzazione: dal ricovero ordinario, al day hospital, all’ambulatorio, al PAC.

Cosa sono i PAC?
Si tratta di pacchetti ambulatoriali complessi, in alternativa ai day hospital, che vanno incontro anche e soprattutto alle esigenze del paziente geriatrico, il quale in una giornata ha la possibilità di usufruire di tutta una serie di prestazioni all’interno di una stessa struttura.

Il paziente accede ambulatorialmente a questi PAC, percorsi organizzati in cui per una determinata patologia è possibile eseguire una serie di prestazioni ambulatoriali coordinate tra di loro e facendo riferimento ad un medico che, appunto, è il referente di queste prestazioni.

Noi, ad esempio, eroghiamo il PAC per il nodulo tiroideo, per lo scompenso cardiaco, per l’ipertensione, per l’osteoporosi, per il carcinoma mammario. Dal primo giugno renderemo disponibili il PAC per l’obesità, per la sindrome metabolica, per il diabete neo diagnosticato.

La degenza media?
Va dai sette giorni in su, dipende dalla specialità. Nel reparto di Geriatria, dove abbiamo un’età media molto alta, abbiamo degenze più lunghe. Nel reparto di Malattie Metaboliche le degenze vanno intorno ai sette giorni, così come nel reparto di Cardiologia. Probabilmente apriremo anche un week hospital, una forma di degenza che prevede il ricovero dal lunedì al venerdì.

Gli obiettivi?
I nostri obiettivi sono legati alla ricerca scientifica e rivolti poi a una rimodulazione dell’attività assistenziale ed ambulatoriale del POR, che vada sempre più incontro alle esigenze dell’utenza.

Quest’ultimo obiettivo è ovviamente legato ai piani di rientro della Regione Lazio e alla riorganizzazione che si sta facendo all’interno della struttura stessa. Quindi siamo in una fase di trasformazione.

I risultati raggiunti ad oggi?
Siamo un’azienda certificata, abbiamo raggiunto la certificazione ISO 9001:2008. Questa norma internazionale certifica lo svolgimento delle attività che si effettuano all’interno dell’Istituto.

Abbiamo poi erogato tutta una serie di corsi di formazione per far crescere il personale ed attuare i piani di riorganizzazione della struttura coinvolgendo il personale stesso. Siamo entrati in contatto con il Policlinico Gemelli, con il Sant’Andrea e con alcune università. Ci sono delle forme di collaborazione sia a livello assistenziale che di ricerca.

A tal proposito, all’interno dell’Istituto ci sono quattro filoni di ricerca principali che sono relazionati alle attività che si svolgono all’interno.

La “mission”

Affrontare scientificamente le problematiche gerontologiche e geriatriche della terza età attraverso tre ambiti diversi, ma interrelati tra loro.
Ricerca “di base”, diretta all’identificazione di segni precoci di invecchiamento o di malattie ad esso associate; ricerca clinica applicata, orientata alla diagnosi ed alla terapia medico-chirurgica delle malattie dell’invecchiamento ed ai sussidi riabilitativi; ricerca economico-sociale, per l’analisi dei bisogni degli anziani e delle loro famiglie, con particolare attenzione alle situazioni connesse con il ricovero ospedaliero.

Questa è la mission dell’INRCA, realtà che opera sul nostro territorio ormai da ben 35 anni.

Stefania Giudice

© riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

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2 COMMENTI

  1. il 31 si compira’ la volonta politica di non far funzionare la sanita’ ma le ostriche sono migliori di un diabetico che non pesa sul servizio sanitario con malattie legate al diabete perche’ tuuti gli esuber dell’ inrca roma si sono attivati negli anni a fornire competenze e conoscenze mediche ai loro pazienti rendendoli NORMALI ancora grazie POLITICI E LUNGA VITA———— UN IN BOCCA AL LUPO A TUTTI GLI OPERATORI DELL’ INRCA ROMA

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