Home ARTE E CULTURA Roma Film Fest: Vince Kill Me Please, Servillo è il miglior attore

Roma Film Fest: Vince Kill Me Please, Servillo è il miglior attore

Duca Gioielli

La pellicola vincitrice della Quinta Edizione del Festival del Film di Roma è Kill Me Please del regista Olias Barco. Il miglior attore è Toni Servillo, mentre il premio per la migliore attrice è andato a tutto il cast femminile di Las Buenas Hierbas. Ben due riconoscimenti (il Gran Premio della Giuria e il premio assegnato dal pubblico) per Hævnen – In A Better World, lo splendido lungometraggio della regista danese Susanne Bier: sono questi i verdetti annunciati nel corso della cerimonia di premiazione svoltasi ieri sera nella Sala Sinopoli e condotta da Claudia Gerini.

Prima di parlare dei premi assegnati nella V Edizione del Festival del Film di Roma, ci teniamo particolarmente a documentare un evento speciale che ha avuto luogo nel pomeriggio di ieri nella Sala Petrassi. Carlo Verdone, Francesca Neri, Alessandro Haber, Ferzan Ozpetek, Giovanni Nuti e tanti altri si sono francesca-neri.jpgincontrati in occasione della proiezione di Francesco Nuti…e vengo da lontano, lo splendido documentario di Mario Canale che racconta la vicenda umana e professionale, gli alti e i bassi, dello straordinario attore, sceneggiatore e regista toscano che, con le pennellate d’autore della sua profonda  sensibilità e con la propria comicità surreale, malinconica e “di reazione”, ha regalato pellicole indimenticabili che sono entrate nel cuore degli spettatori. Prima della proiezione, un’emozionatissima Annamaria Malipiero, attrice e madre di Ginevra, l’undicenne figlia di Francesco, ha letto un messaggio che Nuti ha scritto per questa occasione speciale. L’artista, che è nato a Prato nel 1955, scrive che dal 2006, anno dell’ematoma cranico derivante da un incidente domestico, la sua salute è migliorata, anche se si stanca facilmente nel camminare e non riesce ancora a parlare bene, aggiungendo, poi, che sta riprendendo in mano due sceneggiature lasciate in sospeso.

Continua a leggere sotto l‘annuncio

Un lungo applauso del pubblico ha sottolineato queste parole e, dopo una breve introduzione del regista Canale, la proiezione ha inizio. Questo documentario ripercorre, attraverso interviste di repertorio, immagini tratte dai film e testimonianze raccolte recentemente, tutte le tappe più importanti della carriera artistica di Francesco Nuti: l’incontro con i Giancattivi, avvenuto alla fine degli anni settanta, e il quasi immediato esordio in televisione, sempre insieme ad Athina Cenci ed Alessandro Benvenuti, nella trasmissione Non Stop. Sotto la direzione dello stesso Benvenuti, i Giancattivi ottengono un clamoroso successo anche al cinema con il loro primo ed unico film, il bellissimo Ad Ovest di Paperino (1981). Le riprese della pellicola sono caratterizzate, però, da liti furibonde ed il trio si scioglie.
Successivamente, Nuti viene diretto per tre volte dal regista Maurizio Ponzi: soprattutto Madonna che Silenzio c’è Stasera e Io, Chiara e Lo Scuro, che vince il David di Donatello, sbancano il botteghino e preparano, dopo l’ottimo Son Contento (1983), l’esordio dietro la macchina da presa di Nuti, che avviene nel 1985 con Casablanca, Casablanca, nel quale il neo-regista riprende la tematica (e la metafora) del biliardo che aveva caratterizzato Io, Chiara e Lo Scuro. Il successo è crescente, smisurato: Nuti, pur non essendo troppo considerato dalla critica, è invece amatissimo dal pubblico. Francesco è un conquistatore, avendo relazioni sentimentali con quasi tutte le donne che lavorano con lui.
Set e vita privata si fondono, diventano un tutt’uno. Nuti viene sempre (o quasi) lasciato dalle donne, ma solo perchè, una volta che le ha conquistate, perde interesse alla storia e le costringe a farlo. Seguono altri film riuscitissimi ed incantevoli come Tutta Colpa del Paradiso, con Ornella Muti, una favola nella quale i personaggi sembrano quasi presi dai cartoni animati, Stregati (1986), una gemma filmata interamente in “una notte magica e stravagante in cui accade di tutto” e Caruso Pascoski di Padre Polacco (1990) con Clarissa Burt. Dopo l’ottimo Willy Signori e vengo da lontano (1990) e Donne con le gonne (1991), Nuti cerca di dar vita al progetto che spera di realizzare da anni: la rilettura del classico di Collodi. OcchioPinocchio (1994), il suo film più costoso ed ambizioso, si rivela un insuccesso di critica e di pubblico ed il regista cede alla depressione. Dopo il deludente Il Signor Quindicipalle, Nuti, riconciliatosi con la vita grazie alla nascita della figlia Ginevra, ritrova il gusto e la voglia di far cinema e fa uscire Io Amo Andrea, che lo vede coprotagonista insieme a Francesca Neri.
Poi, ancora la depressione e l’alcol. E nel 2006 avviene l’incidente, dopo il quale, però, nonostante le limitazioni fisiche che ne sono conseguite, Nuti ritrova la pace interiore e la serenità, la voglia di lottare e di sorridere. Un lungo e commosso applauso testimonia, al termine della proiezione, il grande affetto che il pubblico nutre nei confronti di Francesco Nuti, mentre Mario Canale, quando si riaccendono le luci è visibilmente emozionato.
Lunga e dolce vita a Francesco Nuti che ci ha entusiasmati con le sue opere, ma anche con la sua voce “scanzonata”….  

[youtube:http://www.youtube.com/watch?v=633quNa_wZg&autoplay=0 480 335]

Veniamo ai premi: per quanto riguarda i riconoscimenti assegnati dalla giuria internazionale, diretta dal presidente Sergio Castellitto e composta dalla giornalista e scrittrice Natalia Aspesi, dal regista Ulu Grosbard, dallo scrittore Patrick McGrath, dal regista Edgar Reitz e dalla direttrice del Museo della Arti Multimediali di Mosca Olga Sviblova, questi sono i verdetti:
– Premio Marc’Aurelio della Giuria al miglior film : Kill Me Please di Olias Barco (leggi  qui la nostra recensione)
– Gran Premio della Giuria Marc’Aurelio:  Hævnen – In A Better World di Susanne Bier (leggi qui la nostra recensione)     – Premio Speciale della Giuria Marc’Aurelio: Poll  di Chris Kraus, la pellicola ambientata alla vigilia della prima guerra mondiale nella quale la quattordicenne Oda fa ritorno a casa, a Poll, ai confini fra la Germania e l’Impero Russo, dove il padre, scienziato morboso ed inquietante, controlla la famiglia in modo crudele. Curiosa e ribelle, Oda si prende cura di un anarchico estone ferito. – Premio Marc’Aurelio della Giuria al miglior attore: Toni Servillo per Una Vita Tranquilla (leggi qui la nostra recensione)  – Premio Marc’Aurelio della giuria alla migliore attrice: tutto il cast femminile di Las Buenas Hierbas – Targa Speciale del Presidente della Repubblica Italiana al film che meglio mette in rilievo i valori umani e sociali: Dog Sweat di Hossein Keshavarz (leggi qui la nostra recensione) – Premio Marc’Aurelio del Pubblico al miglior film – BNL: Hævnen – In A Better World di Susanne Bier (leggi qui la nostra recensione).

Una giuria internazionale di documentaristi , diretta da Folco Quilici e composta da Anna Glogowski, Villi Herman, Alexandre O. Philippe (autore dello splendido The People vs. George Lucas, presentato fuori concorso proprio qui al festival) e Kayo Yoshida, ha assegnato il Premio Marc’Aurelio al miglior documentario per la sezione L’Altro Cinema – Extra De Regenmakers (Rainmakers) di Floris-Jan Van Luyn.

La giuria composta da Andrea Piersanti (presidente), Valentina Carnelutti, Claudio Giovannesi, Uliana Kovaleva e Giampaolo Rossi, ha assegnato il Premio Marc’Aurelio Esordienti a Kaspar Munk per Hold Om Mig. Si tratta di un nuovo riconoscimento che da questa edizione, in collaborazione con il Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri, intende premiare il miglior regista o il miglior interprete del film, alla sua opera prima.

Per quanto concerne i premi assegnati dalle due giurie composte da ragazzi ai film in concorso nella sezione Alice Nelle Città:
– Premio Marc’Aurelio Alice nella città sotto i 12 anni: I Want To Be a Soldier di Christian Molina
– Premio Marc’Aurelio Alice nella città sopra i 12 anni: Adem di Hans Van Nuffel

Il Premio Marc’Aurelio alla Memoria è stato attribuito a Suso Cecchi d’Amico, la straordinaria sceneggiatrice che ha reso grande il cinema italiano e che è deceduta il 31 luglio scorso, mentre il Premio Marc’Aurelio all’Attore è andato a Julianne Moore.

Nella Sala Petrassi, nella mattinata di ieri, sono stati assegnati anche i premi collaterali:

– Premio Libera Associazione Rappresentanti di Artisti (L.A.R.A.) al miglior interprete italiano: Francesco Di Leva per Una Vita Tranquilla (leggi qui la nostra recensione) 
– Premio Enel Cuore al miglior documentario sociale (sezione L’Altro Cinema – Extra): Diol Kadd. Vita, diari e riprese in un villaggio del Senegal di Gianni Celati
– Premio Farfalla d’oro – Agiscuola: Kill Me Please di Olias Barco (leggi  qui la nostra recensione)
– Premio Focus Europe al Miglior Progetto Europeo: Director’s Cut di Nader Takmil Homayoun
– Eurimages Co-Production Development Award: Chaika di Miguel Ángel Jiménez
– Premio Selezione [CINEMA.DOC] al Miglior documentario italiano: Le Radici e le Ali di Claudio Camarca e Maria Rita Parsi
– Premio Politeama Catanzaro – Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. La Grande Musica per il Cinema: Annette Focks per Poll
Premio HAG – Pleasure Moments:The Promise: The Making of Darkness on the Edge of Town di Thom Zimny (leggi qui la nostra recensione e il resoconto della serata trionfale di Springsteen all’auditorium)
Premio Lancia Musa e Diva: Micaela Ramazzotti e Cristiana Capotondi
– Premio WWF per la biodiversità: De Regenmakers (Rainmakers) di Floris-Jan Van Luyn.
– 3 Social Movie Star Award: Fabrizio Gifuni

Giovanni Berti

© riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

inserisci il tuo commento
inserisci il tuo nome