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Tomba di Nerone – restaurato il sepolcro di Vibo Mariano

Galvanica Bruni
 Sabato 13 Novembre la consegna ai cittadini del monumento restaurato

Tomba di NeroneVe lo ricordate Nerone? Quel buontempone a cui erroneamente attribuiscono la responsabilità del grande incendio di Roma del 64 d.C.? Bene, sulla Cassia, la nostra romana cassia, all’incrocio con via di Vibo Mariano, [mappa] sorge un monumento per troppi anni rimasto ignoto e nascosto: la Tomba di Nerone. Un imponente sarcofago di matrice asiatica (molto rara nella penisola italica) che si erige in marmo sull’antica strada consolare.

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Ma in realtà, il monumento funebre non è dell’Imperatore, bensì del Procuratore della Sardegna e prefetto della Terza Legione gallica il cui nome è stato dato alla via di fronte alla tomba: Publio Vibio Mariano. VignaClaraBlog ha dedicato al monumento una interessante serie di articoli storici. Clicca qui per leggerli.

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Inaugurazione

Ed oggi, 13 Novembre 2010, dopo circa 2 anni di degrado, graffiti e poca visibilità, la Tomba rinasce in tutto il suo splendore. Si è infatti svolta alle 11.30 del mattino l’inaugurazione e l’ufficiale fine dei lavori della restaurazione del sepolcro. Ad intervenire, oltre alla Consigliera Comunale Lavinia Mennuni e all’Assessore ai Lavori Pubblici Fabrizio Ghera, i nomi che si leggono sui manifesti affissi per tutto il quartiere, l’Ingegner Coccia e l’Architetto Pietro Scaglione che hanno seguito direttamente i lavori di riqualificazione, la Professoressa Pieranomonte, che si occupa della cultura di tutta la zona di Roma nord e che ha verificato che i lavori di restauro venissero portati avanti diligentemente ed in maniera corretta e l’Assessore alla Cultura, Sport e Scuola del XX Municipio Marco Perina. A presentare la cerimonia è stato il Consigliere del XX Municipio Giuseppe Calendino.

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“Un momento molto importante per questa zona di Roma” ha introdotto Lavinia Mennuni “Tra le tante meraviglie che ha, finalmente il XX Municipio può mostrare con orgoglio a chi viene a Roma, ed ai cittadini di Grottarossa, questa bellissima tomba.” La consigliera ha poi ringraziato, oltre agli addetti ai lavori, i volontari del Comitato di Quartiere che erano presenti alla cerimonia con tanto di cappellini, palette e fratini arancioni firmati.
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“Ogni volta che si scava a Roma si trova qualcosa” ha continuato l’Assessore Ghera “e stiamo facendo risorgere tutti i monumenti e le rovine romane, recuperando quell’orgoglio romano che abbiamo sempre avuto e che per molti anni qualcuno ha voluto farci perdere” ha continuato poi sottolineando l’importanza della nostra tradizione e della nostra storia e del recupero di ciò che rappresenta questi valori, “Un lavoro che non vale meno del rifacimento delle strade e dei servizi per i cittadini.”
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I particolari del restauro
La Dottoressa Pieranomonte ci ha poi delucidato sui dettagli più tecnici del restauro, ha parlato della rimozione della scritta ormai nota a tutti nel quartiere “Cucca ti voglio bene”, della stuccatura per evitare le filtrazioni dell’acqua, dell’illuminazione e della recinzione, “Ho chiesto anche di dare il giusto valore all’inscrizione” ci informa “la via Cassia non passava dove passa adesso, quello che noi vediamo è il retro del sarcofago, bisogna cercare, in qualche modo, di ridare dignità al lato dell’iscrizione che ora è sul retro, dove passava l’antica via, poco visibile e tra gli alberi.”

Il convegno al Museo Crocetti
Giuseppe Calendino ha poi annunciato, invitando tutti, che il giorno 11 Dicembre al Museo Crocetti si terrà un convegno sulla storia della tomba di Publio Vibio Mariano.

Le lamentele dei cittadini per le affissioni
Ma anche stavolta non mancano le proteste. Molte sono state le lamentele per la pesante opera di affissione che è stata fatta per questo evento. Da Piazza Giuochi Delfici fino a tutta la Cassia, molte le fermate dell’autobus, i cartelloni pubblicitari e persino i muri, coperti dal grosso foglio rosso che riporta la data l’ora e gli ospiti della cerimonia.

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“Avete capito che noi cittadini non ne possiamo più dei vostri manifesti che annunciano qualsiasi starnuto venga fatto al municipio?” si legge in una lettera aperta di Paola Carra del Retake Roma che continua: “Da un anno combattiamo il degrado con decine, e a volte centinaia, di ragazzi e con il sostegno dei nostri esercizi commerciali, impegnati a rimuovere i poster che infestano qualsiasi muro e da un po’ di tempo anche i pali dei semafori. Entriamo nelle scuole per insegnare ai ragazzi come avere cura delle aree pubbliche, spiegando loro che il pubblico è una proprietà di tutti noi e che per questo non va trattato come se fosse una zona franca! Ma le pare mai possibile che le prime persone a cui bisogna spiegare tutto ciò siate voi altri dell’amministrazione!???”

Il degrado a pochi passi
E non è l’unica lamentela, molti si chiedono se non sia un controsenso inaugurare la riqualificazione di un monumento quando a pochi metri di distanza sorge un bivacco di senzatetto. Il grosso è stato rimosso e non c’è più la quantità di rifiuti di una volta, ma scendendo le scale sul retro, anzi sul fronte, del monumento e continuando ad inoltrarsi nella vegetazione, tra i cespugli si cela una zona adibita a giaciglio per circa due o tre persone. Un materasso, una brandina e una rete giacciono arrugginite in mezzo a tanta spazzatura, mosche, moscerini, stracci, vestiti e persino buste piene di escrementi. “Abbiamo pensato al passato ed alle radici della nostra città, giustissimo, ora però forse è il caso di pensare al futuro, molti dei nostri figli giocano su queste altalene e a pochi metri c’è un abitazione di fortuna degradata pericolosa e sporca” Questo è il pensiero di molti cittadini della zona.
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Claudio Colica

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4 COMMENTI

  1. Mi sarebbe piaciuto che dentro il tetto del finanziamento che é stato stanziato ci fosse stata anche una tabella che in più lingue (quanto meno inglese, francese, tedesco e giapponese) illustrasse l’ìmportanza ed il valore di questo monumento, sulla base di un testo redatto dalla Soprintendanza Archeologica.
    Fin dai tempi del compianto Dott. Gaetano Messineo ho chiesto inutilmente l’installazione di una tabella tanto per questo monumento quanto per il Sepolcro dei Veienti all’interno del Parco della Pace, di cui avevo proposto anche l’illuminazione notturna oltre che la recinzione.
    Evidentemente ai nostri amministratori (in primis al Ministero per i Beni e le Attività Culturali) non interessa più di tanto far conoscere bene o comunque meglio il prezioso patrimomio archeologico, storico ed architettonico che ogni nostro quartiere ha e che il mio professore di Arte dei Giardini chiamava il “geniusi loci”.

  2. Un’ottima notizia, e invece per quanto riguarda il ritrovamento di uno dei templi romani, meglio conservati in assoluto su Via Flaminia all’altezza della Vecchia Stazione di Grottarossa?? Due mesi di scavi, un’ostentata voglia di ricostruire l’edificio perché mai ne fu trovato uno meglio conservato (gli stessi Templi nei Fori non sono che briciole se paragonati allo stato di conservazione di questo), e poi costatata l’impossibilità di asportarlo per andare ad arricchire il già supercompresso centro storico, tutto si è risolto nell’abbandono… il senatore Marco Nonio Macrino giace in mezzo ad una vastissima collezione di frattaglie di tempio che si ricoprono lentamente di muschi.. (fenomeno già avvenuto per gli stupendi affreschi della Villa di Livia.. Rinchiusi in una mansarda di Palazzo Massimo.. nel luogo meno appropriato per la loro interpretazione storico-archeologica) Ma gli amministratori del territorio non hanno qualche strumento per opporsi a questa continua spoliazione? Villa di Livia e adesso la tomba di Marco Macrino sono sulla Ferrovia Roma Nord, a 15 minuti da Piazzale Flaminio, mai c’è stato luogo archeologico turisticamente meglio collegato.. Eppure.. O si porta via tutto e lo si rinchiude altrove.. oppure.. si rilascia abbandonato alla mercé di chiunque abbia bisogno di un feticcio esotico da esporre incastonato nel proprio caminetto nella Villa alla porte di Roma. E poi si crea un Assessorato per le Periferie.. cosa farne delle periferie, se dinanzi ad un’occasione così lampante di rinnovamento e RIQUALIFICAZIONE come questa scoperta si soffoca sul nascere ogni aspirazione?? Le periferie sono fatte per dormire.. a Due Ponti i turisti ci vanno, ma per dormire nel Camping del Parco Protetto più Vasto e Inaccessibile di Roma (dicesi Veio). Saluti.

  3. Non avendo potuto partecipare di persona alla inaugurazione di sabato scorso ed avendo dapprima il fronte su via Cassia sempre coperto dai bandoni, non mi sono accorto che a ridosso dell’ingresso al parco pubblico di Villa Paladini é stata invece messa una tabella che riporta le notizie relative al monumento, ma solo in 2 lingue, quella italiana e quella inglese.
    Mi scuso da un lato della disattenzione, ma ribadisco l’opportunità dall’altro lato di rendere il più “internazionale” possibile l’informazione culturale anche per incrementare maggiormente i flussi turistici (specie ultimamente quelli provenienti in massa dal Giappone).
    Chiedo che la stessa “riqualificazione” venga fatta anche per l’altro “genius loci” del quartiere Tomba di Nerone che é il Sepolcro dei Veienti ai bordi di Via Veientana.

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