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Inviolatella Borghese: istruzioni per l’uso

Galvanica Bruni

L’automobilista che quotidianamente percorre il tratto di Via Cassia da Villa Manzoni a Corso Francia difficilmente si fermerà ad osservare il panorama che lo circonda; eppure attraverso i filari di pino è possibile intravedere i terreni di quella che un tempo era la tenuta dell’Inviolatella Borghese. Gran parte di quel territorio oggi sopravvive inserito nel Parco di Veio anche se frammentato in proprietà private, comunali o del Centro Ricerche e Sperimentazione in Agricoltura: si tratta di una zona di grande bellezza e pregio che comprende non solo lembi di campagna ma anche boschi di lecci e sughere, vecchie cave di tufo e persino un banco fluoritico.

Se si osserva una carta del Parco è possibile definire nel dettaglio il territorio: le proprietà private comprendono una scuola, un istituto religioso e alcune abitazioni al termine di Via dell’Inviolatella Borghese.

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L’Istituto per la Cerialicoltura copre invece una vasta area inserita all’interno di Via Oriolo Romano, Via due Ponti e Via della Crescenza: nella zona pianeggiante, ai piedi del Castello, c’è un percorso “ad otto” di circa 3 chilometri molto utilizzato da sportivi e camminatori e alla cui frequentazione l’Istituto proprietario (Ministero Politiche Agricole) non si oppone.
La proprietà comunale si estende infine per circa 50 ettari tra la Via Cassia e la Via Flaminia.
Le vicende che hanno portato all’acquisizione dei terreni da parte del Comune di Roma si intrecciano con quelle di un attivissimo Comitato Cittadino che da anni si batte perché l’intera area venga destinata alla fruizione pubblica.
Il Comune di Roma è entrato in possesso dell’Inviolatella a seguito di una compensazione edilizia e della confisca di un’area di 13 ettari operata nei confronti della banda della Magliana; l’assegnazione di questi terreni è stata motivata dall’Agenzia del Demanio “per finalità sociali e per essere inserita nel progetto di riqualificazione del Parco di Veio”.
E’ per questa ragione che la decisione del Sindaco di Roma nella primavera del 2009 di assegnare questi 13 ettari, con annesso un fabbricato rustico di circa 100 mq, alla Fondazione Raphael Onlus ha sollevato le proteste delle organizzazioni ambientaliste e del battagliero Comitato Cittadino per il XX Municipio che chiedeva da tempo di destinare l’edificio a “Casa del Parco”. L’ordinanza sindacale venne poi revocata e alla fondazione fu assegnato altro fabbricato nel Parco di Monte Mario. (leggi qui)

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Se si vuole capire nel dettaglio quale è la parte di proprietà comunale bisogna consultare una Carta Escursionistica del Parco di Veio oppure ricorrere a Google Map; la zona meno estesa è quella che fiancheggia Via di Villa Lauchli dove, grazie ad un accordo con l’Istituto Marymount, è stato possibile bonificare l’area e destinarla a parco pubblico. Oggi i giardini dell’Inviolatella comprendono un’area verde, un’area giochi e un laghetto che nonostante lo stato di abbandono costituisce un vero e proprio ecosistema: al suo interno vivono numerose specie acquatiche mentre i canneti che lo circondano oltre a istrici e talpe ospitano anche una numerosa comunità di innocue nutrie. Lungo Via Pareto una piccola area con annesso un fatiscente fabbricato è stata sgomberata recentemente dai Vigili Urbani perchè destinata ad un progetto gestito dalla Fondazione Bioparco di Roma.

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La zona più ampia è invece quella del Parco Urbano dell’Inviolatella Borghese situato sulla destra della Via Cassia Nuova (si entra nel punto dove c’è la tabella del Parco di Veio); si tratta di terreni per lo più boscosi che non essendo stati messi in sicurezza non sono ancora ufficialmente aperti al pubblico. Eppure sono in molti, per lo più residenti, a frequentarli percorrendo i numerosi sentieri che portano alla sovrastante zona panoramica; la presenza del bosco (per lo più querce da sughero) e di una fitta vegetazione ha consentito a numerose specie animali, tra cui fagiani, istrici e cinghiali, di riprodursi in buon numero (le numerose tracce sul terreno non lasciano dubbi…).
Adiacente al Parco Urbano c’è una ulteriore area collinare utilizzata da molti anni da un allevatore che ne usufruisce in virtù di vecchi contratti di affitto; secondo le intenzioni del Comitato in questa zona potrebbe sorgere una fattoria didattica dove portare in visita gli alunni delle scuole medie inferiori.

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L’Inviolatella Borghese, nonostante un lungo intervento di bonifica curato nel 2010 dall’Ente Parco, si presenta però in alcuni punti fortemente degradata specie nelle aree interne e meno frequentate. Le situazioni di degrado sono dovute al fatto che l’area per anni ha ospitato un elevato numero di insediamenti abusivi; ancora oggi è possibile trovare, in alcune vecchie casupole, le tracce lasciate degli sbandati che vi trascorrono la notte.
Spesso sono proprio le aree pubbliche non aperte alla fruizione che vengono elette a domicilio da extracomunitari e clandestini; il fatto che per anni l’Inviolatella sia stata chiusa con sbarre, cancelli e cartelli indicanti la proprietà privata ha proprio favorito il diffondersi di situazioni di grave degrado.
A non rendersene conto oggi sono proprio i privati convinti, erroneamente, che sbarrando gli accessi si possa salvaguardare un territorio.
Ma quali che siano i desideri o le mire il destino dell’Inviolatella Borghese sembra oramai segnato: se andranno in porto i numerosi progetti, tra cui quelli del Comitato per il XX Municipio, il Parco Urbano aprirà presto i battenti al pubblico e ai residenti di Roma Nord che potranno finalmente usufruire in totale libertà delle sue bellezze.

Francesco Gargaglia

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