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Insugherata – Lettera aperta del Comitato Robin Hood ai vertici di RomaNatura

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Robin Hood, il comitato spontaneo per la tutela dell’Insugherata, scende sul piede di guerra con un vivace comunicato-lettera aperta  indirizzata al Presidente, al Direttore ed al Consiglio Direttivo dell’Ente RomaNatura e per conoscenza al neo Commissario Straordinario Regionale, Livio Proietti, nominato tale il 12 agosto (leggi qui) dalla Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini.

Nella nota Robin Hood dichiara che “a distanza di 3 anni l’ingresso alla Riserva dell’Insugherata di Via Panattoni continua a rimanere sbarrato nonostante una convenzione tra RomaNatura e i proprietari dell’area, le tante promesse e i proclami che annunciavano una immediata riapertura. Continuano anche a rimanere chiusi tutti gli accessi della Via Cassia: a migliaia di famiglie è interdetto l’accesso ad un’area verde di 700 ettari situata in uno dei quartieri più popolosi di Roma, privo di giardini e parchi, eccezion fatta per i giardini di Tomba di Nerone, un fazzoletto di terra in preda al degrado (leggi qui).”

Continua a leggere sotto l‘annuncio

“Il Comitato Robin Hood  – prosegue la nota – in forza delle Leggi e Norme vigenti e di quanto contenuto nel Piano di Assetto della Riserva dell’Insugherata (emanato ben 4 anni fa), a nome e per conto dei suoi aderenti chiede, ai sensi della Legge 7 Agosto 1990 (art. 3bis-9-10 e 10bis) e sulla base di quanto sancito dai Regolamenti e dallo Statuto dell’Ente, quanto segue:
a. tenuto conto che il la Tavola 5 del Piano di Assetto della Riserva Naturale dell’Insugherata (Sistema e interventi per l’accessibilità e la fruizione della Riserva) non consente di accertare quali sono i “nuovi ingressi carrabili-pedonali e pedonali e/o ciclabili da attrezzare”, si richiede che tali dati vengano chiaramente indicati al Comitato fornendo inoltre precise indicazioni sui tempi di realizzazione e sulle motivazioni che ne hanno impedito o ne impediscono la realizzazione;
b. si chiede di conoscere se allo stato attuale esistono “servitù di passaggio” all’interno dei terreni privati dei Sig.ri Gambino, servitù acquisite a seguito della esecuzione dei lavori per la realizzazione di un collettore lungo la Valle dell’Acqua Traversa.”

“Il Comitato Robin Hood chiede inoltre che sulla base di quanto previsto dalle Schede progetto del Piano di Assetto della Riserva (in particolare nelle schede FA/01 e AS/05) venga realizzato, in tempi brevi, un accesso pedonale in zona Tomba di Nerone con ingresso nei giardini pubblici compresi tra Via Cassia e Via Tomba di Nerone. La realizzazione di tale accesso (peraltro un sentiero di accesso, che non attraversa la proprietà privata, è già esistente ancorché inutilizzabile) si rende necessario in quanto attualmente tutti gli ingressi “consuetudinari” esistenti su Via Cassia, Via Panattoni e Via dell’Acqua Traversa, sono stati chiusi dai proprietari (o presunti tali)”.

“Il Comitato Robin Hood – conclude così la nota – chiede infine di avere risposta, a quanto sopra richiesto, nei termini e nei modi indicati dalle vigenti leggi.”

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15 COMMENTI

  1. Le richieste del Comitato Robin Hood fanno riferimento ad una vicenda ben nota che si trascina da anni ma che richiede alcune precisazioni.
    La Legge Regionale n. 29 del 1997 che ha istituito Riserve e Aree Protette non solo non esclude la possibilità di fruizione delle aree da parte del pubblico ma addirittura la favorisce ed l’incoraggia attraverso una serie di norme e strumenti. Anche il Piano di Assetto dell’Insugherata prevede, attraverso l’adozioni di iniziative quali sentieri pedonali, sentieri ciclabili, aree gioco e fattorie didattiche, la fruizione da parte dei cittadini. Peraltro la Riserva, ancorché sia un territorio di enorme valore ambientalistico, è fortemente antropizzata: oltre il 50% dell’Insugherata è utilizzata a fini agro-pastorali mentre al suo interno vi sono numerose attività commerciali (un agriturismo, un centro ippico, una fattoria che organizza passeggiate a cavallo, una mega-struttura per eventi mondani). Nei suoi confini è in costruzione un parcheggio interrato mentre si sono appena conclusi i lavori per realizzare due grandi ville (l’autorizzazione è stata concessa solo al termine di una lunga battaglia legale in quanto il Piano di Assetto non ne permetteva la costruzione).
    Non solo: tutte e 17 le aree gestite da Roma Natura (con la sola eccezione della Tenuta dei Massimi) permettono, senza restrizioni, l’accesso del pubblico.
    Solo la Riserva dell’Insugherata, con i suoi 700 ettari una delle più grandi, ha un unico “accesso ufficiale” situato sulla Via Trionfale (contro i 4 del Parco del Pineto, i 6 della Marcigliana, i 4 di Aguzzano, i 9 della Valle dell’Aniene); forse la scelta è stata determinata dalla presenza di una fermata del metrò oppure perché il Piano di Assetto scrive che “sulla Cassia ci sono numerosi complessi residenziali con proprio verde” (quanti siano non è dato sapere certo è che non è verde pubblico!). Non è comunque pensabile che una famigliola che abita a Via di Vibo Mariano, per andare a fare quattro passi nel verde, debba prendere l’auto e percorrere una dozzina di chilometri di una delle più trafficate vie di Roma (la Trionfale) quando la Riserva è a meno di 100 metri dalla Via Cassia.
    Chi si oppone alla definizione di “parco pubblico” ha ragione dal punto di vista del termine (certo non si tratta di un “parco” come Villa Borghese) ma ha torto nel ritenere che l’Insugherata (comunque un “bene pubblico”) non debba essere aperta ai cittadini.
    Resta il fatto che la richiesta di apertura di uno o più accessi non deve essere considerata una concessione e tantomeno una regalia: non siamo più nel medioevo quando il feudatario consentiva ai servi della gleba l’accesso alle sue terre! Se non è permesso l’ingresso nella proprietà del Sig. Gambino allora vengano realizzati altri accessi in aree pubbliche o dove i privati non si oppongono né pretendono la realizzazione di costosi progetti di restauro.
    Le richieste del Comitato Robin Hood fanno riferimento a precise Norme di Legge e a prescrizioni contenute nel Piano di Assetto della Riserva: non chiediamo quindi favori e concessioni bensi il rispetto delle regole e lo chiediamo a 13 anni dall’emanazione di una Legge Regionale e a 4 dall’emanazione del Piano, ad Amministratori Pubblici il cui lavoro viene pagato con i soldi del contribuente.

  2. Chi sa che soddisfazione si prova a negare l’accesso al parco a nonni e nipotini, mamme con i bambini e ragazzi che amano la natura. Veramente una azione degna di lode. Ma che ne vogliamo dire di una legislatura e di una giustizia paludose che non riescono ad impedire certe prepotenze?

  3. Le definirei qualcosa di peggio di prepotenze: prevalgono interessi individuali e privati a scapito dei diritti diffusi di tutti!

  4. Come ho già avuto modo di dire ieri pomeriggio a Robin Hood, in una mia telefonata con il Direttore dell’Ente “Roma Natura” (Dott. Stefano Cresta) sul tema spinoso dei cartelloni pubblicitari abusivi installati nelle aree naturali protette, ho colto l’occasione per parlargli del problema degli accessi alla riserva naturale dell’Insugherata.
    Mi ha risposto che il Piano di Assetto così come approvato ha previsto buona parte degli accessi in aree di proprietà privata, senza porsi il problema dei necessari espropri per renderli pubblici.
    Nell’immediato, l’unico modo che c’é per garantire comunque l’accesso a tutti alla riserva anche dalle proprietà private rimane quello di riuscire a mettersi d’accordo con i proprietari per consentire di far entrare tutti: ma, stando a quanto mi ha detto il Dott. Cresta, laddove é successo questo, l’area del privato é stata sfruttata anche per parcheggiarvi le auto di chi si si reca in visita alla riserva, togliendo lo spazio ai relativi condomini ed innescando dei contenziosi.
    Sarebbe opportuno quindi sottoscrivere una convenzione che stabilisca diritti e doveri di tutti.
    Per quanto concerne il sig. Gambino, il Dott. Cresta mi ha fatto sapere di averlo convinto a concedere l’accesso alla riserva dalla sua proprietà e che rimane il problema, comunque superabile, del vincolo di intrasformabilità imposto sulla fascia di risopetto dei 150 metri della sponda sinistra del Fosso di Acqua Traversa.

  5. Il vincolo di “intrasformabilità” non ha impedito la realizzazione, nella fascia di rispetto, di decine di parcheggi privati, oliveti e orti (il Piano di Assetto vieta anche che vengano piantate specie non autoctone!). Quanto al fatto di chi parcheggia in aree private la storiella non sta in piedi: chi andava a Via Panattoni parcheggiava sulla pubblica via, lo stesso per Via dell’Acqua Traversa; a Campo di Mele non si può entrare; a Via di Tomba di Nerone tutti sanno che la strada è privata, stretta e in discesa. La verità forse è nelle voci che girano da un po’ di tempo: qualcuno, dopo aver chiuso gli accessi, vuole appropriarsi di aree della Riserva per farne nuovi parcheggi!!!!!!
    Infine per sottoscrivere una “convenzione” quanti decenni occorrono?

  6. Premesso che condivido totalmente la battaglia che sta conducendo Robin Hood (alias il sig. Francesco Gargaglia), ni vedo però costretto mio malgrado a far presente anzitutto che incorre in un qui pro quo nel preciso momento che sembra prendersela con il sottoscritto, “colpevole” semplicemente di aver dato una informaziomne che riteneva utile per trovare una soluzione al problema.
    Quanto alla sua contestazione che non starebbe in piedi la storella del parcheggio in aree private (che non ho detto io ma il Direttore Stefano Cresta), debbo rilevare in secondo luogo che a mio giudizio non sta nememno in piedi la tesi del sig. Gargaglia secondo cui si sarebbe sempre parcheggiatao sulla pubblica via, specie in via Italo Panattoni, che nel tratto a senso unico fino a piazza Manfredi Azzaarita é sempre piena delle auto dei residenti e non consente comunque il parcheggio ad un pubblico di massa.
    Ne deriva ad ogni modo l’oggettivo ed ineludibile problema di dotare gli accessi alla riserva anche di un parcheggio pubblico, nell’immediato in proprietà privata, per risolvere il quale non posso accettare l’interrogativo disfattista di Robin Hood di chissà quanti decenni occorreranno per sottoscrivere una “convenzione”, perché non può essere delegata dall’alto soltanto all’Ente “Roma Natura”, ma spinta ed incentivata anche e soprattutto dal basso (assieme ad altre soluzioni ritenute pienamente percorribili) da tutti i soggetti interessati, possibilmente uniti: sotto questo aspetto offro fin d’ora la piena disponibiltà della associazione VAS ad unire le forze, ma solo e soltanto per una battagalia di civiltà e soprattutto di legalità.
    A tal ultimo riguardo non posso non rilevare che in uno Stato di diritto la legge deve essere uguale per tutti e non posso quindi accettare la critica di Robin Hood secondo la quale il vincolo di intrasformabilità dell’Acqua Traversa sarebbe stato violato da decine di parcheggi privati, oliveti ed orti, per cui si potrebbe a maggior andare contro legge per motici pubblici.
    Nel rispetto delle regole democratiche che ci siamo dati la “risposta” é da una parte la denuncia degli abusi che ci sarebbero stati (che non mi risulta che ci sia stata) e dall’altra parte studiare come, pur nel rispetto del vincolo, si possa legittimare una soluzione che soddisfi tutti.

  7. Bosi , mica ho capito dove vuole andare a parare e soprattutto perchè usa il condizionale ?
    Ma che è regolare il fatto che vengano recitate delle zone pubbliche e quindi interdette, per farci orti , giardini e parcheggi ?
    E se vado lì e “sfondo” la recinzione ( abusiva ) , chi protesta ed in base a cosa ?
    Quale sarebbe l’abuso ? Il mio od il loro ?
    Adesso recinto una qualche decina di metri di via azzarita in modo che solo i residenti ( io ) si possa parcheggiare , gli altri si fottano pure.

  8. Caro sig. Aragorn di via Azzarita,

    ad un ignorante come Lei (sempre nel senso non offensivo che non sa) che se ne frega di sapere come si faccia veramente una battaglia nel rispetto pieno della legalità (perché si fa la legge da solo) e che si interroga e si risponde semprer da solo a suo porco comodo e piacimento, tanto per continuare a screditare sistematicamente il sottosccritto (chissà poi per quale nascosto fine premeditato) ), faccio presente che il 1° comma dell’art. 42 della Costituzione sancisce che “la proprietà è pubblica o privata”.
    Il successivo 2° comma stabilisce che “la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti”.
    Il 3° comma dispone infine che “la proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d’interesse generale”.
    Benche nella sua profonda “cultura” la riserva naturale dell’Insugherata sia interamente pubblica, che Le piaccia o no quest’area naturale protetta é costituita da aree private e da aree pubbliche che possono e debbono peraltro diventare accessibili ai cittadini solo dopo che siano state attrezzate ai fini della fruizione da un lato, ma anche garantendo dall’altro lato la pubblica incolumità.
    Io non conosco bene quali siano le aree veramente pubbliche, a differenza sua che é un grande “esperto” e parla di zone pubbliche interdette per farci orti, giardini e parcheggi, ma non dice quali siano esattamente per evitare di sputtanarsi scoprendo che sono invece private.
    Nella sua ignoranza Lei é convinto che magari da un accesso pubblico o reso comunque pubblico si possa sempre entrare nella riserva, anche se le aree antistanti a quell’accesso sono private.
    Per farle un paragone concreto, é del tutto libero l’accesso dalla via Cassia all’intero Parco di Villa Paladini, che é a sua volta pubblico e fruibile e che quindi consentirebbe secondo Lei l’accesso anche al resto della riserva naturale da tutti i punti del suo confine a valle, a ridosso del Fosso dell’Acqua Traversa: se tutte queste aree di confine fossero però private penso che a fottersi sia proprio Lei e non gli altri, a meno di fregarsene anche della stessa Costituzione.
    Provi a “sfondare – se ci riesce impunemente – la recinzione” (secondo Lei abusiva) che fa da confine tra il Parco di Villa Paladini ed un contigua area privata e sopratatutto mi dica come farà a dimostare di non avere fatto nessuna invasione di prorpietà privata.
    Siccome é Lei che deve dire chiaro e tondo dove vuole andare a parare, mi faccia il sacrosanto favore di non rompermi più le scatole per il futuro (glelo aavevo già chiesto l’ultima volta, invano) oppure cerchi di entrare un pò meno superficialmente nel merito delle questioni, prima di aprire di nuovo bocca e darle fiato senza azionare il cervello, informandosi meglio sulle “regole” che ci siamo dati e che tutti debbono rispettare, a partire per primo proprio da Lei.

  9. Mi fa molto piacere sapere che il Sig. Bosi condivide totalmente l’iniziativa del Comitato RH e spero che il VAS faccia sua questa “battaglia” (finora condotta in modo civile, legale e nel rispetto assoluto della proprietà privata). Mi dispiace invece che sia convinto che voglia prendermela con lui: e perchè mai? L’informazione sui parcheggi la sapevo già e continuo a considerarla una “balla”. In Via Campo di Mele non si entra perchè ci sono 2 sbarre; in Via dell’Acqua Traversa ci sono decine di posti auto sulla pubblica via (gli stessi utilizzati nelle manifestazioni ippiche); in Via Panattoni erano soprattutto i residenti ad entare, a piedi, e chi andava in auto parcheggiava prima del Circolo del Tennis (tra l’altro l’ingresso era pedonale e non consentiva l’accesso alle auto!); in Via Tomba di Nerone erano i residenti ad entrare, a piedi ,e i pochi che andavano in auto parcheggiavano nella parte alta della via dove ancora è possibile farlo. Chi ha chiuso questo accesso lo ha fatto adducendo come scusa che chi scendeva “a piedi” costituiva pericolo per le auto dei residenti (come dire: qui non entra nessuno, parenti, amici, conoscenti, fornitori, postini ecc………).
    Per quanto riguarda le “spinte dal basso” vorrei dire al Sig. Bosi che ce ne sono state diverse e tutte inoltrate dai Comitati a Roma Natura (citando anche l’art. 6 del loro Statuto “Partecipazione Popolare”) e sempre in forma scritta (precisamente in data 15 Ottobre 2009, 15 Novembre 2009, 14 Dicembre 2009, 24 Gennaio 2010 e l’ultima 24 Settembre 2010). Risposte? Nessuna; anzi, no. Nel mese di Aprile mi ha telefonato il Dott. Cresta per dirmi che aveva parlato con i proprietari e che erano imminenti la riapertura degli accessi di Via Acqua Traversa e Via Panattoni (ho fatto anche un comunicato in tal senso!).
    Infine voglio far notare al Sig. Bosi che non mi è mai passata neanche per l’anticamera del cervello l’idea che si potrebbe andare contro la legge dal momento che altri la violano. Quello che volevo dire (evidentemente non ci sono riuscito!) è che non comprendo come Roma Natura possa parlare, per gli accessi , di “vincoli” nel momento in cui questi stessi vincoli vengono ignorati e violati, per interessi privati, in continuazione (e Roma Natura lo sa bene!).
    PS: rivolgendomi al Sig. Bosi non ho più usato la qualifica di “Professore” in quanto l’Architetto Bosi l’ha ritenuta una presa in giro: per me era un modo per esprimergli il mio rispetto.

  10. Bosi , le rispondo e poi chiudo personalmente questa inutile querelle , che non era a lei indirizzata ma vista la “piega” che ha preso, non ho tempo e voglia e non la trovo nè stimolante nè divertente.
    Mi sembra che lei abbia non poca e malcelata stizza con chiunque abbia idee od opinioni differenti dalla sua.
    O con chiunque cerchi di chiedere spiegazioni o dare opinioni senza il supporto di lgs, ddt, norme, commi e quant’altro.
    Senza codice non si pensa insomma, e tantomeno si parla.
    Si sente sempre attaccato in prima persona , quando di attacchi non ce ne sono affatto.
    Eccesso di ego probabilmente.
    E con molta facilità e superficialità rilascia etichette di ignoranza a chi scrive e non è la prima volta.
    Solo richieste di chiarimenti per concetti espressi in modo fin troppo erudito ( e pedante ) tali da risultare incomprensibili ai più. Rispetto perlomeno ai pochi e rari eruditi ( e pedanti ) saccenti come lei.
    Non mi risulta di averla offesa e quindi non mi spiego tutta la tiritera del doppio senso dell’ignorante-nel-senso-di-colui-che-non-sa o del rompere le scatole.
    Io posso scherzare , ironizzare ma insultare mai. Una volta che l’ho fatto ( senza pensarci ) , ho chiesto scusa perchè non è mio costume.
    Tanto per farle capire , visto che le è risultato impossibile capire ( ne ignoro il motivo , l’importante è che il motivo di queste mancate comprensioni e di questi eccessi di reazione, siano invece noti al suo medico curante ), mi riferivo alle costruzioni ( muri , parcheggi ed orti vari ) che sono sorti in Via Panattoni , nella zona ancordetta di rispetto.
    Se fossero aree pubbliche , le costruzioni sarebbero abusive.
    Se fossero private , sarebbero comunque un abuso perché in zona protetta e prive di autorizzazioni.
    Sono comunque aree che sono state prese in possesso ( ostaggio ) da privati senza titolo alcuno e che impediscono eventuali accessi.
    Il fatto che qualcuno possa parcheggiare su quella strada è pacifico , quel suolo è pubblico e non esiste alcuna differenza tra residente o meno ( a parte alcune zone del centro ). Tutti possono parcheggiare , se non ci sono divieti. Che varrebbero sia per l’uno che per l’altro.
    Davanti a queste costruzioni ( muri ben alti e che meritano alcuni giorni per la costruzione ) sono stati posti cancelli , catene e cartelli di divieto.
    Tutti rigorosamente abusivi ed assolutamente impropri.
    Ora , a parte lo “sfondamento” dei muri vari , se io parcheggiassi davanti ad uno di quei cancelli con il divieto fatto in casa , chi dovrebbe/potrebbe intervenire ? In base a quale diritto o normativa ?
    Se entrassi per fare un picnic , sarebbe violazione di domicilio ? E di chi ?
    Nessuno.
    E’ come – appunto – se i residenti di una via verniciassero di blu o giallo le aree di parcheggio facendoli diventare personali.
    Non credo si possa e credo che lì sia stato fatto proprio qualcosa di simile.
    E d’altronde anche il parcheggio effettuato da chi va a passeggiare nel parco , può essere poco simpatico per i residenti ma non è vietato. E non è una ragione quindi per chiudere l’accesso.
    Tutto qui il senso della mia domanda/considerazione.
    A parte la mia congenita ignoranza.
    Però , considerato che – come dice lei – io le regole me le faccio da solo , continuerò a scavalcare la rete , saltare il fiumicciattolo e passeggiare allegramente nel parco. Quando ne ho voglia , in barba ai divieti finti , ai cartelli posticci ed agli anni che dovrebbero trascorrere per avere un accesso vero e legale,
    Stia bene.

  11. Invito Robin Hood a collaborare assieme per farsi dire ufficialmente dall’Ente Roma Natura:
    – quali e quante siano effettivamente le aree private e le aree pubbliche che ricadono all’interno della riserva naturale dell’Insugherata;
    – quali e quante aree pubbliche siano oggettivamente aperte alla fruizione dei cittadini perché attrezzate e messe in sicurezza oppure siano state invece affidate a privati (per lo più agricoltori);
    – quali e quanti siano comunque i sentieri percorribili per concessione dei privati;
    – quali e quante di queste aree pubbliche possano essere raggiunte attualmente attraverso accessi pubblici funzionanti direttamente da vie pubbliche o attraverso strisce di aree private su cui occorra ottenere la concessisone di una servitù di passaggio dai relativi proprietari;
    – quali e quanti siano gli altri accessi pubblici ancora da attrezzare così come previsti dal Piano di Assetto.
    Si potrà in tal modo dare subito dopo una corretta informazione ai cittadini (aragorn compreso) anche e soprattutto tramite questo blog ed evitare così per il futuro commenti fatti di sterili quanto improduttive polemiche.
    Invito pertanto Robin Hood a scrivermi all’indirizzo di posta elettronica del Circolo Territoriale di Roma della associazione VAS, che é il seguente:
    vas.roma@alice.it

  12. oltre ad avere chiuso tutti i varchi di accesso alla riserva ad eccezione di uno vi rendo noto che da alcuni giorni la proprietà più volte citata dei terreni ha deciso di fuoriuscire dai confini delimitati da rete ed ha recintato abusivamente un area pubblica insistente direttamente sulla carreggiata di via italo panattoni esattamente di fronte all’ingresso del circolo tennis valleverde.
    Cosa ne pensate ? a chi possiamo rivolgerci per bloccare questa continua espansione di soprusi atti di forza ?

  13. trovo giustissima l’opera alla quale voi tutti vi adoperate! concordo anche con il signore che informava che non tutta la riserva dell’insugherata è proprietà pubblica difatti molteplici aree sono propietà privata!Questo ovviamente può non andare a genio,ma è la realtà.
    Partendo da via dell’acqua traversa angolo via italo panattoni, il circolo ippico ,le ville ed il rispettivo terreno difronte al circolo più volte chiuso da recinzioni e scassinato,sono propietà privata!
    nonostante vi siano affissi cartelli la gente nn curante entra nella propietà, e come si sa non tutti sono dei cittadini esemplari! si consumano pasti lasciando buste in ogni dove ,ragazzini trovano divertenti andare in moto per le collinette, e la sera è divenuto buon costume venirsi ad appartare! ho vissuto nella zona per molti anni sino ad un anno fa,ho ringraziato di persona i propietari del circolo che hanno ripristinato quella zona ormai resa fatiscente,forse nessuno ricorda lo stato del luogo non più di sette anni fa.Troverei più giusto che si facesse più chiarezza e che vengano mostrate le aree pubbliche in cui il pubblico è autorizzato ad accedere senza doversi ritrovare in difetto!

  14. Gentile Sig. Federico quello che chiedono i residenti non è l’accesso alle proprietà private ma l’applicazione, da parte di Roma Natura, del Piano di Assetto che prevede la realizzazione di accessi e sentieri (su terreni pubblici o con l’assenso dei proprietari). Può darsi che non tutti i cittadini si comportino in modo esemplare ma qualche busta di plastica non può essere il pretesto per impedire ad una popolazione di 50.000 residenti (quanti sono quelli che gravitano sulla Cassia) l’accesso ad un’area gestita con i soldi del contribuente. E che mi dice allora delle situazioni di grave degrado che da anni andiamo denunciando: inquinamento del Fosso dell’Acqua Traversa, parcheggi nella fascia di rispetto, un depuratore dismesso riempito di calcinacci, ingressi e accessi “privati” (almeno 30!), collettori fognari che sversano liquami, colline che franano…….
    Quanto al fatto che qualcuno si diverta ad entrare nella riserva con moto o quad questo dipende proprio dal fatto che l’Insugherata, in realtà, è interdetta all’accesso pubblico!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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