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Auditorium – è Mark Knopfler l’ottavo re di Roma!

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mark-small.jpgCavea gremita in ogni ordine di posto e successo strepitoso martedì sera per l’unica data romana di Mark Knopfler. Lo straordinario cantautore e chitarrista britannico ha incantato il pubblico capitolino con un concerto bellissimo nel quale, in due ore, ha presentato dieci brani della sua produzione solista e cinque perle del magnifico repertorio dei Dire Straits.

Per questa volta non ci lamentiamo dei soliti ritardatari: gli spettatori del concerto cui stiamo per assistere sono già nel complesso dell’auditorium ben prima rispetto alle 21, orario previsto per l’inizio dello show, e quando, diciassette minuti dopo le nove di sera, la band di sette musicisti e Mark Knopfler salgono sul palco, accolti da un boato e da applausi fragorosi, i fortunati possessori dei tagliandi d’ingresso sono tutti seduti al proprio posto nell’attesa spasmodica di un evento che si prefigura come uno dei live-act di punta dell’estate romana.

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Il concerto inizia con Border Reiver, la splendida ballata incentrata sulla figura dei razziatori che operavano nella zona di confine tra la Scozia e l’Inghilterra tra la fine del XIII e il XVI secolo, depredando chiunque capitasse loro a tiro, a meno che non si trattasse di persone che avevano protettori potenti o che appartenevano alla medesima famiglia. Tratta da Get Lucky, il sesto e più recente lavoro solista di Knopfler pubblicato nel 2009, la canzone viene interpretata dal cantautore nato a Glasgow nel 1949 con grande intensità, evidenziandosi nell’esecuzione live il flauto traverso di Michael Mc Goldrick e il violino di John McCusker. Al termine del pezzo, gli applausi sono fragorosi, gli spettatori già rapiti, mentre il personale dell’auditorium, “armato” di torcia elettrica, ha il suo bel daffare nel bloccare i tentativi di riprendere lo show da parte di diversi astanti, a loro volta “armati” di videocamere.

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Seguono due brani estratti da Sailing to Philadelphia, il secondo e ottimo album solista di Knopfler uscito nel 2000: dopo What it is, in cui la parte del leone la fanno Mc Goldrick e naturalmente la chitarra di Mark, arriva la title-track, nella quale la sei corde dell’ex leader dei Dire Straits regala un lungo, magnifico, intenso assolo.
Dopo Coyote, un eccellente pezzo tratto da The Ragpicker’s Dream, suo terzo lavoro solista, Knopfler saluta il pubblico di tutti i settori dicendo: “io sto bene, qui è meraviglioso!“, per poi scherzare sulla sua età (e sulle conseguenze di un brutto incidente motociclistico avvenuto qualche anno fa) “il dottore mi ha detto: non andare a ballare in discoteca, non correre, non camminare, non andare in moto! Tutto ok!“.
Ecco la terza canzone da Sailing to Philadelphia: Prairie Wedding rende l’atmosfera ancora più magica, mentre Hill Farmer’s Blues (The Ragpicker’s Dream) si merita applausi fragorosissimi per la sua grande intensità. Knopfler, nel frattempo, è rimasto sempre seduto (e così resterà praticamente per tutta la durata dello show), a suonare una chitarra dopo l’altra, a completare ed ampliare con la sei corde la narrazione proveniente dalla sua voce evocativa e suadente, ad incantare la platea, riuscendo a far dilatare il tempo, a far dimenticare il mondo circostante (caldo appiccicoso e zanzare incluse!) e a portarci nel mondo delle sue canzoni e nelle riflessioni dei suoi personaggi. E’ un grande narratore, colto e popolare, un romanziere raffinato e diretto che invece della penna, usa (e come!) la voce e la chitarra, attingendo, con grande originalità e con il suo personalissimo stile, all’inestimabile patrimonio della musica tradizionale, sia essa il country americano o il folk irlandese o scozzese.

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Gli spettatori mostrano di apprezzare assai la produzione solista di Knopfler (sei dischi di livello) ma nello stesso tempo non possono dimenticare che il repertorio dei Dire Straits è stata (ed è) una delle colonne sonore della propria esistenza: il sottoscritto ricorda con grande nitidezza uno degli ultimi, strepitosi, concerti che la band tenne al PalaEur nel settembre del 1992. Pertanto, la voglia di sentire i pezzi dei Dire Straits è davvero pressante e i desideri non restano inappagati: arriva una bellissima, rallentata, incantevole versione di Romeo and Juliet (da Making Movies, uno dei loro capolavori, pubblicato nel 1980), seguita da Sultans of Swing (dal primo album della band,  Dire Straits, altra pietra miliare, datato 1978 ) al termine della quale Mark esegue alla perfezione uno dei guitar solo più belli della storia della musica: è un momento indescrivibile, non ci sono davvero parole, moltissimi si alzano in piedi, l’entusiasmo è alle stelle, gli applausi sembrano non finire mai.
Dopo esser stati messi KO, Knopfler ci lascia il tempo di riprenderci, presentando la sua rodatissima band (il tour mondiale è agli sgoccioli e finirà il 31 luglio in Spagna) composta dall’ex Dire Straits Guy Fletcher (polistrumentista che ha messo uno zampino in tutti i progetti solisti di Mark), Matt Rollings (piano e tastiere), Richard Bennett (chitarra), Danny Cummings (batteria), Glenn Worf (basso e contrabbasso), John McCusker (violino) e Michael Mc Goldrick (flauto traverso). Dopo che i membri del gruppo sono stati giustamente gratificati da applausi convinti, è la volta di Done with Bonaparte, una deliziosa ballata dal sapore irish, tratta dal primo album solista Golden Heart (1996), seguita dalla travolgente, energetica ed infinita Marbletown (The Ragpicker’s Dream). Il cantautore britannico omaggia l’arte di costruire a mano le chitarre nella graziosissima Monteleone, il pezzo di Get Lucky durante il quale suona appunto una Monteleone Isabella del 2008.

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Knopfler cambia l’ennesima chitarra ed imbraccia la resofonica, quella immortalata nella copertina di Brothers in Arms: arriva come un incantesimo l’irraggiungibile, ineguaglibile, infinita Telegraph Road, da Love Over Gold, altro capolavoro pubblicato dai Dire Straits nel 1982. Cambio di strumento durante il pezzo e pennellate d’autore con la sei corde elettrica a metà brano e alla fine. Da brivido! Sono le 22.52, la band e Knopfler si alzano in piedi e ringraziano il pubblico, ma restano in scena. Una voce che grida nella notte, inascoltata, un grido di sofferenza lancinante, la chitarra dispensa lacrime dignitose e raccoglimento doloroso: arriva la struggente Brothers in Arms, che non perde la capacità di commuoverci, seguita da So Far Away (entrambi i pezzi sono tracce del meraviglioso Brothers in Arms, pubblicato nel 1985).

Alle 23.06 la band e Knopfler lasciano la scena, ma il pubblico a gran voce vuole ancora musica. Dopo qualche minuto, gli spettatori sono accontetati e gratificati da uno dei pezzi più belli ed evocativi della produzione solista del cantautore britannico: così come si era cominciato con un pezzo dall’ultimo album, si finisce con una canzone tratta da Get Lucky, la magnifica Piper to the End, che alle 23.15 chiude il concerto tra gli applausi scroscianti che incoronano Mark Knopfler ottavo re di Roma.

Giovanni Berti

© riproduzione riservata

[youtube:http://www.youtube.com/watch?v=9XVVZPefbR4&autoplay=0 480 385]

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4 COMMENTI

  1. gli anni passano ……..ma non per tutti.
    un Mark Knopfler eccezionale
    ottima performance e molto bello anche il nuovo album
    che mostra un Mark Knopfler ancora in piena fase creativa
    come al solito ottima la recensione di giovanni berti

  2. Gentile Gianfranco,
    tramite il sito indicato alla fine della recensione può comprare il concerto scaricando i files musicali in formato mp3 (per ascoltarli, poi dovrà masterizzarsi un cd oppure , se ha un ipod, inserirli nella libreria di i tunes) .

    Non vendono cd o dvd dello show.

    Cordiali saluti
    Giovanni Berti

  3. Concerto strepitoso, band fantastica e lui è un grande…. per me è stato il primo concerto e spero ne faccia altri. Una curiosità che non riesco a soddisfare: c’era un personaggio non giovanissimo quel giorno fuori dalla cavea che si faceva fotografare e rilasciava autografi con grandissima disponibilità, vestito con t-shirt grigia e pantaloni chiari. Mi aiutate per favore facendomi sapere chi è?
    grazie infinite

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