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Buche e tombini di Roma Nord

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Un qualche esperto si è ingegnato nell’ipotizzare quanti ratti ogni romano ha sul groppone; tra “rattus-rattus” e “rattus-norvegicus” ce ne toccano almeno tre per un totale di alcuni milioni di esemplari. Qualcun altro ha provato a calcolare invece quante sono le buche di Roma e qui le cose vanno un po’ meglio perché parliamo di migliaia anche se a detta del Comune sono soltanto 448 i “black-point” ovvero i punti “potenzialmenti pericolosi”.

Nonostante gli interventi il manto asfaltato si danneggia con la stessa velocità con la quale viene riparato tant’è che dopo un forte acquazzone alcune strade si trasformano in una groviera.

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E’ il caso di Via di Val Gardena dove nonostante il manto stradale sia stato riparato più volte le buche continuano a spuntare come funghi.

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E’ un vero e proprio miracolo che qualche motociclista non ci sia ancora precipitato dentro complice la scarsa illuminazione e le autovetture parcheggiate in divieto di sosta.

Quanti gli incidenti?

Gli incidenti a causa delle buche nei quali rimangono coinvolti i conducenti di moto, scooters e motorini sono numerosi: 1.900 nel 2009 (in una sola notte si è registrato un picco di 21 episodi) con uno strascico di 6.000 cause civili dal gennaio 2009 al giugno 2010 (dati confermati dagli Uffici del Giudice di Pace) perché dopo il danno c’è anche la beffa.

A quanto pare l’Ente proprietario della strada viene ritenuto responsabile dei danni provocati dalla cattiva manutenzione solo se la situazione di pericolo che ha provocato l’incidente non è né visibile né prevedibile.

La Corte di Cassazione con sentenza n. 1961 del 23 Gennaio 2009 sembra però aver chiarito in maniera inequivocabile di chi sia la responsabilità:
Se la cattiva manutenzione delle strade comunali provoca degli incidenti con danni ai propri cittadini il Comune di Roma è sempre tenuto a risarcirli; non può ritenersi una giustificazione per l’Ente locale il presupposto che la manutenzione delle strade comunali sia stata affidata con regolare contratto d’appalto a una impresa. Nei confronti delle amministrazioni comunali esiste una presunzione di responsabilità per il danno causato dalle cose che si hanno in custodia anche se si tratta di beni come le strade oggetto di un uso generale e diretto da parte dei cittadini

Tombini e marciapiedi

Ma la vera dannazione degli scooteristi sono i tombini, delle vere e proprie trappole infernali: il problema nasce da chi, incaricato di fare la manutenzione, non effettua il lavoro a regola d’arte. Questo malvezzo ha spinto il Comune ad adottare regole severe nei collaudi al termine dei lavori. Le cose però non sembrano essere migliorate in modo significativo.

E’ sufficiente fare un giro per le strade dei quartieri di Roma Nord per avere un quadro desolante: in alcuni casi, come in Via dell’Acqua Traversa, si tratta di vere e proprie voragini che costringono gli automobilisti a compiere pericolosi slalom.

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Ai tombini “inghiottitoio” si affianca quasi sempre il pessimo stato dei marciapiedi dove i blocchi di travertino a causa del traffico, dell’assenza di manutenzione o perché sollevati dalle radici degli alberi, contribuiscono ad aumentare il rischio di infortunio.

Come se non bastasse spesso vengono abbandonati a bordo strada materiali pericolosi come barriere metalliche, recinzioni in plastica, pannelli stradali o addirittura paletti in ferro infissi nel terreno.

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E non finisce qui…

Accanto a buche, tombini, marciapiedi divelti e materiali pericolosi ci sono poi le varie centraline divelte e i contatori con gli sportelli aperti: è sufficiente percorrere alcune vie per contarne a decine.

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Può darsi che una centralina abbattuta da un’auto in retromarcia non sia pericolosa; o un contatore lasciato aperto (in genere lo lascia aperto chi esegue la lettura che, privo della idonea chiave, scassina lo sportello, lasciandolo poi in quello stato) non costituisca grave danno. Certo è che da un punto di vista estetico non sono una bella cosa anche perché i cittadini, forse indispettiti dall’assenza di cestini, li usano per gettarvi dentro i rifiuti.

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Buche, tombini, marciapiedi rotti, strade dissestate, barriere metalliche e, dulcis in fundo, una selva di cartelli stradali  che vengono abbandonati dalle ditte esecutrici a lavori ultimati: il triste panorama delle nostre strade.

Francesco Gargaglia

© riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

 

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11 COMMENTI

  1. Grazie a Gargaglia del suo impegno civile nel documentare quanto andrebbe notato dalle autorità e velocemente risolto.
    Posso anche io notare qualcosa?
    Al Villaggio Olimpico, in occasione di eventi vengono legate sui pali dei cartelli stradali le strisce multicolori che indicano divieti vari.
    Una volta finito l’evento, spesso, queste fasce multicolori a volte non vengono rimosse e continuano a penzolare su prati, strade, cartelli per mesi, fino a consuzione o inglobamento nel terreno.
    Sembra quasi di essere in un perenne carnevale con festoni e fiocchetti sui pali.
    Nonsi potrebbe fare un po’ di pulizia?

  2. Un esempio?
    Il prato di Via Danimarca.
    Durante il Festival del cinema, qualcuno, per evitare che fosse usato come parcheggio per auto, e per segnalare un tronco di albero tagliato dai pompieri perché pericoloso, ha messo le segnalazioni in plastica suddette: biancorosse e gialle.
    Naturalmente i prodi automobilisti hanno subito rotto il nastro e imperterriti hanno continuato ad usare il prato come parcheggio.
    Però ora tali nastri sono da mesi legati a pali e penzolanti sul pantano che è divenuto, grazie al trattamento sali scendi delle auto, il prato.
    Tutto questo a vista del decantato capolavoro che ha riqualificato la zona.
    Mi viene in mente il proverbio del nascondere l’immondizia sotto il tappeto.

  3. E, meglio i topi, che forse inquinano meno di certi cittadini poco educati.
    I topi non distruggono l’ambiente ma si adeguano ad esso, divenendo sempre più resistenti.
    Ce n’era uno, uscito fuori in occasione di lavori, che, mentre ero sul letto, mi guardava fisso negli occhie poi se ne andava per i fatti suoi.
    Per evitare i topi occorre tenere il quartiere pulito, dato che sono attirati dai rifiuti..

  4. Una buona notizia per i motociclisti. Le buche di Via di Valgardena segnalate e fotografate nell’articolo sono state chiuse con dell’asfalto………………

  5. Le buche ne possiamo parlare dal 2001 sono stato trasferito in un ente che si trova in prossimita di via Civilta del Lavoro, all’Eur, tutti i giorni transito per la rampa che collega via Isacco Newton con la Roma-Fiumicino direzione EUR sin dal primo giorno esite un buca con un fessurazione al centro della carreggiata che fa sbandare lo scooter… siamo nel 2011 la fessurazione sono ancora la! si tratta di una fessurazione lunga almeno 3m. e larga al suo massimo 20cm. evidenziando il manto stradale sottostante.

  6. Vogliamo parlare di incidenti? Giornata di pioggia torrenziale anno 2002 circa, cado praticamente da fermo perchè andavo piano sposto lo scooter che intralciava il traffico faticando ad estrarre la ruota anteriore dalla buca che non vedevo perchè coperta di acqua. Chiamo i vigili arrivano a temporale finito, fanno i rilevamenti e le foto il susseguirsi delle auto svuota la buca ed essendomi un pochino escoriato vado al pronoto soccorso, su consiglio dei VVUU. Giorni per l’escoriazione 2 praticamente nulla. Dopo più di 120 risco ad ottenere il verbale, in quanto uno dei vigili era malato e bisognava aspettare lui lo firmasse… se fosse morto non avrei mai avuto il mio verbale in quanto non lo avrebbe mai più potuto firmare.
    Inoltro la domanda di conciliazione per il risarcimento alla circoscrizione Monteverde e dopo 90gg mi dicono che non era sotto la loro giurisdizione… 90gg per accorgersene! Vado a via dei cerchi un ufficio che non ricordo e fortunatamente mi accolgono la domanda. Vengo contattato per la conciliazione mi faccio accompagnare da una mia amica avvocato e il funzionario delle assicurazioni di Roma mi presenta una fot del luogo in cui era avvenuto l’incidente… Sorpresa nella foto non c’era più la buca!!! Visto che io non mi fido delle istituzioni il pomeriggio subbito dopo l’incidente avevo fatto le voto del luogo che avevo con me… stranamente nelle mie non c’era il chiosco dei VVUU mentre in quello portato dalle assicurazioni c’era! a quel punto il funzionario delle assicurazioni non sapeva più cosa dire!!! anche perchè glio ho chiesto di verificare in che data era statorealizzato il chiosco!!! cosi da sapere quando Lui avesse fatto la foto! Morale il Cittadino si deve difendere da se stesso visto che il Comune è dei cittadini. Come è andata a finire? Sono andato in causa e mi hanno ripagato lo scooter visto che aveva pochi giorni di vita! Ma che fatica!

  7. Vorrei segnalare questo interessante sito http://www.citywarn.it che permette in qualsiasi momento di denunciare con una foto quello che non va in città,
    dalle buche in strada ai graffiti ai rifiuti ingombranti abbandonati sui marciapiedi.

  8. In proposito, segnalo che al’incrocio tra Via vilfredo Pareto e VIa Cassia antica lo stato della pavimentazione è fortemente degradato.
    Per i credenti, solo un miracolo ha impedito che perdessi il controllo della moto.

    Circa l’impegno della P.A. segnalo il roboante testo presente su questa pagina del sito del comune di roma

    Il testo e il link sono correlati quanto a lunghezza; non pare che tuttavia via sia corrispondenza biunivoca con lo stato manutentivo delle strade.

  9. Il problema deve essere risolto a mone secondo il mio parere.
    Non è possibile che in molti Paesi Europei siano ormai scomparsi i classici tombini in ghisa e in italia siamo ancora alle prese con chiusini che fanno rumore, che non sono sicuri per il cittadino, che vengono addirittura rubati e che comportano inevitabilmente ingenti costi di manutenzione.
    Si dovrebbe pensare di sostituirli con altri costruiti con materiali alternativi, tipo materiale composito in fibra di vetro.

  10. Mi riallaccio all’ultimo intervento di chicco69.

    Credo che a breve si possa “cambiare registro”: sono capo-cantiere da molti anni e recentemente mi hanno parlato di una soluzione innovativa che verrà presentata alla fiera Made expo a Milano dal 5 ottobre da un’azienda bresciana. Si tratta di tombini costruiti con materiale composito, carrabili, anti-furti, resistenti alla corrosione e leggerissimi. Sono proprio curioso di vederlo e di toccarlo con mano.

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