Home AMBIENTE Piazza Mancini, nuovi tram e degrado fanno infuriare i residenti

Piazza Mancini, nuovi tram e degrado fanno infuriare i residenti

Galvanica Bruni

Un tempo Piazza Mancini era una bella e tranquilla piazza del quartiere Flaminio: un traffico discreto, un bel viale alberato e poi alcuni campi da tennis e baseball e infine la possibilità di accedere a Ponte Duca d’Aosta e da qui raggiungere Ponte Milvio. Tutto questo fino a qualche anno fa quando la piazza è stata trasformata in un grande parcheggio per gli autobus di linea: chiuso l’accesso al ponte, scomparso il campo di baseball ora il grande piazzale ospita decine di autovetture dell’ATAC. A Piazza Mancini transitano ben dieci linee di superficie, nove su ruote e una su rotaia, e le corse sono migliaia.

Se il rumore provocato dalle autovetture e dai furgoni adibiti alla manutenzione è fastidioso quello dei mezzi su rotaia è addirittura infernale: la piazza è infatti il capolinea della Linea 2 che raggiunge Piazzale Flaminio.
Imponenti vetture lunghe oltre 30 metri sferragliano tra i bei palazzi di inizio novecento frenando con uno stridio da far accapponare la pelle.
Ma il frastuono maggiore arriva quando il mezzo affronta la curva per dirigere verso Piazza Apollodoro: l’attrito tra la rotaia e il binario provoca un lungo e fastidiosissimo sibilo al limite della sopportazione.

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Chi abita nella zona è convinto che il frastuono sia aumentato con l’introduzione di queste nuove vetture ma l’opinione dei conducenti non lascia dubbi: il rumore è provocato dal forte attrito che si verifica nell’affrontare la curva e purtroppo non può essere eliminato. Gli stessi conducenti a VignaClaraBlog.it dicono che l’unico sistema potrebbe essere l’introduzione di acqua nel canale del binario, ma sembra che a tale soluzione si sia opposto il Comune preoccupato che in inverno l’acqua possa gelare.

Il risentimento dei residenti è molto forte: si sono costituiti comitati e raccolte migliaia di firme che sono poi state trasmesse a Comune, ATAC e ARPA denunciando oltre che l’inquinamento acustico anche quello dovuto agli scarichi degli automezzi.
In realtà l’azienda di trasporti è intervenuta dando disposizioni ai conducenti per limitare il disagio e promettendo la sostituzione progressiva delle autovetture a gasolio con mezzi alimentati a metano, meno inquinanti. Ma il disagio, per chi abita negli edifici prospicienti la piazza, continua a rimanere alto.
Basti pensare che le vetture della linea 2 sono nove ognuna delle quali compie nella giornata, dalle 5 del mattino fino alle ventiquattro, una cinquantina di corse: come dire che ogni tre o quattro minuti trenta metri di acciaio scorrazzante frenano nella piazza per poi affrontare la curva a gomito di Via Masaccio. Il rumore provocato dalle pesanti ruote metalliche è simile a quello del gesso che graffia una lavagna! Chi se lo è potuto permettere è ricorso ai doppi vetri e all’aria condizionata.

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Ma i residenti, oltre al rumore, lamentano anche il degrado in cui è precipitata la zona: la bella e tranquilla piazza si è trasformata in un triste e desolante parcheggio che tanto avrebbe ispirato Hopper.

Tra gli antichi platani corrono i binari protetti da una ringhiera mentre un po’ dovunque sono stati realizzati dei “salvagente” per i viaggiatori in transito; al posto dei campi sportivi un grande parcheggio con un anonimo giardino che nel tempo si è trasformato in un punto di incontro della comunità filippina. Dappertutto, tra panchine sgangherate e cabine elettriche divelte, sporcizia, rifiuti e una incredibile quantità di bottiglie vuote. Secondo un costume assai diffuso in città, anche i marmi di Piazza Mancini sono imbrattati di segni incomprensibili e scritte demenziali.

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Avremmo voluto terminare qui perché quello che avevamo visto ci era sembrato più che sufficiente e invece, nel percorrere Via Flaminia, ci siamo imbattuti nell’ennesimo e incomprensibile spreco di denaro pubblico: uno di quei lavori di fronte ai quali il caro e vecchio Totò avrebbe detto: “E io pago!”.

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Si tratta di un lungo tratto, dove a seguito di una costosa opera che ha sacrificato un terzo della carreggiata, sono stati impiantati dei binari mai utilizzati: i binari, pagati ovviamente con i soldi dei cittadini, da una ventina d’anni se ne stanno tristemente piantati nell’asfalto e vengono usati come parcheggio. “E io pago!”.

Francesco Gargaglia

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7 COMMENTI

  1. Non raccontiamo cavolate…il binario inutilizzato su Via Flaminia, fino a qualche anno fa (non so adesso) era utilizzato la domenica per parcheggiare le vetture tranviarie utilizzate per i suddisi dello stadio…

  2. Un quartiere di Milano ha risolto il problema del rumore oltre i limiti al passaggio dei tram denunciandolo alla trasmissione “Striscia la notizia” a seguito della quale è stato effettuato un idoneo intervento ..non ricordo quale, forse guarnizioni in gomma (?).
    Se ci fosse la volontà di risolvere il problema da parte dell’ ATAC sicuramente una soluzione si troverebbe …. Cosa possiamo fare noi del quartire Flaminio ?

    Interessante l’articolo del sig.Gargaglia al quale chiediamo se lumi su cosa si può fare ..in concreto.
    Grazie per l’interessamento; cordialmente Salamena

  3. Mi risulta che a Milano, per limitare il rumore, l’ATM abbia effettuato una serie di interventi quali eliminazione di binari incrociati, sostituzione binari usurati, saldature nei punti di giunzione, raggio di curvatura più ampio, lubrificanti sui binari e il tutto allo scopo di abbattere il frastuono di almeno il 30%.
    Ma in un articolo del 27 settembre 2010 de “il Giornale.it” i milanesi lamentano addirittura maggior rumore a seguito degli interventi effettuati.
    Quanto alla questione dei “binari inutilizzati” l’informazione mi è stata fornita da numerosi residenti e d’altra parte le foto parlano chiaro.

  4. Chiederei al bravissimo Francesco Gargaglia di completare l’interessante servizio considerando anche le assurdità che esistono inella parte di Piazza Mancini utilizzata come capolinea delle numerose linee di autobus .Si tratta di disservizi che si ripercuotono non sui residenti ma soprattutto su noi abitanti del XX Municipio, che ci avvaliamo della maggior parte di questi autobus. Alle segnalazioni che anni fa feci arrivare personalmente all’allora Assessore alla Mobilità del Comune di Roma, mi risposero che I capolinea erano destinati ad essere spostati, ma nulla è stato fatto al riguardo. Tra l’altro si tratta di piccole cose,che richiedono spese minime,come eliminare barriere architettoniche che ora costringono a salire e scendere da marciapiedi altissimi (ho visto uno scivolo, ma in posizione non idonea), e far apporre sullle vetture in attesa della partenza una paletta con l’orario effettivo della stessa.
    Proprio sabato scorso mi sono fidata degli orari scritti fuori e ho visto partire prima dell’orario previsto l’autobus, che avevo scartato, accanto a quello dove mi ero seduta, mentre il mio è partito dieci minuti dopo l’orario scritto: risultato, quindici minuti in più nel lungo viaggio su due autobus e il tram 2 che da Piazza Venezia mi ha portato finalmente a casa1
    E sul rispetto degli orari, c’è una specie di capostazione che controlla gli autisti? Molti hanno la brutta abitudine di non rispettarli per incolonnarsi, o per altri motivi. Quel giorno credo che il ritardo di cui sono stata testimone fosse dovuto ad una sosta al bar per il caffè.
    In una città in cui finalmente alcune paline luminose alle fermate (poche per la verità) preavvisano sull’arrivo delle vetture, l’informazione agli utenti ai capolinea (naturalmente non solo a quello di Piazza Mancini ), sarebbe preziosa, anche per un maggior controllo, ma forse è proprio per questo che non si realizza.

  5. Io aggiungerei a questo articolo, già di per sè esauriente:
    1) l’inciviltà degli autisti Atac, che spesso lasciano accesi in folle i motori degli autobus, anche se fermi ai capolinea,
    2) il pullulare di attività commerciali, gestite da comunità asiatiche, sulle quali non vige alcun controllo e che costituiscono ulteriori punti di bivacco su marciapiedi e muretti (v. negozi di alimentari orientali, phone center, ecc.).
    La domanda ora è: cosa si può fare? è realmente possibile spostare i capolinea in altri punti?
    Perchè non recintare i giardini della piazza e tenerli occupati, creando sugli spazi qualcosa di utile e costruttivo?

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