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Le incompiute di Cesano

Galvanica Bruni

“Sono gli edifici che ospiteranno la nuova scuola di Cesano.” “No, ci costruiranno il prossimo centro commerciale, ma la ditta ha fallito e bisogna fare un nuovo appalto…” “E se fosse la nuova sede del centro sportivo?” Insomma, tra tante, confuse ipotesi una cosa è sicura: almeno tra gli abitanti di Cesano nessuno sa con certezza a cosa siano destinate le palazzine incompiute che da tempo svettano su Via Pietro Bellino.

Palazzine che nell’ossatura non sono molto dissimili dalle altre villette a schiera che le circondano ma che non sono state mai portate a termine e che contribuiscono unicamente ad accentuare il degrado nel recente quartiere residenziale di Via Bellino.

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Sono molti i residenti convinti che il “caso” delle palazzine incompiute si andrà ad aggiungere a quello già noto del Palazzetto dello sport  (leggi qui) e del parco che sorge alle sue spalle (clicca qui): opere iniziate e mai terminate, col risultato che quei progetti destinati a migliorare la vita sociale del luogo non fanno che peggiorarne la condizione.

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E’ con la rabbia che deriva dal trovarsi di fronte a un progetto che a pochi passi dalla fine resta, non si sa per quanto tempo – anni? decenni? – a metà strada, in quella specie di limbo che ne impedisce totalmente l’utilizzo, che i residenti di Cesano guardano a queste incompiute.

Più volte s’è parlato del progressivo e veloce incremento della popolazione a Cesano. Lo stesso incremento che si può osservare in tutte le zone della periferia romana: una città che si spande a macchia d’olio, e il cui centro abitativo si sposta sempre più fuori, a La Giustiniana, a La Storta, alle Rughe, a Formello. A Cesano.

Come accogliere questo progressivo e quasi inesorabile incremento, come far fronte al numero sempre maggiore di abitanti?

La scelta di progettare edifici funzionali (case, scuole, parchi e centri sportivi) è l’unica possibile, ma l’utilità di una scelta giusta non può niente contro gli ostacoli che per un’infinità di motivi ogni volta si frappongono tra “inizio” e “fine” (quest’ultima parola ci piacerebbe poter usarla più spesso).

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Chiediamo chiarimenti in merito a Giuseppe Mocci, Assessore al Patrimonio e all’Urbanistica del XX Municipio.

“La situazione attuale – spiega a VignaClaraBlog.it – è una conseguenza della Variante Quater B20, una variante di zona che riguarda anche le palazzine di Via Bellino. Originariamente infatti il piano terra di quegli edifici era destinato ad attività commerciali. Ma inserire in un contesto isolato e fuori dalla normale viabilità un progetto simile sarebbe stato controproducente, proprio come avvenuto per il Centro Commerciale situato in prossimità di Via della Stazione. E calcolando che un grande centro commerciale è già presente nel vicino quartiere de Le Rughe si è deciso di approntare una variante di zona che preveda lo spostamento dell’attività commerciale alla principale arteria di Via di Baccanello”.

E quindi le palazzine di Via Bellino saranno destinate unicamente a uso abitativo? “Esattamente, si tratta di edifici ATER che una volta finiti formeranno quattro palazzine simili tra loro. Inoltre, nella stessa variante, già votata in consiglio comunale, è previsto lo spostamento della nuova scuola che doveva sorgere sempre in Via Bellino, vicino alla rotatoria. Ora – conclude l’assessore Mocci – la sua costruzione è prevista nella zona tra la Chiesa di S. Giovanni Battista e il Palazzetto dello sport, e dove una volta era prevista la scuola sarà realizzata un’area verde.”

Nel frattempo però le critiche alla situazione di stallo non si sono fatte attendere. E’ Daniele Torquati, capogruppo PD XX Municipio, a denunciare che “dopo tre anni ancora si cerca l’area per la variante di zona; questo, e il Palazzetto dello sport fermo da mesi allo stesso punto, dimostra la totale incompetenza della maggioranza presso Comune e Municipio.”

Nel frattempo le incompiute di Cesano continuano a connotare, non certo per bellezza, via Pietro Bellino.

Adriano Bonanni

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