Home AMBIENTE Insugherata – io si e voi no: gli accessi privati alla Riserva

Insugherata – io si e voi no: gli accessi privati alla Riserva

Galvanica Bruni

2aa.jpgSe si osserva una carta dei sentieri della Riserva Naturale dell’Insugherata si notano due piccole frecce rosse che indicano gli accessi; quello nei pressi dell’Ospedale San Filippo Neri è l’accesso ufficiale di Via Castagnola dove è stato realizzato il bellissimo “Sentiero del Picchio”. Quello sulla destra della carta è invece l’accesso di Tomba di Nerone che consente l’ingresso solo ai giardini pubblici in quanto il “sentiero da uso consuetudinario” è stato sbarrato dagli inquilini di un supercondominio.

Se la Riserva ha quindi un solo accesso “ufficiale” nella realtà lungo tutto il suo perimetro esistono invece una serie di ingressi “ufficiosi”: in un documento del 2006 redatto dai Guardaparco dell’Ente sono stati individuati ben 28 varchi. Alcuni di questi coincidono con percorsi poderali già esistenti prima della istituzione della Riserva; gli altri invece, per la maggior parte, sono accessi realizzati su proprietà private. Si tratta di sentierini o di passaggi con sbarre, cancelli o scalette che permettono a chi abita in residence o condomini di entrare liberamente nell’Insugherata.
L’aspetto paradossale della faccenda è che i pochi fortunati che dispongono di ingressi privati sono poco inclini a favorire l’ingresso del pubblico e si oppongono strenuamente all’apertura di un ulteriori accessi. Come dire: io entro e voi no!.

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Il caso più eclatante è proprio quello del condominio di Tomba di Nerone che per motivi di sicurezza e viabilità ha deciso di impedire l’accesso ai non residenti e di chiudere il cancello che permetteva l’ingresso alla Riserva: decisione più che legittima in quanto la strada asfaltata, almeno nel tratto finale, è proprietà privata. Ma la contraddizione è che i residenti del supercondominio, che non gradiscono la presenza di estranei, usufruiscono invece di un passaggio che a loro uso esclusivo permette di scendere nell’Insugherata; lo stretto sentiero, dall’ultima palazzina, zigzagando attraverso la zona boscosa, sbuca in prossimità del vecchio depuratore proprio nella valle dove scorre il Fosso dell’Acqua Traversa.

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L’abitudine di chiudere e sbarrare gli accessi è molto diffusa nel nostro paese dove ogni proprietario (o presunto tale…) sente l’impellente necessità di ricorrere a reti, sbarre e cancelli; a volte si impedisce perfino l’ingresso alle spiagge dove i gestori degli stabilimenti balneari, in contrasto con quanto prevede la legge, contrastano l’accesso all’arenile e al bagnasciuga dove il transito è invece libero. Negli anni 60 una delle zone più belle del nostro paese, la duna che separa dal mare i laghi costieri di Caprolace e Sabaudia, fu sfregiata per sempre da numerose abitazioni costruite a ridosso della spiaggia; i proprietari, pretendendo l’esclusiva della zona, cominciarono a recintare e chiudere gli accessi che consentivano di raggiungere il mare. L’intervento delle associazioni ambientaliste (guidate da persone del calibro di Fulco Pratesi) e la creazione del Parco del Circeo, che pose sotto tutela l’intera zona, riuscì a fermare quello scempio e successivamente a ripristinare la fruibilità della spiaggia che oggi, per chilometri, è “spiaggia libera”.
Per quanto riguarda l’Insugherata, affinché la fruizione dell’intera Riserva possa essere estesa a tutti i cittadini, due sono le strade percorribili.
La prima è che l’Ente gestore, Roma Natura, si faccia carico in tempi brevi della realizzazione di nuovi accessi per il pubblico (specie sulla Via Cassia dove al momento esistono solo “ingressi privati”).
La seconda è che i residenti, quali che siano le difficoltà, non smettano di frequentarla: la salvaguardia di ambienti come questo non si ottiene con lo sbarrare gli accessi. Semmai è proprio attraverso la frequentazione che è possibile tutelare la Riserva da abusi edilizi, indebite appropriazioni e da situazioni di degrado: da quando l’ingresso di Tomba di Nerone è stato sbarrato l’intera area, compresi i giardini pubblici, è in mano a tossicodipendenti e sbandati che l’hanno trasformata in una discarica.

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E’ pertanto opportuno che quali che siano le difficoltà (e sempre nel rispetto delle regole) i residenti continuino a recarsi nell’Insugherata, a percorrerla in lungo e in largo insieme ai propri familiari, amici e conoscenti e questo fino a quando non sarà possibile disporre di altri e più comodi accessi.
Con buona pace di quelli del: ” io si e voi no”.

Francesco Gargaglia

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1 commento

  1. ASSOLUTAMENTE CONDIVISIBILE. PER NON DIRE DEGLI ACCESSI DI VIA ITALO PANATTONI CHIUSI E SBARRATI PER IMPEDIRE CHE SI OSSERVINO I CONTINUI LAVORI EDILI CHE VENGONO REALIZZATI ALL’INTERNO DELLA RISERVA AL COPERTO DELLA VEGETAZIONE.

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