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Tor di Quinto: salviamo l’Ippodromo dei Lancieri di Montebello

Galvanica Bruni

Salviamo l’Ippodromo dei Lancieri di Montebello. Così inizia il testo di una petizione che, silenziosamente, sta girando di mano in mano fra i residenti di Tor di Quinto, Ponte Milvio e Collina Fleming. Una petizione mirata a non far soccombere lo storico campo di Tor di Quinto, destinato, nel caso in cui alla Capitale vengano assegnate le Olimpiadi 2020, ad essere il sito nel quale verranno costruite decine di palazzine del Parco Olimpico per ospitare gli sportivi che poi saranno messe sul mercato dell’edilizia di lusso.

Distante poche centinaia di metri da Ponte Milvio e situato in un’area che vanta ben 32 ettari d’estensione ai piedi della Collina Fleming, dove costituisce un sito naturale e paesaggistico assolutamente incontaminato dedicato interamente ai cavalli, l’Ippodromo Militare di Tor di Quinto ha origini assai lontane e la sua storia è legata indissolubilmente alla storia della Cavalleria italiana. Alcuni tra i più celebri cavalieri militari, da Federico Caprilli ai fratelli D’Inzeo, si sono formati sui percorsi ad ostacoli e di campagna di quello che è uno dei più famosi ippodromi d’Italia.

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Le origini

La sua origine risale al 1891 quando presso Tor di Quinto fu costituita una Sede Staccata della celebre Scuola di Pinerolo, per lo sviluppo dei Corsi Complementari di Campagna. Da allora qui si formarono intere generazioni di cavalieri.

Ma l’Ippodromo fu anche il luogo dove vennero svolti, spesso alla presenza del Re, importanti concorsi ippici. Ancora oggi tra le strutture esistenti sopravvive la bellissima palazzina reale dove principi e gentildonne osservavano le evoluzioni dei cavalieri o assistevano a parate militari. Questa sede è anche legata a uno dei più famosi cavalieri di tutti i tempi, il Capitano Federico Caprilli, inventore del “metodo naturale”, metodo esportato in tutto il mondo e ancora oggi alla base della moderna equitazione.

E’ a partire dagli anni ’60 che l’Ippodromo, attualmente inserito alle dipendenze del Reggimento Lancieri di Montebello e comprendente un Gruppo Squadroni di Rappresentanza a cavallo ed un Centro Ippico Militare (CIM), ha assunto anche una funzione sociale. Da anni infatti qui si tengono corsi di equitazione a favore dei portatori di handicap.

Salviamo l’Ippodromo

Ed è per questo che i residenti, amanti o no di questo sport, vogliono che l’Ippodromo resti così com’è: un sito naturale e paesaggistico assolutamente incontaminato dedicato interamente ai cavalli, ai chi li ama ed a chi trae beneficio dal fatto che esista. Salviamo l’Ippodromo dei Lancieri di Montebello.

Claudio Cafasso

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14 COMMENTI

  1. La candidatura delle Olimpiadi a Roma nasce con il preciso intento di offrire una nuova occasione alla speculazione edilizia, ultimamente un pò in affanno e non a caso è stata scelta un’area che permettesse di fare cassa senza doversi assumere troppi rischi. Tutte le analoghe manifestazioni fino agli ultimi mondiali di Calcio e fino ai recentissimi mondiali di nuoto, sono state delle operazioni vergognose, nelle quali lo sport ha coperto ruberie di ogni tipo, vere e proprie “porcate” sulle quali ha inutilmente indagato la magistratura e le cui brutture rimarranno a perenne ricordo di una classe dirigente famelica e totalmente priva di remore e di buon gusto.
    L’arera dell’Ippodromo di Tor di Quinto è un’area golenale di esondazione del Tevere vincolata persin’anche a livello storico artistico avendo l’ppodromo superato i 50 anni di età. Ma questo, può esserne certo, non fermerà il Comitato d’affari che ha già riunito “Gambadilegno, la Banda Bassotti e Macchia Nera”, aggiungendo a quelli che hanno ideato quel monumento all’improvvisazione che è stato il Gran Premio di Formula 1 all’Eur e che hanno appaltato l’inutile ed esteticamente devastante sottopasso davanti all’ARA PACIS, quelli delle ventennali stazioni fantasma di Monte Mario e di Vigna Clara, quelli delle Piscine abusive, quelli del faraonico e parzialmente abortito progetto Calatrava a Tor Vergata e vedrete che non mancheranno neanche Renzo Piano e Fuksass a completare il solito carosello romano. Comunque, per chi nutrisse qualche speranza di salvezza per l’intera area vincolata di Tor di Quinto gli consiglio di fare due chiacchiere con i nostri rappresentanti politici, verificarne il livello di istruzione, di sensibilità etica ed estetica, la lungimiranza e la visione globale dei fenomeni urbani che si presentano oggi nelle metropoli occidentali: vedrà che quando saluterà il suo interlocutore gli sembrerà già di vedere dinanzi ai suoi occhi, le ruspe in azione ed i caterpillar che spianano i ritrovamenti archeologici dell’antica via Flaminia.
    i più cordiali saluti ed auguri dal vostro Sodale, Ettore Gentili

  2. Salvare l’Ippodromo dei Lancieri di Montebello è un dovere di noi cittadini, del Municipio XX e del Comune.
    E’ responsabilità di chi ha ancora un pezzetto di concetto di BELLO e di CULTURA e non ritiene che “la cultura non si mangia”.
    Di chi non vuole che nel 2020 anche Tor di Quinto diventi un’ altra miserabile concentrazione di cemento, come Collina Fleming dove per 20.000 abitanti l’unico quadrato di verde che è rimasto in Via Città di Castello sarà edificato. E, beffa finale, ai residenti sarà “regalato” un teatro. Di cemento.
    Ma si sappia che l’ Associazione “Vivere Collina Fleming” continuerà la sua battaglia per difendere l’ultimo stralcio di verde del quartiere, per i suoi bambini e per i suoi nonni. Lo prevede l’ART. 9 della COSTITUZIONE.
    Vorrei rammentare a chi ci amministra che Viale di Tor di Quinto è gia stato deturpato dalla “bianca cittadella dei carabinieri” ( a vederla dal mio terrazzo appare come un miraggio accecante con buchi neri) e dal taglio dei platani per l’arrivo dei rais libico. Mai reimpiantati, nonostante le promesse del Comune.
    Maria Antonietta Berardi

  3. Se ne andrebbe l’ultima cosa bella che ci è rimasta!
    Avendo oramai nessuna fiducia nella nostra classe dirigente (fanno tutti schifo, indistintamente!!), e credetemi, lavoro in un Ministero e ne vedo tante di porcate e di soldi (nostri) buttati al vento, non ci restano che gli scongiuri!!
    SPERIAMO CHE MAI VENGANO ASSEGNATE A ROMA STE’ BENEDETTE OLIMPIADI DEL 2020

  4. e’ uno scandalo che dobbiamo evitare, basta con la deturpazione di questi luoghi , dopo lo scempio perpetrato a Collina Fleming bisogna cercare di salvare quel poco di verde che e’ rimasto a Tor di Quinto, oltre che per il valore storico che simboleggia il Centro Ippico Militare

  5. Purtoppo già hanno annunciato tempo fa che i progetti saranno realizzati a prescindere dalla scelta di Roma per le Olimpiadi!

  6. Quello che non va bene è il nostro eterno ‘PURTROPPO’ così in modo depresso si accetta il taglio dei platani con la scusa della malattia…peccato che anche gli esperti hanno detto che molti potevano essere salvati curandoli, si accetta la finta urbanizzazione della zona intorno al Sant’Andrea che porterà ville di lusso …ancora.., la distruzione dell’area intorno al laghetto di tor quinto in favore di ipotetici centri di aggregazione con piscina (cemento), ristoranti (cemento), campi sprtivi (cemento), punti di ristoro (cemento) …insomma tutto meno che VERDE , ecc ecc ecc
    MUOVIAMOCI tutti noi vediamo di raccogliere firme di fare qualcosa perchè ai nostri figli nipoti e quant’altro non resterà che cemento nostalgia

  7. Con nota prot. n. 33 del 23 dicembre 2008, indirizzata al Sindaco ed all’Assessore all’Urbanistica del Comune di Roma, a nome della associazione VAS ho contestato la proposta di realizzare il nuovo Stadio del Tennis ai Prati di Tor di Quinto,di cui ho rimesso in allegato una scheda da cui si evince la più totale incompatibilità di una simile localizzazione e la conseguente necessità di prendere in considerazione soluzioni diverse, poi effettivamente prese.
    Ma a quel pericolo sventato se ne é aggiunto poco dopo quello ben più preoccupante per i Prati di Tor di Quinto ed in particolare per l’ippodromo, che si realizzerebbe se a Roma venissero assegnate le Olimpiadi del 2020.
    Con un comunicato stampa (pubblicato anche su questo sito il 30 gennio 2010) VAS si é dichiarata nettamente contraria al progetto annunciato dal Sindaco di Roma, perché “L’ippodromo di Tor di Quinto è soggetto a vincolo demaniale e ricade all’interno del vincolo paesaggistico imposto il 9 novembre 1987: la sua tutela è stata assicurata dal Piano Territoriale Paesistico (in sigla PTP) n. 15/8 Valle del Tevere, che lo destina a sottozona di tutela paesaggistica (Tpa), prescrivendo come sua disciplina di tutela il divieto assoluto di costruirvi nuovi edifici. Il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) adottato nel 2007 lo destina a Paesaggio dell’insediamento storico diffuso, autorizzandovi solo il recupero ed ampliamenti inferiori al 20% del patrimonio edilizio esistente (compresi gli impianti sportivi coperti esistenti): non consente nuove realizzazioni anche di impianti sportivi sia al coperto che allo scoperto. Il nuovo P.R.G. di Roma, definitivamente approvato a febbraio del 2008, destina l’ippodromo a Servizi privati dove l’art. 86 delle NTA non consente nuove edificazioni.”
    Mi permetto di far presente di nuovo all’On. Sindaco Gianni Alemanno quanto già rilevato al Comune di Roma dallo stesso Ministero per i Beni e le Attività Culturali: “la tutela del paesaggio secondo la nostra Costituzione e l’interpretazione che ne ha dato la Corte Costituzionale, é competenza dello Stato e della Regione. La Costituzione e la legge prevedono che il piano regolatore comunale (così come tutte le sue “Varianti” approvate tramite “Accordo di Programma”) deve rispettare il piano paesaggistico e non viceversa.
    Anche noi vogliamo le Olimpiadi a Roma, ma non a questo prezzo.

  8. Io non so qual’è il prezzo da pagare per le Olimpiadi a Roma ma una cosa è certa: quell’area di grande pregio è già un’area devastata! L’area golenale, a parte le decine di capannoni e magazzini, sembra una discarica; il Tevere fa schifo e l’Aniene pure (anzi di piu); ci sono caserme che sembrano Alcatraz, strutture del Teatro Tenda, Circhi acquatici, insediamenti di Rom che scaricano rifiuti nel Tevere, prati incolti trasformati in vere e proprie paludi…………e questa sarebbe un’area sottoposta a vincoli e tutela?
    Perchè, tranne il buon Bosi, nessuna ha protestato “prima” dell’ipotesi Olimpiadi?
    PS: i platani, in Viale Tor di Quinto, sono stati “reimpiantati”.

  9. Bè, Strix, ammetterai pure tu che Viale Tor di Quinto, con quei “zeppetti” reimpiantati al posto dei bellissimi platani, ha ora un aspetto “leggermente” diverso da prima!! Per il resto c’avrai pure ragione, siamo circondati da discariche, ma questo non è un buon motivo per distruggere quel pò di bello che ci è rimasto!
    D’altronde, giovedì 17 marzo, in piena festa per l’Unità d’Italia, con migliaia di persone che giravano intorno all’Altare della patria, i mercati Traianei (non la periferia) erano ridotti una discarica, con i lampioni spenti e mondezza da tutte le parti!
    Non si riesce a fare pulizia e manutenzione neanche durante un evento tanto strombazzato!! Comune di Roma, VERGOGNA!!

  10. “un sito naturale e paesaggistico assolutamente incontaminato dedicato interamente ai cavalli, a chi li ama ed a chi trae beneficio dal fatto che esista”.
    Tutta la mia solidarieta’ di cittadino all’ippodromo del Lancieri di Montebello.
    Tutto il mio impegno di genitore di disabile a far riaprire L’Auriga, centro di ippoterapia che, se riaprisse, darebbe beneficio non solo ai militari ma anche ai civili, disabili e non.
    Il 26 marzo ci sara’ una cena di solidarieta’ nella sua sede, “un sito naturale e paesaggistico assolutamente incontaminato dedicato interamente ai cavalli, a chi li ama ed a chi trae beneficio dal fatto che esista”.
    Ogni informazione in http://www.lauriga.it .

  11. si potrebbe organizzare una racolta fi firme di tutti iresidenti e non. facendo un banchetto a ponte milvio quando c’è il merato mensile

  12. i platani diceva qualcuno sono stati reimpiantati, ma molti si potevano salvare. Aldilà sei i ” reimpiantati” siano zeppetti o no mi fa male pensare che non riusciamo più a ragionare se non con la logica usa e getta. quei platani erano vivi, forse malati e quindi doppiamente deboli. indifesi difronte ad una delibera e a una motosega. Come tanti, anziani, disoccupati, donne, bambini e allora se non sei più competitivo e prestante via… eliminato. Non riesco a non pensare che servirebbe ritrovare il rispetto e la pazienza per rispettare chi è in difficolta, fosse anche un albero. Un animale… un uomo. Non sappiamo cogliere la sofferenza di chi resta indietro. l’importante è sostituirlo. io sono rimasta indietro, ma voglio ancora fermarmi ad aspettare chi sta dietro di me-

  13. Susanna , stiamo parlando di alberi non della comunità degli “ent”.
    E’ vero che gli olvar non possono muoversi al contrario dei kelvar , possono però cadere se irrimediabilmente malati.
    E cadendo possono far male , molto male.
    Agli altri soprattutto.
    Ricordiamoci di quell’automobilista morto non molto tempo fa perchè colpito dal crollo di un albero malato e non “eliminato”
    Quanto poi al paragone struggente con gli anziani , i disabili , i bambini (?), le donne (?) che c’entra ?
    Ma per caso sono state istituite camere per l’eliminazione del “superfluo” ?
    I bambini sarebbero non competitivi ? Le donne pure ? Ed i vecchi ( vedo questo stato molto da vicino ) anche ? Disoccupati ? Stato da me da poco superato , piuttosto che la motosega avrei preferito il seppuku ma nessuna mcculloch mi inseguiva.
    Maddai , cerca di essere seria , mica si strappano le lacrime così !
    Solo risate per improponibili paragoni.
    Difficile reimpiantare alberi con un tronco da 2mt di diametro e 20mt di altezza.
    Gli zeppetti ( come i bambini ) cresceranno.
    Stai serena.

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